6. Indice delle rocce che osserveremo

Serie Toscana

Le rocce sedimentarie della successione della Falda Toscana (Boccaletti et al., 1987;

Fazzuoli et al., 1994) (Fig. 4), scollata tettonicamente rispetto al suo originario substrato paleozoico-medio triassico, si sono formate dal consolidamento (diagenesi) di sedimenti marini che hanno iniziato a depositarsi nel Triassico superiore. Le rocce sedimentarie più antiche della Falda Toscana sono derivate da sedimenti marini legati ad un evento di trasgressione, che porta alla deposizione di sedimenti prevalentemente carbonatici e marnosi, in un lungo intervallo di tempo che comprende la parte superiore del Triassico, il Giurassico, fino al Cretaceo, per circa centottanta milioni d’anni (da 230 fino a 65 milioni di anni fa). In questo lungo intervallo temporale le condizioni paleogeografiche evolvono da continentali a marine di bassa profondità, con ambienti in cui prevalgono condizioni evaporitiche, durante le quali si genera la formazione delle 

Anidriti di Burano (trasformate poi nel Calcare Cavernoso)

rocce evaporitiche

Calcari e marne a Rhaetavicula contorta e del Calcare Massiccio

rocce di piattaforma carbonatica, tipo quelle attuali del Golfo Persico e delle Bahamas, 

Rosso Ammonitico

per poi passare ad ambienti di maggiore profondità, lungo scarpate continentalial 

Calcare selcifero 

d

i Limano

o di piana oceanica tipo atlantico, con la deposizione di fanghi essenzialmente carbonatici e calcareo-silicei,

 In seguito, si sedimentano le Marne a Posidonomia (formatesi in seguito alla deposizione di sedimenti carbonatici ed argillosi), i Calcari selciferi della Val di Lima, 

Diaspri

 toscani (derivati dalla prevalente deposizione di microrganismi silicei, i radiolari), e la Maiolica (derivata dalla precipitazione biochimica di fanghi carbonatici).

Alla fine del Cretaceo (65 milioni di anni fa), l’Era Mesozoica ci lascia insieme ai dinosauri e a numerose altre specie viventi, entrando così nell’Era Cenozoica. In Toscana, durante i periodi iniziali dell’Era Cenozoica, il Paleocene e l’Eocene (64-34 milioni di anni), si depositano ancora, in un ambiente di mare profondo, rocce sedimentarie di natura prevalentemente argillitica che vanno a formare la 

Scaglia Toscana

, all’interno della quale si ritrovano alcune intercalazioni di livelli silicei e carbonatici. Questi ultimi sono talora riccamente fossiliferi, per la presenza di foraminiferi chiamati Nummuliti. Successivamente, nell’Oligocene (tra 34 e 23 milioni di anni), all’interno di profonde fosse oceaniche si formano le rocce prevalentemente arenacee della formazione del 

Macigno

, del Cervarola-Falterona e, nell’area umbromarchigiana, nel Miocene inferiore e medio (23 – 12 milioni di anni), della formazione Marnoso-Arenacea (Fig. 5). Le rocce di quest’ultime formazioni, che compongono l’ossatura della catena appenninica settentrionale, sono state ampiamente utilizzate nell'architettura fiorentina a partire dal Rinascimento e conosciute come Pietra Serena (vedi Pecchioni et al., questo volume), proveniente dalle cave del Macigno intorno a Firenze, o come Pietra di Firenzuola, proveniente da cave nelle formazioni del Cervarola-Falterona e della Marnoso-Arenacea e di utilizzo più recente sia nella realizzazione di interni che nel rifacimento di pavimentazioni stradali, nonostante presenti caratteristiche di durabilità nettamente inferiori a quelle del Macigno.

Liguridi: le ofioliti

Con questo nome è indicata una successione di rocce, di origine oceanica, il cui nome deriva dalla parola greca «ophis», che vuol dire serpente, per l’aspetto e il colore verdastro che caratterizza i prodotti più comuni di questa successione (le serpentiniti).

Le ofioliti sono tra le rocce magmatiche più antiche della Toscana, appartengono alle Unità Liguridi e costituiscono le rocce del substrato oceanico del bacino Ligure-Piemontese. Le ofioliti sono ampiamente distribuite in tutta la Toscana (Fig. 6) e sono composte da una sequenza di rocce ultrabasiche, peridotitiche (spesso trasformate in serpentiniti da fenomeni di metamorfismo oceanico), gabbri e complessi filoniani e lavici di composizione basaltica. Per la loro affinità petrologica e geochimica con le attuali rocce dei fondi oceanici, le ofioliti sono state interpretate come resti del fondo oceanico della Tetide, formatosi durante il Giurassico (199-145 milioni di anni), traslate sulla crosta continentale del margine africano (l’attuale penisola italiana) durante la costruzione dell’orogene appenninico.

Peridotiti

Serpentiniti

Gabbri

Basalti

Rocce della Provincia Magmatica Toscana