2024

POST N. 99

24 Aprile 2024 alle 14:13 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Riforma pensione 2024, uscite anticipate? Ecco la soluzione, l’unica ormai (mia risposta al sig. Salvatore (primo))


Sig. Salvatore, anch’io sono per la soluzione “hic et nunc”, ovvero qui in Italia (hic), ed ora nel 2024 (nunc).

Ho certamente pensato all’apporto degli immigrati. E ci hanno pensato anche altri. Non solo in Italia, ma anche in altri Paesi affetti da denatalità e invecchiamento, primo tra tutti il Giappone.

Non escludo la possibilità che in un ravvicinato futuro si possa aprire una competizione accesa tra i vari Paesi per accaparrarsi la manodopera più qualificata, proprio come si fa con l’importazione di materie prime – petrolio, gas, chip – se non si dispone di tali materie nel proprio Paese.

Se tale manodopera importata è di cultura diversa, occorrerà avviare un processo sociale di integrazione di portata molto più ampia di quella che oggi si può riuscire ad immaginare. Per quanto riguarda l’Italia, mi pare di vedere che siamo ancora all’ABC riguardo all’integrazione degli immigrati. Inoltre, mi sembra ragionevole pensare che tale processo di integrazione sia un processo che richiederà decenni per essere consolidato.

Pertanto, se pensiamo di risolvere il problema della denatalità e della forza lavoro mancante, che dovrebbe versare i contributi per sostenere il nostro sistema pensionistico, tramite l’immigrazione, siamo ben lontani dalla soluzione “hic et nunc” da applicare in Italia nel 2024.

Abbiamo già, invece, la soluzione “hic et nunc” a portata di mano: utilizzare la forza lavoro robotica (che è già in mezzo a noi nei ristoranti) e applicare l’imposta da cui prelevare i contributi con i quali finanziare le pensioni.

Perché, mi domando, non attuare tale soluzione, se non altro in fase prototipale (così come agiamo con le pensioni anticipate)?

Sono d’accordo con lei, sig. Salvatore, che dobbiamo perseguire la strada nel creare quelle condizioni che rendono l’Italia appetibile per attirare professionalità, cominciando, per esempio, ad attirare chi sta per prendere la decisione di trasferirsi all’estero (forse la competizione cui accennavo prima è già cominciata).

Mi sentirei di aggiungere che dovremmo creare anche nuovi Insegnamenti, come l’Economia Informatica che sto proponendo a varie Università italiane.

Nuovi Insegnamenti in grado di fare evolvere i “vecchi” insegnamenti in linea con l’evoluzione digitale della Nazione.

Nuovi Insegnamenti STEM in grado di attirare allo studio studenti italiani e di altri Paesi.

Perché sono gli studenti il vero futuro della Nazione.

POST N. 98

22 Aprile 2024 alle 21:40 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Riforma pensione 2024, uscite anticipate? Ecco la soluzione, l’unica ormai (mia risposta al sig. Giovanni)


Sig. Giovanni, se lei giudica i nostri politici “inetti” e “sprovveduti” (sue parole) sta prendendo la loro difesa.

I nostri politici non sono “inetti”, ovvero incapaci di svolgere in modo, sia pure approssimativo, i propri compiti.

I nostri politici non sono “sprovveduti”, ovvero privi di quell’esperienza necessaria per svolgere un determinato compito.

No.

I nostri politici sono capaci di svolgere i loro compiti, e lo fanno in base alla loro esperienza che hanno accumulato nel corso della loro attività in politica.

Diciamo, piuttosto, che, per quanti sforzi facciano, per quanto si applichino nel loro dovere di politico, non raggiungo risultati all’altezza delle attese.

Insomma, volendo dare loro un voto, a stento raggiungono il 5+ (il più è per incoraggiarli ad arrivare alla sufficienza, al 6).

Questa sera sono andato a vedere con Google chi è il Consigliere economico del Presidente Meloni. Ho scoperto che si chiama Renato Loiero, che ha frequentato la stessa Università che ho frequentato io nel 1974, l’Università Federico II di Napoli, e che è professore a contratto di Diritto tributario presso l’università Enrico G. Marconi di Roma.

Gli manderò la mail (molto stringata) per chiedergli di domandargli se ritiene valida oppure no l’opportunità di applicare l’imposta sul reddito da lavoro prodotto dagli automi.

Vede, sig. Giovanni, non basta dire che i nostri politici sono inetti e sprovveduti. Occorre anche metterli nelle condizioni di potersi migliorare dando loro dei consigli su cosa e come fare.

POST N. 97

22 Aprile 2024 alle 21:11 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Riforma pensione 2024, uscite anticipate? Ecco la soluzione, l’unica ormai (mia risposta al sig. Salvatore (primo))


Sig. Salvatore (primo), innanzitutto piacere di risentirla.

Parto dal presupposto che chiunque si sia presa la briga di consultare i numeri lo faccia per supportare le proprie argomentazioni. Lei, per esempio, si avvale dei numeri per mostrare come l’“inverno demografico” sia un falso problema. È un approccio scientificamente corretto. Le sue conclusioni, però, non dimostrano che l’“inverno demografico” è un falso problema.

Il fatto che nello stesso periodo 2023 siano morte 650.000 e siano nati 380.000 bambini, non è una ragione sufficiente per eliminare il problema dell’inverno demografico.

Lei ha riportato numeri assoluti riferiti ad un determinato periodo, ma non ha riportato i numeri dei morti e dei nati che ci saranno tra 10 anni, o tra 20 anni o tra 30 anni. In altre parole, non ha riportato il tasso di mortalità che permette di valutare quanti morti ci saranno tra 10, o 20, o 30 anni, né il tasso di natalità che permette di valutare quanti nati ci saranno tra 10, o 20, o 30 anni.

Oggi nascono meno bambini rispetto a ieri. E, probabilmente, domani nasceranno meno bambini rispetto ad oggi.

I miei genitori hanno generato 4 figli. Io non ho figli, ma i miei 2 fratelli e 1 mia sorella hanno generato 2 figli ciascuno per totale 6 figli. Quindi, “oggi”, nella mia famiglia allargata, sono nati meno figli per famiglia singola rispetto a ieri. Non so quanti figli nasceranno dai miei 6 nipoti domani.

Ma il punto non è nei numeri statistici.

Il punto è come rimuovere il problema della denatalità, e non già come risolverlo.

Il problema della denatalità sembra affliggere non solo gli italiani, ma anche gli immigrati. Non è possibile contare nemmeno sulla procreazione da parte degli immigrati.

Purtroppo, sono in pochissimi ad avere letto Paul Watzlawick, e certamente questi pochissimi non sono al Governo o in Parlamento. Altrimenti sarebbero pervenuti alla stessa soluzione cui sono pervenuto io.

Voglio solo concludere con questa affermazione: senza il versamento dell’imposta sull’automazione da parte dei robot, il Governo non ha alcuna possibilità di stimolare la crescita economica oltre lo zero virgola percento.

POST N. 96

22 Aprile 2024 alle 20:17 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Riforma pensione 2024, uscite anticipate? Ecco la soluzione, l’unica ormai (mia risposta alla sig.ra Delfina)


Sig.ra Delfina, avevo bene inteso il suo commento. Non ho dato la risposta coerente con la sua domanda, perché i commenti, le opinioni di grandi, medie e piccole imprese sono più che scontati e sono:

1. con l’IRES paghiamo già la tassa sulla ricchezza che produciamo. Perciò, non c’è alcun senso nel pagare una tassa sulla tecnologia che ci serve per produrre la ricchezza

2. con la tassa sull’automazione rischieremmo di essere meno competitivi rispetto ad altre imprese i cui Paesi non applicano la medesima tassa

3. se verrà applicata la tassa sull’automazione saremmo costretti a scaricarla sui consumatori, e quindi saranno loro i penalizzati

4. se ci applicheranno la tassa sull’automazione noi delocalizzeremo i nostri impianti produttivi dove non è in vigore la tassa sull’automazione

Le imprese ragionano tutte, ma proprio tutte, con la seguente logica: profitti privati, debiti pubblici.

Compito dello Stato è la ridistribuzione della ricchezza.

La ricchezza viene ridistribuita mediante l’applicazione delle imposte.

L’Imposta sull’automazione è un mezzo per ridistribuire la ricchezza dovuta anche ai maggiori profitti che le imprese (grandi, medie e piccole) ottengono grazie alla enorme produttività dei robot, intesi come forza lavoro equiparabile alla forza lavoro umana e non semplice tecnologia (che, se così fosse, varrebbe l’obiezione elencata al punto 1).

POST N. 95

22 Aprile 2024 alle 17:25 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Riforma pensione 2024, uscite anticipate? Ecco la soluzione, l’unica ormai (mia risposta al sig. Wal)


Articolo molto interessante. Anch’io ritengo, come viene riportato nell’articolo, che “i mercati dei capitali sono troppo rischiosi”.

Se fossi il Consigliere del Cancelliere Olaf Scholz, gli consiglierei di stare ben lontano dai mercati finanziari al fine di finanziare le pensioni.

Gli consiglierei (come peraltro si potrebbe immaginare) di applicare l’imposta sull’automazione. Gli suggerirei di prendere contatti con l’Italia dove tale questione viene già affrontata da tempo.

POST N. 94

22 Aprile 2024 alle 17:05 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Riforma pensione 2024, uscite anticipate? Ecco la soluzione, l’unica ormai (mia risposta al sig. Pietro)


Sig. Pietro, lei in pratica domanda: se un robot produce un prodotto, chi può consumare questo prodotto se ci sono sempre più disoccupati che non possono comprare il prodotto?

La sua domanda è corretta. Ma chi assume i robot non si pone tale domanda. Chi assume il robot vede grossi risparmi nell’immediato e non si rende conto che potrebbe essersi messo in casa un “Cavallo di Troia”, che in un tempo più o meno lontano gli farà chiudere i battenti perché ci saranno sempre meno persone che compreranno i suoi prodotti in quanto disoccupati. In pratica, l’esercente vede il suo presente felice e non il suo futuro, proprio come chi lavora ed è giovane non pensa minimamente che andrà in pensione a 71 anni di età.

Oggi tutti i ristoratori che utilizzano i robot sono allegri, perché con 15.000 euro una tantum comprano un robot che non chiede aumenti, non va in ferie, non fa sciopero, non prende il TFR, e per il quale il ristoratore non deve nemmeno versare i contributi. Inoltre, la produttività di un robot cameriere è tale che potrebbe fare benissimo il lavoro di due camerieri.

Con la sua seconda domanda lei in pratica dice: ma se un’azienda (piccola, media o grande che sia) deve pagare già le rate per l’investimento che ha fatto, perché tassarlo ancora con un’altra tassa?

Anche questa sua domanda è corretta. Se, però, consideriamo il robot non come una macchina ma come un lavoratore, allora la domanda da porsi è un’altra, ed è la seguente: se un robot fa lo stesso lavoro di un lavoratore umano, perché non deve pagare le tasse come le paga un lavoratore umano?

Tornando al ristoratore di prima che assume un robot che gli è costato 15.000 euro una tantum, ebbene, un cameriere umano gli costerebbe almeno 2.000 euro lorde al mese, pari a 26.000 euro lorde all’anno (contando 13 mensilità).

In pratica, il ristoratore ha un guadagno netto di 11.000 euro all’anno.

Domanda finale: perché non prelevare una parte di questi 11.000 euro in termini di contributi per mandare in pensione un lavoratore anziano in modo che gli subentri un disoccupato giovane?

POST N. 93

22 Aprile 2024 alle 13:17 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Riforma pensione 2024, uscite anticipate? Ecco la soluzione, l’unica ormai (mia risposta alla sig.ra Delfina)


Sig.ra Delfina, l’applicazione delle imposte (proprio perché vengono “imposte” dallo Stato) non richiede il consenso delle imprese o dei lavoratori. Importa che riescano a coprire i costi sociali (disoccupazione e pensioni). 

POST N. 92

19 Aprile 2024 alle 20:17 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Pensioni anticipate 2024: opzione donna non basta, serve riconoscere il lavoro di cura (mia risposta alla sig.ra Lucia)


Sig.ra Lucia, tali domande è opportuno indirizzarle ad un Patronato, che ha l’accesso a procedure aggiornate alle leggi vigenti e al suo estratto conto previdenziale.

Per sua informazione, con la Legge di Bilancio valida per il 2024 (cioè per quest’anno) i requisiti per Opzione Donna sono i seguenti:

Requisito contributivo: raggiungimento di 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2023

Requisito anagrafico: compimento, entro il 31 dicembre 2023, di 61 anni di età. Il requisito anagrafico è ridotto a 60 anni di età se si ha un figlio, ed a 59 anni se si hanno 2 o più figli

Requisiti “soggettivi”: essere lavoratrice licenziata da azienda in crisi

Ci sono altri requisiti “soggettivi”, che però non è necessario che siano posseduti tutti, è sufficiente almeno uno (per esempio quello che lei cita, essere stata licenziata da un’azienda; ma, attenzione, licenziata da un’azienda che verte in uno stato di crisi). Mi sono limitato quindi a descrivere il requisito soggettivo che lei ha elencato nella sua domanda, e cioè il licenziamento.

Qualora si posseggano i requisiti per accedere ad Opzione Donna, la pensione (che sarà calcolata con il sistema di calcolo contributivo) verrà erogata dopo 12 mesi dalla maturazione dei requisiti (ma sono 18 mesi per le autonome).

Nella sua domanda lei non specifica quando ha raggiunto il requisito di 35 anni di contributi (se entro la fine del 2023 o nel 2024). Lei non specifica se è stata licenziata da un’azienda che verte in stato di crisi oppure no. Lei non specifica quanti anni ha e se ha figli oppure no.

Tuttavia, desidero ripeterlo, sig.ra Lucia: alla sua domanda potrà risponderle con certezza il Patronato (oppure un ufficio INPS).

POST N. 91

18 Aprile 2024 alle 14:10 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Pensioni anticipate 2024-2025: Perfetto’ nostra proposta parte dal ricambio generazionale’ (mia risposta al sig. V)


Sig. V, se il Presidente Mattarella e la Corte dei Conti sembrano “assenti ingiustificati” (sue parole) è perché noi (Governo e cittadini) procediamo in direzione opposta a quella in cui il Presidente e la Corte si trovano a camminare. Ed è per questo che ci sembrano assenti, perché noi non ci troviamo sul loro stesso cammino.

“La Repubblica appartiene a chi paga le tasse”, afferma il Presidente Mattarella. Ma sono in molti i cittadini che non le pagano le tasse, che procedono in direzione opposta, e quindi non riescono ad ascoltare le parole del Presidente. Io, però, pago le tasse, ed è per questo che riesco ad ascoltare le parole del Presidente, io mi trovo sullo stesso cammino sul quale procede il Presidente ed è per questo che il Presidente Mattarella, ai miei occhi, è una presenza giustificata.

“Il mancato introito di risorse proprie per effetto della decontribuzione richiederebbe un ulteriore incremento di trasferimenti dal settore pubblico la cui provvista ricadrebbe sulla fiscalità generale”, afferma nel 2016 la Corte dei Conti. Ma i Governi procedono in direzione opposta, continuano ad applicare la decontribuzione, non ascoltano l’allarme sollevato già nel 2016 dalla Corte dei Conti. Io, però, sono dello stesso avviso della Corte dei Conti, e gliel’ho anche fatto presente via mail, e se riesco ad ascoltare il suo allarme, è perché sono sullo stesso cammino della Corte che vigila e segnala. La Corte dei Conti, ai miei occhi, è una presenza giustificata.

L’esonero contributivo trova nelle Leggi di Bilancio molte giustificazioni. Ed è questo che dovrebbe preoccuparci. Riusciamo a trovare una giustificazione per ogni cosa. Persino alla guerra.

POST N. 90

17 Aprile 2024 alle 16:25 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Pensioni anticipate 2024: opzione donna non basta, serve riconoscere il lavoro di cura (mia risposta alla sig.ra Sara)


Sig.ra Sara, le sue domande mi danno l’opportunità di intervenire nel dibattito e di poterle rispondere.

Nella Proposta di Riforma Previdenziale flessibile e strutturale a firma di Perfetto, Armiliato, Gibbin (che la Redazione di Pensionipertutti ha consegnato ai Sindacati in modo che venga presentata al Governo), è presente il paragrafo 7.6 dal titolo “Riconoscimento e valorizzazione del lavoro di cura” in cui si dice testualmente:

“Nel rispetto del principio di giustizia, ovvero di pratica sociale giusta, la nostra Proposta Previdenziale riconosce e valorizza il lavoro di cura domestico dedicato alla propria famiglia e all’assistenza di genitori e di parenti bisognosi di assistenza. Nel rispetto del principio di equità, ovvero nessuna differenza tra lavoratori e lavoratrici, la nostra Proposta Previdenziale riconosce e valorizza il lavoro di cura egualmente per lavoratori e per lavoratrici”.

Nel paragrafo 7.7 dal titolo “Opzione Donna” viene indicato il requisito minimo di 58 anni di età, il requisito minimo di versamento contributi pari a 35 anni, applicazione del sistema di calcolo misto qualora vi si rientrasse, e senza finestra mobile.

Viene inoltre specificato che nel rispetto del principio di equità, ovvero nessuna differenza tra le lavoratrici, la nostra Proposta Previdenziale:

applica gli stessi requisiti di pensionamento a dipendenti private, dipendenti pubbliche, autonome.
non fa differenza tra madri e non madri
non fa differenza tra lavoratrici licenziate da aziende in crisi, e lavoratrici licenziate da aziende non in crisi
non fa differenza tra lavoratrici licenziate e lavoratici non licenziate

La nostra Proposta Previdenziale comporta che per il perfezionamento del requisito dei 35 anni di contribuzione venga inclusa la contribuzione figurativa per disoccupazione o equiparati (NASpI, ASpI, mini-ASpI).

Viene inoltre ancora specificato che la nostra Proposta Previdenziale riconosce, oggettivamente, che la donna svolge più lavori rispetto agli uomini: lavori fuori casa (remunerati) e lavori in casa (non remunerati, lavoro di cura per assistenza alla famiglia). Per questo “doppio lavoro”, la nostra Proposta Previdenziale riconosce alle donne, oggettivamente, una opzione in più da poter utilizzare per l’acceso al trattamento pensionistico.

Mi auguro, sig.ra Sara, di essere riuscito a rispondere alle sue domande.

POST N. 89

17 Aprile 2024 alle 13:43 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Pensioni anticipate 2024: opzione donna non basta, serve riconoscere il lavoro di cura


Cos’hanno in comune il CODS e il Presidente Meloni?

L’acqua e la pietra.

Ho letto sui giornali che il Presidente Meloni ha scritto un post in cui dice: “Tutti quelli che hanno sperato di indebolirmi colpendomi in casa sappiano che per quanto la goccia possa sperare di scavare la pietra, la pietra rimane pietra e la goccia è solo acqua”.

Non so quanti siano i lettori capaci di intendere, in profondità, la profonda verità che consapevolmente o inconsapevolmente (non saprei dirlo) il Presidente Meloni ha espresso.

Certamente nessun giornale ha capito la profondità di pensiero che si cela nell’espressione del Presidente Meloni, tanto è vero che si sono subito precipitati sull’aforisma latino “Gutta cavat lapidem” (che significa “La gocciolina scava la pietra” come viene riportato nel mio vocabolario latino-italiano di Campanini_Carboni che usai in terza liceo scientifico nel 1972).

In altre parole, se interpreto bene quello che hanno scritto i giornali, sembrerebbe che il Presidente Meloni abbia interpretato in modo contrario l’aforisma latino. Ma per me, non è così.

La profonda verità che io colgo nell’espressione del Presidente Meloni – ma forse sono il solo a coglierla – è la seguente: prima di un’esperienza, l’acqua è l’acqua, e la pietra è la pietra; durante l’esperienza, l’acqua è la pietra e la pietra è l’acqua; dopo l’esperienza, la pietra ritorna pietra e l’acqua ritorna acqua.

L’esperienza non muta l’essenza delle cose (la pietra è pietra, e l’acqua è acqua). L’esperienza muta la visione che noi abbiamo delle cose (la pietra è pietra, e l’acqua è acqua, ma in un modo diverso da come le vedevo prima). In altre parole, il mondo non è così com’è, ma è così come io lo vedo. Questo l’ho appreso durante i miei trent’anni di Ricerca.

All’inizio per me l’economia era economia e l’informatica era informatica. Mi ci sono voluti trent’anni per vedere l’economia come economia e l’informatica come informatica nella Economia Informatica.

E cos’ha a che vedere, invece, il CODS con l’acqua e la pietra?

Qui sì che vale il detto “Gutta cavat lapidem”, ovvero “l’acqua scava la pietra”, e corrisponde al nostro proverbio “chi la dura la vince”.

Il CODS non demorde, non si arrende, va avanti nel suo percorso di sensibilizzazione delle Istituzioni perché crede in ciò che dice, ed è proprio il credere in ciò che si dice che si trova la forza di continuare nonostante le palesi evidenze delle avversità. Nell’atteggiamento del CODS io rivedo riflesso il mio stesso atteggiamento, quello che ho verso le Istituzioni pubbliche e le Università alle quali mi rivolgo, anche se talvolta mi sorge il legittimo dubbio di non essere ascoltato.

I nostri lettori, invece, che invocano di lasciare la legge Fornero così com’è hanno già perso.

Il Consigliere del Presidente del Consiglio potrebbe dire: “Sig. Presidente, i lavoratori sono disposti ad accettare la Riforma Fornero perché temono che possa entrare in vigore una Riforma più restrittiva della già restrittiva Riforma Fornero. Possiamo tirare la corda ancora un po’ di più”.

POST N. 88

16 Aprile 2024 alle 22:25 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Riforma pensioni 2024-25, ultime: Il Dott Perfetto risponde al Prof Cazzola (mia risposta alla sig.ra Cristina)


Sig.ra Cristina, temo che il Prof. Cazzola non potrà ascoltarla.

La sua domanda è molto semplice, ma è difficile rispondere.

Se per lei fa lo stesso, proverò io a rispondere alla sua domanda.

Il Governo non vuole che i lavoratori vadano in pensione, e quindi non dà agevolazioni.

Il Governo ha bisogno sempre di più soldi, perché i bisogni dell’Italia aumentano sempre di più.

Il Governo vuole mantenere i lavoratori più a lungo al lavoro, perché i lavoratori pagano più tasse dei pensionati.

Il Governo, perciò, ostacola i lavoratori che desiderano andare in pensione.

Ma se lei ha quasi 41 anni di lavoro ed ha problemi di salute, potrebbe godere di alcune agevolazioni.

Se non l’ha già fatto, provi a parlare del suo caso ad un Patronato o ad un CAF.

POST N. 87

16 Aprile 2024 alle 20:32 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Riforma pensioni 2024-25, ultime: Il Dott Perfetto risponde al Prof Cazzola (mia risposta al sig. Attilio)


Rispondo in seduta plenaria al commento del sig. Attilio in data 16 Aprile 2024 alle 17:07, perché ritengo che le domande che il sig. Attilio mi rivolge possano essere di interesse generale.

Sig. Attilio, premetto che non ho visibilità su come il Governo redige la Legge di Bilancio.

Le posso solo dire, sulla base delle mie conoscenze, in che modo, io penso, il Governo possa agire per redigere la Legge di Bilancio.

SUA DOMANDA 1: iI che modo l’assistenza finanzia la previdenza?

MIA RISPOSTA 1:

Per poter rispondere devo prima fare una premessa per chiarire alcuni concetti.

Riprendiamo l’osservazione che fa il Prof. Marco Leonardi riportata nell’articolo di cui sopra “il lavoratore non perdeva la copertura pensionistica perché i contributi erano coperti dallo Stato (erano, come si dice, fiscalizzati)”

I contributi previdenziali fanno parte dei cosiddetti “oneri sociali”. Quando il Prof. Leonardi afferma che i contributi vengono coperti dallo Stato, ovvero vengono “fiscalizzati”, si sta riferendo alla “fiscalizzazione degli oneri sociali”, che è un termine del diritto tributario e sta ad indicare il meccanismo mediante il quale lo Stato provvede a ridurre le aliquote contributive a carico del datore di lavoro, o del lavoratore, allo scopo di contenere il costo del lavoro (nella mia RISPOSTA 3 chiarirò in che modo si intenda contenere il costo del lavoro).

Nel documento della Corte dei Conti (al quale è possibile accedere cliccando sul link riportato nell’articolo di cui sopra alla voce “Corte dei Conti”) al Capitolo 6 dal titolo “Le contribuzioni” a pag. 46 è scritto: “il mancato introito di risorse proprie per effetto della decontribuzione richiederebbe un ulteriore incremento di trasferimenti dal settore pubblico la cui provvista ricadrebbe sulla fiscalità generale”.

Ora, uno più uno fa due, ovvero: 1) il Prof. Leonardi afferma che i contributi vengono fiscalizzati; 2) la Corte dei Conti afferma che la decontribuzione grava sulla fiscalità generale; 3) tramite la decontribuzione i contributi vengono fiscalizzati e quindi gravano sulla fiscalità generale.

I contributi vanno coperti con “risorse proprie” (per usare lo stesso termine che usa la Corte dei Conti), ovvero con i versamenti provenienti dal lavoro, e non con i versamenti provenienti dalla fiscalità generale.

Con la fiscalità generale si coprono l’assistenza (ovvero pensioni assistenziali come le pensioni ai non vedenti e agli invalidi civili, assegni sociali ai cittadini sprovvisti di reddito o con reddito insufficiente, le indennità di accompagnamento, il reddito di cittadinanza), i servizi sanitari, le scuole, la sicurezza.

Ora rispondo alla sua domanda, sig. Attilio.

Quando affermo che l’assistenza finanzia la previdenza, intendo dire che una parte delle risorse proveniente dalla fiscalità generale (che dovrebbe essere destinata ad aumentare le pensioni minime, oppure le indennità di accompagnamento) non è disponibile, in quanto viene assorbita per colmare il vuoto contributivo che viene a crearsi con la decontribuzione. Ma prima di toccare l’assistenza, il Governo provvede a togliere risorse ad altre voci di spesa finanziate con la fiscalità generale, per esempio riducendo il numero di persone che possono accedere al reddito di cittadinanza. Se ciò non è sufficiente, si riducono le spese per le prestazioni sanitarie (per esempio istituendo i pronto soccorso a pagamento), oppure si riducono le spese per le scuole (per esempio accorpando le classi in modo da non dover ricorrere a più insegnanti).

Per la prossima Legge di Bilancio si stima che per prorogare la decontribuzione tramite il taglio del cuneo fiscale contributivo a favore del lavoratore occorreranno 10 miliardi di euro. Con una cifra così ingente, l’aumento delle pensioni minime a mille euro sembra irrealizzabile. Questo è ciò che io intendo quando dico che l’assistenza finanzia la previdenza.

Ma l’espressione più di carattere più generale e più corretta è la seguente: la fiscalità generale finanzia la previdenza.

Ma finanziare la previdenza con la fiscalità generale è, a mio avviso, profondamente sbagliato.

