La Revue Nègre giunge da Broadway a Parigi nell'ottobre del 1925. Indossando solamente una cintura di banane, per altro disegnata dal sarto Paul Poiret, Joséphine Baker elettrizza il pubblico con la sua provocatoria danse sauvage: un'ironica interpretazione contemporanea di ciò che gli europei pensavano fossero le danze delle tribù africane.
L'anno successivo Paul Colin rielabora i disegni ispirati allo spettacolo, pubblicandoli nel 1929 con il titolo Le Tumulte Noir in cui si fondono passione per il jazz e per la danza contemporanea, incarnata dagli afro-americani invitati a Parigi, ma anche per il "primitivo" e il "selvaggio" che la distorta visione colonialista attribuisce, così come l'aggettivo dispregiativo nègre, alle civiltà africane.
Ne è curiosa testimonianza l'allegorico dipinto Africa nera di Louis Bouquet, in cui uomini e donne danzano in un villaggio di fantasia, con le movenze adottate da Joséphine Baker, dominati da una divinità nera affiancata da Apollo e dal cavallo alato Pegaso, fondendo mito classico e immaginario europeo rispetto alle culture africane.
Paul Coline, Le Tumulte Noir, 1929 | litografie colorare con la tecnica del pochoir su carta intelata colore crema | Musée des Années Trente.