Ambiente, natura e animali
Ambiente, natura e animali
Monica Pais
Palla. Storia del cane che mi ha cambiato la vita
Una storia di amore e sofferenza, di amicizia e salvezza. C'è un ambulatorio veterinario in una bella città di mare. Una dottoressa bionda, Monica, è grata di essere lì: ama la natura che la circonda e gli animali che ci vivono. Non sa ancora che, nascosta tra i campi della sua terra, c'è un'anima che la sta aspettando, spaventata e ferita. È una cagnolina dal manto color caramello, una pitbull che qualcuno ha abbandonato senza prendersi nemmeno la briga di liberarla dal cordino di nylon che le fa da collare. Il laccio diventa trappola mortale: più lei cresce, più quello stringe. Nonostante Monica impugni molte volte gli attrezzi del suo mestiere per liberarla dal laccio, la testa della cagnolina resterà per sempre deforme – anzi no, speciale –, tonda come una palla. La storia del suo salvataggio e delle sue ferite fa il giro dei social. Smuove le coscienze. Palla diventa il simbolo degli animali di nessuno, schiacciati dalla crudeltà umana. Un destino triste ma che si può ancora cambiare.
Qualcosa, là fuori
Bruno Arpaia
In un’Europa prossima ventura, devastata dai mutamenti climatici, decine di migliaia di «migranti ambientali» sono in marcia per raggiungere la Scandinavia, diventata il territorio dal clima più mite e favorevole agli insediamenti umani. Livio Delmastro, anziano professore di neuroscienze, è uno di loro. Ha insegnato a Stanford, ha avuto una magnifica compagna, è diventato padre, ma alla fine è stato costretto a tornare in un’Italia quasi desertificata, sferzata da profondi sconvolgimenti sociali e politici. Lì, persi la moglie e il figlio, per sedici anni si è ritrovato solo, senza più voglia di vivere, ma anche senza il coraggio di farla finita. Poi, come migliaia di altri, ha pagato guide ed esploratori e ora, tra sete, fame e predoni, cammina in colonna attraverso terre sterili, valli riarse e città in rovina, in un continente stravolto e irriconoscibile.
Viaggio a Oblivia
Perché dovremmo essere ecologisti e non ci riusciamo
Alex Bellini
Non bastano l’evidenza dei cambiamenti climatici, le montagne di plastica in fiumi e mari, i rifiuti che appestano le nostre città, la terra che si fa deserto. Di fronte alle crisi ambientali, siamo tentati di rinunciare a fare la nostra parte, trascurando il nostro impatto. Perché? Forse perché, che lo vogliamo o no, viviamo tutti a Oblivia.
In questa “bolla” immaginaria, fatta di credenze, pregiudizi, meccanismi mentali che affondano le loro radici nella storia dell’evoluzione e della psicologia umana, gli abitanti ballano con occhiali rosa, mangiano zucchero filato e, nel loro mondo ristretto, tutto sembra lontano e loro persi in una visione miope. Ma è possibile fuggire da Oblivia e salvare la Terra? A Oblivia, in questo luogo fisicamente inesistente eppure così reale, ciascuno vive “felicemente insensibile” e mille miglia lontano dai comportamenti che dovremmo adottare per tutelare il pianeta e noi stessi. Perché viviamo una tensione apparentemente inconciliabile tra pensieri, disposizioni e azioni, quando la posta in gioco è proprio il nostro ambiente di vita? Quali bias cognitivi e comportamentali popolano Oblivia, facendo fallire le nostre istanze ecologiche? Possiamo superarli? Arriveremo a giocare con più coerenza ed efficacia questa partita vitale per tutti noi esseri umani? Se lo è chiesto Alex Bellini, in questo libro nel quale affronta una delle sue esplorazioni più ardue ed eccitanti di sempre, quella della nostra mente ecologica. Alex sta navigando i dieci fiumi più lunghi e inquinati del pianeta, con lo scopo di documentare, sulla scia dei rifiuti prima che raggiungano il mare, le tante facce della crisi ecologica, e di comprendere cosa complica la relazione dell’uomo con se stesso e con l’ambiente in cui vive. A partire dal racconto di alcuni dei suoi tanti vissuti e dei molti incontri che hanno segnato le sue “navigazioni per il mondo”, ci porta con sé a indagare che cosa sta alla base di questo scollamento tra i nostri pensieri e le nostre azioni ecologiche. Lo fa sollevando interrogativi che ci salvano dall’inerzia e ci spingono a responsabilizzarci. E così, nel liberarci dalle catene di Oblivia, rischiamo di salvare anche l’ambiente.
