Di Antonino Saggio
Il testo di Antonino Saggio, L'architetto di frontiera, affronta il tema dell'architettura contemporanea come un sistema vivente, in costante trasformazione e interazione con le innovazioni tecnologiche. L'autore mette in evidenza come l'architettura non possa più essere concepita come un oggetto statico, ma debba adattarsi ai nuovi paradigmi della complessità, dell'interconnessione e della velocità delle informazioni.
L’avvento della rivoluzione informatica ha colto il mondo dell’architettura ** impreparato**, creando un divario tra la rapidità con cui si generano e si diffondono le informazioni e il tradizionale processo progettuale. Tuttavia, l’informatica deve essere intesa come un mezzo e non come il fine ultimo dell’architettura: non può essere il progetto in sé, ma uno strumento per ampliare le possibilità espressive, costruttive e funzionali dell'architettura.
L'architetto del presente e del futuro deve quindi assecondare questa accelerazione, comprendendo che il tempo sta cambiando: i ritmi della società, le esigenze degli spazi e le modalità costruttive si evolvono rapidamente. In questo scenario, anche i materiali assumono nuovi significati, diventando metafora di processi più ampi o addirittura intelligenti. Oggi, ad esempio, i rivestimenti murari non sono più semplici involucri inerti, ma possono essere realizzati con funghi in grado di auto-rigenerarsi, riducendo l’impatto ambientale e introducendo una dimensione organica e dinamica nei processi costruttivi.
Il pensiero di Saggio si inserisce perfettamente in questa prospettiva, invitando l'architetto a una nuova consapevolezza: la progettazione non può più essere un atto chiuso e definito, ma deve diventare un processo in continua evoluzione, in grado di adattarsi, interagire e rispondere ai mutamenti della società e della tecnologia.