Dietro a una facciata storica, dotato di un piccolo porticato, si nasconde uno spazio caratterizzato da numerosissimi affreschi.
L’oratorio di San Pellegrino fa parte dell’abbazia bominacense e risale a una ricostruzione del 1263 su volontà dell’abate Teodolindo. Solo il portico esterno risale invece al XVII secolo, realizzato con materiale di spoglio.
Ciò che rende particolare l’oratorio di San Pellegrino a Bominaco sono i suoi affreschi, un ciclo risalente per buona parte al XIII secolo con quale elemento del secolo successivo.
Le pitture celebrano l’anno liturgico nei cicli del Natale e della Pasqua e sono frutto di tre artisti differenti. L’apporto più raffinato di tutto l’oratorio è attribuito al Maestro Miniaturista che ha dipinto alcune iconografie in stile bizantino, ammorbidito da un tocco sciolto e sapiente. A lui appartiene il celebre calendario bominacense.
L’aula è divisa in quattro campate grazie ad arconi a sesti acuti che poggiano su pilastri addossati ai muri perimetrali. La zona del presbiterio è separata dal resto dell’oratorio attraverso grandi plutei decorati con bassorilievi di bestiari.
Proprio per i suoi particolari affreschi, l’oratorio di San Pellegrino è noto come la "Cappella Sistina d’Abruzzo", anche se per via delle sue dimensioni piuttosto contenute sarebbe più opportuno paragonarla alla cappella degli Scrovegni di Padova.
I temi rappresentati, oltre al calendario monastico con la personificazione dei mesi (vera rarità), sono gli episodi tratti dal Vangelo, l’infanzia di Cristo, la Passione, il Giudizio Finale, alcuni episodi della vita di San Pellegrino e la riproduzione a dimensioni ragguardevoli del santo a cui è dedicato l'oratorio.