Jean Giono
Durante una delle sue passeggiate in Provenza, Jean Giono ha incontrato una personalità indimenticabile: un pastore solitario e tranquillo, di poche parole, che provava piacere a vivere lentamente, con le pecore e il cane. Nonostante la sua semplicità e la totale solitudine nella quale viveva, quest'uomo stava compiendo una grande azione, un'impresa che avrebbe cambiato la faccia della sua terra e la vita delle generazioni future. Una parabola sul rapporto uomo-natura, una storia esemplare che racconta "come gli uomini potrebbero essere altrettanto efficaci di Dio in altri campi oltre la distruzione".
Dara McAnulty
Il diario di un quindicenne fuori dal comune, che ha fatto della natura la propria ragione di vita… Dara ha quindici anni, il cuore di un naturalista e la testa di un aspirante scienziato, ed è stufo di assistere passivamente a ciò che viene inflitto al pianeta. In famiglia è il più riflessivo e curioso, quello con le mani sempre sporche di terra e le tasche piene di piume, ghiande, sassi. Fin da piccolo, la natura è sempre stata fonte di meraviglia per lui: ogni scricchiolio, canto o fruscio lo spingeva a indagare e catalogare, per poi condividere le sue scoperte in famiglia. A cinque anni gli è stata diagnosticata la sindrome di Asperger e i suoi genitori hanno deciso di trasferirsi da Belfast a un paese più tranquillo, dove Dara ha continuato a studiare il mondo naturale e, crescendo, ha trovato la sua vocazione. Questo diario è la cronaca di un anno della sua vita, diviso per stagioni, dalla primavera all'inverno. In esso registra i cambiamenti che, giorno dopo giorno, avvengono nel suo giardino, nel suo universo e, a volte, anche le capriole della sua mente: la prima cinciarella che segna l'arrivo della primavera, le esplorazioni nei boschi, l'ansia per un esame o un trasloco, il risveglio della sua coscienza ecologista e i Fridays for Future con Greta Thunberg. La sua voce lucida e forte è la voce di un'intera generazione che ha cominciato a urlare al mondo la propria frustrazione ed è al tempo stesso la voce candida e delicata di un adolescente che ha dentro un po' di tutti noi: un ragazzo che cresce, sogna e combatte e che non vuole smettere di stupirsi davanti allo spettacolo della natura.
Possiamo salvare il mondo prima di cena
Perché il clima siamo noi
Jonathan Safran Foer
Qualcuno si ostina a liquidare i cambiamenti climatici come fake news, ma la gran parte di noi è ben consapevole che se non modifichiamo radicalmente le nostre abitudini l’umanità andrà incontro al rischio dell’estinzione di massa. Lo sappiamo, eppure non riusciamo a crederci. E di conseguenza non riusciamo ad agire. Il problema è che l’emergenza ambientale non è una storia facile da raccontare e, soprattutto, non è una buona storia: non spaventa, non affascina, non coinvolge abbastanza da indurci a cambiare la nostra vita. Per questo rimaniamo indifferenti, o paralizzati […] In tempo di guerra, veniva chiesto ai cittadini di contribuire allo sforzo bellico: ma qual è il confine tra rinuncia e sacrificio, quando in gioco c’è la nostra sopravvivenza, o la sopravvivenza dei nostri figli? E quali sono le rinunce necessarie, adesso, per salvare un mondo ormai trasformato in una immensa fattoria a cielo aperto? Nel suo nuovo libro, Jonathan Safran Foer mette in campo tutte le sue risorse di scrittore per raccontare, con straordinario impatto emotivo, la crisi climatica che è anche «crisi della nostra capacità di credere», mescolando in modo originalissimo storie di famiglia, ricordi personali, episodi biblici, dati scientifici rigorosi e suggestioni futuristiche. Un libro unico, che parte dalla volontà di «convincere degli sconosciuti a fare qualcosa» e termina con un messaggio rivolto ai figli, ai quali ciascun genitore – non solo a parole, ma con le proprie scelte – spera di riuscire a insegnare «la differenza tra correre verso la morte, correre per sfuggire alla morte e correre verso la vita».
