102/612 ED

Dopo anni di attesa, finalmente ho trovato il telescopietto da viaggio dei miei desideri.

Sempre alla ricerca di un rifrattorino di discreto diametro con vetri di qualità superiore ai classici doppietti acro, di peso e ingombro contenuto, ecco finalmente spuntare un 102mm f/6, quindi con focale 600mm. I classici apo 100mm sono sempre più lunghi, quasi tutti attorno a f/7 o giù di lì, magari tripletti e di peso quindi abbastanza importante, tutto per contenere al massimo l'aberrazione cromatica inevitabile per focali così spinte. Dal mio punto di vista la cosa non mi ha mai disturbato molto, ad esempio ho osservato spesso e con piacere con acro da 100-120mm f/5 senza mai essere deluso più di tanto, il mio target osservativo infatti è votato quasi esclusivamente al deep sky e quindi uso prevalentemente ingrandimenti medio-bassi, dove il residuo cromatico delle immagini a fuoco è più che tollerabile per non dire nullo. Il problema si avverte salendo d'ingrandimento, superando infatti i 120-130X, le immagini, oltre ad essere inquinate da riflessi colorati, diventano poco nitide, impastare, il campo dell'oculare pieno di luce diffusa che mi disturba parecchio. Molti oggetti deep, compatibilmente con il piccolo diametro di 100-120mm, richiedono spesso questo tipo d'ingrandimento, molte planetarie e globulari infatti si preferiscono e si risolvono meglio attorno ai 120-150X.

Spulciando su astrosell era tempo che puntavo un rifrattore ED 102 f/6 della sconosciuta Kson, ditta cinese con pochissimo credito e ai più sconosciuta, infatti i loro prodotti si trovano solo sul mercato tedesco e inglese. Il telescopio era usato e in poco tempo il prezzo, dai 650€ iniziali, è passato a 500€ trattabili...con mille dubbi decido di prenderlo per testarlo, la cifra non era eccessiva e il rischio ci stava...

Concluso l'affare per 480€, in poco tempo il nuovo tele è arrivato a casa mia pronto per il test sul cielo.

Il piccolo apo è alloggiato in una comoda borsa semirigida per il trasporto, con ampi spazi per riporre altri accessori come diagonale, oculari e cercatore. E' già dotato di red dot al posto del classico cercatore ottico ma manca il diagonale, preferibilmente da 2" per avere una maggior estrazione di fuoco, con il classico 31,8mm in terrestre non va a fuoco e temo pure sul cielo, anche se non ho effettivamente controllato.

Il tubo è bianco laccato, ben rifinito, con un comodo paraluce retrattile per ridurre l'ingombro. Il fuocheggiatore è un po' la nota dolente, niente di scandaloso, anzi...è tutto in alluminio anodizzato nero, robusto e con un attacco a vite autocentrante molto valido, con la possibilità di ruotare a piacere, viti di blocco e riduzione da 2", non è il classico crayford ma ha il pignone e la cremagliera, tra l'altro poco precisi come lavorazione, duretto e con parecchio gioco, abituato al crayford classico o a quello con riduzione micrometrica è nettamente inferiore e meno pratico e preciso da usare.

Una coppia di anelli ben rifiniti e sovradimensionati sorreggono la classica barra standard vixen per il fissaggio sulla montatura.

Montato su altazimutale, ho effettuato la prima prova in terrestre, verificando quanto detto in precedenza, con il classico diagonale da 31,8 non va a fuoco, mancano pochi millimetri. Le immagini mi sono parse subito molto buone, puntando un palo lontano con pannelli solari, non ho visto particolare aberrazione cromatica, solitamente su questo soggetto il bordo del pannello illuminato dal Sole appare violetto, qui no fino a 150X.

La sera successiva ho provato lo strumento sul cielo, da casa mia con SQM 20,5 circa. Lo startest mostra l'ottica molto ben collimata e priva di tensionamenti, gli anelli di difrazione sono perfettamente concentrici e netti, soprattutto in intra. Il residuo cromatico qui è ben visibile, scompare però con la stella a fuoco, tranne un leggero accenno di violetto su astri di prima grandezza come Spica o Regolo ma trascurabile. Gli astri sono molto puntiformi poi, per colpa del campo curvo inevitabile, ai bordi si allungano un po', difetto che quasi scompare con oculari tipo Pentax XW 20 o UWA14mm.

Puntando Saturno non ho notato colorazioni strane, anche a 240X l'immagine risultava neutra e con pochissima luce diffusa, anche se a 180X il pianeta mostrava più particolari ed era più "secco".

La terra di caccia di questo apo, l'ho preso per quello, è il rich field, usato a bassi ingrandimenti per scorrazzare tra gli ammassi aperti è piacevolissimo, anche se non disdegna gli alti ingrandimenti in relazione al suo diametro. M13, per esempio, è risolto a 150X, così come M5. Anche i globulari dell'Ofiuco sono parzialmente risolti, soprattutto M12, bellissimo, mostra tantissime stelline nell'alone, anche se 100mm lo fanno affievolire parecchio.

Il tripletto del Leone è perfettamente visibile, un po' meno luminoso che nel Nexus, bellissima M51 e la NGC4565 nella Chioma.

La sera successiva ho fatto alcune prove ad alti ingrandimenti su qualche doppia per verificare la resa, il potere risolutivo e i colori delle stelle. Albireo, facilissima e colorata di un arancio e un azzurro molto contrastati. Izar è sdoppiata a 150X, con la secondaria sul primo anellino di difrazione, molto carina! Il test più ostico che ho fatto è Porrima, la coppia è separata di circa 1" ed è al limite del potere dello strumento, la forma a "8" era già percepibile a 150X ma per separarla ho dovuto alzare l'ingrandimento a 240X (HR 2,5) si notava chiaramente un filino nero tra le due componenti.

Che dire, per il prezzo che l'ho pagato mi sembra un ottimo affare, nuovo costa circa 800€ e secondo me li vale. Presto avrò la possibilità di confrontarlo con lo Sharpstar 106, tripletto ED in FPL53 di Gigiastro, di prezzo doppio, vedremo cosa salta fuori!