In occasione dei cento anni dalla morte di Franz Kafka, avvenuta il 3 giugno 1924, Enrico de Magistris, bibliotecario della rete Bibliolandia e operatore culturale, propone un percorso didattico per le classi terze e quarte degli istituti superiori di Pontedera finalizzato all'avvicinamento ai testi dell'autore.
Saranno possibili percorsi attraverso Pontedera per stimolare la riflessione sulle opere e approfondimenti presso la biblioteca comunale G. Gronchi.
L'offerta didattica completa è visibile qui.
A questo link, le informazioni fondamentali sulla vita e sulle opere dell'autore, fornite dalla Enciclopedia Treccani.
Qui di seguito alcuni testi fondamentali che è possibile consultare nella biblioteca del nostro istituto.
La metamorfosi e altri racconti
Pubblicato per la prima volta a Lipsia, da Kurt Wolff, nel 1915, questo racconto è entrato nell'immaginario collettivo, rendendo la metamorfosi in insetto un simbolo individuale e collettivo di straniamento.
Cosa si prova a svegliarsi una mattina trasformati in orrendi scarafaggi? Non si può sfuggire a questa domanda, leggendo le prime righe della Metamorfosi, tra le più folgoranti e memorabili della letteratura europea. La descrizione piana e minuziosa del gigantesco insetto, con la sua corazza dura e nera, le zampette che si dimenano, non risparmia orrore e angoscia al protagonista e al lettore. Così questo romanzo, diventato uno dei simboli del Novecento, apre a un confronto serrato col dolore, con la violenza, con l’esclusione. Nel commesso viaggiatore Gregor Samsa, che sogna la felicità e scopre l’indifferenza, c’è tutta la tragica condizione dell’uomo contemporaneo.
Nel volume sono inclusi anche i racconti:
Un digiunatore
Davanti alla legge
Lettera al padre
Scritta nel 1919 e mai consegnata al destinatario, Lettera al padre ripercorre la storia di un rapporto assolutamente squilibrato tra un padre troppo forte e un figlio troppo debole. Una lotta impari. Da una parte c'è una figura che incarna l'autorità assoluta, distante e brutale, dall'altra un figlio pieno di paure, che desidera con tutto se stesso l'affetto del padre, ma che non ha il coraggio di conquistarselo. Così, in pagine di forte impatto emotivo, Kafka confessa la sua natura di figlio incompreso, insicuro e inadeguato, schiacciato dalla personalità di un uomo che ha l'aspetto enigmatico del tiranno. Uno spietato atto d'accusa, e insieme l'accorato appello di chi non può rinunciare alla speranza di una riconciliazione.
America
Karl Rossmann, uno spensierato sedicenne, viene mandato dai genitori in America perché dimentichi una cameriera che ha messo incinta. Prima accolto con affetto poi, senza motivo, allontanato dallo zio, si unisce a due vagabondi. Viene assunto come lift in un grande albergo e, anche qui senza motivo, viene poi licenziato. Torna dai due vagabondi fino a che non viene assunto dal Grande teatro di Okalhoma...
A questo punto, il romanzo si interrompe.
Pubblicato postumo nel 1927, America è la storia tragicomica di un ragazzo che viene catapultato da una città a misura d’uomo in un mondo caotico dominato dalle rigide norme dell’automazione.
Il processo
Il romanzo, scritto tra il 1914 e il 1915, incompiuto e pubblicato postumo nel 1925.
Josef K. è arrestato e perseguito dall'autorità senza che venga mai a sapere la natura del suo crimine. Sostiene interrogatori, cerca avvocati e testimoni soltanto per riuscire a giustificare il suo delitto di esistere. Ma da parte degli altri personaggi, emerge la totale passiva accettazione dell’ineluttabilità di una giustizia che funziona con sue insondabili, contro cui a nulla servono la razionalità e la lucidità di Josef K. Il protagonista, condannato a morte per una colpa inesistente, è vittima del suo tempo. Ma come sempre avviene nella prosa di Kafka, la concretezza incisiva delle situazioni produce, su personaggi assolutamente astratti, il dispiegarsi di una tragedia di portata cosmica. E allora tribunale è il mondo stesso, tutto quello che esiste al di fuori di Josef K. è processo: non resta che attendere l'esecuzione di una condanna da altri pronunciata.
Il castello
Si tratta dell'ultimo romanzo di Kafka, la cui stesura ebbe inizio nel gennaio 1922. L'autore sarebbe morto due anni dopo di tubercolosi, lasciando il testo incompiuto e disposizioni per la distruzione dell'opera.
In una gelida sera d’inverno l’agrimensore K. giunge in un villaggio dominato da un immenso castello. È la dimora del misterioso Conte, governatore e despota di tutto il territorio. K. intende trasferirsi e svolgere qui la sua professione: un progetto semplice, ma realizzarlo si rivelerà pressoché impossibile.
Più che un romanzo vero e proprio, Il castello è un insieme di frammenti in cui il personaggio K. tenta di avvicinarsi alla meta, il Castello appunto. Il ricordo di questo edificio deriva forse da un soggiorno di Kafka dalla sorella, in Boemia; ma il castello diventa la metafora di ciò che domina è non può essere raggiunto o compreso, che sia una divinità imperscrutabile, o il capitale che schiaccia i sottoposti, o la burocrazia soffoca con le sue regole. In questo simbolo aperto ognuno può vedere la propria esperienza di una ricerca grottesca e tragica.
Il mondo onirico e assurdo di Kafka ha sempre suggerito trasposizioni visive.
Nel cinema, il grande regista Orson Welles, nel 1962, realizzò una trasposizione del romanzo Il processo.
Più recentemente, nel 1993, il cortometraggio Franz Kafka's It's a Wonderful Life diretto da Peter Capaldi ha ricevuto i premi BAFTA e OSCAR.
L'immaginazione visionaria di Kafka ha suggerito anche graphic novels e fumetti.
Per avere una panoramica internazionale è utile consultare questo articolo a cura del Goethe Institut.
Uno dei maggiori autori è l'americano Peter Kuper, che ha illustrato Gli incubi di Kafka, La metamorfosi.
In lingua italiana, esiste l'adattamento del famoso racconto La metamorfosi di Sergio Vanello.