Qualche giorno fa ho inviato una mail alla Ragioneria Generale dello Stato (che è un Dipartimento del Ministero dell’Economia e delle Finanze), alla Corte dei Conti e all’Ufficio Parlamentare di Bilancio suggerendo loro di non procedere con la proroga della decontribuzione attingendo alla fiscalità generale ma tramite la tassazione robotica.

SUA DOMANDA 2: Forse i trasferimenti dallo stato sono superiori alle cifre poi erogate per interventi assistenziali?

MIA RISPOSTA 2: Qualora il Governo non sia in grado di coprire, attraverso le entrate provenienti dalla fiscalità generale, le spese cosiddette “incomprimibili” (assistenza, sanità, istruzione, sicurezza), si trova nella condizione di deficit di bilancio. Per coprire tale deficit di bilancio, il Governo deve chiedere un prestito al pubblico. Il prestito aumenta il debito pubblico.

Ma aumentare il debito pubblico, a causa delle decontribuzioni, per finanziare le spese incomprimibili, ovvero per finanziare la previdenza aumentando il debito pubblico è, a mio avviso, profondamente sbagliato.

SUA DOMANDA 3: E se è così perché viene fatto?

MIA RISPOSTA 3: In pratica lei sta domandando: perché il Governo ricorre al deficit di bilancio?

Il Governo si finanzia con le imposte dirette (IRPEF, IRES), con le imposte indirette (IVA, bolli sui conti correnti), con le accise (su benzina, gas, energia elettrica, tabacchi, bevande alcoliche). Per evitare il deficit di bilancio il Governo dovrebbe aumentare le “tasse”, per dirla in modo semplice. Se il governo non intende aumentare le tasse, deve ricorre ai prestiti.

Per quanto riguarda la decontribuzione, il Governo ricorre al taglio del cuneo fiscale contributivo a favore dei datori di lavoro per ridurre il costo del lavoro a carico dei datori di lavoro al fine di incentivare le aziende ad assumere lavoratori, oppure a passare i lavoratori dal contratto a tempo determinato al contratto a tempo indeterminato. Quest’ultimo caso è il caso che è presente nel Jobs Act.

il Governo ricorre al taglio del cuneo fiscale contributivo a favore dei lavoratori per aumentare il salario dei lavoratori, al fine di aumentare il potere di acquisto che è stato diminuito a causa dell’inflazione.

Ma io ritengo che sia più opportuno finanziare il taglio del cuneo fiscale contributivo a favore dei lavoratori facendo versare i contributi ai Robot piuttosto che attingere alla fiscalità generale (cosa che, come ho detto prima, ho suggerito alla Ragioneria Generale dello Stato e alla Corte dei Conti).

POST N. 86

16 Aprile 2024 alle 13:38 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Pensioni anticipate 2024-2025: Perfetto’ nostra proposta parte dal ricambio generazionale’ (mia risposta alla sig.ra Delfina)


Sig.ra Delfina ci sono molte buone ragioni a sostegno delle sue osservazioni.

Non tutti i nonni sono disponibili a prendersi cura dei loro nipoti, è vero. Magari i nonni potrebbero avere intenzione di espatriare verso altri Paesi dove la tassazione sulle pensioni è minore (il Portogallo, per esempio) e vivere quindi il “terzo stadio della vita” (come io lo chiamo) con maggiore serenità.

Non tutti i figli possono (o desiderano) prendersi cura di familiari non autosufficienti, è vero. Magari la loro forza fisica risulta essere più debole della loro forza morale, e questo non è affatto un demerito o una colpa.

Ci sono poi i giovani che non desiderano avere figli per scelta, e non già perché non possono mantenerli. Semplicemente, essi non desiderano essere genitori, magari per poter orientare la propria crescita morale, etica, spirituale verso una maggiore consapevolezza di ciò che si è (su questo punto posso parlare per esperienza personale)

La nostra Proposta non pone al centro la denatalità, ma il ricambio generazionale.

Noi nella nostra Proposta parliamo di denatalità, perché tutti coloro che si occupano di pensioni affermano che la denatalità è un problema per le pensioni, perché, venendo a mancare lavoratori in futuro (in quanto nascono sempre meno bambini), sarà sempre meno possibile pagare le pensioni.

Noi vogliamo subito smarcare questo problema.

Noi intendiamo rimuovere il problema della denatalità, e non già risolverlo. E lo rimuoviamo con i Robot: sarà la generazione robotica a sostituire la generazione dei futuri lavoratori mancanti. Saranno i Robot a pagare le pensioni.

Se non sono i figli a prendersi cura dei genitori, saranno i Robot a prendersi cura dei genitori. Su questo fronte, in Giappone hanno giù maturato una vasta esperienza.

Oggi si fa un gran parlare di etica e di Intelligenza Artificiale, di come l’essere umano potrà insegnare l’etica all’IA.

Se l’IA è in grado di autoapprendere, di imparare da sé, sono propenso a pensare che sia più l’IA in grado di insegnare l’etica all’essere umano, piuttosto che l’essere umano ad insegnare l’etica all’IA.

POST N. 85

13 Aprile 2024 alle 23:03 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Pensioni anticipate 2024-2025: Perfetto’ nostra proposta parte dal ricambio generazionale’ (mia risposta alla sig.ra Delfina)


Ecco, sig.ra Delfina, lei ha messo (come si suol dire) il dito nella piaga: non soldi, ma nidi.

L’elemento focale che il suo commento evidenzia è che non serve “rafforzare il bonus asili nido” (come viene specificato nella legge di Bilancio 2024 https://www.mef.gov.it/focus/Le-principali-misure-della-legge-di-bilancio-2024/).

Ciò che serve è costruire asili nido e assumere educatrici di asili nido.

Lo Stato deve costruire, assieme alle imprese, nidi di infanzia preso i luoghi dove le famiglie lavorano. Questo, per lo Stato, deve essere un obbligo.

Ma è più facile per lo Stato dare soldi alle famiglie che costruire asili nido.

E questo è solo uno dei tanti problemi che questo Governo, come i Governi precedenti, non è in grado di risolvere.

La nostra Proposta previdenziale dà una soluzione differente al problema degli asili nido.

Consentendo, attraverso il versamento dei contributi da parte degli automi, ai lavoratori anziani di andare in pensione – a partire da minimo 62 anni di età anagrafica e minimo 35 anni di contribuzione (o a partire da minimo 58 anni di età anagrafica e minimo 35 anni di contribuzione per le donne) – i nonni e le nonne potrebbero avere cura dei figli dei lavoratori attivi. E quindi il problema degli asili nido si ridimensiona notevolmente.

POST N. 84

13 Aprile 2024 alle 20:10  (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Riforma pensioni 2024-25, ultime: Il Dott Perfetto risponde al Prof Cazzola (mia risposta alla sig.ra Teodora Moira)


Rispondo in seduta plenaria alla gentilissima Sig.ra Teodora Moira in quanto ritengo che la mia risposta al suo commento in data 13 Aprile 2024 alle 14:11 possa interessare tutti i lettori di pensionipertutti.

Gentilissima Sig.ra Teodora Moira, non si rammarichi se non conosce i meccanismi interni della Previdenza.

Sono forse milioni gli italiani che non sanno che l’Assistenza finanzia la Previdenza!

Ma “loro” (e sappiamo chi sono), “LORO” sì che lo sanno!

Il Prof. Cazzola lo dice chiaramente nel suo libro “La guerra dei cinquant’anni. Storia delle riforme e controriforme del sistema pensionistico (Prefazione di Elsa Fornero)”, edito da IBL Libri, 2021.

Pagine 18-19: “Allora era presidente dell’INPS Giacinto Militello, designato dalla Cgil (ai vertici del maggiore Istituto previdenziale, per legge, andavano, a rotazione, delle personalità indicate dai sindacati confederali). Militello, insieme al direttore generale Gianni Billia, riuscì a far crescere un’idea che era maturata all’interno dell’Istituto (conosciuta come “operazione bilancio parallelo”, nel senso che, a fianco del documento contabile ufficiale, ne era redatto un altro secondo i criteri della separazione tra previdenza e assistenza) e che ancora oggi continua a circolare tra i luoghi comuni che distorcono il dibattito sulle pensioni. È un escamotage contabile – che ingombra il dibattito e viene persino preso sul serio dai governi – secondo il quale i conti delle pensioni sarebbero in ordine se non dovessero sopportare l’onere dell’assistenza. Era (ed è) vero esattamente il contrario. […] Bisogna sapere che prima che fosse scoperto il “nuovo modo di fare bilancio”, quello dell’Inps era articolato in due grandi comparti: le prestazioni pensionistiche e i trattamenti non pensionistici. Il primo era già in pesante passivo, il secondo no.”

Pagina 58: “Nel campo delle politiche sociali i settori della previdenza e dell’assistenza si distinguono sul piano concettuale, per il differente tipo di finanziamento: attraverso il gettito fiscale per l’assistenza, mediante il prelievo contributivo per la previdenza. […] Ormai ovunque, anche nei modelli occupazionali, è rilevante l’intervento dello Stato nella previdenza, allo scopo di garantire le prestazioni laddove non è più sufficiente il prelievo contributivo. Tanto che […] si è molto ridotta la stessa differenza tra tributi e contributi.”

A questo punto, io credo che, se per mandare in pensione i lavoratori occorre attingere all’assistenza, sarebbe bene che i lavoratori stessi non invocassero a gran voce la necessità di separare la previdenza dall’assistenza.

Nella Proposta Perfetto-Armiliato-Gibbin viene corretto il meccanismo di finanziamento della previdenza da parte dell’assistenza, in quanto la previdenza viene finanziata con i contributi versati anche dagli automi e non tramite l’assistenza.

POST N. 83

13 Aprile 2024 alle 17:23  (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Riforma pensioni 2024-25, ultime: Il Dott Perfetto risponde al Prof Cazzola (mia risposta al sig. Elio)


Sig. Elio, lasci che le faccia questa confidenza.

Sulla base di una precisa tabella di marcia, abbiamo inviato idee riguardo alla nostra Proposta ai seguenti destinatari:

Presidenza del Consiglio dei Ministri
Consiglio dei Ministri
Ragioneria Generale dello Stato
Presidenza della Repubblica Italiana
Ministero dell’Università e della Ricerca
Ministero dell’Istruzione e del Merito
Docenti di economia e di informatica di 6 università italiane
Engineering Academy
Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per l’Innovazione
Agenzia per l’Italia Digitale
INPS
Sindacati
Esperti di Previdenza
Corte dei Conti
Ufficio Parlamentare di Bilancio

Abbiamo in programma di contattare ancora:

CSI Piemonte
CINECA
Altre 60 università italiane
Stato del Vaticano, nella persona di Padre Paolo Benanti, teologo del Terzo ordine di San Francesco, consigliere di Papa Francesco sui temi dell’intelligenza artificiale e dell’etica della tecnologia.

Ebbene, sig. Elio, o la nostra Proposta eccede la capacità di comprensione dei nostri interlocutori (ma non lo crediamo), oppure intimorisce i nostri interlocutori (cosa molto probabile, perché parla di concetti vecchi in termini nuovi), oppure viene veicolata attraverso vie non proprio aderenti al protocollo (cosa che riteniamo quasi certa).

Ad oggi, comunque, solo il Prof. Cazzola si è prestato al nostro confronto.

E per questo, almeno noi, gli siamo profondamente grati.

POST N. 82

13 Aprile 2024 alle 16:32 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Pensioni anticipate 2024-2025: Perfetto’ nostra proposta parte dal ricambio generazionale’ (mia risposta al sig. Wal)


Sig. Wal, la risposta alla sua domanda è sì: dietro le privatizzazioni c’è la forte spinta della UE.

Come lei correttamente ha sintetizzato, ci sono due grandi fronti che si confrontano: quello di Keynes e quello di Hayek.

Keynes propone l’intervento dello Stato in economia, propone che sia lo Stato ad investire quando i privati non investono. La visione di Keynes è di natura macroeocnomica.

Hayek propone il non intervento dello Stato, propone che siano i mercati, da soli, a ritrovare l’equilibrio perduto. La visione di Hayek è di natura microeconomica.

Hayek ritiene che i pianificatori economici non possano conoscere la volontà del popolo, e quindi finiscono col comportarsi da despoti. Quindi, Hayek mette in guardia dall’interventismo statale che, nella visione di Hayek, equivale alla tirannide. Hayek, in sostanza, paragona i rimedi keynesiani alla tirannide.

Spesso ci domandiamo: qual è il governo migliore? il governo di centrodestra? Il governo di centrosinistra? il governo tecnico?

Leggendo il pamphlet dell’economista Sergio Ricossa dal titolo “Dov’è la scienza nell’economia?”, ho trovato una domanda che secondo Ricossa è la “domanda giusta” da porsi: “Qual è il sistema politico che, nonostante gli errori che possiamo commettere noi elettori ed i politici, ci permette di evitare i guai peggiori?”

Trovo che sia non solo la domanda giusta. Ma anche una domanda bella. Una bella domanda…

POST N. 81

12 Aprile 2024 alle 17:16 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Riforma pensioni 2024-25, ultime: Il Dott Perfetto risponde al Prof Cazzola (mia risposta al sig. Alex)


Rispondo in seduta plenaria al commento del sig. Alex del 12 aprile 2024 alle 14:00, perché le domande che egli pone, e che egli stesso definisce “semiserie”, sono per la verità più-che-serie.

DOMANDA 1: Se il robot cameriere ha qualche problema tecnico, che fa?

RISPOSTA 1: Come quando il cameriere umano che si ammala va in malattia, così il cameriere robot che ha un problema tecnico va in manutenzione. Man mano che i robot diventano più evoluti, divenendo androidi con sembianze umane in grado di relazionarsi con gli esseri umani come Jia Jia (https://www.youtube.com/watch?v=fyR5ayOjjyQ), si implementano e si sviluppano anche nuove professioni, progettisti che costruiscono robot dotati di intelligenza artificiale che imparano come eseguire la manutenzione di altri robot.

DOMANDA 2: Se il robot postino cozza, che fa?

RISPOSTA 2: Se il robot postino cozza e viene affetto da un problema tecnico, va in manutenzione. Il robot postino è un veicolo a conduzione autonoma e deve innanzitutto ricevere l’autorizzazione di poter circolare in città (https://www.youtube.com/watch?v=zySD-4Q4sBo). Nel caso in cui il robot postino dovesse generare qualche incidente, Raccomandazioni europee propongono “l’istituzione di un regime assicurativo obbligatorio, laddove pertinente e necessario per categorie specifiche di robot, in virtù del quale, come avviene già per le automobili, venga imposto ai produttori e i proprietari dei robot di sottoscrivere una copertura assicurativa per i danni potenzialmente causati dai loro robot”.

DOMANDA 3: Se cala il lavoro, o se rimane disoccupato, il nostro robot che fa?

RISPOSTA 3: Se cala il lavoro o se il robot rimane disoccupato, il robot va in “cassa nel magazzino” e i contributi non verranno versati per non peggiorare la situazione economica dell’azienda che evidentemente sta attraversando uno stato di crisi. Qualora i robot divenissero disoccupati, vorrebbe dire che ci sarebbero anche molti umani disoccupati che non sono in grado di consumare. Ci sarebbe la depressione (come quella del 1929). La nostra Proposta mira, attraverso l’applicazione dell’IRAUT, a realizzare, da una parte, l’obiettivo del Ricambio generazionale, tramite il quale si genererebbero nuovi consumi da parte di nuovi lavoratori giovani che manterrebbero occupati i robot e quindi in vita le aziende che li usano e quelle che li producono, allontanando in tal modo lo spettro della depressione economica; dall’altra parte, la nostra Proposta mira a mantenere l’equilibrio tra tasso di occupazione robotica e il tasso di occupazione umana.

POST N. 80

12 Aprile 2024 alle 14:18 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Riforma pensioni 2024-25, ultime: Il Dott Perfetto risponde al Prof Cazzola (mia risposta al sig. Franco Giuseppe)


Rispondo in seduta plenaria (per così dire) al commento del sig. Franco Giuseppe, che ha aperto una finestra interessate sul dibattito.

Se ho bene inteso il commento del sig. Franco Giuseppe riportato in data 12 Aprile 2024 alle 11:38, egli sostiene che anche qualora le aziende dovessero pagare i contributi pensionistici per conto dei robot, godrebbero tuttavia del vantaggio di non dover pagare gli stipendi ai robot.

Sotto il profilo fiscale, non si gode di alcun vantaggio nel non dover pagare gli stipendi ai lavoratori (e quindi ai robot), in quanto il costo del personale è deducibile dal reddito dell’impresa (IRES).

A riprova di quanto affermo, riporto la seguente testimonianza: “Secondo l’art. 95 del TUIR, le spese per prestazioni lavorative dei dipendenti sono interamente deducibili dal reddito di impresa, secondo il principio di competenza, comprendendo quindi non solo le componenti principali del costo del personale (retribuzione, oneri sociali, trattamento di fine rapporto) ma anche le erogazioni liberali e in natura definite anche fringe benefits.” (https://www.informazionefiscale.it/costo-personale-dipendente-deducibilita)

Sotto il profilo contabile, invece, qualche problema nel pagare gli stipendi l’azienda potrebbe effettivamente averlo. Infatti, gli stipendi devono essere pagati per legge entro una data ben precisa (entro il 27 di ogni mese, per esempio), e se l’azienda non ha soldi in “cassa”, dovrà chiedere un prestito alla banca.

Sotto il profilo contabile, dunque, il fatto di non dover pagare gli stipendi (ai lavoratori o ai robot) è effettivamente un vantaggio.

Chi sostiene che la tassazione robotica, l’IRAUT, penalizza le aziende, in base a quale razionale afferma ciò?

Abbiamo appena visto che gli oneri sociali sono deducibili dal reddito di impresa. Tra gli oneri sociali compaiono i contributi previdenziali. Quindi, i contributi previdenziali sono deducibili dal reddito dell’impresa. Allo stesso modo, anche l’IRAUT, che è costituita da contribuiti previdenziali per conto del robot, sarebbero deducibili dal reddito dell’impresa. Quindi, dov’è il problema nel pagare l’IRAUT?

Il problema nel pagare l’IRAUT è forse nel dover riconoscere una “personalità elettronica” al robot così come per far pagare l’IRPEF occorre riconosce all’umano una “personalità fisica”? Se è questo il problema – e il dibattito su questo tema è ancora in corso – perché non siamo ancora riusciti a trovare una soluzione a distanza di ben sette anni?

Se c’è qualcosa che a livello fiscale o contabile mi sfugge, mi farebbe davvero molto piacere riuscire a capire che cosa mi sfugge. Ed è anche per questo che sollecitiamo esperti di Scienza delle Finanze a partecipare al confronto sulla nostra Proposta.

Ad ogni modo, se l’introduzione dell’IRAUT è davvero un problema, si potrebbe arrivare al compromesso di inglobare l’IRAUT nell’IRES, ovvero destinare ai contributi previdenziali una quota parte (corrispondente all’IRAUT) dell’IRES che peraltro, rappresentando la ricchezza dell’azienda, tenderebbe ad aumentare grazie alla maggiore produttività dei robot.

Quindi, prelevare l’IRAUT dall’IRES (maggiorato grazie ai robot) equivarrebbe comunque a dire di applicare l’IRAUT ai robot.

POST N. 79

11 Aprile 2024 alle 18:36 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Riforma pensioni, pregi e limiti della proposta Perfetto-Armiliato-Gibbin: l’intervista a Cazzola (mia risposta a me stesso al commento 78)


Ovviamente la data di nascita del generale Vannacci è 1968 e non 1868.

Ho scritto il secolo al contrario.

Mi scuso con l’interessato e con i lettori. 

POST N. 78

11 Aprile 2024 alle 13:19 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Riforma pensioni, pregi e limiti della proposta Perfetto-Armiliato-Gibbin: l’intervista a Cazzola (mia risposta al sig. Max)


Sig. Max, incuriosito dal suo commento, mi sono informato su chi è (su chi è stato) il Generale Bava Beccaris.

Ho scoperto che il Generale Fiorenzo Bava Beccaris (1831-1929) non è all’ordine del giorno come il Generale Roberto Vannacci (1868-vivente).

Ho scoperto che il Generale Bava Beccaris appartiene alla Storia, a quella Storia che ha cambiato il destino di molti milanesi.

“Alle grida strazianti e dolenti
di una folla che pan domandava,
il feroce monarchico Bava
gli affamati col piombo sfamò”
(estratto da una canzone popolare)

Ma oggi la Storia siamo noi. E ciascuno di noi può cambiare la propria Storia.

Lei, sig. Max, può credere o meno alle mie parole.

Ma le assicuro che è la verità.

POST N. 77

5 Aprile 2024 alle 21:57 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Pensioni 2024, le novità spaventano meglio aspettare fine legislatura, forse, per la Quota 41 (mia risposta al sig. Franco Giuseppe)


Sig. Franco Giuseppe, da quando sono in pensione posso vedere il mondo del lavoro con minore animosità col quale lo vedevo quando lavoravo.

Quando lavoravo ero anch’io nella lista dei lavoratori i cui stati d’animo sono proprio quelli che lei ha descritto nel suo commento. Tanto è vero che, non appena mi si è presentata l’occasione di pensionarmi, ho colto al volo l’occasione, e posso assicurarle che l’ultima domanda che mi sarei posto (se mai fosse sorta) sarebbe stata quella di valutare se la misura del pensionamento fosse giusta o iniqua.

Le aziende, tutte le aziende, nessuna esclusa, mirano al guadagno (che come tutti ricordano dalle scuole elementari è dato dalla uguaglianza “guadagno = ricavi – costi”).

Quando l’azienda ha bassi guadagni, riduce i costi, ovvero riduce il personale. E la gente va in cassa integrazione, oppure viene incentivata a lasciare l’azienda (con le buone – se possibile – altrimenti con le cattive). Ne sono testimone oculare.

Quando l’azienda ha alti guadagni, distribuisce gli utili tra gli azionisti, lasciando i lavoratori con un palmo di naso (come si suol dire).

L’azienda è un’organizzazione altamente gerarchizzata di stampo militare. L’azienda non è un’organizzazione che fa beneficenza. E quando decide di far fuori un dipendente, il dipendente viene fatto fuori (metaforicamente parlando, si in tende).

Per me le aziende sono state il Colosseo entro il quale ho lottato con problemi più alti di me che mi hanno lasciato profonde cicatrici ma che mi hanno temprato al punto da poter presentare, ora, le uniche soluzione che l’Italia ha per potersi risollevare. Soluzioni che mi accingo a presentare (penso la prossima settimana) alle Istituzioni che partecipano alla formulazione della Legge di Bilancio per l’anno 2025.

Le aziende devono versare il giusto allo Stato ed essere partecipi dei costi sociali che esse alimentano con la loro attività produttiva. Se l’automazione distrugge più posti di lavoro di quanti ne crea, allora l’azienda deve trasferire una parte dei maggiori profitti non agli azionisti ma allo Stato. Non è forse questo che i lettori di pensionipertutti pensano quando affermano di essere d’accordo che le aziende (e in particolare le banche) devono versare allo Stato una parte dei loro extra profitti?

Sono pienamente convinto che la Proposta Previdenziale Perfetto-Armiliato-Gibbin verrà attuata. Mi domando solo quale sarà il punto più basso che l’Italia dovrà toccare perché la Proposta venga accettata e attuata.

Le prospettive per il 2025 sembrano piuttosto nere. Il Ministro Giorgetti pensa che la crescita del PIL sarà dell’1 per cento. Nemmeno per sogno. Sarà ancora dello zero virgola per cento, come sempre, d’altronde. E per saperlo non occorre ricorrere ai modelli micro e macro economici di previsione economica del MEF tra cui il modello econometrico ITEM (Italian Treasury Econometric Model), il modello IGEM (Italian General Equilibrium Model), il modello QUEST III – Italy (con Ricerca & Sviluppo), il modello ITFIN, e il modello MACGEMIT (Il Nuovo Modello CGE per Economia Italiana).

Conoscendo le attuali condizioni dell’Italia e le attuali conoscenze di cui sono dotati gli estensori del Bilancio dello Stato, è sufficiente usare come modello di previsione il braccio teso e il palmo oscillante.

Il 2025 sarà peggiore del 2024. Sarà forse questo il punto più basso che verrà toccato? Perché se sarà questo, allora nel 2026 verrà attuata la Proposta Previdenziale Perfetto-Armiliato-Gibbin.

Ma se la Proposta non verrà attuata nel 2026, allora il 2026 sarà ancora peggiore del 2025. E così via (per altri 10-15-20 anni).

P.S. Dal momento che non è un gatto, è stato forse Guardianodelfaro?

POST N. 76

5 Aprile 2024 alle 18:48 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Pensioni 2024, le novità spaventano meglio aspettare fine legislatura, forse, per la Quota 41 (mia risposta al sig. Wal)


Sig. Wal, al mio esame di maturità scientifica, nel 1974, fu dato un tema di italiano che verteva sulla scienza e sulla tecnica. Ricordo che iniziai il mio tema così: “L’uomo creò il robot a sua immagine e somiglianza e gli disse: tu, robot, sei viti e bulloni, e viti e bulloni ritornerai”.

Chissà, forse un giorno il robot evoluto si porrà domande sul suo creatore, e saprà dirci cose che persino il suo creatore ignora.

Ci sono molte domande che l’uomo si pone riguardo all’intelligenza artificiale, domande ancora senza risposte.

Nell’articolo che mi ha segnalato ci sono esempi di tali domande, e ad un certo punto l’articolista, Roberto Pecchioli, suggerisce: “Ognuno può aggiungere il suo personale quesito”.

Ebbene, colgo volentieri l’invito di Pecchioli, e vorrei aggiungere un mio personale quesito. Un quesito da porre non tanto SULLA intelligenza artificiale, ma ALLA intelligenza artificiale.

Il mio quesito è il seguente: “È giusto far pagare le imposte a robot e AI?”

Grazie al suo commento, sig. Wal, questa sera lei mi ha involontariamente suggerito l’idea di rivolgermi a Camilla, l’assistente digitale basata sull’intelligenza artificiale realizzata dal CSI Piemonte.

Camilla è in grado di rispondere su chi è il suo “creatore”, ovvero su cos’è il CSI Piemonte. Le lascio il link di youtube dove potrà incontrare Camilla: https://www.youtube.com/watch?v=qzX8wHeVEXI

Mi propongo quindi di contattare quanto prima il CSI Piemonte per chiedere loro di poter rivolgere una domanda a Camilla.

P.S.: probabilmente mi risponderanno così: Camilla può rispondere solo su domande che riguardano il CSI Piemonte, e non sulla domanda se è giusto o no dare a Cesare quello che è di Cesare (ovvero, se versare o meno l’imposta su robot e AI allo Stato).

POST N. 75

29 Marzo 2024 alle 20:14 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Riforma pensioni, ultime: ‘Il Titanic delle pensioni’: considerazioni sul libro di Sergio Rizzo (mia risposta al sig. Emanuele Nazzi)


Sig. Emanuele Nazzi, oggi i Supermercati (ma non solo loro) stanno aprendo sempre più casse automatiche. Il passo successivo sarà la completa automazione, ovvero ci sarà solo il cliente e nessun dipendente.

