La chiesa della Santissima Annunziata, fondata nel 1320 dalla confraternita dei Compenitenti assieme all'annesso ospedale, non conserva tracce della originaria costruzione, sia a causa dei danni subiti nel terremoto del 1456, sia per gli interventi di trasformazione architettonica che ne modificarono radicalmente la struttura dell'inizio del XVI secolo. Inoltre, un altro rovinoso evento sismico, quello del 1706 condusse a un nuovo, importante intervento di ricostruzione che diede alla chiesa un aspetto barocco, con una facciata imponente a due ordini di colonne, opera, quest'ultima del Maestro Norberto Cicco di Pescocostanzo (1710).
Il campanile progettato dal vescovo dei Marsi Matteo Colli fu realizzato dal "mastro Alessio" tra il 1565 e il 1588 (iscrizione posta sotto il cornicione). Alto poco più di 65 metri, presenta una pianta quadrata con lati di 7,20 metri. È costruito su due piani e presenta una cuspide piramidale e quattro bifore per ciascun piano. È il campanile più alto d'Abruzzo. Su questo modello sono inspirati i campanili della Badia Morronese e della parrocchiale di Pacentro.
La facciata fu realizzata da Norbert Cicco De Peschocostanzo e riflette pienamente le influenze romane, pescolane e napoletane che gravitano intorno al nuovo cantiere. Allineato alla maestosa facciata gotico-rinascimentale, l'ampio spazio quadrangolare è movimentato da un doppio ordine di colonne binate fortemente aggettanti che riescono a conferire maestosità e slancio all'insieme.
Al centro si apre la finestra con timpano spezzato concluso in due volute, imponente quanto il portale maggiore, sia per le dimensioni che per la decorazione, così da riequilibrare le proporzioni in considerazione della visuale ribassata posta sotto la scalinata. Due volute fanno da raccordo tra il corpo centrale e le ali laterali che chiudono negli angoli con due paraste scanalate terminanti in due "pinnacoli".
L'interno ampio e luminoso vede la navata centrale raccordarsi in altezza al transetto non emergente; le quattro arcate che dividono il vano centrale dalle navatelle sono scandite da pilastri resi cruciformi da lesene terminanti verso la navata in capitelli a stucco di ordine composito.
Al di sopra di ogni arco degli angeli in stucco a forte rialzo sorreggono un medaglione entro il quale è dipinto a monocromo un episodio sacro; l'effetto d'insieme è di una dinamica, ariosa ed elegante teoria celeste che osserva e guida il visitatore dall'ingresso fino al presbiterio.
Una cornice alta con delle modanature non molto aggettanti chiude la parete e funge da imposta alla volta a botte, la quale è aperta alla base da una serie di finestre che la rendono particolarmente luminosa.
La volta è arricchita da delicati motivi vegetali sempre realizzati a stucco, mentre al centro, entro ampi riquadri mistilinei, troviamo i preziosi affreschi raffiguranti episodi cristologici e mariani realizzati dal pittore Giovambattista Gamba nel 1728.
Nel transetto si apre la cupola estradossata, unico esempio del genere a Sulmona, resa luminosa dalla lanterna e dalle finestre rettangolari del tamburo; i pennacchi di raccordo sono affrescati con le figure e i simboli dei quattro Evangelisti sempre da Giambattista Gamba, la cui firma è chiaramente leggibile insieme alla data di esecuzione dei lavori sotto la figura di S. Giovanni.
A ridosso dell'ultima campata si impongono allo sguardo due grandi organi con balaustre riccamente decorate ad intaglio e dorate; la contrapposizione di due organi è legata alla tecnica dei cori battenti o spezzati, inconsueta al di fuori del territorio veneziano e sintomatica di una ragguardevole attività musicale a Sulmona.
I bracci del transetto terminano in due maestosi altari con mostre in stucco e paliotti in marmo commesso, opere del XVIII eseguite da maestranze di Pescocostanzo. Il piccolo centro montano può vantare una nutrita schiera di abili maestranze intente alla lavorazione del marmo, della pietra e del legno che ricevono importanti commissioni in diverse zone della provincia aquilana. Tra queste ricordiamo il Norberto Cicco di Pescocostanzo autore della facciata e con molta probabilità anche dell'altare maggiore e della balaustra che gli fa da cornice.