Sport
Sport
Diventare Sinner
a cura di E. Anderloni, A. Mastroluca, M. Dell'Edera
A ventidue anni Jannik Sinner è uno dei più forti tennisti di tutti i tempi: ha vinto la Coppa Davis con l'Italia, ha conquistato il suo primo titolo del Grande Slam in Australia ed è candidato a diventare il n° 1 assoluto. Questo libro ripercorre il suo cammino a partire dagli anni dell'infanzia, quando è stato campione italiano di slalom gigante per poi decidere di abbandonare lo sci a favore del tennis e affrontare le stesse tappe di crescita dei suoi coetanei all'interno del Sistema Italia, creato negli ultimi vent'anni dalla Federazione Italiana Tennis e Padel. In pochi anni lo vediamo passare dalle gare a squadre provinciali e regionali ai Campionati italiani giovanili, dagli under 11 agli under 16. Arrivano poi la prima convocazione in maglia azzurra con gli under 14 e i primi tornei internazionali nel circuito ITF under 18. La conquista del primo punto ATP e l'ingresso nel circuito professionistico. La vittoria nel primo torneo ATP Challenger 2019 a Bergamo, che fa conoscere il campione diciassettenne al mondo, e il trionfo nella Coppa Davis 2023 e agli Open d'Australia 2024. Con i consigli tecnici di Michelangelo Dell'Edera, il responsabile dei maestri italiani, per tutti coloro che sognano di diventare Sinner.
Marco Belinelli con Alessandro Mamoli
Cosa si prova a diventare il primo giocatore italiano della storia a vincere il titolo NBA? Qual è il percorso che porta a cogliere quest'occasione? Marco Belinelli ha realizzato un sogno, il suo e quello di migliaia di ragazzi che guardano al basket professionistico come un mito irraggiungibile. In "Pokerface" Marco racconta - insieme al giornalista Alessandro Mamoli - la sua incredibile ascesa nell'Olimpo del basket svelando la passione che si nasconde dietro la freddezza del campione: dai primi canestri nella Virtus e nella Fortitudo, fino alla scommessa del draft NBA nel 2007, per arrivare al suo primo Anello con i San Antonio Spurs, quando ha dimostrato all'Italia e al mondo intero di non essere un bluff. Attraverso le esperienze più significative, i retroscena più curiosi, e gli "incontri che cambiano la vita", si definisce l'immagine di un ragazzo diventato uomo, e di un uomo capace di mettersi sempre in gioco per essere un vincente.
Lo sport può fare la differenza nella vita di una persona, non c'è dubbio. E non solo se si tratta di campioni di livello internazionale. I protagonisti dei dodici racconti che Enrico Galluccio ci presenta non sono tra i grandi nomi del basket, ma è stato l'incontro con questa disciplina a determinare una svolta fondamentale, a cambiare la loro vita. È il caso di Eduardo, un venezuelano che abita a Montréal e che grazie al basket è riuscito a integrarsi nella società canadese o quello del Cele che di giorno trasporta medicinali e di sera veste i panni dell'allenatore/giocatore in Serie D o di Guido, un giovane chimico che si è trasferito in Olanda per il dottorato e che dopo un allenamento con la squadra universitaria ha incontrato l'amore. Sono storie vere che raccontano una passione totalizzante, un amore per lo sport che viene ricambiato con momenti indimenticabili, legami duraturi e una particolare predisposizione ad affrontare le difficoltà della vita. Come spiega Giampaolo Ricci, ala della Virtus Bologna e della Nazionale Italiana, nella postfazione: «La grandezza di una stagione non si quantifica con i trofei che vinci, ma con i legami che stringi».
Cosimo Argentina
Cuore di cuoio racconta la storia di un gruppo di ragazzini che sognano di diventare calciatori. Tra questi si distingue per spirito e carisma Camillo Mario ma conosciuto da tutti come Krol, il nome di un roccioso difensore dell'Olanda. Siamo alla fine degli anni Settanta, la città che ospita le scorribande dei protagonisti è Taranto e la squadra della città sta dominando il campionato di serie B. Nel bel mezzo della stagione giungerà la prematura scomparsa del campione locale Erasmo Jacovone, il mito di Krol e tutti i suoi amici. La morte di Jacovone cambierà la percezione del magnifico giocattolo "calcio", ma anche dell'illusoria felicità. Racconto di un mondo teneramente adolescenziale tra aspiranti calciatori, dove le ragazze hanno i nomi delle squadre di calcio inglese e i sogni sono piccoli e puri come quello di correre dietro una sfera pulsante di cuoio.