Tassando l’automazione, lei davvero ritiene possibile che Esselunga, PAM, Bennet, Carrefour, Iperall, Aldi, Lidl si ritirino dal mercato italiano? No. Non lo faranno. Al più, sarebbero tentati di ribaltare la tassa relativa all’automazione sui prodotti, aumentando i prezzi dei prodotti (cosa che peraltro già fanno, mantenendo gli stessi prezzi ma riducendo la quantità del prodotto nelle confezioni).

Lo stesso discorso vale per i ristoranti, che, anche per il fatto che non trovano camerieri, “assumono” robot. Lei davvero ritiene possibile che i ristoratori lascino l’Italia per andare ad aprire i ristoranti in Cina allo stesso modo in cui i cinesi aprono i ristoranti in Italia? No. Non lo faranno. Al più, sarebbero tentati di ribaltare la tassa relativa all’automazione sui coperti.

Se l’applicazione della tassa sull’automazione dovesse portare all’aumento dei prezzi, le entrate governative aumenterebbero sia per l’applicazione della tassa sull’automazione, sia per la maggiore riscossione dell’IVA sui prodotti venduti.

Ovviamente, si porrebbe il problema di come recuperare il potere di acquisto dei salari e delle pensioni a fronte dell’inflazione. Ma credo che su questo fronte i Governi abbiano maturato sufficiente esperienza da poter individuare le opportune soluzioni.

Mi piacerebbe molto poter sottoporre all’Intelligenza Artificiale la domanda su cosa pensa della tassa sui robot e sull’AI.

POST N. 74

22 Marzo 2024 alle 21:42 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Pensioni 2024, la Proposta di Riforma Previdenziale Perfetto-Armiliato-Gibbin verrà accolta? 


Il sig. Wal, nel suo commento del 21 Marzo 2024 alle 17:50, in risposta al commento del sig. Seba, ha indicato un link interessante che rimanda ad un documento svizzero sulla tassazione sui robot risalente al 2017, anno in cui la discussione sulla tassazione robotica era in pieno fermento.

L’articolo è in tedesco, ma lo si può leggere in italiano dicendo al browser di tradurre la pagina in italiano (io mi sono avvalso anche di Google traduttore).

In sintesi, il documento dice che, sebbene i robot sostituiscono l’essere umano e quindi si perdono i versamenti contributivi utili per la pensione, tuttavia viene tassata la produzione nel suo complesso, il cui valore viene aumentato proprio grazie all’impiego dei robot e, di conseguenza, essendo la produzione tassata, il maggiore introito fiscale va a beneficio dell’intera collettività.

Questo è verissimo. Ma, poiché il robot viene considerato “fattore di produzione capitale” e non “fattore di produzione lavoro”, la tassazione della produzione va a beneficio dell’assistenza (servizi come sanità e istruzione) e non della previdenza (erogazione pensioni). Noi indichiamo di considerare il robot (e l’AI) come “fattore di produzione lavoro” la cui tassazione (ovvero, applicazione di imposta) va a beneficio della previdenza. Per noi è fondamentale identificare il robot come fattore di produzione lavoro e non come fattore di produzione capitale.

Riporto solo le conclusioni del suddetto documento per poi commentarle:
“Le tasse sui robot inibiscono l’innovazione e sono quindi controproducenti in termini sia di politica economica che sociale. Le aziende investirebbero meno nelle nuove tecnologie e perderebbero quindi il treno a livello internazionale. La competitività dell’economia svizzera sarebbe a rischio. Ciò rischia di portare a tagli di posti di lavoro e alla perdita delle basi per finanziare un sistema educativo e sociale efficiente”.

Nella nostra Proposta l’applicazione della imposta sui robot agisce come ammortizzatore, come un rallentatore, per impedire che il rapido avanzare dell’automazione (rispetto alla formazione di nuove professionalità orientate proprio alla gestione di robot e AI) distrugga più posti lavoro di quanti ne vengano creati.

Nella nostra proposta ci esprimiamo in questo modo:
“Il Governo centrale, agendo allo stesso modo della banca centrale di riferimento, per frenare l’aumento dei consumi di un determinato bene (es., l’alcol) aumenta l’imposta sul valore aggiunto (l’IVA) di quel determinato bene. Ugualmente, per frenare la trasformazione digitale della nostra società, che sta procedendo ad un ritmo troppo rapido per riassorbire in altri settori produttivi la manodopera che viene sostituita dai principali agenti della trasformazione digitale (robot e AI), il Governo potrebbe volere aumentare l’imposta sul reddito delle imprese (l’IRES), oppure applicare l’imposta sul reddito da lavoro prodotto dagli automi (l’IRAUT) come proposto da noi. Quando, poi, il ricambio generazionale si sarà avviato e i nuovi lavoratori, prima disoccupati, avranno avviato il volano di nuova domanda di consumi, e quindi di nuova produzione, di nuovi investimenti, di nuova occupazione, allora il Governo potrà ridurre L’IRES o azzerare l’IRAUT, permettendo alla trasformazione digitale di proseguire con un ritmo più spedito”.

Riteniamo che sia ingiustificato il timore che l’imposta sui robot possa penalizzare le imprese in termini di competitività. Se l’automazione non viene frenata prima, verrà frenata dopo, quando si saranno create masse di disoccupati e le aziende non sapranno a chi vendere i loro prodotti e il debito pubblico dello Stato si sarà impennato a causa di minori entrate erariali e della maggiore erogazione di sussidi ai disoccupati, penalizzando ulteriormente la crescita.

POST N. 73

21 Marzo 2024 alle 13:52  (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Pensioni 2024, la Proposta di Riforma Previdenziale Perfetto-Armiliato-Gibbin verrà accolta? (mia risposta al sig. Seba)


Sig. Seba, se, come lei osserva, la nostra Proposta è troppo intelligente per essere recepita dai nostri politici, ritengo che ciò non rappresenti affatto un problema. Infatti, la nostra Proposta potrebbe essere valutata da un sistema di Intelligenza Artificiale.

Forse, sig, Seba, anche lei avrà letto sui giornali che è in programma l’introduzione dell’IA nel nostro Parlamento italiano.

Come viene riportato nell’articolo di Miriam Foti (Chief Legal Officer), pubblicato il 19/03/2024 su ilQG (Il Quotidiano Giuridico), L’IA può svolgere una serie di ruoli chiave nel contesto parlamentare tra i quali: “l’assistenza decisionale, nel fornire analisi predittive, simulazioni di politiche e valutazioni in materia di proposte legislative”. (https://www.altalex.com/documents/news/2024/03/19/utilizzo-intelligenza-artificiale-ambito-parlamentare).

Pertanto, sig. Seba, con l’introduzione dell’AI nel Parlamento italiano, ai nostri parlamentari non verrà richiesto alcuno sforzo immane nel valutare la nostra Proposta, o qualsiasi altra Proposta legislativa. Con l’IA, I nostri parlamentari potranno legiferare stando comodamente seduti sul divano di casa loro.

Il Chief Legal Officer Miriam Foti conclude il suo articolo con le seguenti parole: “A tal proposito, si eleva un invito solenne al mondo accademico italiano: partecipare attivamente alla costruzione di un modello nazionale per l’utilizzo responsabile e mirato dell’IA nel contesto parlamentare. L’invito non è solo un richiamo all’azione, ma anche un’opportunità per l’approfondimento e la ricerca”.

Desidero fare mie le parole di Miriam Foti ed affermare quanto segue: abbiamo in corso iniziative ad ampio raggio per elevare un invito solenne al mondo accademico nel partecipare attivamente alla costruzione della nuova disciplina STEM Economia Informatica nel contesto universitario. L’invito non è solo un richiamo all’azione, ma anche un’opportunità per l’approfondimento dell’Economia Informatica, sia nell’ambito della ricerca che della sperimentazione in laboratorio dell’Economia ma, soprattutto, per la formazione di nuovi economisti digitali in grado di proporre le giuste ricette economiche per fare in modo che i giovani non siano disoccupati a fronte della larga diffusione della Robotica e dell’IA e non restino a casa con i propri genitori fino all’età di 34 anni.

POST N. 72

19 Marzo 2024 alle 22:04  (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Riforma pensioni, ultime novità su tassazione robot: l’intervista al Dott. Perfetto (mia risposta al sig. Marco Bruscino) 


Sig Marco Bruscino, il suo esempio è perfettamente calzante. Riflette esattamente il pensiero da me espresso nel commento del 18 Marzo 2024 alle 17:00. Abbiamo pensato la stessa cosa in orari differenti ma in maniera indipendente l’uno dall’altro. E ciò è testimoniato dal fatto che i nostri due commenti sono stati pubblicati allo stesso tempo, quando è stato pubblicato anche il commento del sig. Precoce e Usurante del 19 Marzo 2024 alle 0:13. 

POST N. 71

19 Marzo 2024 alle 21:50 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Riforma pensioni, ultime novità su tassazione robot: l’intervista al Dott. Perfetto (mia risposta al sig. Wal


Sig. Wal, innanzitutto non mi focalizzerei più di tanto su come l’imprenditore reagirebbe a fronte di una tassazione sui robot. È passata l’imposta sui servizi digitali, è passata la global minimum tax (voglio ricordare che il termine inglese “tax” in italiano significa “imposta”, mentre il termine italiano “tassa” in inglese è “fee”, ovvero “compenso” perché viene dato a fronte di un servizio reso), passerebbe anche l’imposta sui robot e l’IA. La differenza sostanziale tra le prime due imposte e quella su robot e IA è questa: le prime due non hanno nulla a che vedere con i contributi, mentre l’imposta su robot e IA ha a che vedere con i contributi. Tutto qua. Volendo, se proprio è così difficile creare una nuova imposta, si potrebbe dedicare una parte delle imposte sui servizi digitali e della global minimum tax al versamento dei contributi. Questo mi piacerebbe poco, perché significherebbe destinare alla previdenza fondi che sono stati ideati per alimentare la fiscalità generale. Ritengo, pertanto, più coerente con la nostra impostazione concettuale che se un robot lavora al posto di un umano, allora va trattato come l’essere umano anche in termini fiscali, ovvero versando contributi. È anche per questo che vorremmo confrontarci con esperti di Scienza delle finanze e di Diritto tributario.

L’Intelligenza Artificiale sembra oramai onnipresente; i giornali ne parlano “giornalmente”, ora enfatizzandone le prospettive (scopriranno nuovi farmaci per curaci), ora sollevando onde di timori (ci saranno milioni di disoccupati). Io la vedrei cosi: come negli alimenti vengono riportati gli ingredienti, così andrebbero dichiarati gli “ingredienti” dei servizi digitali (ma, forse, con le due imposte di cui parlavo prima, ciò viene già fatto). In base alla percentuale di automazione utilizzata, si paga l’imposta. Esempio: se il Supermercato A utilizza 5 cassieri e il Supermercato B utilizza solo casse automatiche, allora il Supermercato B verserà una quota maggiore di imposta sull’automazione rispetto al Supermercato A. Altro esempio: una banca digitale (senza cassieri e senza interfacce umane, in quanto anche queste sono sostituite da assistenti digitali) verserà in imposta sull’automazione una quota maggiore rispetto ad una banca con cassieri, gestori, interfacce umane. E qui mi allaccio alla sua ultima domanda.

Quando parliamo di robotica la nostra immaginazione corre subito ad un macchinario e a volte ad un umanoide più o meno evoluto (esempio, Atlas che viene impiegato nelle costruzioni edili). Se poi facciamo evolvere l’umanoide, ci troviamo di fronte all’umanoide Sophia e all’umanoide Jia Jia che sanno tenere una vera e propria conversazione con gli umani e potrebbero tranquillamente condurre show, telegiornali, fare da guide turistiche ed altro ancora. L’IA, e in genere i software, non sono così visibili come i robot, ma assolvono alle stesse funzioni di disintermediazione dei robot. Sia con i robot che con l’IA che con un qualsiasi software di disintermediazione fisica (ovvero di intermediazione digitale) l’essere umano sparisce. Gli esempi più banali sono l’ATM (il bancomat) e l’home banking: entrambi sostituiscono il cassiere, anzi, più subdolamente, fanno diventare cassiere il cliente. La disintermediazione fisica, ovvero l’intermediazione digitale, è come la pressione alta: un killer silenzioso.

Concludo. La tassazione sull’automazione va spalmata su tutti: Robot (es. robot-postini), AI (es. applicazioni che consigliano quali investimenti fare), ma anche su software di disintermediazione fisica (es. home banking, dove il cliente si sostituisce al cassiere), casse automatiche (dove il cliente si sostituisce al cassiere di un Supermercato, di una libreria, di una farmacia).

Ovviamente, anche la Pubblica Amministrazione andrà soggetta al pagamento di imposte sull’automazione, a cominciare dall’INPS che utilizza assistenti virtuali, per proseguire con i Comuni e le Regioni dove tra poco vedremo in funzione l’assistente digitale Camilla (dotata di IA) creata da CSI Piemonte.

POST N. 70

18 Marzo 2024 alle 17:00 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Riforma pensioni, ultime novità su tassazione robot: l’intervista al Dott. Perfetto (mia risposta al sig. Max) 


Sig. Max, a parte le battute, la questione della tassazione robotica si pone nei termini seguenti.

Punto 1: lo Stato non deve chiedere il permesso agli imprenditori per applicare una imposta (“imposta” vuol dire appunto “imporre”). Lo Stato deve valutare in maniera attenta il livello di imposta da applicare, perché se il livello è troppo alto, il gettito fiscale tenderà a diminuire in quanto scatterebbero evasione ed elusione fiscale (in economia il fenomeno è rappresentato dalla cosiddetta “curva di Laffer”).

Punto 2: l’imprenditore ha come obiettivo la vendita dei propri prodotti. Se ci sono più disoccupati a causa della robotizzazione, a chi li vende i propri prodotti? Quindi è anche interesse dell’imprenditore versare un po’ più di tasse (per parlare in modo semplice) per vendere più prodotti.

Punto 3: una funzione dello Stato è la redistribuzione del reddito. Se l’imprenditore guadagna di più in virtù dell’automazione ma, al tempo stesso, genera costi per lo Stato (disoccupazione), una parte dei maggiori guadagni dell’imprenditore devono coprire i costi per lo Stato.

POST N. 69

22 Febbraio 2024 alle 12:33 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Riforma pensioni 2024, Le ultime novità al 20 febbraio (mia risposta al sig. Wal)


Sig. Wal, accetto volentieri la sua definizione di me in quanto “nostro John Maynard Keynes” degli anni 2020.

La mia ambizione è di giungere a scrivere l’Opera Magna di Keynes attualizzata all’epoca digitale e che mi piacerebbe intitolare così: “Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta dell’era digitale”, dove per “occupazione” intendo sia quella umana che quella robotica, per “interesse” intendo il tasso di utilizzo sia delle risorse naturali che di quelle digitali, per “moneta” intendo la moneta digitale.

In data 10 luglio 2020 fu pubblicato sul magazine online “ilValoreItaliano” (https://www.ilvaloreitaliano.it/) il mio articolo dal titolo “La via per uscire dalla crisi è quella indicata da Keynes: occorre attualizzarla ai tempi del digitale” (https://www.ilvaloreitaliano.it/la-via-per-uscire-dalla-crisi-e-quella-indicata-da-keynes-occorre-attualizzarla-ai-tempi-del-digitale/).

In quell’articolo propongo di raggiungere l’obiettivo del ricambio generazionale attraverso la Politica Monetaria, utilizzando la moneta digitale di Stato di tipo scritturale (NO CRIPTOVALUTA) circolante esclusivamente entro i confini nazionali (come i ticket restaurant, giusto per fare un esempio banalissimo), la qual cosa è consentita dalla Costituzione Italiana (Art. 117 ove si specifica che lo Stato ha legislazione esclusiva sulla moneta, e dall’Art. 11 che parla di “limitazioni di sovranità” in condizione di parità con gli altri Stati, e quindi anche di LIMITAZIONE della sovranità monetaria, ma non parla affatto di CESSIONE della sovranità monetaria. Anche per la Banca Centrale Europea non ci non sarebbe alcun problema se l’Italia adottasse una propria moneta interna, visto che la BCE non ha alcun problema ad accettare la circolazione delle criptovalute che tra l’altro non sono nemmeno sotto il controllo di un Governo centrale).

Nella nostra Proposta di Riforma Previdenziale proponiamo di raggiungere l’obiettivo del ricambio generazionale attraverso la Politica Fiscale, utilizzando l’IRAUT.

A questo punto, il Governo italiano avrebbe due bazooka per attuare, attraverso il ricambio generazionale, gli obiettivi che gli sono tanto cari: crescita economica e sviluppo economico, obiettivi che riguardano in particolare il Ministero dell’economia e delle finanze (Giancarlo Giorgetti) e il Ministero del lavoro e delle politiche sociali (Marina Elvira Calderone).

PS_1: Sig. Wal, non so come mai i link che riporto io non sono direttamente accessibili, mentre i link che riporta lei sono direttamente accessibili. Prima di riportare il mio commento nei post io verifico l’accesso ai link e funzionano, ma quando invio il commento i link si perdono;

PS_2: avevo intuito che lei, Wal e Wal52 foste tre persone in una.

POST N. 68

21 Febbraio 2024 alle 22:27 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Riforma pensioni 2024, Le ultime novità al 20 febbraio (mia risposta al sig. Wal)


Sig. Wal, lei afferma testualmente “M. Friedman, premio nobel per l’economia, era favorevole a una “rivoluzionaria idea”, quale quella di sostituire la Banca centrale (Fed) con un computer!”.

Come riportato nell’articolo di Deroy Murdock dell’8 dicembre 1999 sulla pagina web del Cato Institute (un think tank statunitense di orientamento libertario), l’economista liberista Premio Nobel Milton Friedman rilascia un’intervista nella quale afferma: “Noi non abbiamo bisogno della FED. Da molti anni sono favorevole alla sostituzione della Fed con un computer”.
(https ://www. cato.org/commentary/milton-rose-friedman-offer-radical-ideas-21st-century#)

Non saprei dire se Milton Friedman fosse davvero convinto della sua affermazione, oppure avesse semplicemente lanciato una provocazione perché magari non era d’accordo su come la Banca Centrale Americana (la FED, per l’appunto) stesse gestendo la Politica Monetaria.

Tuttavia, io ho avuto modo di provare sperimentalmente l’affermazione di Milton Friedman: un computer può davvero sostituire la Banca Centrale (e qualsiasi altra banca in generale).

Nel mio libro “L’economista in camice” pubblicato da Aracne Editrice in febbraio 2019 (https ://www. aracne-editrice.it/index.php/pubblicazione.html?item=9788825521825), al paragrafo 6.4.2 intitolato “La produzione dei servizi informatici: il mainframe nel ruolo di ‘banca’”, riportando dati numerici informatici corrispondenti a grandezze economiche, e sulla base di dati sperimentali, a pag. 101 affermo testualmente: ‘la quantità di moneta digitale può espandersi solo a fronte dell’espansione della capacità produttiva, ovvero del capitale. Ora appare chiaro qual è il secondo ruolo del mainframe dopo quello di impresa. È il ruolo di “banca”: le service unit globali costituiscono il “depisto di moneta digitale”’. Il mainframe, nel ruolo di banca artificiale, gestisce domanda e offerta di moneta digitale, in base al tasso di interesse ovvero al tasso di utilizzo delle risorse impiegate nella produzione delle transazioni elettroniche.

Lo schema che mostra il computer nel duplice ruolo di “impresa artificiale” e di “banca artificiale” lo si vede al seguente link: https:// drive.google.com /file/d/1UG78kZc_q_SXS9mk-Glitar-zIFCZaUa/view

Al fine di evitare di essere preso per “visionario” nel senso negativo del termine, o di uno che scrive romanzi di fantascienza a fumetti per mettere paura alla gente, mi corre l’obbligo di precisare che quello che dico può essere verificato da chiunque voglia prendersi la briga di farlo: Banca d’Italia, Intesasanpaolo, Unicredit, Generali, IBM, INPS, che hanno tutti il loro CED dotati di computer IBM della classe mainframe gestito dal sistema operativo IBM z/OS.

La impresa artificiale e la banca artificiale sono in grado di pilotare tanto la produzione di un Centro di Elaborazione Dati quanto la produzione della Nazione (in quanto ho dimostrato con modelli matematici che un CED è equivalente alla Nazione e quindi che una Nazione digitale è equivalente ad un CED, prototipo di Nazione digitale), mantenendo in equilibrio dinamico e automatizzato domanda e offerta di beni, domanda e offerta di moneta, domanda e offerta di lavoro in accordo con gli obiettivi di produzione che vengono stabiliti dal management del CED o dal Governo di una Nazione.

Se il Governo decidesse di affidarsi all’Intelligenza Artificiale per guidare la Nazione (ricordiamo che l’Intelligenza Artificiale sta facendo il suo ingresso nel Parlamento italiano per aiutare i parlamentari a legiferare), avremmo una “macchina di governo®” (marchio registrato da Claudio Maria Perfetto) in piena regola.

Sig. Wal, credo proprio che ancora nessuno al mondo (nemmeno quelli di OpenAI, il laboratorio di ricerca sull’intelligenza artificiale) si sia fatta la benché minima idea di cosa siano in grado di fare insieme Robotica, Mainframe e AI!

Ora mi domando e dico: Di fronte a questo possibile intervento della “Troika digitale”, noi ci stiamo a domandare se le imprese saranno disposte a pagare l’IRAUT oppure no?

POST N. 67

21 Febbraio 2024 alle 14:38 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Riforma pensioni 2024, Le ultime novità al 20 febbraio (mia risposta al Dott. Stefano Rodinò)


Dott. Rodinò, il lavoro che la Redazione di Pensionipertutti svolge per conto dei suoi lettori è duplice, in quanto, se da un lato li mantiene informati sulle tematiche previdenziali, dall’altro dà voce alle loro riflessioni che altrimenti rimarrebbero inascoltate.

Tra queste voci c’è anche la mia. E per il solo fatto di occupare uno spazio web che comunque comporta oneri finanziari per la sua gestione, mi sono sentito in dovere, ma anche con grande piacere, di contribuire finanziariamente alla gestione del sito Pensionipertutti.

Claudio Maria Perfetto

POST N. 66

21 Febbraio 2024 alle 13:19 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Riforma pensioni 2024, Le ultime novità al 20 febbraio (mia risposta alla sig.ra Anna)


Sig. Anna, come ha già correttamente precisato il sig. Wal in risposta al suo commento, la Proposta di Riforma Previdenziale riguarda tutti, riguarda l’intera nostra società.

Il nostro documento di sintesi di 8 pagine (che accompagna il nostro documento di 50 pagine) si apre con uno schema la cui prima voce è “Oggetto” e la seconda voce è “Princìpi”.

Alla voce ““Princìpi” è riportato:

“Fare le cose che sono socialmente giuste fare”;
“Uguali trattamenti tra uomini e donne, pubblico e privato, dipendenti e autonomi”.

Sono Princìpi di portata generale, dai quali discendono, qualora Robot e AI intervengano nelle attività umane alla pari degli esseri umani, le seguenti applicazioni:

sono coinvolte le piccole, le medie, le grandi imprese e le Istituzioni (bar, ristoranti, negozi, ospedali, RSA, Poste, Banche, Assicurazioni, Automobili, Acciaierie, Trasporti, Energia, Telecomunicazioni, Edilizia, Giornali, Agenzia delle Entrate, INPS, Ministeri, Amazon, Facebook, Google, Linkedin, Twitter-X, Tik-Tok, Borsa, insomma, tutte le Organizzazioni che utilizzano Robot, assistenti virtuali, assistenti digitali, AI).

Lei ha perfettamente ragione, e approvo al 100 per cento, la sua seguente e intelligente (da intendersi nel significato etimologico del verbo latino “intellĕgere” che significa “giungere a percepire”) affermazione che riporto integralmente perché riflette in pieno il nostro pensiero:

“Inoltre anche se un robot mi costruisce un macchinario, servirà qualcuno che lo progetti, che lo programmi, che controlli il prodotto finale, che faccia manutenzione, che venda il prodotto, che lo pubblicizzi, che faccia postaasistenza, che istruisca la gente all’uso. Forse serviranno tante altre figure specializzate (che attualmente non esistono) che potrebbe forse risultare non necessario tassare i robot.”

L’IRAUT serve proprio a raccordare la velocità di espansione dell’impiego di Robotica e AI con la velocità di creazione delle future professionalità di cui lei parla, sig. Anna, poiché, come osserva anche il sig. Wal, c’è il rischio più che concreto che la velocità con cui i Robot distruggano i posti di lavoro sia maggiore della velocità con cui verranno creati nuovi posti di lavoro (e qui, io credo, siamo ben lontani dalla “distruzione creatrice” di cui parla l’economista Joseph Schumpeter, dal momento che si tratterebbe solo di “distruzione” senza “creazione”).

Infine, dopo aver creato le nuove figure professionali in grado di fare tutto quello che lei, sig. Anna, ha descritto, l’imposta sui Robot e AI potrà essere rimossa come lo è stato per l’imposta ICI sulla prima casa.

POST N. 65

21 Febbraio 2024 alle 12:24 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Riforma pensioni 2024, Le ultime novità al 20 febbraio (mia risposta al sig. Nicola)


Sig. Nicola, un vecchio adagio dice di non fare il passo più lungo della gamba.

Io dico, invece, di fare il passo più lungo della gamba. E questo, a me pare, noi l’abbiamo fatto.

Noi chiediamo ai Sindacati, al Governo, alle Imprese, di fare il passo più lungo della gamba.

So che i Sindacati lottano al meglio delle loro possibilità per sostenere le istanze di lavoratori e pensionati.

Riconosco che il Governo studia, si ravvede e rivede i calcoli per far funzionare al meglio la macchina dello Stato.

Sono consapevole che le Imprese fanno del loro meglio per essere competitive sul mercato per non chiudere i battenti.

Ma so anche che tutto questo non basta.

Non basta nella nostra economia che è una “economia digitale”. Non basta nella nostra società che si sta trasformando in “società digitale”.

Ed è qui che siamo noi a chiedere ai Sindacati, al Governo e alle Imprese di allungare il passo come l’abbiamo allungato noi, e di darci una mano a calcolare il giusto valore dell’IRAUT in modo da coprire il numero di pensioni che potrebbero essere richieste dai lavoratori e lavoratrici.

Utilizzando il nostro simulatore basato su fogli excel, abbiamo individuato un valore per l’IRAUT che potrebbe non essere sufficiente a coprire il fabbisogno per il pagamento del numero di pensioni che verranno stimate. Ma, come diceva un mio Responsabile, meglio avere un numero che, per quanto impreciso possa essere, ci metta in grado di poterlo correggere, piuttosto che non avere nessun numero.

AL momento il Governo non fa il passo più lungo della gamba e ragiona così: questa è la cifra che possiamo spendere, e dunque questi sono gli importi pensionistici che possiamo pagare.

Vorremmo che il Governo facesse il passo più lungo della gamba e che ragionasse così: questi sono gli importi pensionistici che ci aspettiamo di dover pagare per rendere le imprese competitive nella società digitale, e dunque questa è l’IRAUT che dovremmo applicare alle imprese.

POST N. 64

20 Febbraio 2024 alle 15:50 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

E se a pagare le nostre pensioni fossero (anche) i robot? Proposta Perfetto-Armiliato-Gibbin


Ci rendiamo perfettamente conto che i lavoratori e le lavoratrici si attendono soluzioni attuabili nell’immediato, che vengano elaborate nel corso del 2024 perché possano essere attuate già nel 2025.

