Nel 1923 Guido Marangoni organizza la prima delle Biennali negli ambienti della Villa Reale, divisi per sezioni regionali secondo una linea che privilegia l'artigianato artistico, anche se scelte di gusto déco si riconoscono negli arredi di Zaccari, nelle opere di Zecchin, nelle ceramiche di Laveno, ideate da Andlovitz, e in quelle della Richard-Ginori rinnovate da Ponti.
Nel 1925, In contemporanea alla grandiosa esposizione di Parigi, sì apre la seconda edizione e, pur essendoci ancora alcune proposte regionali, il linguaggio déco domina con le opere di Cambellotti, Zaccari, Rizzarda, Pietro Chiesa, di Laveno e della Richard-Ginori. È presente anche la Francia, ma solo con due sale (arredi di Ruhlmann), a fronte delle nove sale della Germania che non viene invitata alla mostra di Parigi.
Alla terza Biennale, nel 1927, il linguaggio déco è ormai consolidato: viene allestita la sala del gruppo "Il Labirinto" e per la Richard-Ginori Ponti e Buzzi presentano parti del Centrotavola delle Ambasciate.
Saltato il 1929, nel 1930 apre la quarta mostra, che diviene triennale, dove il Déco, ancora con qualche significativa testimonianza, trascolora nello stile Novecento, dopodiché la rassegna si trasferisce definitivamente a Milano nella nuova sede, appunto, della Triennale.