Gravedona è un centro ricco di storia e di arte. Nel IV e V secolo fu il perno della diffusione del Cristianesimo in Alto Lago e insieme a Dongo e Sorico costituì il feudo delle Tre Pievi.
Il paese subì diverse egemonie, cadde sotto le Signorie dei Visconti e degli Sforza prima, poi fu dominato dal Duca Gian Giacomo De’ Medici detto il Medeghino e infine passò agli Spagnoli che lo cedettero all’illustre Cardinale Tolomeo Gallio, che fece costruire nel 1586 il Palazzo Gallio. Progettato da Tibaldi sui resti di una fortificazione tardo-antica su un promontorio roccioso, l’edificio presenta una pianta quadrata con quattro torri massicce angolari legate da logge e un giardino con fontane e piante di camelie.
La splendida chiesa di S. Maria del Tiglio, che si trova seguendo dall’imbarcadero il lungo lago verso sud, è uno dei principali monumenti romanici della provincia. Fu edificata a partire dal XII secolo su un preesistente battistero paleocristiano, di cui rimangono tracce nel disegno perimetrale quadrato con tre absidi, la vasca battesimale e lacerti di un pavimento a mosaico. La facciata è caratterizzata dall’alternanza di pietra bianca (proveniente dalla vicina Musso) e grigia e dalla massiccia torre campanaria ottagonale, che conferisce alla struttura maggiore slancio verso l’alto.
All’interno l’affresco meglio conservato, sulla controfacciata di sinistra, è un Giudizio Universale del XIV secolo, ma una delle opere più importanti della chiesa è il Crocifisso ligneo risalente forse al XII secolo. Unica testimonianza scultorea su legno di epoca romanica del lago di Como, è ricavato, tranne le braccia, da un unico tronco.
[rif. menaggio.com]
La Chiesa di S. Vincenzo fu eretta invece intorno al 1050 su un edificio paleocristiano del V secolo e rimaneggiata fra il XVII e il XVIII secolo; dell’antica struttura paleocristiana conserva la suggestiva cripta dedicata a Sant’Antonio, anteriore al 1304.