Ci rendiamo anche conto che la nostra Proposta di Riforma Previdenziale potrà richiedere più tempo di quanto i lavoratori e le lavoratrici si aspettino, per essere assimilata, verificata, e quindi attuata.

Mi vengono in mente due affermazioni che desidero “rubare” volentieri al Prof. Giuliano Cazzola dopo averle lette nel suo interessante e formativo libro “La guerra dei cinquant’anni. Storia delle riforme e controriforme del sistema pensionistico”.

Una frase che vorrei rubare al Prof. Cazzola è quella pronunciata da Luciano Lama: “Non basta avere ragione, bisogna essere capaci di farsela dare”.

In quest’articolo della Dott.ssa Venditti, magistralmente composto in termini di domande e risposte, a fungere da intervistatori che pongono domande sono proprio i lettori. A dare le rispose sono gli Autori della Proposta di Riforma Previdenziale, ai quali non basta avere ragione, vorrebbero anche farsela dare.

Un’altra frase che vorrei rubare al Prof. Cazzola è quella pronunciata da Helmut Khol durante la vicenda degli euromissili. Assistendo dal suo studio a una manifestazione pacifista, Khol disse: “Loro sono tanti e io qui sono solo. Ma loro hanno torto e io ho ragione”.

Guardando ai lavoratori e alle lavoratrici, ai Sindacati, al Governo, agli imprenditori, a coloro che potrebbero non condividere le ragioni degli Autori della Proposta di Riforma Previdenziale, mi verrebbe da pensare: loro sono tanti e noi tre siamo soli. Ma loro hanno torto e noi abbiamo ragione.

POST N. 63

20 Febbraio 2024 alle 13:18 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

E se a pagare le nostre pensioni fossero (anche) i robot? Proposta Perfetto-Armiliato-Gibbin (mia risposta al sig. Nicola)


Sig. Nicola, i miei complimenti!

Pur non potendo seguire l’approccio finanziario con lo stesso grado di competenza suo, tuttavia riesco a seguire il suo ragionamento nell’elenco dei sei macro punti che riguardano tutti la Previdenza Complementare.

Non mi sento di muovere obiezioni alla sua impostazione, che trovo ben ragionata.

I due punti che lei attribuisce come specifici per il sistema olandese li condivido.

Le quattro modifiche che lei suggerisce per il nostro sistema le trovo ragionevoli.

La sua Proposta e la nostra Proposta si integrano, e condividono almeno due punti: libertà di scelta nell’accesso al trattamento pensionistico e ricambio generazionale.

Sui punti che riguardano la nostra Proposta credo che ci siamo sufficientemente soffermati.

La sua Proposta indica una spinta verso il rafforzamento della Previdenza Complementare (un punto sul quale insistono anche i Sindacati), e permette quindi anch’essa ai lavoratori la libertà di scelta nell’accesso al trattamento pensionistico, in quanto si potrà contare su un’entrata addizionale (la pensione complementare) oltre a quella della pensione ordinaria. Ritengo che questa sia anche la direzione futura, dal momento che ridurrebbe gli oneri pensionistici che oggi sono a carico dello Stato.

Al tempo stesso, la sua Proposta apre il varco al ricambio generazionale: se viene data libertà di scelta al lavoratore di pensionarsi (e solitamente saranno i lavoratori anziani che avranno accumulato una buona pensione complementare), altri giovani in cerca di lavoro potrebbero avere maggiori opportunità per occuparsi. Per potersi formare un’adeguata pensione complementare, occorrerà accantonare una somma da prelevare dal salario, e qui entrerebbero in gioco altre variabili tra cui aumenti salariali e salario minimo, cose che andrebbero certamente discusse tra Sindacati e Imprese.

Ho già fatto presente che la sua Proposta di Previdenza Complementare e la nostra Proposta di Riforma Previdenziale sono integrabili e si completano a vicenda.

Vorrei solo aggiungere che mentre la sua Proposta, sig. Nicola, riguarda la pensione di chi un lavoro già ce l’ha, la nostra Proposta riguarda la pensione non solo di chi un lavoro già ce l’ha ma anche la pensione di chi un lavoro non ce l’ha ancora.

Le rinnovo i miei complimenti, sig. Nicola, per la sua idea di Previdenza Complementare (che peraltro non abbiamo inserito nella nostra Proposta).

POST N. 62

19 Febbraio 2024 alle 19:38 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

E se a pagare le nostre pensioni fossero (anche) i robot? Proposta Perfetto-Armiliato-Gibbin (mia risposta al sig. Luca)


Rispondo ancora una volta in seduta plenaria al sig. Luca, perché sono certissimo che la risposta che darò alla domanda posta dal sig. Luca sorprenderà non poco i lettori.

Sig. Luca, voglio pensare che lei non ritenga gli Autori della Proposta di Riforma Previdenziale degli sprovveduti. Prima di fare affermazioni di un certo peso, ci siamo documentati (nel nostro documento ci sono ben 40 References), e vi abbiamo riflettuto a fondo (da mane a sera, direbbe Dante). Ma ben vengano le osservazioni particolarmente stimolanti come le sue, come quelle dei sig. Nicola e come quelle del sig. Franco Giuseppe.

Nel rispondere al suo commento, sig. Luca, Maurizio Gibbin in data 19 Febbraio 2024 alle 16:03 le fa presente testualmente: “Quindi anche con IRAUT i ricchi continueranno ed essere ricchi”.

Lei, sig. Luca, nel suo commento afferma e domanda: “Certamente una genialata per lo stato, che sposterebbe l’onere della spesa pensionistica sui “ricchi”…. Ma i “ricchi” sarebbero veramente d’accordo?”

In altre parole, sig. Luca, lei domanda: i “ricchi” sarebbero veramente d’accordo nell’essere “tassati”?

Metto intenzionalmente le parole “ricchi” e “tassati” tra virgolette, perché andrebbero opportunamente precisate.

BENE!

Le riporto cosa hanno detto i “ricchi” a proposito dell’essere “tassati”, e le cito l’articolo di rainews.it pubblicato in data 17 gennaio 2024 dal titolo eloquente: “Davos: lettera di 250 miliardari: “Vogliamo essere tassati””. Questo è il link all’articolo:

rainews.it/articoli/2024/01/davos-lettera-di-250-miliardari-vogliamo-essere-tassati-fieri-di-pagare-08589a90-e69d-4305-b36f-286cf91f668f.html

Nell’articolo che ho citato si legge che 250 “ricchi” (miliardari), in una lettera aperta ai leader mondiali e pubblicata dal Guardian, si sono così espressi:

“La nostra richiesta è semplice: vi chiediamo di tassare noi, i più ricchi della società. Ciò non modifichera’ radicalmente il nostro tenore di vita, nè priverà i nostri figli, nè danneggerà la crescita economica delle nostre nazioni. Ma trasformerà la ricchezza privata estrema e improduttiva in un investimento per il nostro futuro democratico comune” (mia nota: i neretti sono riportati nell’articolo).

DOMANDA DEL SIG. LUCA: “Ma i “ricchi” sarebbero veramente d’accordo?” (da intendersi: ad essere tassati?).

MIA RISPOSTA AL SIG. LUCA: “Sì, sig. Luca, i “ricchi” sarebbero veramente d’accordo ad essere tassati”.

POST N. 61

19 Febbraio 2024 alle 11:55 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

E se a pagare le nostre pensioni fossero (anche) i robot? Proposta Perfetto-Armiliato-Gibbin (mia risposta al sig. Franco Giuseppe)


Sig. Franco Giuseppe, il futuro è adesso!

È da sei anni, dal 2017, che si dicono le cose che oggi io sto dicendo! Ed io le dico oggi, perché solo oggi ho portato a compimento i miei modelli di Economia Informatica per la gestione dell’economia digitale e della società digitale, e poi perché solo oggi la Robotica e l’AI stanno spopolando come non mai, riempiendo giornali, forum televisivi, dibattiti internazionali.

Sig. Franco Giuseppe, qui la gente ancora vede i robot e l’AI come se fossero giocattoli. Non lo sono affatto, glielo posso assicurare con certezza al 200 per cento.

Lei dice “Forse un domani nascerà questa IRAUT ma molti non ne potranno trarne vantaggio e forse nemmeno vederla nascere”. È probabile che sia così. Sia lei che io sappiamo come si comportano le Istituzioni: si mette il semaforo dopo che c’è scappato il morto; oppure si ricorrono ai ripari dopo che è crollato il ponte; oppure, si applicherà l’IRAUT dopo che sarà aumentato il livello di disoccupazione. Posso farci qualcosa se le Istituzioni agiscono così? Non posso farci proprio nulla. Posso solo dire: “sulla base dei miei modelli, che sto provando a far conoscere alle Università, è possibile permettere agli studenti di trovare subito lavoro, è possibile alle aziende di trovare lavoratori qualificati, è possibile al Governo di elaborare ricette economiche per la società digitale di oggi”.

Per quanto riguarda invece i pensionamenti, noi puntiamo esattamente dove puntava nel 2013 Cesare Damiano (e lei sa bene chi è Cesare Damiano!), e cioè a pensionamenti con minimo di 62 anni di età anagrafica e minimo 35 anni di contribuzione. Se questo lo diceva Damiano nel 2013, vuole che non sia realizzabile nel 2024 con la poderosa e imponente disponibilità di forza lavoro robotica e AI di cui disponiamo oggi?

Io, gli altri Autori della Proposta, e il sito Pensionipertutti non ci sogniamo minimamente di “instillare” (sua parola) nei lettori speranze simili a sogni infantili. Tanto è vero che vogliamo interfacciarci con i Sindacati e non sappiamo nemmeno se i Sindacati ci prenderanno sul serio, dal momento che anche loro potrebbero essere stati plagiati dal Governo, svuotati di speranze come lo sono i lavoratori che non riescono nemmeno più a concepire che una cosa buona in questo mondo si possa realizzare perché è stato impedito loro persino di credere vero ciò che essi desiderano.

Lo so a che cosa lei potrà pensare, sig. Franco Giuseppe, lo posso immaginare.

“Ma chi te lo fa fare?”. È questo che vorrebbe dirmi, non è vero sig. Franco Giuseppe?

Mi viene in mente quella storia biblica (alla quale, però non credo affatto, ma mi torna utile come riferimento) in cui Lot chiese a Dio che, qualora avesse trovato in Sodoma e Gomorra almeno un giusto, Dio avrebbe rinunciato a distruggere le due città. Lot non trovò nemmeno un giusto, si allontanò, e Sodoma e Gomorra vennero distrutte.

Ecco, sig. Franco Giuseppe, mi pare di non trovare tra i lavoratori nessuno interessato alla possibilità di andare prima in pensione in base alla Proposta di Riforma Previdenziale che presentiamo. E allora, caro Governo, continua pure nella tua opera di riduzione del debito pubblico, vendendo il patrimonio dello Stato, privatizzando i servizi sanitari, allungando l’accesso al pensionamento con la sempre più Amata Fornero alla quale i lavoratori mostrano di essere giorno dopo giorno sempre più devoti.

Per quanto mi riguarda, sig. Franco Giuseppe, questo è il mio esame di coscienza.

POST N. 61

19 Febbraio 2024 alle 11:55 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

E se a pagare le nostre pensioni fossero (anche) i robot? Proposta Perfetto-Armiliato-Gibbin (mia risposta al sig. Franco Giuseppe)


Sig. Franco Giuseppe, il futuro è adesso!

È da sei anni, dal 2017, che si dicono le cose che oggi io sto dicendo! Ed io le dico oggi, perché solo oggi ho portato a compimento i miei modelli di Economia Informatica per la gestione dell’economia digitale e della società digitale, e poi perché solo oggi la Robotica e l’AI stanno spopolando come non mai, riempiendo giornali, forum televisivi, dibattiti internazionali.

Sig. Franco Giuseppe, qui la gente ancora vede i robot e l’AI come se fossero giocattoli. Non lo sono affatto, glielo posso assicurare con certezza al 200 per cento.

Lei dice “Forse un domani nascerà questa IRAUT ma molti non ne potranno trarne vantaggio e forse nemmeno vederla nascere”. È probabile che sia così. Sia lei che io sappiamo come si comportano le Istituzioni: si mette il semaforo dopo che c’è scappato il morto; oppure si ricorrono ai ripari dopo che è crollato il ponte; oppure, si applicherà l’IRAUT dopo che sarà aumentato il livello di disoccupazione. Posso farci qualcosa se le Istituzioni agiscono così? Non posso farci proprio nulla. Posso solo dire: “sulla base dei miei modelli, che sto provando a far conoscere alle Università, è possibile permettere agli studenti di trovare subito lavoro, è possibile alle aziende di trovare lavoratori qualificati, è possibile al Governo di elaborare ricette economiche per la società digitale di oggi”.

Per quanto riguarda invece i pensionamenti, noi puntiamo esattamente dove puntava nel 2013 Cesare Damiano (e lei sa bene chi è Cesare Damiano!), e cioè a pensionamenti con minimo di 62 anni di età anagrafica e minimo 35 anni di contribuzione. Se questo lo diceva Damiano nel 2013, vuole che non sia realizzabile nel 2024 con la poderosa e imponente disponibilità di forza lavoro robotica e AI di cui disponiamo oggi?

Io, gli altri Autori della Proposta, e il sito Pensionipertutti non ci sogniamo minimamente di “instillare” (sua parola) nei lettori speranze simili a sogni infantili. Tanto è vero che vogliamo interfacciarci con i Sindacati e non sappiamo nemmeno se i Sindacati ci prenderanno sul serio, dal momento che anche loro potrebbero essere stati plagiati dal Governo, svuotati di speranze come lo sono i lavoratori che non riescono nemmeno più a concepire che una cosa buona in questo mondo si possa realizzare perché è stato impedito loro persino di credere vero ciò che essi desiderano.

Lo so a che cosa lei potrà pensare, sig. Franco Giuseppe, lo posso immaginare.

“Ma chi te lo fa fare?”. È questo che vorrebbe dirmi, non è vero sig. Franco Giuseppe?

Mi viene in mente quella storia biblica (alla quale, però non credo affatto, ma mi torna utile come riferimento) in cui Lot chiese a Dio che, qualora avesse trovato in Sodoma e Gomorra almeno un giusto, Dio avrebbe rinunciato a distruggere le due città. Lot non trovò nemmeno un giusto, si allontanò, e Sodoma e Gomorra vennero distrutte.

Ecco, sig. Franco Giuseppe, mi pare di non trovare tra i lavoratori nessuno interessato alla possibilità di andare prima in pensione in base alla Proposta di Riforma Previdenziale che presentiamo. E allora, caro Governo, continua pure nella tua opera di riduzione del debito pubblico, vendendo il patrimonio dello Stato, privatizzando i servizi sanitari, allungando l’accesso al pensionamento con la sempre più Amata Fornero alla quale i lavoratori mostrano di essere giorno dopo giorno sempre più devoti.

Per quanto mi riguarda, sig. Franco Giuseppe, questo è il mio esame di coscienza.

POST N. 60

19 Febbraio 2024 alle 10:38 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

E se a pagare le nostre pensioni fossero (anche) i robot? Proposta Perfetto-Armiliato-Gibbin (mia risposta al sig. Wal)


Sig. Wal, presumo che lei si riferisca allo stesso articolo che viene menzionato proprio in questo articolo al punto:

“Le prospettive per l’introduzione dell’IRAUT sono piuttosto favorevoli.

Sul Quotidiano online di IPSOA (Istituto Postuniversitario per lo Studio dell’Organizzazione Aziendale) in data 19 Ottobre 2023 si legge testualmente: “In sede OCSE (“Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico”, nostra nota), nonostante permanenti perplessità, sta prendendo forma un interessante dibattito sulla possibilità di attuare un prelievo fiscale su un eventuale reddito di lavoro imputabile ai robot.” (il corsivo è nostro, i neretti sono nel testo originale).”

È così, sig. Wal?

POST N. 59

19 Febbraio 2024 alle 10:19 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

E se a pagare le nostre pensioni fossero (anche) i robot? Proposta Perfetto-Armiliato-Gibbin (mia risposta al sig. Luca)


Sig. Luca, provo a chiarire “E se a pagare le nostre pensioni fossero (anche) i robot?”.

La spiegazione si basa sulla seguente abduzione (il termine abduzione indica un sillogismo in cui la premessa maggiore è certa, mentre quella minore è solamente probabile):

A. I lavoratori attivi pagano le pensioni ai pensionati;
B. I robot andrebbero equiparati alla forza lavoro attiva;
C. Dunque, forse i robot potrebbero pagare le pensioni ai pensionati.

Applicando al nostro sistema fiscale l’abduzione appena enunciata, otteniamo:

1. I lavoratori attivi pagano le pensioni ai pensionati versando in contributi il 10 per cento del proprio salario lordo ai quali si aggiunge il 23 per cento del salario lordo dei lavoratori attivi versati dal datore di lavoro;
2. I robot, che andrebbero equiparati alla forza lavoro attiva, verserebbero in contributi il 5 per cento del proprio salario lordo ai quali si aggiungerebbe l’11,5 per cento del salario lordo dei robot versati dal datore di lavoro;
3. Dunque, ci sarebbero più contributi disponibili per pagare le pensioni ai pensionati.

I documenti relativi alla nostra Proposta di Riforma Previdenziale recano come sottotitolo “E se fossero i robot a salvare le nostre pensioni?”. Nei nostri documenti spieghiamo anche che ci ispiriamo ad un articolo scritto da due Direttori di stabilimento del Gruppo Bosch, Nicola Intini e Corrado La Forgia.
Nell’articolo di Intini e di La Forgia riportato sul magazine Industria Italiana in data 28 novembre 2017 si legge:

“Le nuove tecnologie, quindi, aumenteranno produttività e ricchezza che, se opportunamente redistribuita, potrà contribuire al sostentamento dello stato sociale del futuro. È ipotizzabile, quindi, che i Robot, ma più in generale, le nuove tecnologie abilitanti possano, almeno in parte, sostituirsi alla parte mancante della piramide demografica occupando il posto che negli anni ‘70 era coperto da popolazione giovane e attiva, e creare la ricchezza necessaria al bilanciamento del sistema”.

Tra le parole chiave di Intini e di La Forgia troviamo “produttività e ricchezza che, se opportunamente redistribuita, potrà contribuire al sostentamento dello stato sociale del futuro”.

“…se opportunamente redistribuita…”, sig. Luca. Il modo in cui lo Stato ridistribuisce la ricchezza avviene attraverso l’applicazione delle imposte.

Per concludere, sig. Luca, troverebbe fuorviante anche il titolo che Intini e La Forgia (due Direttori di stabilimento del Gruppo Bosch) hanno dato al loro articolo del 2017 (ben sei anni fa!) che è il seguente: “E se fossero i robot a salvare le nostre pensioni?”

POST N. 58

19 Febbraio 2024 alle 8:32 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

E se a pagare le nostre pensioni fossero (anche) i robot? Proposta Perfetto-Armiliato-Gibbin (mia risposta a Paolo Prof)


Paolo Prof, mi sono occupato di sicurezza per anni. Non è possibile avere una sicurezza al 100 per cento. Non è possibile eliminare il rischio (ed è per questo che esistono le Compagnie di assicurazione). È solo possibile ridurre il rischio, adottando adeguate contromisure.

Per ridurre il rischio di morti umane nell’edilizia, nelle costruzioni, manutenzioni di edifici, strade, e quant’altro si dovrebbe applicare come contromisura l’impiego di robot umanoidi come Atlas, della società americana di robotica Boston Dynamics. Ovviamente, facendo pagare le tasse anche ad Atlas.

POST N. 57

18 Febbraio 2024 alle 19:03 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

E se a pagare le nostre pensioni fossero (anche) i robot? Proposta Perfetto-Armiliato-Gibbin (mia risposta al sig. Nicola)


Sig. Nicola, come lei saprà, l’Olanda è la sede fiscale di molte aziende, anche italiane, e quindi gode di un vantaggio competitivo rispetto all’Italia. Ma tale vantaggio competitivo è destinato ad essere livellato, poiché dal 1° gennaio 2024 è entrata in vigore in tutti i Paesi della UE la Global Minimum Tax, l’imposta che mira a contrastare il fenomeno che spinge appunto molte aziende a collocare la propria sede fiscale in Paesi con aliquote fiscali più favorevoli.

La nostra Proposta di Riforma Previdenziale è, come lei correttamente osserva, talmente contraria alla direzione sulle pensioni degli ultimi 30 anni, perché solo in questi ultimi anni sono letteralmente esplose le opportunità che la Robotica e l’AI offrono alla nostra società. Tengo a precisare che noi ci siamo concentrati sulle opportunità che Robotica e AI offrono per l’occupazione, non già sulle loro minacce in merito alla disoccupazione che potrebbero generare.

Personalmente sono fortemente focalizzato sul sistema pensionistico italiano, e pertanto non presto molta attenzione ai sistemi pensionistici olandese o tedesco. Si può anche vedere come fanno gli altri, certamente (il sistema pensionistico tedesco, per esempio, aggancia l’aumento delle pensioni all’aumento dei salari, piuttosto che all’aumento dell’inflazione come accade da noi), ma spesso la soluzione degli altri non è la stessa soluzione che può andare bene anche per noi.

Questo lo so per esperienza diretta. Quando proponevo ad un Cliente soluzioni IT già collaudate presso altri Clienti, mi sentivo spesso rispondere: “vede, Perfetto, noi siamo diversi, non siamo come loro”. Ogni soluzione va calata nell’ambiente specifico di riferimento.

Non esiste pertanto una soluzione olandese per l’Italia. L’Italia deve studiare la sua propria soluzione. La nostra Proposta di Riforma Previdenziale va in questa direzione. L’Italia è afflitta da denatalità e invecchiamento della popolazione? E allora concentriamoci su soluzioni che servono a denatalità e invecchiamento della popolazione.

Piuttosto, sono davvero curioso di conoscere i suoi cinque o sei punti da cambiare nelle nostre pensioni integrative per spostarsi verso il modello olandese. E credo di poter parlare anche a nome degli altri Autori della Proposta nonché a nome della Dott.ssa Venditti.

Sarebbe così gentile da farcele conoscere?

POST N. 56

18 Febbraio 2024 alle 15:39 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

E se a pagare le nostre pensioni fossero (anche) i robot? Proposta Perfetto-Armiliato-Gibbin (mia risposta alla sig.ra Delfina)


Sig.ra Delfina, il debito pubblico ha due facce: una buona e una cattiva.

La faccia buona del debito pubblico è quella che guarda al futuro, agli investimenti. Noi tutti, per esempio, siamo consapevoli che la popolazione italiana sta invecchiando: dunque, gli investimenti andrebbero fatti nel formare medici e infermieri, nel costruire più case di cura per gli anziani.

La faccia cattiva del debito pubblico è quella che guarda al passato, ai sussidi. Noi tutti, per esempio, siamo consapevoli che per i lavoratori della ex ILVA di Taranto lo Stato eroga sussidi al posto di reddito da lavoro, proprio come avveniva negli anni Settanta per i lavoratori della Fiat di Torino in cassa integrazione. I sussidi andrebbero erogati a fronte di realizzazione di piani industriali ritenuti credibili.

Il debito pubblico buono è davvero “buono” se non è tanto alto, perché altrimenti sarebbe più alta la spesa per interessi da pagare sul debito. E quanto più è alta la spesa per interessi, tanto più viene compressa la spesa pubblica, principalmente (per quanto riguarda l’Italia) sulle due principali voci di spesa: pensioni e sanità.

Per quanto riguarda il debito pubblico del Giappone, che è il debito pubblico più alto al mondo, qui si apre uno scenario differente: non è un problema per il Giappone.

A differenza dell’Italia che non gode di sovranità monetaria (in quanto l’euro viene gestito dalla Banca Centrale Europea – BCE), il Giappone gode della sovranità monetaria (lo yen viene gestito dalla Bank of Japan – BoJ). I debiti che il Giappone contrae con gli investitori sono in yen. Questo significa che il Giappone sarà sempre in grado di restituire i prestiti ricevuti, perché potrà emettere sempre la quantità di yen necessaria per estinguere i debiti. Occorre anche aggiungere che il Giappone gode di quel grado di credibilità che rassicura gli investitori i quali non chiederanno interessi più elevati perché il rischio di non rivedere i loro soldi è pressoché inesistente.

La Banca del Giappone deve però usare grande cautela nell’immettere più liquidità (più yen) nell’economia. Infatti, in base ad una formula che è alla base della cosiddetta “Teoria Quantitativa della Moneta”, la maggiore liquidità di moneta disponibile tende a stimolare una maggiore disponibilità di spesa e quindi una maggiore velocità di circolazione della moneta per cui, se la produzione di beni reali non potrà espandersi (es. nuove automobili, condizionatori, case, ecc.), il risultato sarà l’aumento dei prezzi dei beni, ovvero l’inflazione (che è la bestia nera delle Banche Centrali).

C’è un rapporto molto stretto tra la moneta M e livello dei prezzi P: M/P, che è il potere di acquisto della moneta (a parità di M, quanto più è alto il livello dei prezzi P, tanto minore sarà la quantità di beni acquistabile con M).

C’è anche un rapporto molto stretto tra il salario W (dall’inglese “wage”) e livello dei prezzi P: W/P, che è il potere di acquisto del salario (a parità di W, quanto più è alto il livello dei prezzi P, tanto minore sarà la quantità di beni acquistabile con il salario W). Il motivo per cui con la Legge di Bilancio 2024 il Governo è ricorso al taglio del cuneo fiscale-contributivo risiede proprio nel fatto di, a fronte dell’aumento del livello dei prezzi P, aumentare il salario W al fine di tutelare il potere di acquisto dei salari.

C’è anche un altro rapporto molto importante che ci riguarda: L/P, ovvero il rapporto tra il numero di lavoratori attivi e il numero di pensionati. La futura Legge di Bilancio 2025, per esempio, per potere aumentare il numero di pensionati P dovrebbe aumentare anche il numero di lavoratori L. Questo, nella sostanza è ciò che noi affermiamo nella nostra Proposta di Riforma Previdenziale flessibile e strutturale quando affermiamo di inserire nel novero dei lavoratori L anche il numero di robot R.

POST N. 55

16 Febbraio 2024 alle 23:30  (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Pensioni 2024, Proposta di Riforma flessibile e strutturale: una controriforma Fornero (mia risposta al sig. Luca)


Rispondo nuovamente al sig. Luca in “seduta plenaria” perché ritengo che i chiarimenti offerti al sig. Luca, riguardo al suo commento del 16 Febbraio 2024 alle 15:52, possano interessare anche altri lettori.

Sig. Luca, la Proposta a noi è chiara, dal momento che siamo riusciti a trasmetterla (ma, mi rendo conto, solo in parte) anche a lei, le cui osservazioni critiche ci consentono di chiarire ulteriormente il nostro pensiero (cosa che riteniamo di avere fatto nel documento di 50 pagine).

Innanzitutto è chiaro l’obiettivo: RICAMBIO GENERAZIONALE.

I 15 punti del Programma sono chiari, dal momento che nel suo commento del 13 Febbraio 2024 alle 21:20 lei stesso afferma: “Non mi é sembrato di leggere niente di nuovo nei 15 punti”.

