La nostra accezione di (digital) storytelling è diversa da quanto si trova in letteratura o nella pratica scolastica: non si tratta di ‘raccontare/ascoltare una storia’, né di far creare delle storie.
Gli studenti ‘entrano’ in una storia, prendendo il posto di un personaggio della storia. La dizione ‘entrano’ significa che accedono ad un ambiente digitale assumendo come ‘avatar’ uno dei personaggi della storia.
Costruiscono la storia matematica su canovaccio dato come storia-fumetti.
Nel considerare la narrazione matematica strettamente legata all’immersione nella storia, partiamo dall’affermare che “il modo naturale di concepire una dimostrazione è costruirla come un racconto, e quello di capirla, di ascoltarla come un racconto” . (Lolli, 2018, p. 7) . Nel DIST-M il processo dimostrativo è vissuto e concorre a costruire l’evolversi della storia, di ciascun personaggio e collettiva.
Ogni personaggio della storia ha un ruolo specifico relativamente al quale ha delle azioni specifiche da compiere.
Ci sono due livelli di immersività per ogni episodio:
Un gruppo di 4 studenti e il docente prendono il posto dei personaggi della storia e ‘vivono’ l’episodio come attori. Ogni studente-attore agisce nella storia in accordo al ruolo del suo personaggio.
Gli altri studenti, in gruppi da 4, prendono il posto dei personaggi della storia e ‘vivono’ l’episodio come osservatori. Ogni studente-osservatore prende in carico l’osservazione di un personaggio della storia.