dare SENSO e SPERANZA
di Antonino Saggio
di Antonino Saggio
L’articolo di Antonino Saggio, Dare Senso e Speranza - Significato delle Infrastrutture, esplora il ruolo delle infrastrutture nel contesto urbano contemporaneo, sottolineando l’importanza di attribuire loro non solo una funzione tecnica, ma anche un valore simbolico e collettivo. L’autore evidenzia come le infrastrutture moderne debbano essere multifunzionali, ecologiche e interattive, favorendo un’esperienza di fruizione più consapevole e armoniosa all’interno dello spazio urbano.
Attraverso un’analisi storica, Saggio mostra come le infrastrutture abbiano sempre avuto un valore che trascende la loro mera funzione pratica. Un esempio emblematico sono le mura delle città antiche, che non solo fornivano protezione, ma segnavano anche un confine culturale e identitario. Allo stesso modo, le infrastrutture contemporanee devono fungere da catalizzatori di significati e intenti collettivi.
L’autore cita alcuni progetti significativi che incarnano questa visione:
La stazione Shinkansen di Makoto Sei Watanabe, un’infrastruttura che, attraverso la sua composizione fluida e dinamica, si integra armoniosamente con il paesaggio urbano.
L’International Port Terminal di Yokohama, progettato dai Foreign Office Architects, che ridefinisce il concetto di infrastruttura portuale trasformandola in un parco urbano accessibile.
Il Ponte di Zaha Hadid a Saragozza, il quale, oltre alla funzione di collegamento, si configura come un vero e proprio spazio espositivo e simbolo dell’Expo 2008.
Successivamente, Saggio riflette sul ruolo delle infrastrutture come strumenti di risoluzione delle crisi urbane e ambientali, menzionando progetti innovativi come la High Line e la Low Line di New York, esempi di rigenerazione di spazi dismessi in nuovi luoghi di aggregazione sociale e culturale.
Infine, l’autore introduce un’affascinante riflessione sulle Vie Cave etrusche, antichi percorsi scavati nel tufo nel territorio laziale. Lungi dall’essere semplici strade, questi percorsi avevano una valenza rituale e simbolica, rappresentando un esempio di infrastruttura perfettamente integrata con il contesto naturale e culturale. Da questa prospettiva, l’infrastruttura ideale non dovrebbe limitarsi a soddisfare esigenze funzionali, ma deve ambire a trasmettere un senso profondo di appartenenza e connessione con il territorio.
L’analisi di Antonino Saggio offre una riflessione di grande valore sul significato delle infrastrutture, sottolineando come esse non debbano essere concepite esclusivamente in termini ingegneristici, bensì come elementi essenziali per la costruzione di un’identità urbana condivisa. L’autore evidenzia la necessità di superare un approccio tecnico e riduzionista, promuovendo una visione più ampia in cui l’architettura dialoghi con il paesaggio e con la memoria collettiva.
Nell’era della trasformazione digitale e dell’accelerazione urbana, il ruolo dell’architettura risulta particolarmente complesso. L’innovazione tecnologica offre strumenti potenti, ma non può sostituire la dimensione culturale e simbolica del progetto. L’architetto ha il compito di armonizzare progresso e memoria, creando infrastrutture che rispondano alle nuove esigenze senza perdere di vista il legame con la storia e l’identità dei luoghi.
L’evoluzione dei materiali e delle tecnologie costruttive offre nuove opportunità in tal senso: basti pensare ai rivestimenti innovativi, ai materiali autorigeneranti o alle soluzioni architettoniche adattive, che rendono gli edifici più responsivi e interattivi con il contesto urbano e ambientale. Tuttavia, come dimostra l’esempio delle Vie Cave etrusche, la vera qualità di un’infrastruttura risiede nella sua capacità di creare connessioni profonde tra l’uomo, lo spazio e il tempo.
L’articolo di Saggio evidenzia, dunque, un principio essenziale: un’infrastruttura che non tenga conto del suo significato più ampio, che non si ponga l’obiettivo di ispirare, emozionare e coinvolgere la collettività, rischia di rimanere un semplice oggetto funzionale privo di anima. Al contrario, infrastrutture che sappiano coniugare forma, funzione e valore simbolico possono diventare strumenti di rigenerazione urbana e di rinnovamento culturale, restituendo alla città la capacità di evolversi in modo sostenibile e armonioso.