L’approccio adottato nella nostra Proposta è chiaro (non l’abbiamo esplicitato qui ma l’abbiamo esplicitato in un documento di sintesi di 8 pagine): rimuovere le cause (la denatalità) piuttosto che tamponare gli effetti (allungare l’attività lavorativa dei lavoratori).

La soluzione per rimuovere la causa “denatalità” è chiara: utilizzare la forza lavoro robotica al posto dei lavoratori mancanti (cosa che peraltro sta già avvenendo) piuttosto che incentivare, tramite bonus e sussidi vari, le famiglie ad avere più figli (cosa che se dovesse funzionare, darebbe i suoi primi frutti – lavoratori attivi – tra almeno trent’anni).

Il mezzo della nostra Proposta per attuare il programma (e cioè “tassare” i robot) è chiaro, dal momento che nel suo commento del 13 Febbraio 2024 alle 21:20 lei stesso afferma: “Anche il tassare la robotizzazione non è un’idea nuova”.

Abbiamo indicato in modo chiaro nella Matrice SWOT (nome tecnico che si riferisce ad uno strumento per analisi di tipo strategico) quali sono a nostro avviso i problemi che ha l’Italia e che impediscono l’attuazione di una Riforma Previdenziale flessibile e strutturale in linea con le aspettative dei lavoratori: denatalità e invecchiamento della popolazione. Ma i lavoratori la pensano diversamente, sorvolano su denatalità e invecchiamento della popolazione e puntano a spada tratta su affermazioni del tipo: i soldi per pagare le pensioni ci sarebbero qualora si separasse la previdenza dall’assistenza, qualora si rivedessero le pensioni di coloro che non hanno versato i contributi necessari, qualora si riducessero le pensioni d’oro, qualora si recuperassero i miliardi dall’evasione fiscale e contributiva. Noi non abbiamo insistito su questi temi perché su questi temi martellano già da tempo le Istituzioni internazionali come l’OCSE e il Centro Studi e Ricerche di Itinerari Previdenziali.

Abbiamo indicato in modo chiaro nella Matrice SWOT quali potrebbero essere gli ostacoli alla nostra Proposta: l’allungamento dei tempi per l’attuazione dell’IRAUT. Ma nutriamo la ragionevole convinzione che, se è passata la Digital Service Tax (introdotta nel 2019), se è passata la Global Minimum Tax (introdotta nel 2024), anche la IRAUT potrebbe essere accolta con favore dallo Stato e (perché no?) dalle Imprese.

La sola cosa che a noi non è ancora chiara, lo riconosco, è come recepiranno la nostra Proposta i Sindacati e il Governo. Su tale incertezza abbiamo voluto aprire una finestra di riflessione sulla possibilità di far convergere gli interessi di Imprese e Stato verso l’applicazione dell’IRAUT. Abbiamo chiamato tale finestra “New deal”, mentre avremmo potuto chiamarla semplicemente “accordo”, gliene do atto. Ma abbiamo preferito evocare la parola “deal” in riferimento al piano pubblico di intervento (e quindi dello Stato) per la creazione dei posti di lavoro a seguito della depressione del 1929. Secondo la mia personale opinione stiamo sottostimando l’impatto che la Robotica e l’AI potranno avere sull’occupazione.

Infine, sig. Luca, desidero rispondere alla sua domanda “E poi cosa significa che il vero rischio che vede è più nei lavoratori che nei governanti?”. Alla quale fa seguire la sua precisazione. “I lavoratori non si aspettano che tutto diventi contributivo, i lavoratori “temono” che tutto possa diventare contributivo; sono cose ben diverse”.

Sig. Luca, lo so bene che i lavoratori “temono” che tutto possa diventare contributivo. Come so bene che oltre a invocare e ad attuare manifestazioni in piazza e sotto il Parlamento, allo stesso tempo sperano che non venga toccata la Riforma Fornero.

ECCO, SIG. LUCA, CHE COSA “IO” INVECE TEMO: TEMO CHE I LAVORATORI SIANO PIÙ PROPENSI AD ACCETTARE LA RIFORMA FORNERO PIUTTOSTO CHE LA NOSTRA PROPOSTA DI RIFORMARE LA RIFORMA FORNERO PERCHÉ, SOTTO SOTTO, NON CREDONO AFFATTO CHE LA NOSTRA PROPOSTA POSSA ESSERE PRESA SERIAMENTE IN CONSIDERAZIONE!

Questo è un reale rischio per l’attuazione della Proposta, perché semmai il Governo (e l’ho già detto in qualche altro mio commento, ma lo ripeto anche qui per chiarezza di esposizione) dovesse domandarmi “Sig. Perfetto perché dovremmo concedere al popolo più di quanto il popolo si accontenta di ricevere?”.

Lascio a lei, sig. luca, rispondere alla precedente domanda. La mia già la conosco.

Concludo riportando qui alla fine una sua osservazione in modo che rimanga impressa con chiarezza la mia riposta alla sua seguente osservazione:

SUA OSSERVAZIONE: “Le ripeto che io la sua proposta la approvo, ma sono tutti capaci a fare proposte allettanti… ciò che manca è la chiarezza su “come” sia possibile.”

MIA RISPOSTA: la Proposta viene attuata applicando l’Imposta sul Reddito da lavoro prodotto dagli Automi, considerando l’Automa (Robot e AI) non già come “fattore di produzione capitale” ma come “fattore di produzione lavoro”. Qualora il Governo ritenesse interessante la nostra Proposta, chiederemmo agli esperti di imposte (ad esempio, all’Agenzia delle Entrate) di poterci supportare nel calcolare l’IRAUT da applicare alle Imprese, utilizzando il simulatore che abbiamo predisposto per il calcolo dell’IRAUT, in modo da coprire gli importi pensionistici che risulterebbero dalla stima del numero di persone che scegliessero di pensionarsi.

POST N. 54

16 Febbraio 2024 alle 16:55  (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Pensioni 2024, Proposta di Riforma flessibile e strutturale: una controriforma Fornero (mia risposta a Paolo Prof)


Paolo Prof, L’OCSE ha già indicato in report precedenti chiamati “Pension at Glance” che in Italia si andrà in pensione a 71 (ma non specifica l’anno). Di tale documento ne sono a conoscenza.

Sempre l’OCSE indica taglio alle pensioni con importi sopra i 5.000 euro lordi mensili e stop alle pensioni anticipate, come si legge sul quotidiano online money.it del 23 gennaio 2024: money.it/pensioni-tagliare-subito-secondo-ocse-quali-sono-a-rischio

Tengo a precisare che non sono ancora risalito al documento originale in cui l’OCSE afferma tutto ciò.

Per quanto riguarda il “tutto contributivo”, mi pare che non ci sia ombra di dubbio che si stia procedendo in tale direzione.

Quando tutto ciò accadrà? E difficile fare previsioni temporali. Ma la strada che l’Italia sta prendendo è proprio quella indicata dall’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico).

POST N. 53

16 Febbraio 2024 alle 13:11 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

E se a pagare le nostre pensioni fossero (anche) i robot? Proposta Perfetto-Armiliato-Gibbin (mia risposta al sig. Nicola)


Sì, sig. Nicola, sarà TRE volte Natale:

1. Digital Service Tax (deciso a livello europeo): FATTO!
2. Global Minimum Tax (deciso a livello internazionale): FATTO!
3. IRAUT (deciso a livello italiano): verrà fatto (ma senza festa e luci tutto l’anno).

Ed ora, sig. Nicola, mi dica un po’: perché ha così poca fiducia nelle buone idee di altri che portano tanti vantaggi ai lavoratori? Forse perché non ha fiducia nemmeno nelle sue?

POST N. 52

16 Febbraio 2024 alle 12:56 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Pensioni 2024, Proposta di Riforma flessibile e strutturale: una controriforma Fornero (mia risposta al sig. Luca)


Sig. Luca, non mi sorprende affatto che in lei sorgano perplessità in merito alla proposta. Perplessità ben sintetizzate nella sua espressione “Tutto qui?”

Elencando i punti del suo “Tutto qui?”, sig. luca, lei ha solo evidenziato i dettagli (gli alberi), perdendo di vista la visione di insieme (la foresta).

Ho sempre pensato che il Governo opera dietro consigli di “spin doctor”, persone altamente qualificate nella comunicazione (a volte però, inciampano anche loro, come nel caso della “influencer” che noi tutti conosciamo) al fine di fare accettare alle persone ciò che le persone non sono propense ad accettare.

Nell’articolo del 31 agosto 2023 “Pensioni 2023, UIL su incontro 5/9: ultime su Opzione donna, giovani, uscita dai 62 anni” vi è l’interessante commento della sig.ra Stefania Vitali postato in data 2 settembre alle 11:53. Il commento dice testualmente: “Conosco il significato di “Finestra di Overton”, Opzione donna e’ una pericolosissima finestra al tutto contributivo”. E così è avvenuto. Quota 103 tutto contributivo. E non ci si fermerà certamente qui.

Se non si sarà in grado di trovare OGGI una Nuova Riforma Previdenziale (non la solita “leggina temporanea”) che prenderà il posto della Riforma Monti-Fornero, potrebbe accadere ciò che viene raccomandato (per non dire imposto) dalle Istituzioni internazionali:

Via tutte le pensioni anticipate (inclusa, ovviamente l’anticipata Fornero (42 anni e 10 mesi per uomini, e 41 anni e 10 mesi per le donne));
Pensionamento a 71 con traguardo verso 74 anni (altro che i 67 della Fornero!)
Tutto contributivo (e questo i lavoratori se lo aspettano già)

Sig. Luca, la Proposta da noi elaborata volge verso un “NEW Deal”, il punto di incontro tra imprese, lavoratori, INPS e Stato. QUESTA È LA VISIONE DI INSIEME (LA FORESTA) CHE LEI, SIG. LUCA, NON RIESCE A VEDERE.

Concludo, rivolgendo a lei le stesse parole che ho rivolto al sig. Marco nel mio commento, in questo stesso articolo, del 12 febbraio 2024 alle 23:04:

“Il vero rischio che io vedo non è nel Governo, ma nei lavoratori stessi”.

POST N. 51

15 Febbraio 2024 alle 19:17 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

E se a pagare le nostre pensioni fossero (anche) i robot? Proposta Perfetto-Armiliato-Gibbin (mia risposta al sig. Franco Giuseppe)


Sig. Franco Giuseppe, sono vissuto in Centri di Elaborazione Dati in contatto diretto con robot per la gestione della nastroteca (io programmavo nel 1982 il robot gestore nastri IBM 3850 Mass Storage risiedente in un bunker nella città di Inverno in provincia di Pavia), con operatori automatici (Autoperator), con Schedulatori automatici, e programmavo i computer per fare lavorare operatori, schedulatori, sistemisti, dipendenti, clienti in modo da ottenere il livello più alto di produzione di transazioni elettroniche che fosse compatibile con i livelli di servizio stabiliti dal management del CED.

In altre parole, dovevo programmare il computer in modo da gestire domanda e offerta di transazioni, domanda e offerta di “service unit” (ovvero di moneta digitale circolante nei CED), domanda e offerta di lavoro in maniera automatizzata. Inoltre, ho sviluppato applicazioni per far lavorare i programmatori applicativi al posto di operatori e schedulatori per utilizzare il minor numero di persone (operatori e schedulatori) in modo da economizzare sulle spese del personale.

Lei ha ragione, sig. Franco Giuseppe, nel dire che non sono di questo mondo, se per “mondo” intende l’ambiente entro il quale si vive per la maggior parte del proprio tempo.

Sino ad ora ho vissuto in un mondo dove si usa la moneta digitale, si producono beni e servizi digitali, si interagisce in maniera amichevole con i robot e gli automi che eseguono lavori digitali, sono vissuto nella piena era digitale. Ma ora che sono in pensione, credo di essere sbarcato su un pianeta piuttosto arretrato, dove il Governatore della Banca d’Italia presenta all’Italia le meraviglie dell’euro digitale, della moneta digitale che da almeno quarant’anni io utilizzo nei Centri di Elaborazione Dati; dove basta costruire una cuccia per cani o un ponte penzolante su uno stretto e poi dire “oh, ma che bravi architetti che siamo!”

Sig. Franco Giuseppe, credo proprio che passeggiando presso i vostri palazzi del potere dove, mi pare di capire dalle sue parole, ci sono ancora governanti che stendono tappeti rossi a imprenditori elargendo loro finanziamenti, bonus, decontribuzioni, favori fiscali (cose che nel mondo digitale in cui fino ad ora sono vissuto non ho mai visto), non solo non verrei riconosciuto, ma non verrei neanche ascoltato.

Ma io, come un caterpillar, vado avanti lo stesso.

POST N. 50

15 Febbraio 2024 alle 17:48 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

E se a pagare le nostre pensioni fossero (anche) i robot? Proposta Perfetto-Armiliato-Gibbin (mia risposta al sig. Nicola)


Sig. Nicola, lei porta esempi concreti che, a suo avviso, impedirebbero al Governo italiano, presente e futuro, di approvare questa Proposta.

Spesso le Istituzioni internazionali e nazionali insistono (come peraltro viene esplicitato anche nell’articolo) sulla riduzione della spesa pensionistica e sulla riduzione del debito pubblico.

Le Istituzioni indicano sia “COSA” fare (ridurre il debito pubblico) che “COME” fare (riducendo la spesa pensionistica).

La nostra Proposta indica “COSA” fare (ricambio generazionale), “COME” fare (attraverso un Programma fatto di 15 punti) con “QUALI” mezzi (IRAUT).

Nel documento di sintesi di 8 pagine che illustra la nostra Proposta descritta in un documento di 50 pagine, abbiamo specificato tre obiettivi che la nostra Proposta si prefigge di raggiungere nel seguente, preciso ordine:
1. Ricambio generazionale (tramite Riforma Previdenziale flessibile)
2. Creazione occupazione (tramite ricambio generazionale)
3. Crescita e sviluppo economico (tramite creazione occupazione)

Nel terzo obiettivo è citata la crescita economica, ovvero la crescita del PIL. Al momento non abbiamo modo di poter valutare in termini numerici la percentuale di crescita del PIL con l’adozione della nostra Proposta, e quindi non abbiamo un valore numerico da poter confrontare con lo 0,9% di crescita del PIL italiano stimato per il 2024.

Non abbiamo la stima di crescita del PIL per il 2024, ma abbiamo una Proposta ed un Programma che poggiano su un solido impianto concettuale capace di trasformare i problemi (l’automazione che riduce il livello di occupazione) in soluzioni (l’automazione che aumenta il livello di occupazione).

La nostra Proposta indica tre possibili mezzi per attuare il Programma: IRAUT, IRES, Moneta Digitale di Stato.

In conclusione.

Le Istituzioni indicano “COSA” fare (ridurre il debito pubblico); il “COME” fare è indicato dalla nostra Proposta (attuando il ricambio generazionale).

Noi abbiamo l’idea. Ma il Governo italiano sarebbe capace di venderla ai nostri Partner europei?

POST N. 49

15 Febbraio 2024 alle 12:51 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Pensioni 2024, Proposta di Riforma flessibile e strutturale: una controriforma Fornero (mia risposta al sig. Luca)


Rispondo al commento del sig. Luca in seduta plenaria (per modo dire), perché mi è stata posta la domanda cruciale, la più importante di tutte le domande che mi attendo di ricevere sulla Proposta di Riforma Previdenziale oggetto del presente articolo.

DOMANDA DEL SIG. LUCA.

Il sig. Luca pone nel suo commento del 14 febbraio 2024 alle 21:25 (riferendosi ai 15 punti elencati nel Programma) la seguente domanda:
“sono tutte proposte già bocciate dal governo (es. opzione donna) oppure economicamente non applicabili (es. quota 41) …perché mai adesso dovrebbero essere accolte con favore dai governanti?”

Mi aspettavo questa domanda.

In una mail che ho inviato alla Dott.ssa Erica Venditti in data 29 gennaio 2024 alle ore 20:54 (durante il periodo in cui si stava formando il Gruppo di studio Perfetto-Armiliato-Gibbin) ho riportato alcune domande che mi attendo di ricevere. Quella in cima alla lista è la seguente:

“In passato si è provato a fare una Riforma Previdenziale flessibile e strutturale, ma nessuno ci è riuscito. Al contrario, sono stati presi provvedimenti che hanno introdotto maggiori rigidità e scadenze temporali. Perché mai la vostra Riforma Previdenziale dovrebbe avere successo?”

RISPOSTA ALLA DOMANDA DEL SIG. LUCA.

La nostra Proposta di Riforma Previdenziale avrà successo perché è figlia dei nostri tempi, che sono i tempi del digitale.

La Robotica e soprattutto l’Intelligenza Artificiale si stanno affermando con forza impetuosa nel tessuto vitale della nostra società: nei negozi sotto casa nostra (bar, ristoranti, pizzerie), nei servizi digitali (consegna della posta, download di certificati anagrafici, assistente virtuale dell’INPS, assistente digitale della PA).

La nostra Proposta di Riforma Previdenziale ha a che vedere con il Lavoro (occupazione e disoccupazione), con le Pensioni (il “lato nascosto” del lavoro), con l’Istruzione (preparazione dei futuri economisti digitali), con la Economia (crescita e sviluppo), con la Società (cose socialmente giuste da fare e in maniera egualitaria). Tutto questo è descritto in un documento di 50 pagine che abbiamo preparato.

Ad oggi, io ritengo, non è stata ancora presentata una vera Riforma Previdenziale che tenga conto di tutti questi aspetti tra loro così strettamente collegati includendo come forza lavoro anche Robot e AI.

La Prof.ssa Rita Cucchiara, docente dell’Università di Modena e Reggio Emilia, in un articolo su La Stampa del 14 febbraio 2024 a firma di Eleonora Camilli ci informa: “l’IA in tutte le sue forme sarà uno strumento di ausilio per le pratiche del lavoro parlamentare, da quelle preliminari fino al supporto finale alle decisioni” (https://www.lastampa.it/politica/2024/02/14/news/intelligenza_artificiale_utilizzo_parlamento-14070141/?ref=LSHPO-BH-I0-PA3-S1-T1).

Ecco che cosa mi piacerebbe che accadesse: MI PIACEREBBE CHE LA NOSTRA PROPOSTA VENISSE PRESENTATA IN PARLAMENTO E SOTTOPOSTA ALL’ANALISI DI UN SISTEMA BASATO SULLA INTELLIGENZA ARTIFICIALE.

La sola incertezza che aleggia sulla nostra Proposta riguarda il QUANDO verrà attuata.

Il “QUANDO” dipende principalmente da due fattori (anzi tre, ma il terzo al momento lo escluderei):

1. Dalla nostra capacità di trasmettere agli Organi di competenza (Sindacati, Governo, Istituzioni) quanto abbiamo descritto nel documento di 50 pagine che viene sintetizzato in un altro argomento di 8 pagine, i cui contenuti (espressi in questo articolo e nel successivo) i lettori di Pensionipertutti hanno potuto leggere in anteprima assoluta;

2. Dalla capacità degli Organi di competenza di recepire in maniera obiettiva (cioè indipendentemente dalle proprie adesioni a correnti di partito) quanto da noi esposto nel documento di 50 pagine, dedicando il loro tempo a migliorarlo, tenendo in debita considerazione che la Società è più della somma dei singoli individui (e, occorrerebbe aggiungere, dei singoli automi) che la compongono, e pertanto questo “surplus” questo “extra beneficio” andrebbe ridistribuito in maniera egualitaria tra famiglie e imprese (tramite lo Stato) anche attraverso l’istituzione di nuove imposte come l’IRAUT.

Ci si potrà domandare: PERCHÈ PROPRIO L’IRAUT, quando abbiamo già la Digital Service Tax (Imposta sui Servizi Digitali) e la Global Minimum Tax (la Imposta Minima Globale applicate alle imprese, entrata in vigore dal 1° gennaio 2024 in Italia e negli altri Paesi membri dell’Unione europea)?

Ebbene, mentre la Digital Service Tax e la Global Minimum Tax riguardano la fiscalità generale (quindi le entrate sono orientate principalmente per far fronte a problemi legati all’andamento demografico e alla transizione energetica), l’IRAUT (la Imposta sul Reddito da lavoro prodotto dagli AUTomi) riguarda in modo specifico il versamento dei contributi sia per il pagamento delle pensioni (un aspetto non propriamente di carattere fiscale in quanto i contributi vengono versati all’INPS e non all’erario) sia per colmare il vuoto contributivo di lavoratori e lavoratrici che attraversano periodi di disoccupazione a causa dell’automazione (tale aspetto potrebbe essere collegato alla fiscalità generale e quindi di competenza dell’erario).

Infine, l’IRAUT non è una “tassa” ad hoc per penalizzare le imprese che ricorrono a robot invece che ad esseri umani. L’IRAUT è una “imposta” (che si chiama coì perché viene “imposta” dallo Stato) per ridistribuire la ricchezza della nazione tra imprese e famiglie al fine di elevare il benessere sociale.

POST N. 48

15 Febbraio 2024 alle 1:16 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

E se a pagare le nostre pensioni fossero (anche) i robot? Proposta Perfetto-Armiliato-Gibbin (mia risposta al sig. Franco Giuseppe)


Sig. Franco Giuseppe, che si arriverà ad applicare l’imposta sui robot è certo.

O il Governo ne prende atto già nel 2024 e potrà governare sia la nazione che gli eventi; oppure, non ne prende atto e continuerà a governare solo la nazione lasciandosi governare dagli eventi (come finora è sempre accaduto).

Se a governare saranno ancora gli eventi, essi a fine legislatura diranno al Governo di applicare l’imposta sui robot, perché le casse dell’erario si saranno prosciugate.

L’espressione popolare “prevenire è meglio che curare” sta ad indicare che il più delle volte avviene l’esatto contrario: ci si cura perché non si è pensato di prevenire la malattia (forse perché si pensa che le cose cattive capitino solo agli altri e non anche a se stessi).

L’altra popolare espressione è “l’uomo è artefice del proprio destino”. Di conseguenza, se non si vuole essere penalizzati dalle scelte mancate del Governo, c’è sempre la possibilità di realizzare ciò che si ha in mente di realizzare.

POST N. 47

15 Febbraio 2024 alle 0:24 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

E se a pagare le nostre pensioni fossero (anche) i robot? Proposta Perfetto-Armiliato-Gibbin (mia risposta al sig. Wal)


Sig. Wal, in un opuscoletto del 2018 intitolato “Pensionare la riforma Fornero? Proposte per una ragionevole riforma del sistema previdenziale”, il Prof. Giuliano Cazzola ha scritto un breve saggio intitolato “Le pensioni non crescono sugli alberi”. Da qui ho preso spunto per la mia frase “i bambini non crescono sugli alberi”.

Personalmente io non darei molto peso sul fatto che nascano pochi bambini, perché abbiamo i robot. Ma tutti coloro che si occupano di pensioni prima o poi puntano il dito sulla denatalità. A questo punto occorre rispondere a tono a tutti coloro che considerano la denatalità un problema. NO: la denatalità non è più un problema, perché abbiamo i robot e l’intelligenza Artificiale che sostituiranno i futuri lavoratori che verranno a mancare a causa della denatalità. Punto.

Aggiungiamo che anche a robot e AI applichiamo l’imposta sul reddito da lavoro, proprio simile alla IRPEF applicata agli esseri umani che, peraltro, nel loro lavoro assomigliano sempre più a dei robot, ed ecco che abbiamo creato le condizioni per pensionare la Riforma Fornero, e per giunta con soli 13 anni di contribuzione!

Per quanto riguarda l’Intelligenza Artificiale (che sta per entrare anche nel Parlamento italiano) io mi concentrerei su come far correre alla stessa velocità l’impiego dell’AI e lo sviluppo di nuove professioni legate proprio all’AI (e questo è proprio una delle funzioni dell’IRAUT che proponiamo di introdurre nel nostro sistema fiscale). Perché se il primo dovesse correre più del secondo, allora si creerebbe disoccupazione di massa. E sarebbero davvero grossi problemi (ancora più grossi di quelli che oggi abbiamo) per le famiglie, per le imprese e per lo Stato.

Curerei anche aspetti etici legati all’utilizzo dell’AI, ma non nutrirei particolari timori. Un sistema basato su AI in grado di imparare da solo e dai propri errori, sarebbe in grado di elaborare gli errori e gli orrori dell’umanità, la pace e le guerre tra religioni, la povertà e la ricchezza delle nazioni, e giungerebbe (e di questo ne sono pienamente convinto!) alla conclusione alla quale ancora nessun essere umano alla guida di una Nazione è riuscito ad arrivare, che è questa: la sola guerra che si può vincere è quella che non viene combattuta.

POST N. 46

14 Febbraio 2024 alle 13:26 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Pensioni 2024, Proposta di Riforma flessibile e strutturale: una controriforma Fornero (mia risposta al sig. Parassita)


“Solo ciò che supera il proprio intelletto è inapplicabile”. Claudio Maria Perfetto 

POST N. 45

14 Febbraio 2024 alle 10:52 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

E se a pagare le nostre pensioni fossero (anche) i robot? Proposta Perfetto-Armiliato-Gibbin (mia risposta al sig. WilliamW)


Sig. WilliamW, non esiste un sistema “più semplice”. I bambini non crescono sugli alberi.

Il problema non sono i soldi. Il problema è che i bambini non ci sono, e senza bambini non ci saranno lavoratori futuri, e senza questi non si potranno pagare le pensioni. Il sistema pensionistico è pensato per autoregolarsi e per essere sostenibile nel lungo periodo. In questo la Riforma Fornero opera in maniera eccellente. Quindi, se non passa la nostra Proposta, rimarrà la Riforma Fornero, si andrà in pensione ben oltre i 67 anni di età, in quanto è sempre attivo l’aggancio del pensionamento all’aspettativa di vita.

La proposta Tridico (alla quale lei sembra velatamente accennare) non è passata perché non risolve il problema della denatalità.

POST N. 44

14 Febbraio 2024 alle 0:27 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Pensioni 2024, Proposta di Riforma flessibile e strutturale: una controriforma Fornero (mia risposta al sig. Carlo)


Sig. Carlo, lei evidenzia la presenza di diverse lacune sociali nel nostro sistema sociale (oggi, come ieri).

Distorsioni (reddito da pensione più elevato di un reddito da lavoro); squilibri (tra quanto versato e quanto percepito); incoerenza (tra quanto promesso e quanto realizzato).

Se fosse stato possibile colmare tali lacune con i mezzi disponibili sarebbe stato già fatto. Occorre migliorare la società colmando le lacune proponendo nuove idee, percorrendo nuove strade, utilizzando nuovi mezzi.

Concordo con lei, sig. Carlo, che “a riscrivere il sistema pensionistico non dovrebbero essere i pensionati o chi la pensione ormai la ha “acquisita” …. ma quelli che dovrebbero mantenere lo stesso sistema”.

Costoro dovrebbe sviluppare anche una “visione” che consenta loro di riscrivere il sistema pensionistico in linea con i tempi e le esigenze della società.

Ecco, l’obiettivo di questa Proposta di Riforma Previdenziale è di trasferire una “visione” a chi poi dovrà riscrivere il sistema pensionistico.

