Al tempo dei nostri nonni, nel periodo della Quaresima, tutti osservavano scrupolosamente le disposizioni date dalla Chiesa ed evitavano di mangiare carne o qualsiasi altro prodotto da essa derivato. Altra tradizione era quella di appendere ad un filo, teso tra due fabbricati opposti di una strada, tanti fantocci di paglia quante erano le settimane che intercorrevano tra le Ceneri e la Santa Pasqua. Questi fantocci venivano settimanalmente eliminati e bruciati al fine di contare le settimane mancanti al termine della Quaresima. La domenica delle Palme molti contadini portavano in Chiesa fasci di ramoscelli di ulivo che venivano poi benedetti e scambiati in segno di Pace e in ricordo dell'entrata a Gerusalemme di Gesù. Seguiva questa cerimonia la Settimana Santa.
In tutte le Chiese cominciavano le celebrazioni dei riti pasquali e, per rispettare la morte di Gesù, si coprivano tutte le immagini sacre esposte con un panno che veniva tolto il Sabato Santo.
Il giovedì Santo cominciava il Triduo Pasquale. Dopo la funzione della "CAENA DOMINI", si deponeva l'Ostia consacrata sull'altare addobbato con tanti fiori. Nel tardo pomeriggio incominciava il via vai dei fedeli che, passando da una Chiesa all'altra, adoravano Gesù. Questa per molti era un'occasione per incontrare parenti e amici e sfoggiare abiti nuovi.
Il venerdì Santo si snodava per le vie della città la Processione dei Misteri che prendeva l' avvio dalla Chiesa del Purgatorio. Era costituita da otto statue e da molte croci di legno che venivano portate a spalla dai Confratelli.
Il sabato Santo era il giorno della Resurrezione. A mezzogiorno, durante la Messa, suonavano le campane e scoppiavano i fuochi d'artificio per annunciare la Resurrezione di Cristo. Tutta la città si armava di bastoni di legno per produrre vari rumori e cacciare "da sotto il letto il Diavolo". Tanti ragazzi portavano doni: agnelli con fiocchi rossi al collo, cestini di uova, pecorelle di zucchero, scarcelle. Avveniva anche lo scambio di doni tra le famiglie dei fidanzati: al fidanzato si regalava una camicia e una cravatta accompagnati da un dono in oro, alla fidanzata invece, veniva donato il famoso "chngirt" cioè un completo di oggetti in oro: anello, collana, orecchini e bracciale.
La domenica di Pasqua si benediceva la mensa pregando, si iniziava il pranzo nel quale non potevano mancare le uova sode, la soppressata, il timballo di pasta al forno e l'agnello.
Il lunedì dell'Angelo, gli andriesi preparavano un pranzo a base di cardi selvatici in brodo conditi con uova e formaggio e una focaccia ripiena di ricotta e uova. Nel pomeriggio, dalla Chiesa dell'Annunziata, usciva la processione degli Angeli composta da tanti bambini vestiti di bianco.
LA PASQUA OGGI
Oggi la tradizione continua a conservare i riti del Triduo Pasquale con la celebrazione della messa in "CAENA DOMINI" del Giovedì Santo, con l'Altare della Reposizione, con la Processione dei Misteri del Venerdì Santo e con la Solenne Veglia Pasquale nella notte tra il sabato Santo e la domenica di Pasqua. Il pranzo pasquale è molto ricco di varie pietanze a base di carne, salumi, primi particolari e dolci della tradizione come l'immancabile colomba, uova di cioccolato e scarcelle glassate. Il lunedì dell'Angelo, gran parte della popolazione si reca fuori Andria per una scampagnata o una gita.