La religione originaria, lo Shintoismo, che cosa ci svela? Amaterasu, la dea del sole, coltivava riso e ancora oggi uno dei compiti cerimoniali dell’imperatore consiste nel trapianto rituale del primo riso dell’anno. Le offerte presentate ai templi shintoisti (dai più sacri, Ise e Izumo, a quelli minori) comprendono sin dai tempi antichi prodotti del mare come pesci, alghe, molluschi essiccati e alcuni fasci di riso del primo raccolto dell’anno.
E’ poi tradizione che si inizi il primo giorno dell’anno bevendo del tè con un prugna umeboshi (dal piacevole gusto agrodolce) e si porti in tavola l’osechi-ryori, un insieme di pietanze riservate generalmente ai giorni di festa e che simboleggia l’abbondanza e la buona salute dell’intera famiglia. Un tempo era usuale mangiare l’osechi-ryori anche durante altre feste tradizionali giapponesi (Jochi-no-sekku o Festival delle pesche; Tango-no-sekku o Giorno dei ragazzi; Tanabata o festival delle stelle) tuttavia poiché la festa del nuovo anno è la più importante di tutte, oggi con osechi-ryori si intendono i cibi riservati al Capodanno, che hanno la particolarità di poter essere conservate per più giorni (i festeggiamenti tradizionali del Nuovo anno durano sette giorni), questo perché veniva considerato sgradito alle divinità l’accensione di fuochi e fornelli.