Questa che lei legge, sig. Carlo, è una “Proposta”, non è “LA” Riforma. È una Proposta da inviare ai Sindacati, al Governo, alle istituzioni. Insomma, a chi ha il compito istituzionale di “riscrivere il sistema pensionistico”.

POST N. 43

13 Febbraio 2024 alle 23:22 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Pensioni 2024, Proposta di Riforma flessibile e strutturale: una controriforma Fornero (mia risposta al sig. Luca)


Sig. Luca, come giustamente lei osserva, la Proposta non dice nulla di nuovo.

NUOVO è il MODO con cui viene detto.

Nuovo è il modo in cui le idee sono state messe insieme per costruire il PUZZLE che lei, sig. Luca, osserva.

Finalmente le ragioni di: Damiano, Baretta, Gnecchi, Rizzetto, Durigon, Serracchiani, Pastorelli, Locatelli, Marzano, Dalveaux, Oberson, Gates, Armiliato, Marino, OCSE, trovano tutte posto nel rimuovere i due grossi macigni che impediscono di mandare in pensione la Riforma Monti-Fornero: denatalità e invecchiamento della popolazione.

Nemmeno il “tassare la robotizzazione” è nuovo, come giustamente lei osserva, sig. Luca, tanto è vero che risale al 2016-2017, quando fu per la prima volta espressa al Parlamento europeo. E questo è proprio uno dei punti di forza della nostra Proposta. Non stiamo parlando di cose astruse.

Il suo occhio fine, sig. Luca, ha giustamente osservato che la tassazione non è inclusa nei 15 punti. Ma non si è dato la briga di indagare sul perché.

Il “tassare la robotizzazione” non è incluso nei 15 punti perché NON FA PARTE DEL PROGRAMMA.

Il “tassare la robotizzazione” fa parte, invece, della PROPOSTA che contiene il Programma.

L’IRAUT non è un punto del Programma ma è il MEZZO per attuare il PROGRAMMA.

Nella nostra Proposta abbiamo esplicitato anche altri mezzi: per esempio, l’IRES.

POST N. 42

13 Febbraio 2024 alle 21:49 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

E se a pagare le nostre pensioni fossero (anche) i robot? Proposta Perfetto-Armiliato-Gibbin (mia risposta al sig. Nicola)


Sig. Nicola, lei mi pone tre domande. Le fornirò tre risposte.

DOMANDA 1: se la Nissan volesse investire in un nuovo stabilimento automobilistico, e si trovasse a dover scegliere se aprirlo in UK (dove l’IRAUT non verrebbe applicata) e l’Italia (dove invece l’IRAUT verrebbe applicata), dove presumibilmente investirebbe la Nissan?

RISPOSTA 1: ritenendo uguali in UK e in Italia tutte le altre condizioni al contorno, la Nissan investirebbe, in base al postulato di razionalità, laddove il costo del lavoro è minore, e quindi investirebbe in UK, poiché l’IRAUT aumenterebbe il costo del lavoro. Ma, se la Nissan fosse interessata ad affermarsi anche nel mercato italiano, potrebbe raggiungere un accordo (un “deal”) con il Governo italiano che possa risultare vantaggioso (win-win) per entrambe le parti. L’IRAUT non è una “tassa” che gioca a sfavore delle imprese. L’IRAUT è una “imposta” che gioca a favore dello Stato (perché gli permette di distribuire in maniera equa la ricchezza tra imprese e cittadini attraverso, per esempio, la riduzione dell’IRPEF), e giova a favore delle imprese (perché permette alle imprese di produrre e vendere ciò che i cittadini, grazie alla riduzione dell’IRPEF, potranno acquistare da loro). Questo mia congettura andrebbe verificata da esperti di diritto tributario.

DOMANDA 2: “come viene calcolata l’IRAUT, la mettiamo sui programmi informatici che agevolano le persone oppure sui robot in produzione che sostituiscono gli operai?”

RISPOSTA 2: l’IRAUT verrebbe applicata sia sui programmi informatici (es. sull’applicazione ANPR – Anagrafe Nazionale Popolazione Residente – https://www.anagrafenazionale.interno.it/)), che sui robot (es., sui robot-fattorini per le consegne a guida autonoma come Yape). Gli Autori della Proposta di Riforma Previdenziale stanno verificando tramite un “simulatore IRAUT” come applicare l’IRAUT. Sarebbe utile conoscere anche il parere di esperti di diritto tributario (dell’Agenzia delle Entrate, per esempio) ai quali pensiamo di rivolgerci.

DOMANDA 3: “i paesi che non hanno problemi demografici perché dovrebbero mettere una tassa sui Robot?”

RISPOSTA 3: i paesi che non hanno problemi demografici potrebbero voler applicare l’IRAUT per controllare il tasso di accelerazione dell’automazione al fine di non avere elevati tassi di disoccupazione. Vale la pena, a tale proposito, ricordare le parole di John Maynard Keynes riportate nel suo saggio “Prospettive economiche per i nostri nipoti” del 1930: “Noi, invece, siamo colpiti da una nuova malattia di cui alcuni lettori possono non conoscere ancora il nome, ma di cui sentiranno molto parlare nei prossimi anni: vale a dire la disoccupazione tecnologica. Ovvero, la disoccupazione generata dalla scoperta di strumenti economizzatori di manodopera che procede con ritmo troppo rapido perché ci sia il tempo di riassorbire quella stessa manodopera in altri settori produttivi”.

CONCLUSIONE. L’IRAUT sarebbe una imposta come tante altre, come l’IRPEF, come l’IRES, come l’IVA. Le imposte in Politica Fiscale hanno la stessa funzione che il tasso di interesse ha in Politica Monetaria. Tramite la Politica Fiscale il Governo potrebbe controllare il tasso di inflazione alzando, o riducendo, o azzerando un’imposta piuttosto che un’altra. Non è detto, quindi, che l’IRAUT debba essere applicata per sempre. Una volta che l’economia italiana si sarà ripresa, grazie all’IRAUT, ai pensionamenti dei lavoratori anziani, all’occupazione di giovani disoccupati, al miglioramento delle condizioni sociali della popolazione italiana, l’IRAUT potrà essere del tutto dismessa.

POST N. 41

13 Febbraio 2024 alle 19:38 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

E se a pagare le nostre pensioni fossero (anche) i robot? Proposta Perfetto-Armiliato-Gibbin (mia risposta al sig. Venanzio)


Sig. Venanzio, lei vuole pragmatismo, ed è giusto essere pragmatici.

I contributi che lei ha versato sono suoi, e le verranno restituiti con i dovuti interessi.

I contributi le verranno restituiti quando lei andrà in pensione. Non tutti assieme, ma mese dopo mese, fino alla fine dei suoi giorni. Quando li riceverà, potrà farne quello che vuole. Questa è la legge attuale. Questa è la legge Fornero. Questa è la legge che si vuole sostituire con una legge più flessibile che risponda ai principi di giustizia e di equità che lei invoca.

La Proposta di Riforma Previdenziale che abbiamo elaborato risponde alle sue aspettative (pur non conoscendole nei dettagli).

Io, come lei, e come tutti i lettori suppongo, sono davvero ansioso di conoscere un’altra Proposta di Riforma Previdenziale della stessa levatura morale (che riguarda i valori), etica (che riguarda i comportamenti che discendono dai valori), economica (che riguarda la ricchezza che deriva dai comportamenti), sociale (che riguarda il benessere che deriva dalla ricchezza) di cui lei sta prendendo visione.

POST N. 40

13 Febbraio 2024 alle 13:02 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Pensioni 2024, Proposta di Riforma flessibile e strutturale: una controriforma Fornero (mia risposta al sig. Nicola)


Sig. Nicola, lei suggerisce testualmente: “Fate questa proposta a Confindustria, vedremo la loro reazione, alla fine sono gli imprenditori che danno il lavoro al paese”.

Mi permetta di riportare un mio commento su Pensionipertutti nell’articolo a firma di Erica Venditti “Pensioni anticipate 2020, Quota 100 e la misura ‘gemella’ che durerà fino al 2026” pubblicato il 10 luglio 2020. Il mio commento è il seguente:

“Quando Confindustria capirà che i robot non consumano (eccetto s’intende l’energia) e quindi non avrà consumatori a cui vendere i propri prodotti; quando i sindacati capiranno che i robot non protestano e quindi non avranno iscritti con cui riempire le piazze; quando il governo capirà che i robot non pagano le tasse e quindi avrà meno contribuenti con cui riempire le casse dell’erario; insomma, quando si capirà che con una popolazione anziana che consuma poco, con lavoratori sessantenni sempre più fuori mercato, con giovani sempre più a casa (ma dei genitori), allora, dinanzi alla catastrofe occupazionale e produttiva, Confindustria, sindacati e governo verranno messi davvero alle strette (per adesso non lo sono, bisognerà aspettare il 2021) e capiranno che la prima cosa da fare sarà quella di mandare in pensione i sessantenni (ma, forse forse, anche i cinquantacinquenni)”.

(https://www.pensionipertutti.it/pensioni-anticipate-2020-quota-100-e-la-misura-gemella-che-durera-fino-al-2026/#comment-26834)

POST N. 39

13 Febbraio 2024 alle 12:37 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Pensioni 2024, Proposta di Riforma flessibile e strutturale: una controriforma Fornero (mia risposta a Mauro Marino)


Caro Mauro Marino, devo dirti che ti apprezzo molto. Apprezzo la tua partecipazione social su Facebook, apprezzo i tuoi interventi a Vox Populi, su Finanza now in cui, come si suole dire, “ci metti la faccia”.

Qualora non dovesse andare in porto la Proposta di Riforma Previdenziale qui solo accennata, in cuor mio mi sentirei di appoggiare le Proposte CODS+UTP, proprio come quando un candidato presidente si rende conto di non potercela fare e quindi orienta i propri sostenitori ad appoggiare altri candidati che hanno maggiori prospettive di essere eletti.

Alla base della Proposta UTP c’è la questione del problema del reperimento risorse.

Le risorse possono essere reperite attraverso una razionalizzazione del loro impiego, attraverso la separazione tra previdenza e assistenza, per esempio, che, non a caso, è il primo punto del Programma UTP. E su questo punto il Gruppo UTP può certamente contare su un forte alleato, Alberto Brambilla, Presidente Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali.

Come si legge su ilsole24 ore del 16 gennaio 2024, l’indicazione che Itinerari Previdenziali dà è di “Razionalizzare spesa e separare assistenza da previdenza” (https://www.sanita24.ilsole24ore.com/art/lavoro-e-professione/2024-01-16/welfare-itinerari-previdenziali-157-mld-costo-2022-126percento-10-anni-indicazione-razionalizzare-spesa-e-separare-assistenza-previdenza-150930.php?uuid=AFRuKbMC&refresh_ce=1).

Ammesso di poter separare previdenza da assistenza, e quindi ammesso di poter disporre di risorse sufficienti per realizzare interamente il Programma CODS+UTP, come si controbatte a chi insisterebbe sul problema della denatalità?

Il recupero di risorse dovuto alla separazione tra previdenza e assistenza, nonché dall’evasione contributiva, sarà sufficiente a sostenere in maniera strutturale, ovvero continua, il pagamento di pensioni per una popolazione che, se da un lato ha sempre meno lavoratori a causa della denatalità, dall’altro ha persone che vivono sempre più a lungo e quindi percepiranno la pensione per periodi sempre più lunghi?

Si potrebbe risolvere il problema aumentando il tasso di immigrazione, ma a questo punto ho motivi per credere che sia più facile applicare l’imposta ai robot che aumentare il tasso di immigrazione.

La Proposta di Riforma Previdenziale, che, ripeto, viene solo accennata in questo articolo, vuole supportare le Proposte CODS e UTP ponendole al riparo da eventuali critiche che potrebbero essere loro mosse in ambito denatalità e invecchiamento della popolazione.

POST N. 38

12 Febbraio 2024 alle 23:04 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Pensioni 2024, Proposta di Riforma flessibile e strutturale: una controriforma Fornero (mia risposta al sig. Marco)


Sig. Marco, la proposta Tridico va bene, ok.

Ma rimane pur sempre la proposta da “ultima spiaggia”, quella che a Bergamo sintetizzano con la frase “Piötost de negót, l’è mej piötost!” (“Piuttosto di niente, meglio piuttosto!”).

Tridico ha elaborato la proposta sulla base di determinati vincoli finanziari.

La Proposta di Riforma Previdenziale qui descritta, si libera dei vincoli finanziari cui va soggetta la proposta Tridico, e quindi può aspirare al raggiungimento di obiettivi più elevati e più dignitosi.

La proposta Tridico, peraltro, non è una Riforma. In essa sono ancora presenti i punti di debolezza relativi alla denatalità e all’invecchiamento della popolazione. Nella proposta Tridico sono ancora presenti i punti sui quali insisterebbero le Istituzioni europee per demolire la proposta Tridico.

La Proposta di Riforma Previdenziale qui descritta ingloba la Proposta di Damiano-Baretta-Gnecchi, la Proposta di Rizzetto, la Proposta di Durigon, la Proposta di Serracchiani, la Proposta di Tridico, la proposta di CODS, la Proposta di UTP, e le MIGLIORA TUTTE. Ma cosa si vuole di più?

A questo punto, sig. Marco, sa qual è il vero problema? Sa qual è il vero rischio della mancata attuazione di questa Proposta di Riforma Previdenziale?

Il vero rischio che io vedo non è nel Governo, ma nei lavoratori stessi.

Sì, perché i lavoratori hanno già accettato a rassegnarsi alla pensione interamente contributiva, alla pensione con penalizzazioni, alla Opzione Donna che umilia, offende e degrada la Donna al punto da farle accettare anche le briciole che cadono dal tavolo del Governo (proprio come quella donna cananea che disse “Sì, o Signore, ma anche i cagnolini mangiano delle briciole che cadono dalla mensa dei loro padroni” (Vangelo secondo Matteo, capitolo 15 versetto 27)).

Ecco, sig. Marco, che veniamo al dunque.

Se il Governo dovesse domandarmi: “Sig. Perfetto, il popolo ha già accettato quello che loro offriamo. Perché mai dovremmo offrire loro di più?”

Ed io averi una sola risposta da dare al Governo: “date al popolo ciò che al popolo avete offerto”.

E lei sig. Marco potrebbe rispondermi: “ma noi faremo come hanno fatto i francesi”.

Lei, sig. Marco, lei e tutte le persone che come lei sono disposte ad accettare decurtazioni, penalizzazioni, iniquità, ingiustizie, umiliazioni, disonori, lei e tutti gli altri avreste davvero il coraggio e la forza di “fare come hanno fatto o fanno i francesi”?

A questo punto, sig. Marco, sono io a ridere al posto suo. 

POST N. 37

12 Febbraio 2024 alle 19:46 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Pensioni 2024, Proposta di Riforma flessibile e strutturale: una controriforma Fornero (mia risposta al sig. Marco)


Sig. Marco, con nuove idee c’è almeno la probabilità che si arrivi ad una nuova Riforma Previdenziale flessibile e strutturale. Ma non si sa quando.

Senza nuove idee c’è la certezza che non si arriverà ad una nuova Riforma Previdenziale flessibile e strutturale. E si sa quando: mai.

Mi fa piacere che la Proposta la faccia ridere.

Ricordo che un clown del circo una volta disse: “Mi piace far ridere la gente. Perché quando la gente ride, non può essere triste”. 

POST N. 36

12 Febbraio 2024 alle 18:17 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Pensioni 2024, Proposta di Riforma flessibile e strutturale: una controriforma Fornero (mia risposta al sig. Stefano)


Vede, sig. Stefano, tutte le Riforme sono buone, perché sono figlie del loro tempo. E ad una Riforma ne succede un’altra, per adeguare le leggi al nuovo assetto della società.

La Riforma Fornero è figlia di un tempo passato, quando i robot e l’intelligenza artificiale non erano così popolari come lo sono oggi. La Riforma Fornero non è figlia di questo tempo, e pertanto “NON VA” superata. La Riforma Fornero “È” superata.

Se la Riforma Fornero è superata, quale Riforma potrà prendere il suo posto? Parliamo di “Riforma”, non di “accrocchi”, di leggine della durata di appena un anno.

La Proposta di Riforma Previdenziale, come viene precisato dalla Dott.ssa Venditti nell’articolo, è appunto una “Proposta” di Riforma, un invito a Governo e Sindacati a sedersi attorno ad un Tavolo e ad esaminare una idea che affonda le sue radici in Atti parlamentari rivisti alla luce di quel rischio che il Presidente Meloni, durante la sua recente visita a Tokio, ha evocato in merito alla diffusione dell’Intelligenza Artificiale: “Siamo di fronte alla reale possibilità che molte professioni, anche altamente qualificate, vengano rapidamente rimpiazzate da algoritmi, causando crisi sociali e contribuendo ad ampliare il divario tra ricchi e poveri” (Lorenzo De Cicco su Repubblica del 7 febbraio 2024).

E se anche i lavoratori altamente qualificati (e non solo quelli meno qualificati) verranno rimpiazzati, chi pagherà le nostre pensioni? 

POST N. 35

12 Febbraio 2024 alle 18:26 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Pensioni 2024, Proposta di Riforma flessibile e strutturale: una controriforma Fornero (mia risposta al sig. Mauro)


Quando si saprà da dove prendere i soldi necessari per coprire i 15 punti (non evocando evasione fiscale, separazione tra previdenza e assistenza, pensioni d’oro, pensioni dei parlamentari, spese militari), sarà facile da far passare. 

POST N. 34

12 Febbraio 2024 alle 18:17 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Pensioni 2024, Proposta di Riforma flessibile e strutturale: una controriforma Fornero (mia risposta al sig. Stefano)


Vede, sig. Stefano, tutte le Riforme sono buone, perché sono figlie del loro tempo. E ad una Riforma ne succede un’altra, per adeguare le leggi al nuovo assetto della società.

La Riforma Fornero è figlia di un tempo passato, quando i robot e l’intelligenza artificiale non erano così popolari come lo sono oggi. La Riforma Fornero non è figlia di questo tempo, e pertanto “NON VA” superata. La Riforma Fornero “È” superata.

Se la Riforma Fornero è superata, quale Riforma potrà prendere il suo posto? Parliamo di “Riforma”, non di “accrocchi”, di leggine della durata di appena un anno.

La Proposta di Riforma Previdenziale, come viene precisato dalla Dott.ssa Venditti nell’articolo, è appunto una “Proposta” di Riforma, un invito a Governo e Sindacati a sedersi attorno ad un Tavolo e ad esaminare una idea che affonda le sue radici in Atti parlamentari rivisti alla luce di quel rischio che il Presidente Meloni, durante la sua recente visita a Tokio, ha evocato in merito alla diffusione dell’Intelligenza Artificiale: “Siamo di fronte alla reale possibilità che molte professioni, anche altamente qualificate, vengano rapidamente rimpiazzate da algoritmi, causando crisi sociali e contribuendo ad ampliare il divario tra ricchi e poveri” (Lorenzo De Cicco su Repubblica del 7 febbraio 2024).

E se anche i lavoratori altamente qualificati (e non solo quelli meno qualificati) verranno rimpiazzati, chi pagherà le nostre pensioni? 

POST N. 33

12 Febbraio 2024 alle 17:00 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Pensioni 2024, Proposta di Riforma flessibile e strutturale: una controriforma Fornero (mia risposta al sig. Giorgio)


Sig. Giorgio, lei ha ragione: plus ça change, plus c’est la même chose (più le cose cambiano, più restano le stesse). Più i Governi cambiano, più la Riforma Fornero resta la stessa.

Le risorse possono anche essere pescate altrove, ma il pescaggio deve essere continuo, strutturale, e questo può essere garantito solo se in futuro ci saranno giovani lavoratori ad alimentare le pensioni. E i giovani lavoratori ci saranno in futuro se ci saranno le nascite o se ci saranno i robot. È su questo chiodo che occorre battere.

Infine, non serve una nuova rivoluzione francese. Abbiamo già la rivoluzione tecnologica di robot e AI che risolve il problema pensioni. 

POST N. 32

12 Febbraio 2024 alle 16:37 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Pensioni 2024, Proposta di Riforma flessibile e strutturale: una controriforma Fornero (mia risposta al sig. Mauro)


Sig. Mauro, la sua “semplice” soluzione assomiglia ad un tocco di fioretto dato in punta di piedi. Ma per scardinare la Riforma Fornero ci vuole un bazooka. Non crede anche lei? 

POST N. 31

19 Gennaio 2024 alle 13:55 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Riforma pensioni e lavoro: le ultime proposte (mia risposta alla Dott.ssa Venditti)


Dott.ssa Venditti, ho riflettuto a fondo sull’opportunità di avviare un’iniziativa il cui obiettivo è di portare al tavolo di incontro tra Governo e Sindacati una proposta che potrebbe avere buone possibilità di essere accolta da entrambi.

Credo che siano maturi i tempi per riprendere i contenuti già espressi in “Raccomandazioni” da parte di componenti del Parlamento europeo nel 2016 e da parte di deputati del Parlamento italiano nel 2017.

Conosciamo bene le istanze dei lavoratori e delle lavoratrici che vengono sostenute e portate avanti con impegno da Parlamentari italiani, da Sindacati e da Gruppi social.

Conosciamo bene gli sviluppi demografici della popolazione italiana, ed i vincoli finanziari di cui il Governo deve tener conto in occasione della stesura della Legge di Bilancio.

Facendo leva su tali conoscenze, e anche grazie ai commenti (soprattutto quelli più critici) emersi dai confronti tra i lettori e le lettrici di Pensionipertutti, credo che ci siano le condizioni per stilare un documento da sottoporre all’attenzione delle Organizzazioni Sindacali.

L’obiettivo, qualora i contenuti esposti nel documento ricevessero l’approvazione delle Organizzazioni Sindacali, è quello di farne oggetto di discussione al prossimo incontro tra Governo e Sindacati.

Per sviluppare tale iniziativa, ritengo utile la partecipazione (oltre alla mia, si intende) di Orietta Armiliato, di Mauro Marino e del lettore MG.

Mi assumo l’impegno di sviluppare il documento in bozza da sottoporre ai componenti del Team (composto dalle persone che ho elencato) in qualità di revisori.

Chiedo pertanto alla Dott.ssa Venditti di verificare la disponibilità di Armiliato, di Marino e del lettore MG a partecipare a tale iniziativa.

Chiedo alla Dott.ssa Venditti di ricevere via mail i documenti finali (qualora fossero disponibili) in cui CODS e UTP espongono le rispettive richieste.

In attesa di conoscere quanto da me richiesto, inizio a raccogliere la documentazione necessaria e a redigere il documento in bozza da sottoporre in prima battuta ai revisori che compongono il Team.

POST N. 30

18 Gennaio 2024 alle 17:44 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Riforma Pensioni 2024, Durigon su Quota 41: ‘Si farà, ma con contributivo’ (mia risposta al sig. Precoce e Usurante che mi invita a fare una poesia con le sue parole)


Giammai mi fu dato di vedere,
In tant’anni di leggi vissute,
In sol dodici mesi cadere
Previdenza, Sanità, Salute.

Hanno fatto dovunque gran cassa,
persino sui portabiciclette.
Del voto europeo fatto in massa
Poco importa a tali marionette.

Lor scopo è di tasse devastare,
Su ordine di poteri forti,
Questo popolo pensinsulare
Da tempo afflitto da tanti torti.

Orsù, è tutto premeditato:
Motti di campagna elettorale
Son sirene per l’elettorato,
Ma son menzogne che fanno male.

POST N. 29

18 Gennaio 2024 alle 16:53 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Riforma pensioni e lavoro: le ultime proposte (mia risposta al sig. Mariano e al sig. Matteo)


Sig. Mariano, sig. Matteo, per controbattere a tesi (tipo, “si vive più a lungo”) supportate da numeri (tipo, piramidi demografiche) occorre supportare le proprie tesi (tipo, “che noi si viva più a lungo è una favola”, oppure “’Italia sta rapidamente perdendo posizioni nella classifica dei paesi dove si vive più a lungo”) con numeri differenti (tipo, differenti piramidi demografiche). Se le proprie tesi non possono essere supportate con numeri, si risulta perdenti nel confronto dialettico.

Sig. Mariano, lei fa riferimento ai “signori delle élite”. Il concetto di “élite” lo si studia in Sociologia, come ho fatto io quando frequentavo nel 1990 la Facoltà di Scienze Politiche all’Università Statale di Milano. Tra le diverse definizioni che vengono date, la definizione di “élite” che ha caratteri più generali è forse la seguente: “l’élite comprende le persone e i gruppi che, per il potere che detengono, o per l’influenza che esercitano, contribuiscono all’agire storico in una collettività, sia prendendo decisioni che esprimendo o simbolizzando idee, sentimenti, o emozioni”.

Tale definizione di “élite” è scevra da qualsiasi giudizio di valore, è oggettiva, è neutra e quindi è applicabile a diversi “gruppi di élite”. Lei, invece, sig. Mariano, esprime giudizi morali (inerenti al valore) e giudizi etici (inerenti al comportamento), e quindi quello che afferma si adatterebbe meglio ad un gruppo specifico di élite che potrebbe essere, per esempio, il gruppo dei cosiddetti “influencer”.

Sig. Matteo, lei sostiene che “l’aspettativa di vita, statistiche alla mano, si sta riducendo” e attribuisce le cause della riduzione dell’aspettativa di vita alla “sanità pubblica in progressivo smantellamento, incremento delle patologie tumorali a causa dell’inquinamento ecc.”. Ebbene, è proprio grazie agli sviluppi delle moderne applicazioni mediche (che siano della sanità pubblica o della sanità privata poco importa) che si muore meno e si vive più a lungo. Il vaccino anti-Covid ne è un esempio. È ragionevole pensare (ma è solo una congettura) che senza il vaccino anti-Covid il numero dei morti per Covid sarebbe stato molto più alto. Di conseguenza, l’aspettativa di vita si sarebbe ridotta di più e il Governo avrebbe aumentato l’età pensionabile anziché a partire dal 2027 magari a partire dal 2030 (sarebbe un po’ come dire “mors tua, vita mea”).

Poi, sig. Matteo, lei fa riferimento alle “lobby elettorali”. Le lobby sono un prodotto della società. Sono gruppi di interesse (in campo farmaceutico, automobilistico, scolastico, e via dicendo) che si trasformano in gruppi di pressione al momento in cui i responsabili utilizzano la loro azione sull’apparato governativo per fare approvare le loro rivendicazioni. Il solo modo per far tacere i gruppi di pressione è quello di raggiungere con loro un’intesa. Anche i Sindacati potrebbero essere considerati, in un certo senso, gruppi di pressione.

POST N. 28

18 Gennaio 2024 alle 14:21 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Riforma pensioni e lavoro: le ultime proposte (mia risposta al sig. Seba e al sig. Marco)


Sig. Seba, sig. Marco, la visione di Steve Jobs era per Apple quella di “creare prodotti innovativi che potessero trasformare il modo in cui interagiamo con la tecnologia e arricchire la vita delle persone”. Credo che Steve Jobs abbia avuto successo nel realizzare la sua visione.

La mia visione è quella di creare soluzioni innovative per trasformare il modo in cui la tecnologia interagisce con noi, e dare alle persone una possibilità in più per decidere della propria vita.