Michele Orione
In una sera d’inizio primavera, l’esuberante, vulcanica e frizzante diciassettenne Nadia e l’amica del cuore Alessandra, si allenano fra le rappezzate mura del vecchio palestrone del paese. La passione per il loro sport, la pallavolo, e la loro innata complicità, portano le due giovani a restare in campo ben oltre l’orario previsto. Il richiamo con cui il burbero custode dell’impianto, Antonio, le invita a raggiungere le compagne nello spogliatoio, riporta le due ragazze alla realtà, al presente, quasi a risvegliarle da un sogno. Nadia, però, non ha alcuna intenzione di smettere di sognare e quell’ordine, “Muovetevi, a cambiarvi”, diventa il pretesto per coinvolgere l’uomo, suo malgrado, in una scommessa che ha il sapore di una romantica promessa, di un sogno. Un sogno da realizzare, troppo grande per non essere condiviso, troppo bello per non essere inseguito. Un sogno da vivere, per comprendere la più bella fra le lezioni della vita: l’importanza di… imparare a sognare.
Ghost
Jason Reynolds
Correre. È quello che Ghost (vero nome Castle Cranshaw) sa far meglio. Anche se il suo sport è il basket. Finché un giorno decide di sfidare il velocista di punta di una squadra di atletica, e vince. Il coach capisce che in lui c'è un fortissimo talento naturale. Il fatto è che in Ghost c'è anche altro: tanta rabbia e un passato che lui cerca di dimenticare. Riuscirà a imbrigliare il suo talento grezzo per la velocità e unirsi alla squadra o finirà per farsi raggiungere dal suo passato? “Ghost” è il primo libro di una serie scritta da Jason Reynolds, che segue un gruppo di ragazzi, veloci su pista, ma impetuosi nella vita. Per crescere e raggiungere il successo, dovranno prima dimostrare quanto valgono. Agli altri e a se stessi.
Giuseppe Catozzella
Samia è una ragazzina di Mogadiscio. Ha la corsa nel sangue. Ogni giorno divide i suoi sogni con Alì, che è amico del cuore, confidente e primo, appassionato allenatore. Mentre intorno la Somalia è sempre più preda dell'irrigidimento politico e religioso, mentre le armi parlano sempre più forte la lingua della sopraffazione, Samia guarda lontano, e avverte nelle sue gambe magre e velocissime un destino di riscatto per il paese martoriato e per le donne somale. Gli allenamenti notturni nello stadio deserto, per nascondersi dagli occhi accusatori degli integralisti, e le prime affermazioni la portano, a soli diciassette anni, a qualificarsi alle Olimpiadi di Pechino. Arriva ultima, ma diventa un simbolo per le donne musulmane in tutto il mondo. Il suo vero sogno, però, è vincere. L'appuntamento è con le Olimpiadi di Londra del 2012. Ma tutto diventa difficile. Gli integralisti prendono ancora più potere, Samia corre chiusa dentro un burqa ed è costretta a fronteggiare una perdita lacerante, mentre il "fratello di tutta una vita" le cambia l'esistenza per sempre. Rimanere lì, all'improvviso, non ha più senso. Una notte parte, a piedi. Rincorrendo la libertà e il sogno di vincere le Olimpiadi. Sola, intraprende il Viaggio di ottomila chilometri, l'odissea dei migranti dall'Etiopia al Sudan e, attraverso il Sahara, alla Libia, per arrivare via mare in Italia.
