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L' enigma di Diofanto
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L' enigma di Diofanto
Diofanto , matematico greco, è vissuto nel III secolo d.c. La sua specialità era di affrontare quesiti che richiedevano una soluzione con numeri interi e oggi ci si riferisce a tali problemi definendoli problemi diofantei. Trascorse la sua vita ad Alessandria,raccogliendo problemi già risolti e inventandone di nuovi, per poi raccoglierli tutti nel suo trattato più importante: l'Aritmetica.
Dei tredici libri che lo compongono,solo sei sopravvissero alle calamità del Medioevo e giunsero ad ispirare matematici come Pierre de Fermat. Gli altri sette libri andarono persi in una serie di tragici eventi che fecero tornare indietro la matematica all'età dei babilonesi.
L' unico particolare della vita di Diofanto che è sopravvissuto ha la forma di un enigma che, si dice, sia stato scolpito sulla sua tomba:
"Dio gli consentì di essere ragazzo per la sesta parte della sua vita e, con l' aggiunta di una dodicesima parte, gli rivestì le guance di peluria . Dopo un' altra settima parte della sua vita il Dio accese per lui le fiaccole nuziali e cinque anni dopo il matrimonio gli accordò un figlio.Ahimè! povero figlio nato troppo tardi; dopo aver raggiunto la metà dell' intera vita di suo padre, il gelido Fato se lo prese . Dopo essersi consolato con la scienza dei numeri per altro quattro anni , egli concluse la sua vita."
ll problema consiste nel calcolare la durata della vita di Diofanto.
A che serve la matematica?
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A che serve la matematica?
A Talete (624-548 a. C.) la Matematica, insieme ad un bastone, servì per misurare l' altezza della piramide di Cheope .
Quando il saggio Talete di Mileto, oltre seicento anni prima della nascita di Cristo si trovava in Egitto, gli fu richiesto da un messo del faraone, a nome del sovrano, di calcolare l’altezza della piramide di Cheope: correva infatti voce che il sapiente sapesse misurare l’altezza di elevate costruzioni per arte geometrica, senza salirvi sopra. Talete si appoggiò ad un bastone: attese fino al momento in cui, verso la metà della mattina, l’ombra del suo bastone, tenuto verticale, aveva lunghezza uguale al bastone stesso; disse allora al messo:<< Vai, misura subito l’ombra della piramide: essa in questo momento è lunga quanto la piramide stessa >>.
Per essere preciso, Talete avrebbe dovuto dire di aggiungere all’ombra della piramide metà del lato della base di essa …..; può darsi ch’egli l’abbia detto, anche se la leggenda non lo riferisce, forse per non guastare con troppi particolari tecnici, una risposta ch’era bella nella sua semplicità.