Non credo che visioni come quella di Steve Jobs o come la mia siano fantascienza. Sono semplicemente “visioni”, immaginare qualcosa che al momento presente ancora non esiste, ma che potrebbe esistere. E che quindi esisterà.

La tassa sui robot e sull’Intelligenza Artificiale è fantascienza? La tassa sui robot e sull’Intelligenza Artificiale ancora non esiste. Ma potrebbe esistere. E quindi esisterà.

Quando esisterà? Quando si sarà formata una massa critica di idee tale da generare un “evento”. Quando ciò accadrà, non saranno gli eventi a governare il Governo, ma sarà il Governo a guidare gli eventi.

POST N. 27

117 Gennaio 2024 alle 17:59 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Riforma pensioni e lavoro: le ultime proposte (mia risposta al sig. Luca)


Sig. Luca, chi mette mano alle pensioni fa riferimento alle statistiche, e guarda alla piramidi demografiche.

Se si guardano le piramidi demografiche riportate nell’articolo dell’11 gennaio 2024, si nota che i pensionandi saranno sempre di più, anche perché si vive più a lungo.

Poche nascite e tanti anziani sono fattori che vanno supportati con misure che correggono le poche nascite.

A mio avviso, per incrementare le nascite non è sufficiente il “bonus bebè”.

POST N. 26

16 Gennaio 2024 alle 18:12 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Riforma pensioni e lavoro: le ultime proposte


Trovo molto interessanti le considerazioni espresse dal lettore di Pensionipertutti MG, sia per i contenuti che per la modalità di esposizione.

Sono contenuti concreti, ponderati, imparziali. Soprattutto, hanno carattere generale, prescindono cioè dagli strumenti applicabili (potrebbe essere l’Imposta sul Reddito degli Automi IRAUT da me proposta, oppure l’Imposta sul Reddito delle Società IRES proposta dai deputati Pastorelli, Locatelli, Marzano nella loro Proposta di Legge 4621 del 3 agosto 2017).

Per quanto riguarda l’esposizione che il sig. MG dà ai suoi contenuti, è un’esposizione che sembra una “linea guida” per comporre una Proposta; una Proposta che i Sindacati (unici portavoce delle istanze dei lavoratori) potrebbero portare sin da ora nel 2024 all’attenzione del Governo.

In altre parole, la linea guida che il sig. MG sembrerebbe fornire è quella di riprendere la PDL 4621 del 3 agosto 2017 e integrarla in modo sinergico con una delle altre Proposte di Legge avanzate in Parlamento, tra cui:

la PdL 857 del 30 aprile 2013 a prime firme dei deputati Damiano-Baretta-Gnecchi dal titolo «Disposizioni per consentire la libertà di scelta nell’accesso dei lavoratori al trattamento pensionistico»;

la PdL 1170 del 19 settembre 2018 di iniziativa del deputato Walter Rizzetto dal titolo «Disposizioni concernenti l’introduzione di un sistema flessibile per l’accesso al trattamento pensionistico»;

la PdL 2855 dell’11 gennaio 2021 a prima firma del deputato Claudio Durigon dal titolo «Modifiche all’articolo 24 del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, e altre disposizioni in materia di accesso anticipato al trattamento pensionistico» (in cui si prevede un nuovo e unico requisito contributivo pari a 41 anni per tutti).

Oltre alle Proposte parlamentari è opportuno prendere in considerazione altre significative proposte, tra cui:

la cosiddetta “Proposta Tridico”;

la «Proposta Collettiva» del «Comitato Opzione Donna Social (CODS)», di cui è fondatrice e coordinatrice la Sig.ra Orietta Armiliato (per inteso, la Opzione Donna con vecchi requisiti);

la «Proposta Collettiva» del Gruppo «Uniti per la Tutela del Diritto alla Pensione (UTP)», di cui è promotore il Sig. Mauro Marino.

Domanda: il Governo sarebbe disponibile ad ascoltare i Sindacati, se i Sindacati preparassero una proposta con un’architettura basata su PDL 4621 (IRES) e una delle PdL, o una delle Proposte Collettive, sopra elencate?

Prendo in prestito la risposta del sig. MG: “credo non sarebbe tempo perso provarci”.

POST N. 25

16 Gennaio 2024 alle 15:55 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Riforma pensioni e lavoro: le ultime proposte (mia risposta al sig. Stefano)


Sig Stefano, l’ex presidente INPS Tridico l’ha detto e ripetuto più volte che la spesa pensionistica è in linea con la media europea.

Il rapporto lavoratori/pensionati è intorno a 1,44 (valore ritenuto di equilibrio).

Dunque (la gente si domanda), dov’è il problema?

Il problema è che ci sono meno nascite, e quindi ci saranno in futuro meno lavoratori, e quindi il rapporto lavoratori/pensionati diminuirà al disotto di 1,44 (e quindi non sarà più valore di equilibrio), e quindi la spesa pensionistica non sarà più in linea con la media europea.

Conclusione del Governo: è necessario che i lavoratori restino più a lungo al lavoro, al fine di mantenere il rapporto lavoratori/pensionati intorno a 1,44, e quindi mantenere la spesa pensionistica in linea con la media europea.

In questa catena causa-effetto, la separazione tra Assistenza e Previdenza non entra affatto in gioco. Perché non è una questione di “mancanza di risorse monetarie (soldi)”, ma è una questione di “mancanza di risorse fisiche (lavoratori)”.

Io credo (ma è una mia personale opinione) che il Governo non parli chiaramente ai lavoratori e preferisca trincerarsi dietro la formula “non ci sono risorse”, perché non saprebbe spiegare ai lavoratori come lo Stato potrebbe creare occupazione, posti di lavoro.

POST N. 24

16 Gennaio 2024 alle 15:30 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Riforma pensioni e lavoro: le ultime proposte (mia risposta al sig. Marco)


Sig. Marco, l’automazione e l’IA corrono molto più velocemente di quanto lei non pensi.

Lo Stato fa cassa su energia e benzina, perché la usano tutti. Farà cassa anche su robot e Intelligenza Artificiale.

Quando lei, sig. Marco, si vedrà recapitare la posta da postini.robot (a Milano è in via sperimentale); o quando andrà al ristorante e verrà servito da camerieri-robot (a l’Aquila è già così); o quando andrà al bar e verrà servito dal barista-robot (a Milano qualche bar già fa così); o andrà in farmacia e verrà servito da farmacisti-robot (al Mauriziano di Torino è già così); o quando verrà ricoverato in ospedale e la temperatura gliela prenderà un infermiere-robot (ai tempi del Covid è stato così); o quando andrà ad un concerto e vedrà diriwere il direttore-robot (lo stanno già sperimentando); o quando passerà per un cantiere edile e vedrà muratori-robot (il robot umanoide Atlas è già pronto per entrare in opera); o quando chiamerà il numero verde di Intesa Sanpaolo e gli risponderà l’assitente digitale (il suo nome è Ellis, provi a fare il numero verde di Intesasanpaolo, sig. Marco, e sentirà con il suo orecchio); insomma, sig. Marco, quando, lei, io, tutti noi lettori di Pensioniperrtutti saremo testimoni diretti di questi eventi, vorrà dire che il Governo avrà applicato la tassa sui robot e sull’Intelligenza Artificiale.

POST N. 23

15 Gennaio 2024 alle 22:13 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Pensioni 2024, l’editoriale: cosa aspettarsi per quest’anno? (mia risposta al sig. Mauro Marino)


Vede, Mauro Marino, io non conto sulla classe politica, sulla loro capacità o volontà di fare ciò che sarebbe giusto o equo fare.

In un’intervista, il Premio Nobel per l’Economia Joseph Stiglitz ha dichiarato che il Governo Meloni ha un problema “di mancanza di competenza. Ne ho già parlato: qualunque sia la filosofia politica di questo governo, c’è il timore che le persone alla guida non siano di grande esperienza, che la qualità delle scelte non sia all’altezza”.

Trovo che il giudizio di Stiglitz sul Governo Meloni sia alquanto severo e, forse, poco meritato.

Il Governo Draghi (febbraio 2021 – luglio 2022) ha forse saputo fare di meglio?

Nelle Legge di Bilancio per l’anno finanziario 2022 (Legge 30 dicembre 2021, N° 232), presentata dal Ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco (Governo Draghi), all’Art 1. (Norme in materia di entrata e di spesa), al comma 253 si legge: “Al fine di promuovere interventi diretti a salvaguardare l’occupazione e assicurare la continuità all’esercizio delle attività imprenditoriali, alle società cooperative che si costituiscono, a decorrere dal 1°gennaio 2022 [omissis] è riconosciuto, per un periodo massimo di ventiquattro mesi dalla data della costituzione della cooperativa, l’esonero dal versamento del 100 per cento dei complessivi contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro”.

Se i datori di lavoro o i lavoratori non versano i contributi previdenziali, sarà lo Stato a versali per conto loro, attingendo o alla fiscalità generale o al surplus contributivo.

La domanda sorge spontanea: come si può allargare la platea dei pensionati se i contributi per finanziare le pensioni non vengono versati dai lavoratori e dalle imprese, ma vengono invece versati dallo Stato ricorrendo ad artifici finanziari che di fatto drenano risorse per le nuove pensioni?

Chiudo subito una parentesi che si potrebbe aprire: lasciamo fuori l’idea di recuperare risorse (35 miliardi di euro) dall’evasione contributiva. Il Governo metterebbe subito in pista la questione delle poche nascite e dell’invecchiamento della popolazione. Quindi è su questi punti che occorre trovare la soluzione. I robot e l’Intelligenza Artificiale sono la soluzione alle poche nascite e all’invecchiamento della popolazione.

Io non esprimo giudizi sui Governi (fanno bene o fatto male). Attraverso la decontribuzione, i Governi possono voler scegliere a loro giudizio di favorire l’aumento dei salari (Governo Meloni) oppure salvaguardare l’occupazione assicurando la continuità all’esercizio delle attività imprenditoriali (Governo Draghi). Cosa tutelare è una loro scelta.

Sostengo, invece, che ciò che guida la scelta dei Governi sono gli eventi (es., l’inflazione, oppure la disoccupazione). Il Governo Meloni si è mosso sotto la spinta degli effetti dell’inflazione (quindi occorre salvaguardare il potere di acquisto dei salari a discapito dell’aumento della platea dei pensionati); il Governo Draghi si è mosso sotto la spinta degli effetti della disoccupazione (quindi occorre tutelare l’occupazione tutelando le attività imprenditoriali a scapito dell’aumento della platea dei pensionati).

Io non penso affatto che i Governi, di qualsiasi coalizione, di Centrodestra o di Centrosinistra, possano arrivare ad elaborare di propria volontà una legge che tassi robot e intelligenza artificiale. La legge di Bilancio (e questa è la mia opinione) la fa sì il Governo, ma sotto dettatura degli eventi.

Vado verso la conclusione.

Quando il Governo dovrà affrontare la crescita dei disoccupati causata dalla sostituzione dei lavoratori con robot e intelligenza artificiale, per cui da un lato si dovrà pagare l’indennità di disoccupazione e dall’altro diminuiranno i versamenti contributivi; quando, cioè, le spese aumenteranno e le entrate diminuiranno, e non si potrà attingere né alla fiscalità generale né al surplus contributivo, la Legge di Bilancio che verrà presentata dal Ministro dell’Economia e delle Finanze che sarà in carica, riporterà all’Art 1. (Norme in materia di entrata e di spesa), comma xyz la dicitura relativa al versamento della tassa su robot e intelligenza artificiale.

Di questo, forse, se ne potrà parlare seriamente nel 2030. Al livello di conoscenza in cui mi trovo oggi sono solo in grado di prevedere gli eventi (ci saranno più robot e meno lavoratori). Per prevedere quando gli eventi accadranno (2026? 2028? 2030?), occorre accedere ad un livello di conoscenza superiore. Magari con modelli predittivi più raffinati che altri potranno sviluppare sulla scia dei miei studi.

POST N. 22

15 Gennaio 2024 alle 17:38 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Pensioni 2024, l’editoriale: cosa aspettarsi per quest’anno? (mia risposta al sig. Marco)


Sig. Marco, io ho cancellato dalla mia mente la parola “impossibile”.

L’ho cancellata quando mi sono reso conto della seguente verità: “Non saprai mai fin dove potrai arrivare, fino a quando non ci avrai provato”. 

POST N. 21

15 Gennaio 2024 alle 17:38 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Pensioni 2024, l’editoriale: cosa aspettarsi per quest’anno? (mia risposta al sig. Marco)


Sig. Marco, io ho cancellato dalla mia mente la parola “impossibile”.

L’ho cancellata quando mi sono reso conto della seguente verità: “Non saprai mai fin dove potrai arrivare, fino a quando non ci avrai provato”. 

POST N. 20

15 Gennaio 2024 alle 15:47 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Pensioni 2024, l’editoriale: cosa aspettarsi per quest’anno? (mia risposta al sig. MG)


Sig. MG, il suo commento meriterebbe una visibilità da “prima pagina”. Mi domando se la Redazione di Pensionipertutti avrà in programma di farlo, così come a volte accade con i commenti dei vari lettori.

Il suo è un commento di elevato valore in termini di contenuti, di esposizione, ma soprattutto perché espresso da un professionista nel campo della robotica.

Nell’ormai lontano 1980 lavoravo nell’ICT in Enidata, una società del Gruppo ENI, che erogava servizi informatici a tutte le società dell’ENI (Agip Petroli, Snam, Snamprogetti, ecc.). In quegli anni cominciavano ad essere presenti robot che gestivano il montaggio e lo smontaggio dei nastri sollevando gli operatori di sistema da questo compito. Io ero “l’uomo Mass Storage”, ovvero il sistemista che si occupava della gestione di un robot che gestiva appunto il montaggio e lo smontaggio di nastri (a titolo puramente informativo sto parlando della macchina IBM 3850 dove una robot che scorreva su un binario, più che montare e smontare nastri, svolgeva e riavvolgeva nastri contenuti in cartucce collocate in cellette simili a quelle delle api).

Si sono poi diffusi software chiamati “Autoperator” (Operatore Automatico) che svolgevano operazioni di controllo sui processi elaborativi al posto degli operatori umani. Si sono poi diffusi software chiamati “Schedulatori Automatici” che svolgevano operazioni di schedulazione delle attività elaborative al posto degli schedulatori umani.

Ho voluto fare questa premessa che mi ha visto attore primario, perché l’automazione da “fattore di produzione di nicchia” (solo in campo ICT) sta progressivamente divenendo “fattore di produzione di massa” (pressoché in tutti i settori di produzione, sia di beni che di servizi). E ciò potrebbe comportare gravi squilibri sul mercato del lavoro con gravi ripercussioni sulle pensioni.

Vengo finalmente al punto che volevo sviscerare.

In economia il salario è legato alla produttività, che viene definita come la quantità di beni prodotta nell’unità di tempo. La produttività di un robot è enormemente superiore a quella di un essere umano. Se il robot ha “salario” zero, ci sarà un dumping dei salari, una diminuzione dei salari.

Non mi riferisco solo alle professioni non specialistiche, ma anche a professioni di carattere specialistico. Per fare un esempio, se oggi i programmi software vengono scritti da programmatori umani, domani tali programmi verranno scritti da sistemi basati sulla Intelligenza Artificiale.

Conseguenza: camerieri, baristi, infermieri, operatori sanitari, programmatori, giornalisti, guide turistiche, farmacisti, e tanti altri professionisti che sono in cerca di lavoro si troverebbero a dover competere con robot e sistemi di Intelligenza Artificiale, e pur di lavorare sarebbero costretti ad accettare il “salario che prenderebbe” il robot. Ma qual è il salario del robot? Zero!

Va da sé che, se si verificasse una diminuzione degli importi salariali, anche i contributi ne soffrirebbero e andare in pensione diventerebbe un miraggio.

La preoccupazione che ho appena espressa è stata già avanzata nella Proposta di Legge PdL 4621 del 3 agosto 2017 d’iniziativa dei deputati Pastorelli, Locatelli, Marzano dal titolo «Agevolazioni fiscali per l’impiego di sistemi di intelligenza artificiale nella produzione dei beni» in cui si fa
presente, testualmente, che: «l’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale, unito ai costanti progressi nella robotica, ci pone di fronte a un concreto rischio di obsolescenza della forza lavoro umana [omissis]. L’impiego massiccio dei robot può, infatti, creare un’improvvisa e incontrollata contrazione della domanda di forza lavoro umano in ampi settori dell’industria e a farne le spese sarebbero, ovviamente, solo i lavoratori, i quali non potrebbero competere affatto con i sistemi produttivi robotizzati”.

La PdL 4621 del 3 agosto 2017 propone: “la presente proposta di legge interviene, infatti, sull’imposta sul reddito delle società (IRES) aumentando di un punto percentuale l’aliquota qualora l’attività produttiva sia realizzata e gestita direttamente da macchine intelligenti. La disposizione non tocca, quindi, il semplice automa-strumento (azionato dall’operaio), ma tutti quei sistemi intelligenti che gestiscono in autonomia l’intero processo produttivo senza alcuna interferenza dell’uomo”.

Concludo evidenziando che una base di discussione c’è già. Occorre verificare se sia più opportuno tassare il reddito dell’impresa (IRES) prodotto dall’automa, o se applicare un’imposta (IRAUT) al reddito dell’automa che produce il reddito dell’impresa.

In sintesi: tassare la ricchezza o la tecnologia?

POST N. 19

15 Gennaio 2024 alle 12:11 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Riforma pensioni 2024: verso IRAUT o ulteriore innalzamento età anagrafica? (mia risposta al sig. Giorgio)


Sig. Giorgio, se è a me che si riferisce (come suppongo) le sue soluzioni le ho capite bene, altrimenti non avrei potuto risponderle punto per punto. Ma non basta dire “cosa” occorre fare, occorre anche dire “come” fare. Ma, soprattutto, occorre costruire un puzzle, armonizzare tra loro pensioni, lavoro, formazione.

Lei dice che occorre “sistemare la sanità”? Lei pensa davvero che il Governo non stia pensando a sistemare la seconda voce più onerosa del bilancio statale, forse privatizzandola? È certamente vero, come dice lei, che noi cittadini siamo degli “utili idioti” ovvero, che siamo persone ingenue e, proprio per questo, utili al Governo per raggiungere i suoi scopi. E allora, sig. Giorgio, la soluzione va trovata in noi cittadini: diventare più “utili” (proponendo soluzioni innovative, in linea con la trasformazione digitale dell’Italia) ed essere meno “idioti” (essere meno ingenui nel credere a ciò che ci viene promesso). 

POST N. 18

14 Gennaio 2024 alle 15:34 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Pensioni 2024, l’editoriale: cosa aspettarsi per quest’anno? (mia risposta al sig. Mimmosessanta)


Sig. Mimmosessanta, dal momento che mi chiama in causa, proverò a rispondere alla sua domanda. Quello che le dirò è frutto delle mie analisi sui documenti relativi al bilancio dell’INPS. Non essendo io un esperto di bilancio, tali documenti sono per me di difficile lettura, ma provo a coglierne l’essenziale.

BILANCIO INPS.

Nel Rapporto Annuale di Settembre 2023 dell’INPS si legge:

1) Capitolo “Pensionati INPS al 31 dicembre 2022” (pag. 143): “Al 31 dicembre 2022 i pensionati sono circa 16,1 milioni, di cui 7,8 milioni di maschi e 8,3 milioni di femmine. L’importo lordo delle pensioni complessivamente erogate è di 322 miliardi di euro”;

2) Paragrafo “5.2.1.2 Entrate Contributive” (pag. 427): “Nella gestione di competenza, sono risultate pari a 256.138 mln, con un aumento di 19.245 mln (+8,1%) rispetto al dato accertato nell’esercizio precedente (236.893 mln). Tale crescita è in gran parte ascrivibile all’andamento del quadro macroeconomico che presenta un incremento della massa retributiva pari a +7,4% per l’intera economia quale effetto congiunto dell’andamento occupazionale alle dipendenze e dello sviluppo delle retribuzioni individuali”.

MIE CONSIDERAZIONI SUL BILANCIO INPS

a) L’importo lordo delle pensioni erogate nel 2022 è di 322 miliardi di euro, mentre i pensionati sono 16,1 milioni. Stando su valori medi, possiamo dire che ciascun pensionato riceve 20.000 euro lorde (dato dal rapporto 322 miliardi/16,1 milioni). Nota: il valore medio della pensione lorda annuale della maggior parte dei pensionati si aggira intorno a 15.000 euro. Ma, per ragioni di semplicità, continuiamo a considerare la media aritmetica);

b) Ad una pensione lorda annuale tra 15.000 e 20.000 viene applicata una ritenuta di circa il 24%;

c) Se su 20.000 euro lorde viene applicata una tassazione del 24%, vuol dire che viene applicata una ritenuta di circa 4.800 euro che, moltiplicati per 16,1 milioni di pensionati, danno origine a 77 miliardi di euro;

d) La spesa effettiva netta per le pensioni è dunque di 245 miliardi (dato da 322-77);

e) Le entrate contributive sono state 256 miliardi (vedi punto 2 sopra), per cui in ambito pensionistico si registra un avanzo pari a 11 miliardi (dato da 256-245).

CONCLUSIONE 1.

Sig. Mimmosessanta, doveri ringraziarla per avermi indotto a fare un tale esercizio.

Ciò mi spinge a rettificare un’osservazione che avevo riportato in un commento indirizzato in risposta al commento della sig.ra Teodora Moira in merito al welfare (commento non ancora pubblicato nel momento in cui scrivo). In quella mia risposta avevo affermato che i 10 miliardi che servono per il taglio del cuneo fiscale-contributivo venivano prelevati dalla fiscalità generale e quindi riducendo il welfare.

Avevo affermato che in parte è l’Assistenza a finanziare le Pensioni. Alla luce di queste nuove considerazioni fatte, rettifico l’affermazione che è l’Assistenza a finanziare le Pensioni.

Se il mio ragionamento è corretto e se i miei calcoli sono corretti, il surplus di 11 miliardi per il pagamento delle pensioni correnti sono serviti per calmierare il mancato versamento dei contributi dei lavoratori che hanno goduto del taglio del cuneo fiscale-contributivo.

In altre parole, gli 11 miliardi sono serviti per permettere a diversi milioni di lavoratori di versare i contributi per totali 10 miliardi senza avere l’onere diretto di versarli. Questo spiega anche perché tale misura è valida solo per il 2024. Non è detto che nel 2024 ci sia un nuovo surplus di cui godere nel 2025.

In pratica, è come se i lavoratori, non versando i contributi, avessero anticipato il prelievo di una propria quota pensionistica, ma questo prelievo anticipato ritarda la loro uscita dal lavoro.

CONCLUSIONE 2.

Sig. Mimmosessanta, non ci sono coperture per allargare il fronte pensioni perché tali coperture servono per aumentare i salari dei lavoratori. Questo beneficio salariale di cui molti lavoratori hanno goduto ritarda il pensionamento dei lavoratori stessi (per lo meno il pensionamento dei lavoratori più anziani).

CONCLUSIONE 3.

Sarebbe oltremodo interessante, nell’ottica di trasparenza verso i lavoratori stessi, domandare al Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti in che modo sono stati recuperati i 10 miliardi per il taglio del cuneo fiscale-contributivo a favore dei lavoratori.

POST N. 17

13 Gennaio 2024 alle 23:04 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Riforma pensioni 2024: verso IRAUT o ulteriore innalzamento età anagrafica? (mia risposta al sig. Franco Giuseppe)


Se le aziende delocalizzano gli impianti di produzione è per i motivi che lei cita, sig. Franco Giuseppe, è perché il costo della manodopera è più basso ed anche le materie prime possono essere meno costose. Se a questo aggiungiamo che si può produrre con livelli di sicurezza inferiori ai nostri, il costo del prodotto risulta più basso e quindi l’azienda potrà commercializzarlo realizzando profitti maggiori.

Io non punto affatto sul concetto di “tassa”, ma su quello di “imposta.

Un’azienda potrebbe benissimo avere gli impianti di produzione in Italia, produrre in Italia e pagare le tasse all’estero, spostando semplicemente la sede fiscale. Le tasse non sono nel mio obiettivo.

Però, è vero, le aziende utilizzano l’automazione per risparmiare sul costo del lavoro. Quindi, un’imposta applicata ai robot potrebbe innescare il meccanismo della delocalizzazione per ridurre il costo del lavoro.

Ma diciamo la verità, chi è che delocalizza? Chi possiede un ristorante che assume un cameriere-robot? O chi gestisce un bar impiegando un barista-robot? O chi possiede una pizzeria ed ha tra il suo personale pizzaioli-robot? O un farmacista che fa lavorare un farmacista-robot? O un primario di ospedale che impiega infermieri-robot per prendere la temperatura degli ammalati? O un proprietario di stazione televisiva che fa leggere le notizie ad una giornalista-robot?

In tutti i documenti che ho letto ho sempre e solamente letto di “robot tax”, e perciò credo di essere il solo ad avanzare l’ipotesi per i robot di applicare non una tassa (che colpisce la ricchezza dell’impresa che utilizza i robot) ma una imposta (che si applicherebbe al reddito del robot). Poiché per essere percettori di reddito occorre avere una personalità, dal punto di vista giuridico e fiscale occorre attribuire al robot una personalità. Esperti di diritto tributario avrebbero individuato la possibilità di attribuire al robot la “personalità elettronica”.

Una volta sciolto il nodo della personalità del robot, ed una volta che si è deciso che il robot può essere percettore di reddito, il robot potrà versare l’imposta sul reddito prodotto dall’automa (IRAUT) alla pari di un lavoratore umano.

Per evitare il rigetto da parte delle imprese, a mio avviso occorre far versare ai robot contributi digitali in una moneta locale italiana circolante solo in Italia e parallelamente all’euro.

L’Italia non può emettere moneta (ci ha provato tempo fa con i cosiddetti mini-bot senza successo), perché l’emissione di moneta costituirebbe un debito per lo Stato italiano e, come sappiamo, l’Italia non può aumentare il suo debito pubblico.

Ma se lo Stato italiano convertisse in moneta digitale di Stato parte del suo patrimonio statale (ipotecandolo alla Cassa Depositi e Prestiti), non ci sarebbe emissione di moneta “a debito” in quanto si tratterebbe non già di creazione di moneta dal nulla ma di “trasformazione” di un “capitale-immobile” in un “capitale-mobile”, cioè moneta.

La moneta digitale di Stato italiana circolerebbe parallelamente all’euro e solo in Italia. Ciò non violerebbe i trattati europei, né urterebbe la BCE. Non sono il solo a pensarla così. Il Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale Paolo Maddalena ha proposto nel 2021 a Mario Draghi la doppia circolazione in Italia della moneta: l’euro e la moneta italiana circolante solo in Italia per uscire dalla “gogna del debito”.

I Paesi partner europei sarebbero contenti che finalmente l’Italia ha trovato il modo per ridurre il debito pubblico. Le imprese italiane avranno capito che se i robot sostituiscono i lavoratori e si creeranno sempre più disoccupati, sempre meno persone potranno comprare i loro prodotti e quindi fallirebbero. Pertanto, le imprese sarebbe d’accordo nel versare l’imposta sul reddito da lavoro prodotto dagli automi.