Rita Coruzzi - Mouhamed Ali Ndiaye
All'inizio è solo un bambino come tanti, nato in Senegal da un padre pugile che vive nel mito di Muhammad Ali e che sogna per il figlio un futuro importante. Poi quel bambino, con un nome datogli in onore del campione che per ben due volte riesce a incontrare, un pugile lo diventa davvero, costretto dal padre a durissimi allenamenti a ogni ora del giorno e della notte, chiuso in una palestra, piegato dai colpi quando tutti i suoi amici sono per strada a giocare. Ma come Ali comprende ben presto la via che gli ha aperto il padre è l'unica alternativa possibile a una vita segnata dalla criminalità e dalla droga. In breve tempo il ragazzo, ormai campione del Senegal, vede crescere in sé il desiderio di superare i confini di un Paese sempre sull'orlo del baratro. Da qui il viaggio verso la salvezza, la terra promessa. Dopo qualche mese in Francia, il visto che sta per scadere, Ali decide di andare in Italia e di provare a cercare lì la realizzazione di quel sogno che insegue da sempre. Non è facile, in un Paese di cui non conosce la lingua, senza il permesso di soggiorno, né una casa in cui stare, guadagnando qualche spicciolo per sopravvivere facendo l'ambulante sulle spiagge. Ma la sua tenacia e il desiderio inarrestabile di tornare sul ring lo guidano attraverso un percorso di crescita e lo portano dove voleva. Grazie all'incontro con Federica, una donna italiana conosciuta in treno e divenuta poi sua moglie, e agli amici di Pontedera, la piccola città che lo ha accolto, Ali potrà ricominciare a combattere e a vincere, e si troverà esattamente dove suo padre lo immaginava fin da bambino: sul tetto del mondo
Valentino Rossi
Il dio del motociclismo
Questa è la storia di un ragazzo di Tavullia che si è fatto uomo seduto in sella a prototipi da centinaia di cavalli, tenuti in equilibrio solo da due ruote e da una bella dose di speranza, preghiera e adrenalina. Valentino Rossi è stato senza alcun dubbio il personaggio più influente, mediatico e potente della storia delle due ruote. È stato capace di eguagliare leggende del passato e imporsi come un cannibale nel motociclismo moderno, riuscendo a conquistare nove titoli mondiali come Ubbiali e Hailwood, ma senza mai correre in due categorie contemporaneamente nella stessa stagione. Inoltre, ha vinto in quattro categorie differenti – 125, 250, 500 e MotoGP –, l'unico nella storia a riuscirci. Il "Dottore" ha saputo giocare con il pubblico, lottare con gli avversari (non solo in pista), prenderne lo scettro, trionfare e non solo: anche cambiare moto quando nessuno lo avrebbe mai fatto, e continuare a vincere anche quando lo davano per perso, finito e pronto per la pensione. Valentino è sempre riuscito a mettersi in gioco e in discussione, senza mai pensare per un secondo alle conseguenze. Ha cambiato il motociclismo esattamente come Muhammed Alì ha fatto con il pugilato e Michael Jordan con il basket. Un professionista internazionale ma profondamente italiano, raggiante nella vita ma spietato in pista, baciato dagli dei del motociclismo fino a prendere posto, legittimamente, nell’Olimpo dei piloti.
Dario Levantino
Brancaccio, periferia di Palermo. Rosario è un adolescente solitario con la passione per la mitologia classica e il mare. Il padre, cinico e bugiardo, ha un negozio di integratori per sportivi in cui gestisce lo smercio illecito di sostanze stupefacenti; la madre, accudente e remissiva, dedica tutto il proprio tempo alla cura della casa e della famiglia. Solo di tanto in tanto, la donna si concede una pausa per lucidare il trofeo vinto come miglior portiere da nonno Rosario, morto prematuramente nel terremoto del Belice del 1968. Quando, per accontentare un inconfessato desiderio della madre, il ragazzo decide di giocare in quello stesso ruolo con la squadra di quartiere, il percorso che lo condurrà all’età adulta ha inizio: tra i pestaggi, la scoperta dell’amore e il disincanto, Rosario troverà la forza di emanciparsi dalla violenza e dalla menzogna che da sempre hanno oppresso la sua vita. Un’intensa storia di formazione condotta con la voce, spietata e dolcissima, di un adolescente che lotta per sovvertire i morbosi equilibri di una famiglia infelice. Un giovane autore dalla scrittura agile e peculiare capace di raccontare la paura e l’audacia di un ragazzo che, nel Sud passionale e violento delle periferie, ha il coraggio di diventare un uomo.
