VIVA, VIVA CARNEVALE,

CHE FISCHIANDO, SALTELLANDO, TINTINNANDO,

VIENE INNANZI E NON FA MALE! 

di Nicola, Antonio e prof.ssa G. Petruzzella

Lunga storia quella del Carnevale, il cui nome deriva dal latino e significa “eliminare la carne”, in quanto il martedì grasso è l’ultimo giorno, prima dell’inizio della Quaresima, in cui si potrebbe, secondo la tradizione cristiano-cattolica, mangiare carne. 

La festa in realtà ha origini pagane: deriva dalle feste dionisiache greche durante le quali si svolgevano rappresentazioni teatrali dedicate al dio Dioniso e in cui gli attori indossavano maschere e costumi. Alle celebrazioni, che duravano alcuni giorni, partecipava tutta la comunità. In questo periodo potevano essere infrante le convenzioni sociali: era consuetudine infatti abbandonarsi allo scherzo e alla sfrenatezza. Questi atteggiamenti servivano a rinnovare lo spirito e rappresentavano simbolicamente la rinascita.

Nel folclore italiano il Carnevale è molto sentito: ad esempio la città di Venezia è famosa per le sfilate di maschere e costumi, Viareggio e Putignano per i carri allegorici. 

Nel corso dei secoli, sono giunte fino a noi maschere e costumi tipici, che derivano dalla Commedia dell’Arte, un tipo di rappresentazione scenica che era in voga nel Seicento. In queste rappresentazioni teatrali gli attori usavano maschere e costumi per interpretare, in chiave comica, alcuni tipi umani con caratteristiche fisiche, psicologiche e comportamentali particolari. 

Ogni regione o città italiana ha la sua maschera tipica: ad esempio, Arlecchino è originario della città di Bergamo, Pantalone e Colombina sono nate a Venezia, Pulcinella a Napoli, Meneghino a Milano. 

Anche il Trentino ha le sue maschere tipiche, come il Basa-Done, i Matòci, i Marascons e il Bufon.

Con alcuni ragazzi di seconda, al termine di questo percorso sul Carnevale e sulle sue tradizioni, è stato realizzato un lavoro di raccolta delle notizie più significative che è stato esposto in aula. L’obiettivo dell’attività è stato quello di trasmettere il valore delle tradizioni popolari, come parte integrante di un patrimonio culturale da non dimenticare.