Sulla Informatica

POST N. 1

giovedì 10 ottobre 2019 ore 21:20

«Disoccupato in cerca di lavoro?... Onestamente suona male»

È l’osservazione che mi ha fatto un carissimo collega che cinque anni orsono ha deciso di andare a lavorare a Zurigo in Svizzera per conto di una multinazionale a livello mondiale.

Questa è la lettera che gli ho inviato in risposta:

«ti ringrazio innanzitutto per esserti preso il disturbo di consultare il mio profilo linkedin.

“Disoccupato in cerca di lavoro” è la voce del mio curriculum professionale che considero essere la voce più importante di tutte. Ho inserito questa voce con un intento preciso, ed anche perché nessuno ne parla per timore di suscitare nel lettore una cattiva impressione (proprio come tu mi fai notare). Ma io non ho una reputazione da difendere, né un’occupazione da cercare, né consensi da riscuotere, e presto sarò in pensione. Per questo posso dire ciò di cui altri non osano parlare.

La maggior parte della gente non capirà il mestiere che faccio. Leggerà uno scioglilingua di parole tecniche continuando a domandarsi: “ma questo di cosa si occupa?”. Ho preferito porre a corredo delle mie attività informatiche le esperienze di vita vissuta in prima persona con il duplice scopo di spiegare in maniera comprensibile le mie attività e per differenziare il mio profilo da tutti gli altri profili linkedin, dando: 1) notizie sull’ambiente in cui mi sono trovato a lavorare per cui ho fatto le cose che ho fatto; 2) uno scorcio sul panorama delle lezioni di vita che ho imparato nel corso delle mie esperienze di lavoro.

Quando leggo i profili linkedin, mi rendo conto di quanto comune sia la gente. Non è un giudizio il mio, ma è soltanto un’osservazione. Quello che cerco di trovare nella gente è l’elemento differenziante, ciò che rende una persona davvero “unica”, e di tale unicità potrei farmi una opinione (sia pure in maniera vaga) solo leggendo le sue esperienze di vita, le difficoltà che ha incontrato, il modo in cui le ha superate. Se fossi un recruiter, è questo che vorrei conoscere dal candidato: la sua storia, e cercherei di cogliere la sua unicità ponendogli una sola domanda la cui risposta mi aspetto che venga motivata in maniera articolata: “Perché dovrei assumere proprio te, e non un altro?”.

Il mio profilo linkedin ha il solo scopo di informare il visitatore occasionale (forse qualche studente che vorrà fare una tesi di laurea originale) dell’esistenza del libro “L’economista in camice”, che parla del problema della disoccupazione e della sua possibile soluzione nell’era digitale. Anche i miei siti www.economatica.it e www.economatica.eu sono focalizzati sul tema della disoccupazione causata principalmente dall’avanzare dell’automazione e della disintermediazione e aggravata dal mancato ricambio generazionale.

Ho un fermo principio: parlo solo di ciò di cui ho esperienza. Non mi sentirei di parlare di soluzioni alla disoccupazione se non avessi l’esperienza personale e diretta della disoccupazione. Il mio libro parla di cose vere, non solo perché si basa su modelli matematici in grado di descrivere e spiegare il mondo in cui viviamo, ma soprattutto perché ho vissuto (e vivo) la realtà che descrivo, come quella della disoccupazione.

Ho pubblicato il mio profilo professionale su linkedin anche per lanciare un messaggio in codice a una persona che mi sta particolarmente a cuore; a colei che un tempo assai lontano, sabato 8 settembre 2001 alle ore 10.15, mi inviò la lettera più bella che abbia mai ricevuto nella mia vita.

Vorrei concludere con una nota di leggerezza (se me la perdonerai): utilizzando linkedin in maniera opposta a come andrebbe utilizzato (ovvero, non costruendomi alcuna rete di collegamenti), con la mia preferenza ad avere “0 collegamenti” mi prendo un po’ gioco di coloro che hanno lo schiribizzo di raggiungere quota “500+ collegamenti”.

Un caloroso saluto,

Claudio»