Ci alleniamo anche se piove?
Capitolo II
- L'ultimo spegne le luci -
Nonèpiùdomenica
Lontano dai campi della Serie A e dai contratti milionari, lontanissimo dal divismo di certi protagonisti, dal VAR, dalle polemiche e dagli scandali, esiste un mondo diffuso in ogni angolo d’Italia. Un mondo che nasce ogni volta che un bambino scende in un cortile con un pallone sottobraccio. Un mondo di giocatori dilettanti che praticano il calcio. Amano il calcio. Vivono il calcio. Respirano il calcio. E a questo gioco (gioco?) dedicano e consacrano tempo libero, legamenti, perfino gli affetti più stretti, perché ogni benedetta domenica (anzi ogni settimana, allenamenti compresi) si torna in campo. Nessuno oggi sa raccontare questa realtà meglio di Nonèpiùdomenica, l’account social creato da Andrea Masciaga. A quasi cinque anni di distanza dal primo episodio, Ci alleniamo anche se piove? Capitolo II – L’ultimo spegne le luci raccoglie tante nuove storie in cui chiunque abbia giocato in categoria potrà riconoscersi: vittorie epiche e sconfitte che bruceranno per sempre, mister che si credono Guardiola e altri che ammettono di non vedere un’azione o un tiro degni di questo nome da anni, senza per questo saltare un allenamento, mai; e poi compagni, titolari e panchinari fissi, presidenti e tifosi. Ma anche massaggiatori, tuttofare, fidanzate insofferenti o dolcemente rassegnate. E ancora i riti: le cene sociali, le trasferte, le sere di vigilia, i momenti in spogliatoio prima di entrare in campo. La goliardia. L’amicizia. Le botte. Le lacrime. La felicità. I tanti racconti di questo libro sono in realtà un’unica, lunga lettera d’amore a tutti (e tutte) coloro che fanno «ancora calcio vero: per passione, per amore, per gloria, per noia, per fantasia, per ideali che vanno ben oltre il semplice “giocare a pallone”».
«l'Ultimo Uomo» (a cura di)
La rivalità è uno stimolo costante a migliorarsi, il motore dello sport. Quante vittorie, quanti record individuali sono, almeno in parte, merito anche di chi viene sconfitto, del secondo classificato? Le storie di atleti indimenticabili che, per uno scherzo del destino, si sono ritrovati a contendersi le luci dei riflettori. Anche lo sport, come la storia, celebra spesso i vincitori, dimenticando non solo gli sconfitti, ma anche quanto la competizione sia necessaria per raggiungere livelli di eccellenza impensabili in solitudine. La rivalità è un tipo di rapporto che può prendere sfumature diverse, ognuna interessante: può essere tossica, quando finisce per avvelenare uno dei due sfidanti, oppure virtuosa, quando porta entrambi i protagonisti a superare i propri limiti. Attraverso stili letterari diversi vivremo, tra gli altri, lo scontro monumentale tra Muhammad Ali e Joe Frazier, che hanno passato 41 riprese insieme sul ring, in una delle trilogie più famose e cruente nella storia della boxe; la gara a chi scendeva più in profondità negli abissi marini tra Enzo Maiorca e Jacques Mayol, esponenti di due modi molto diversi di vivere il mare e di stare al mondo; il confronto tra Kobe Bryant e Michael Jordan, i quali rimarranno legati da una rivalità nata come spirito di emulazione (per Kobe) e come difesa del proprio status (per MJ); le sfide durante gli anni Settanta tra Nadia Comăneci e Nellie Kim, che in uno scenario più ampio hanno rappresentato il contrasto tra la potenza della ginnastica sovietica e le ambizioni del regime di Nicolae Ceaușescu in Romania. Che siano vissute in modo tragico o come stimolo a migliorarsi, le storie raccontate in questo volume sono diventate l'archetipo di altre rivalità, presenti e future, e ancora a distanza di anni non hanno smesso di emozionare.