Quando l’Italia avrà raggiunto il rapporto “debito pubblico/PIL” ai livelli stabiliti dal Patto di Stabilità e di Crescita, se lo vorrà, potrà eliminare la moneta digitale di Stato e utilizzare pienamente l’euro (questa è un’idea che ho preso in prestito dall’economista Joseph Stiglitz, Premio Nobel per l’Economia, il quale già nel 2016 ha proposto per l’Europa l’adozione di due monete: Euro 1 per i Paesi più forti e l’Euro 2 per i Paesi più deboli, per poi approdare alla moneta unica Euro quando i vari Paesi saranno riusciti a far convergere i loro parametri verso quelli del Patto di Stabilità e di Crescita).

Vorrei fermarmi qui, perché credo di essermi lasciato andare oltre il dovuto.

POST N. 16

13 Gennaio 2024 alle 17:26 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Riforma pensioni 2024: verso IRAUT o ulteriore innalzamento età anagrafica? (mia risposta al sig. Giovanni E)


Aggiungo che la domanda alla quale gli esperti tributari provano a dare risposta è la seguente: occorre tassare la ricchezza o la tecnologia? La mia proposta è di “tassare” la tecnologia e non la ricchezza, equiparando il lavoro robotico al lavoro umano, attribuendo al robot la “personalità elettronica”.  

POST N. 15

13 Gennaio 2024 alle 14:46 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Riforma pensioni 2024: verso IRAUT o ulteriore innalzamento età anagrafica? (mia risposta ala sig.ra Teodora Moira)


Gentile sig.ra Teodora Moira, alla voce “welfare” corrisponde un progetto di convivenza solidale, tollerante, civile. Tale progetto mira a garantire il benessere sociale dei cittadini (BES).

Garantire il benessere dei cittadini vuol dire “Sviluppo economico”, una cosa diversa dalla “Crescita economica” che significa aumento del PIL pro capite dei cittadini, ovvero aumento della ricchezza pro capite dei cittadini.

PIL (Prodotto Interno Lordo) e BES (BEnessere Sociale) sono due percorsi che dovrebbero procedere insieme. Tuttavia, non sempre ciò accade. Spesso si tende a privilegiare il PIL rispetto al BES. Alcuni indicatori economici vengono definiti in rapporto al PIL, come il debito pubblico e la spesa pubblica. L’espressione tra le più usate dal Governo è “crescita” ovvero PIL, proprio perché importanti indicatori economici sono riferiti in rapporto al PIL.
Il “welfare” che abbiamo in Italia si regge su tre grandi pilastri: previdenza, assistenza, sanità. Questi tre pilastri vengono finanziati tramite imposte (per es., tramite l’IRPEF – l’imposta diretta, che interviene direttamente sul reddito – e tramite l’IVA – l’imposta indiretta, che interviene direttamente sui consumi e indirettamente sul reddito). Tramite l’IRPEF vengono finanziate le pensioni attraverso il versamento dei contributi; la rimanente parte dell’IRPEF e l’IVA fanno parte della fiscalità generale. Occorre precisare che IRPEF e IVA sono tecnicamente chiamate “imposte”, e non “tasse” (le tasse sono esborsi finanziari a fronte di servizi ricevuti, come la TARI, Tassa Rifiuti).

Nel documento che si riferisce alla Legge di Bilancio 2024 e che è pubblicato sul sito web del Ministero dell’Economia e delle Finanze, alla Misura “Taglio del cuneo fiscale” si legge testualmente: “Circa dieci miliardi sono destinati al rinnovo nel 2024 del taglio del cuneo fiscale-contributivo: 7% per i redditi fino a 25 mila euro, 6% per i redditi fino a 35 mila euro”.

La parola “rinnovo” significa che il taglio del cuneo fiscale-contributivo è stato effettuato in passato anche dai Governi precedenti (es. dal Governo Draghi, come pure dal Governo Renzi a favore delle imprese).

L’espressione “taglio del cuneo fiscale-contributivo” è per il 2024 a favore dei lavoratori (non è a favore delle imprese) e significa che il lavoratore non versa una quota parte di contributi perché li versa, al suo posto, lo Stato. Questo significa anche che il lavoratore riceverà nel 2024 (la Misura vale solo per il 2024) una busta paga più pesante, avrà più soldi. In altre parole, aumenterà la ricchezza pro capite dei lavoratori. In un’intervista, il Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni affermò che gli italiani arriveranno ad avere fino a 100 euro in più (immagino che volesse riferirsi a 100 euro netti mensili in più).

Con il taglio del cuneo fiscale il Governo ha voluto, aumentando le paghe dei lavoratori, fare in modo di contrastare l’inflazione, sostenendo quindi il potere d’acquisto dei salari. Ma, per fare ciò, il Governo ha dovuto attingere a 10 miliardi dalla fiscalità generale (appunto perché i lavoratori non verseranno una parte contributiva dell’IRPEF), togliendo quindi risorse ad una parte del welfare, ovvero ad assistenza e a sanità.

Si potrebbe dunque affermare che l’Assistenza finanzia le Pensioni. Ma non solo nel 2024. Anche in passato.

In conclusione, con la Legge di Bilancio 2024 il Governo, essendo forzato a considerare la Legge di Bilancio in termini contabili di entrate ed uscite, ha voluto dare un peso maggiore alla tutela della “ricchezza” dei cittadini, e un peso minore alla tutela del “benessere” (ovvero “welfare”) dei cittadini.

Gentile sig.ra Teodora Moira, se è riuscita a sopportarmi sin qui, non posso che apprezzare la sua pazienza per aver letto questo prolisso (e forse tedioso) commento.

POST N. 14

13 Gennaio 2024 alle 12:33 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Riforma pensioni 2024: verso IRAUT o ulteriore innalzamento età anagrafica? (mia risposta al sig. Giovanni E)


Sig. Giovanni E, lei dice (sue testuali parole) “la proposta di tassare i robot è roba da fantascienza”. Lei propone di “tassare le banche per gli extraprofitti”. Volendo ridurre all’osso la mia proposta, lei ed io diciamo la stessa cosa. La mia proposta contiene anche l’applicazione di imposta su ATM (bancomat) e APP (home banking), entrambi sostituiscono i cassieri bancari. Riflettendoci bene, la mia proposta non equivale alla sua proposta di tassare gli extraprofitti delle banche? 

POST N. 13

13 Gennaio 2024 alle 12:21 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Riforma pensioni 2024: verso IRAUT o ulteriore innalzamento età anagrafica? (mia risposta al sig. Giorgio)


Sig. Giorgio, l’unica cosa che traspare nel mio commento è l’aderenza alla realtà. La realtà non è mai in mala fede. l’interpretazione della realtà può essere in mala fede. Ma io non interpreto la realtà, la osservo e la descrivo (o comunque ci provo, in buona fede). 

POST N. 12

13 Gennaio 2024 alle 12:17 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Riforma pensioni 2024: verso IRAUT o ulteriore innalzamento età anagrafica? (mia risposta al sig. Bernardo)


Sig. Bernardo, se l’ENI paga le tasse in Olanda vuol dire che le legge italiana glielo consente. Personalmente non sono d’accordo che aziende “a partecipazione statale italiana” versino le tasse oltre i confini italiani. 

POST N. 11

12 Gennaio 2024 alle 18:47 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Riforma pensioni 2024: verso IRAUT o ulteriore innalzamento età anagrafica? (mia risposta al sig. Giorgio)


Sig. Giorgio, lei sta proponendo soluzioni nuove?

1) Non pagare le dosi dei farmaci acquistate dalla Von Der Lyden vuoto per pieno? Su questa soluzione non mi sentirei di esprimere alcun parere, confesso di essere impreparato. Ma non so cosa potrebbero pensare della sua soluzione le persone che hanno bisogno proprio dei farmaci acquistati da Ursula Gertrud von der Leyen.

2) Tassare gli extra profitti delle banche? Il Governo ci ha provato, ma non mi pare che abbia ottenuto buoni risultati, altrimenti non avrebbe fatto una Legge di Bilancio 2024 così restrittiva.

3) Tornare ad acquistare il gas russo a 19 euro al metro cubo? Nella legge di Bilancio 2024, alla voce “Altri interventi” si legge testualmente “Rifinanziate le spese indifferibili, tra cui “strade sicure”, gli aiuti all’Ucraina e le missioni internazionali”. E come ci si fa a mettersi in mezzo a due contendenti, il signore di Kiev e il signore di Mosca? Lei saprebbe mica spiegarmelo, sig. Giorgio?

4) Fare quota 41 per tutti? Vogliamo ancora dare credito agli imbonitori elettorali? Va bene. È stato detto e stradetto che si potrà andare con Quota 41 entro fine legislatura! Crediamoci pure (comunque, rimane il fatto che è una soluzione vecchia).

5) Sistemare la sanità? Su questo lei arriva in ritardo, sig. Giorgio, il Governo ci ha già pensato, esternalizzando alcune strutture ai privati.

6) Tassare gli extra profitti delle società energetiche? Qui la vedo davvero dura, sig. Giorgio. Prendiamo l’ENI, per esempio. Sul sito dell’ENI si legge che l’azionista di maggioranza relativa dell’ENI è il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) con il 32% delle azioni (il 4,7% è del MEF, mentre il 27,7 è di Cassa Depositi e Prestiti. Ma CDP è posseduta per l’83% dal MEF). Testate giornalistiche riportano che la sede fiscale dell’ENI è in Olanda. L’ENI paga le tasse in Olanda. Sig. Giorgio, lei saprebbe mica spiegarmi come sia possibile che lo Stato Italiano rappresentato dal MEF (azionista di maggioranza relativa dei ENI) paghi le tasse in Olanda? Ma non voglio metterla in difficoltà, sig. Giorgio, so bene che non ha la risposta pronta. Questa è materia per la bravissima giornalista Milena Gabbanelli che già una volta ha svolto l’inchiesta sulle società italiane che versano le tasse in Olanda perché lì hanno la sede fiscale. Si sappia, comunque, che se l’ENI paga le tasse in Olanda è certamente a norma di legge. È autorizzata a farlo. Non c’è nessun problema.

Per concludere, sig. Giorgio, mi pare proprio che le soluzioni che lei propone non sono né nuove, né innovative. E quindi non possono mutare lo status quo.

Per riprendere le parole del Ministro Giorgetti espresse a seguito dell’approvazione della Legge di Bilancio 2024 da parte del Parlamento, si potrebbe dire, adottando le sue soluzioni, sig. Giorgio: “Avanti così”.

POST N. 10

12 Gennaio 2024 alle 15:03 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Riforma pensioni 2024: verso IRAUT o ulteriore innalzamento età anagrafica? (mia risposta al sig. Giovanni E)


Sig. Giovanni E, le soluzioni più concrete e pragmatiche le sta adottando già il Governo.

Sono soluzioni concrete, perché rispondono ai bisogni della sostenibilità dei conti pubblici italiani.

Sono soluzioni pragmatiche, perché vengono studiate durante l’anno in corso e attuate nell’anno successivo.

Ma tali soluzioni concrete e pragmatiche non soddisfano, purtroppo, le aspettative dei lavoratori e delle lavoratrici.

Qui ci voglio soluzioni nuove. Soluzioni che salvano “capre e cavoli”, cioè che soddisfino le aspettative del Governo e, al tempo stesso, le aspettative dei lavoratori e lavoratrici.

Lei, per esempio, che soluzioni “capre e cavoli” avrebbe da proporre?

POST N. 9

12 Gennaio 2024 alle 15:03 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Pensioni anticipate 2024, dove trovare i soldi? Far versare i contributi ai robot (miamrisposta alla sig.ra Veronica)


Sig.ra Veronica, se le storture che rileviamo fossero eliminabili, sarebbe state già eliminate.

Il fatto che tali storture persistano, significa che persistono le condizioni che le rendono ineliminabili.

Potrà sembrarle forse una frase da slogan pubblicitario, ma non bisogna rimuovere gli effetti indesiderati, bisogna rimuovere le cause che determinano gli effetti indesiderati.

Ma anche le cause che determinano gli effetti indesiderati potrebbero essere ineliminabili. Penso, per fare un esempio, alla causa “evasione fiscale-contributiva” che determina come effetto la carenza di contributi utili al finanziamento delle pensioni.

Il Governo non è in grado di eliminare l’evasione fiscale-contributiva. Punto.

Quando anche le cause sono ineliminabili, occorre introdurre un nuovo elemento che permetta di compensare la causa da eliminare, in questo caso la mancata riscossione dei contributi evasi. Quest’approccio l’ho applicato nel mio lavoro ottenendo i risultati attesi.

Il nuovo elemento cui faccio riferimento è la tassazione dei robot, che altro non è che un’idea che ho preso in prestito dalla letteratura esistente e l’ho impiantata nella realtà italiana.

Io penso che chiunque vada in Parlamento o al Governo, in qualche modo tenti di rimuovere le ingiustizie, ma, ahimè, senza riuscirci. Con chi voglia prendercela?

Sig.ra Veronica, lungi da me dal voler spegnere le speranze, già ridotte al lumicino, delle persone che anelano alla pensione, ma a mio avviso il Governo non riuscirà a togliere le ingiustizie di cui tutti siamo diretti testimoni. Non ci riuscirà nemmeno l’Opposizione, qualora dovesse andare al Governo.

Questa è la realtà italiana che io vedo, e su questa realtà italiana io costruisco le soluzioni per l’Italia. Poi, spetta a chi ha ricevuto dal popolo italiano il mandato di governare l’Italia, e quindi al Governo italiano, attuarle.

POST N. 8

10 Gennaio 2024 alle 19:16 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Pensioni 2024, la soluzione per migliorare la riforma c’é: ecco quale, 2°parte Perfetto (mia risposta al sig. Alessandro)

Sig. Alessandro, non bisogna perdere di vista gli elementi che sono in discussione.

Gli elementi in discussione sono 2:

1. Nascono sempre meno bambini

2. Si vive sempre più a lungo

Facciamo un ragionamento estremamente semplice.

Supponiamo che una nazione sia fatta di 10 persone: 5 lavoratori e 5 pensionati. L’economia è in equilibrio con il rapporto 1/1 = 1 (ovvero, 1 lavoratore per 1 pensionato), i 5 lavoratori producono beni per tutte le 10 persone e ci sono soldi per tutte le 10 persone per acquistare i beni prodotti.

Supponiamo che 1 lavoratore vada in pensione, per cui ci sono ora 4 lavoratori e 6 pensionati. L’economia non è in equilibrio (rapporto lavoratori/pensionati = 4/6 = 0,67 < 1) e i 4 lavoratori non riescono a produrre beni per tutte le 10 persone, sebbene tutte le 10 persone abbiano i soldi per acquistare i beni.

Possibili soluzioni:

a) Soluzione 1: si riduce il consumo dei beni

b) Soluzione 2: si importano i beni dall’estero

c) Soluzione 3: si importano 2 lavoratori dall’estero in modo che ci siano 6 lavoratori e 6 pensionati (rapporto di equilibrio lavoratori/pensionati = 6/6 = 1)

La soluzione 1 porta all’estinzione della società, in quanto man mano che i lavoratori vanno in pensione ci saranno alla fine 0 lavoratori e 10 pensionati, per cui nessuno produce, e tutti muoiono di fame.

Le soluzioni 2 e 3 importano beni e lavoro dall’estero: per fare ciò occorre avere risorse interne richieste per pagare le importazioni (risorse tipo petrolio, oro, e cose del genere), oppure beni vari (auto, vestiti, ecc.) da poter esportare in modo da ricevere i soldi per pagare le importazioni. Ma come si possono esportare i beni se non si è in grado nemmeno di produrli per soddisfare il fabbisogno di 10 persone?

Conclusione: occorre adottare la Soluzione 1, facendo nascere più bambini oppure facendo lavorare le macchine, ma in modo tale che le macchine riescano a mantenere i pensionati dando loro i soldi per comprare i beni prodotti dalle macchine stesse. Se le macchine non versassero i contributi, i pensionati non potrebbero essere pagati e quindi non potrebbero acquistare i beni prodotti dalle macchine, per cui le macchine produrrebbero sempre di meno e si arriverebbe all’estinzione della società.

La soluzione che il Governo adotta per evitare il collasso della società è quella, in assenza di nuovi lavoratori (perché non ci sono bambini), di fa restare sempre più a lungo a lavoro i lavoratori che ci sono.

A mio avviso, ci vuole meno tempo per far versare i contributi alle macchine, piuttosto che far nascere bambini che diventeranno col tempo lavoratori che serviranno per pagare le pensioni ai pensionati che vivono sempre più a lungo.

Perciò, in definitiva, per non essere fuorviati, occorre pensare in termini reali di persone fisiche (lavoratori/pensionati) piuttosto che in termini nominali (“euro versati con contributi” / “euro per pagare le pensioni”).

Il mio punto di vista è il seguente: rapporto (lavoratori + robot) / pensionati, dove i lavoratori robot sono trattati allo stesso modo fiscale con cui vengono trattati i lavoratori umani in quanto i robot fanno lo stesso lavoro degli umani.

Quando si dice che “non ci sono soldi per pagare le pensioni” si usa un’espressione sintetica per far capire a tutti che non si può andare in pensione, senza stare lì a fare ragionamenti come il mio che comunque non verrebbe accettato perché il ritornello di risposta è sempre lo stesso: “se si vuole, i soldi si trovano. È solo una questione di volontà politica”.

E si ricomincia daccapo. 

POST N. 7

10 Gennaio 2024 alle 15:32 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Pensioni 2024, la soluzione per migliorare la riforma c’é: ecco quale, 2°parte Perfetto (mia risposta al sig. Franco Calabrese)

Sig. Franco Calabrese, ho pensato anche io (e non solo io) a quello che pensa lei, e cioè che le imprese potrebbero essere disincentivate a rimanere in Italia e incentivate a ricollocarsi all’estero.

Il documento citato nell’articolo “A Tax on Robots?” della ricercatrice Germana Bottone riporta a pag. 2: “the conclusion of this paper is that, if we agree upon the convenience to introduce a robot tax, a global effort is required to include this topic in the international agreements already in place to fight global tax competition”.

Mia traduzione: “la conclusione di questo documento è che, se siamo d’accordo sulla convenienza di introdurre una tassa sui robot, è necessario uno sforzo globale per includere questo argomento negli accordi internazionali già in atto per combattere la concorrenza fiscale globale”.

Ma io ho studiato una soluzione che farebbe restare le aziende in Italia anche senza ricorrere ad un accordo globale.

POST N. 6

10 Gennaio 2024 alle 14:30 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Pensioni 2024, la soluzione per migliorare la riforma c’é: ecco quale, 2°parte Perfetto (mia risposta al sig. Alessandro)

Sig. Alessandro, ho già risposto a questo suo stesso commento che lei ha pubblicato il 10 Gennaio 2024 alle 7:59 nell’articolo precedente.

Qui rispondo alla sua domanda a carattere personale che lei mi rivolge, ovvero: sarei, io, disposto a rinunciare a qualcosa nel rispetto di tutte le persone che contribuiscono al sistema a ripartizione?

Ebbene, le posso dire che il mio cedolino INPS di gennaio 2024 non adegua al 100% la mia pensione in base all’inflazione. Il mancato adeguamento al 100% dell’inflazione riguarda, come lei saprà, le pensioni che superano un determinato importo. Ciò viene fatto per adeguare al 100% all’inflazione le pensioni più basse. In questa operazione mi viene imposto di rinunciare ad una parte della mia pensione e in ciò non riscontro ingiustizie.

La mia pensione è frutto di 41 anni di lavoro da impiegato e da quadro aziendale con mansioni direttive. L’importo della pensione è corrispondente ai contributi che ho versato.

Sarei disponibile a rinunciare ad una parte della mia pensione per le persone che contribuiscono al sistema a ripartizione? La domanda che lei mi pone è sbagliata, in quanto non sono le pensioni a dover finanziare le pensioni, ma è il lavoro a dover finanziare le pensioni. Per questo motivo il mio impegno intellettuale è quello di fornire soluzioni all’occupazione al fine di evitare che ci siano decurtazioni sulle pensioni e impedimenti al pensionamento.

POST N. 5

10 Gennaio 2024 alle 12:38 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Pensioni 2024, la soluzione per migliorare la riforma c’é: ecco quale, 2°parte Perfetto (mia risposta al sig. Max)

Sig. Max, le considerazioni che lei legge nell’articolo sono delle fotografie della realtà sociale. Se lei clicca sui vari link, potrà rendersi conto della trasformazione digitale cui sta andando incontro la nostra società.

È vero che i governanti (tutti i governanti, siano essi del centrodestra che del centrosinistra) usano dati, cifre per giustificare che il sistema pensionistico non regge. Ricorrendo ai robot, quei dati (denatalità) e cifre (contributi) possono essere cambiati, e si può dimostrare che il sistema pensionistico può reggere.

Per quanto riguarda il tranquillizzare le persone, a me pare che lo facciano molto bene il Ministro Salvini e l’On. Durigon.

POST N. 4

10 Gennaio 2024 alle 11:30 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Riforma pensioni, cosa aspettarsi ancora nel 2024? Parla il Dott.Perfetto (mia risposta al sig. Alessandro)

Vede, sig. Alessandro, se ci si siede al Tavolo con chi detta le regole del gioco e si giocano le carte dell’etica, dell’uguaglianza, della solidarietà, si rimane fuori gioco. È come volersi sedere al tavolo dove si gioca il Poker, e voler usare le carte della Scopa.

Il Governo e gli economisti tecnici puntano il dito sulla denatalità e sull’invecchiamento della popolazione? Bene, e allora occorre giocare con quelle carte, con le carte della denatalità e dell’invecchiamento della popolazione.

Chi siede al Tavolo con il Governo sono i Sindacati. Le carte che tirano fuori i Sindacati le conosciamo: Opzione Donna vecchia maniera, Quota 41 indipendente dall’età anagrafica, ecc., ecc. Risultati? ZERO.

Ciò non significa che i Sindacati sbaglino. Significa che giocano carte differenti ad un Tavolo dove il gioco verte su denatalità e invecchiamento della popolazione. E allora è con questi due assi (denatalità e invecchiamento) che bisogna giocare, ed unirli ad altri due assi (lavoro robotico equiparato al lavoro umano, e tassazione lavoro robotico equiparata alla tassazione del lavoro umano) per fare poker e vincere la partita.

Opzione Donna vecchia maniera, Quota 41 indipendente dall’età anagrafica, ecc. ecc. è il piatto che si vince per aver fatto poker d’assi.

POST N. 3

9 Gennaio 2024 alle 18:15 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Riforma pensioni, cosa aspettarsi ancora nel 2024? Parla il Dott.Perfetto (mia risposta al sig. Libero)

Sig. Libero, nei Rapporti INPS relativi agli anni 2022 e 2023 non è presente la tabella, che viene pubblicata in questo articolo, nella versione aggiornata. Ho preferito riportare la tabella del Rapporto 2021 perché, anche se non è aggiornata, mette in evidenza l’allungamento dell’età anagrafica e degli anni di contribuzione fino al 2035. Quando si vede l’insieme si perde di vista il particolare. Allo stesso modo, quando l’unità di misura è l’anno (passaggio da 67 a 68), si perde di vista il mese (passaggio da 67,2 a 67). Ad ogni modo, una nota di aggiornamento magari valeva la pena che la evidenziassi.

POST N. 2

9 Gennaio 2024 alle 17:40 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Riforma pensioni, cosa aspettarsi ancora nel 2024? Parla il Dott.Perfetto (mia risposta al sig. Seba)

Sig. Seba, potrebbe sembrare in effetti una soluzione fantascientifica. Ma la logica di Bill Gates è stringente. Bill Gates nel 2017 disse testualmente: “Al momento se un lavoratore umano guadagna 50.000 dollari lavorando in una fabbrica, il suo reddito è tassato. Se un robot svolge lo stesso lavoro dovrebbe essere tassato allo stesso livello”. Sig. Seba, cosa c’è di fantascientifico nell’affermazione di Bill Gates? Il punto è un altro. Per tassare un robot occorre che il robot abbia un reddito. Perché il robot abbia un reddito occorre che il robot abbia una personalità? Che personalità ha il robot? Alcuni esperti di diritto tributario internazionale avanzano l’idea di dare al robot la “personalità elettronica”, equivalente alla “persona fisica” o alla “persona giuridica” (per le imprese). L’altra questione aperta è: tassare la ricchezza delle imprese, o la tecnologia che le imprese utilizzano per creare ricchezza? Come vede, sig. Seba, la questione è più complessa di quanto possa sembrare. 

POST N. 1

9 Gennaio 2024 alle 17:28 (pubblicato su https://www.pensionipertutti.it)

Riforma pensioni, cosa aspettarsi ancora nel 2024? Parla il Dott.Perfetto (mia risposta a vari lettori)

Rispondo ai vari lettori.

1) Sig.ra Marina, a suo tempo il Parlamento europeo si è espresso contrario alla tassazione sui robot. Ma il fatto che se ne continui a parlare ancora oggi, significa che l’argomento è ancora all’attenzione degli esperti. A mio avviso, dopo le elezioni europee, ci sarà poco o nulla da cambiare (ma lascio volentieri le previsioni agli esperti di politica internazionale). Bisogna certamente tener conto degli indirizzi in materia di bilancio derivanti dagli accordi europei. Compito dei buoni governanti è di riuscire ad onorare tali indirizzi senza sacrificare la propria nazione. È possibile farlo? Sono convinto che sia possibile farlo. Ci ho riflettuto per anni. È possibile farlo.

2) Sig. Paolo Prof, entrerà in testa a chi tira i fili se chi tira i fili non viene tirato a sua volta da altri che tirano i fili.

3) Sì, sig. Alberto, alla tabella allegata vanno aggiunti i periodi di finestra. Ma questo riferimento l’INPS non l’ha evidenziato nella tabella.

4) Sig.ra Barbara, come lei dice, nessun governo potrà togliere la legge Fornero. Per togliere la legge Fornero il Governo deve risolvere il problema della denatalità..

5) Sig. Ale, gli economisti monetaristi (e quindi la Banca Centrale) non sono favorevoli alla piena occupazione (cioè dare lavoro a chi lo cerca), perché la piena occupazione fa aumentare l’inflazione, e per i monetaristi il male peggiore è l’inflazione, non la disoccupazione. Chi è al governo della nazione ha il compito, invece, di occuparsi dell’occupazione. Occupazione sia in termini di dare lavoro a chi lo cerca, sia in termini di ricambio generazionale, ovvero non solo sostituire i lavoratori anziani con i lavoratori giovani, ma anche sostituire i giovani che diventano anziani con i giovani derivanti dalle nuove nascite. Secondo il mio pensiero, il versamento dei contributi da parte dei robot permetterebbe di pagare le pensioni ai lavoratori anziani, che permetterebbe ai lavoratori giovani di lavorare, che permetterebbe l’incremento delle nascite.

6) Sig. Mimmosessanta, sì, per andare in pensione occorre che il Governo si renda conto che è necessario che le macchine versino i contributi. Ma se se ne renderà conto, non è perché ha in mente di mandare in pensione i lavoratori anziani, ma perché vedrà che le entrate fiscali vanno diminuendo, in quanto ci saranno sempre meno lavoratori umani che verseranno l’IRPEF.