Le tecnologie (e la capacità di usarle in modo competente), soprattutto nell’ambito delle pratiche scolastiche nell’era digitale, non dovrebbero essere (più) meramente funzionali al raggiungimento di qualche obiettivo didattico ma, piuttosto, considerate strumenti e competenze abilitanti, mancando i quali alcuni degli scenari didattici non solo sarebbero irraggiungibili, ma anche più difficili da immaginare e, quindi, da realizzare concretamente. Il design didattico tradizionale, infatti, prevede la progettazione “astratta” di tutti gli interventi e la pianificazione di tutte le interazioni tra gli attori coinvolti, delegando alla fase successiva (e, verosimilmente, ad altre persone) la realizzazione della user experience con qualche strumento “idoneo”. In questo passaggio, alcune delle potenzialità didattiche delle tecnologie usate (o potenzialmente usabili) potrebbero andare perse. Può infatti accadere che la piena realizzazione delle potenzialità semiotiche di uno strumento utilizzato suggerisca un parziale ripensamento dell’attività didattica che implementa e che tale opportunità passi completamente inosservata. Al contrario, una buona conoscenza delle tecnologie che si intendono utilizzare può favorire una progettazione didattica più completa/approfondita sin dall'inizio, cogliendo in anticipo le sfumature e le opportunità educative in ogni fase, consentendo così il pieno controllo dell'intero processo, dall'ideazione alla sperimentazione didattica fino alla validazione finale. Solo in tal modo si riesce a sfruttare appieno il potenziale delle tecnologie che, in ambito didattico, si traduce nella possibilità di implementare pratiche potenzialmente più efficaci in termini di coinvolgimento degli studenti e di risultati attesi.
In concreto, nel DIST-M il coinvolgimento degli studenti avviene su più piani:
sul piano emotivo e motivazionale, immergendo tutti gli studenti in una storia adeguatamente supportata dall’ambiente di apprendimento appositamente configurato;
sul piano cognitivo, come una “sfida” in grado di:
richiamare conoscenze pregresse e tale da generare nuova conoscenza (e approfondimento) in maniera collaborativa ed individuale,
sviluppare competenze argomentative, mediante l’uso di più canali comunicativi in grado rappresentare e supportare più registri linguistici, favorendone al contempo l’evoluzione;
sul piano metacognitivo, attraverso i ruoli, portando a galla le abilità tipiche del “fare matematica” con la possibilità di riflettere sulle attività svolte in modo cosciente.
La tecnologia permette di intervenire su ciascuno di questi piani e di realizzare un’attività didattica autenticamente inclusiva. Tutti gli studenti della classe vivono la medesima esperienza, da ogni punto di vista e ruolo, contribuiscono attivamente alla storia, hanno la possibilità di osservare e di ritornare sui propri passi, di riflettere sui ruoli e sulle abilità coinvolte, in itinere e dopo. Tutto ciò è possibile solo grazie ad un buon supporto tecnologico, l’unico in grado di raccogliere, registrare e rendere disponibili a studenti e docenti i tanti flussi paralleli che, inevitabilmente, finirebbero per confondersi e lasciare ben poca traccia in uno scenario didattico tradizionale.
In generale, va anche detto che la tecnologia non è mai completamente neutra, nel senso che non tutti gli strumenti tecnologici sono veramente intercambiabili. Se si desidera cogliere ogni opportunità didattica ed implementare anche le sfumature di senso e significato, allora è necessario rivolgere lo sguardo verso quegli strumenti che sono in grado di tradurre tutto questo in pratica. Questo, fondamentalmente, è stato il motivo alla base della nostra scelta di adottare Moodle come piattaforma per l’implementazione del DIST-M. Moodle, infatti, dispone di tutto il necessario per implementare le attività di apprendimento e gestire le interazioni tra studenti e con l’esperto. Abbiamo quindi selezionato accuratamente gli strumenti più idonei offerti dalla piattaforma e li abbiamo adeguatamente configurati per soddisfare le esigenze educative di ogni fase progettuale del DIST-M.
Di seguito elenchiamo/richiamiamo brevemente gli elementi funzionali del DIST-M (da un punto di vista più pedagogico/didattico - quello del designer), cogliendone appieno lo scopo e le sfumature didattiche (oltre che motivazionali per gli studenti), e indichiamo il modo in cui essi sono stati implementati attraverso la piattaforma Moodle. Forniamo qualche indicazione su come implementare delle funzionalità quasi analoghe con strumenti più semplici (magari rinunciando a qualcosa).