Il barone rampante
Italo Calvino
In questo classico di Italo Calvino, capitolo della trilogia de I nostri antenati, il narratore ripercorre la lunga vicenda del fratello, Cosimo di Rondò, vissuto nella seconda metà del XVIII secolo a Ombrosa, in Liguria. Cosimo, per sfuggire ad una punizione inflittagli dai suoi educatori, decide di salire su un albero per non ridiscendere mai più. Cosimo si costruisce un mondo aereo dove diversi personaggi della cultura e della politica (Napoleone compreso) lo vanno a trovare, testimoniandogli la loro ammirazione. Vive anche una tormentata storia d'amore con la volubile Viola. Cosimo muore vecchio, senza mai discendere in terra: ammalato, in punto di morte, si aggrappa alla fune di una mongolfiera e scompare mentre attraversa, così appeso, il mare.
Filelfo
Un corvo sta volando nel cielo, è in ritardo a un appuntamento importantissimo. Deve raggiungere un luogo segreto che gli animali conoscono dal giorno in cui vengono al mondo; una volta lo conoscevano anche gli umani, ma lo hanno dimenticato. Ci sono tutti, il leone, la balena, l'aquila, il topo… Anche un cane e una gatta. Sono riuniti in un'assemblea perché l'emergenza ecologica non può più essere ignorata, bisogna salvare la Terra dall'uomo. Per farlo, dopo lunghe discussioni, decidono di inviare un terribile avvertimento: un'epidemia. Ma presto scopriranno che, per salvare la Terra dall'uomo, dovranno prima salvare l'uomo da un male molto più antico. Narrato dal punto di vista e con la voce degli animali, nella tradizione degli apologhi morali, delle allegorie delle bêtes savantes e dei classici della letteratura antica e moderna, L'assemblea degli animali ha l'appassionante semplicità di una fiaba contemporanea. Ma Filelfo a volte usa «parole non sue» e nasconde tra le righe citazioni letterarie, da Omero a Shakespeare. Sono elencate alla fine, ma tu, lettore, puoi giocare a scoprirle come sassolini nel bosco per ritrovare il sentiero. Perché chi ha dimenticato la propria cultura rischia di dimenticare la natura.
Niccolò Scaffai (a cura di)
Il pianeta Terra crediamo che ci appartenga, eppure stiamo qui a guardarlo bruciare da vicino. Intorno a noi accadono cose enormi, sempre più velocemente, ma le teniamo relegate in un angolo buio della nostra attenzione. Se vogliamo capire i tempi che verranno e quelli che già viviamo, se vogliamo sentirli davvero, ci servono parole più intime, visioni, immaginazione. Avvicinarci, immedesimarci: è questo il senso profondo dell'antologia che abbiamo tra le mani.
Venti racconti perfetti, limpidi e coraggiosi, per tratteggiare nella sua complessità la narrazione – e il sentimento – della crisi ecologica. Oggi più che mai ci serve un alfabeto nuovo con cui ripensare il mondo, e il modo scriteriato che abbiamo di abitarlo. Benvenuti nell'Antropocene: l'era geologica – la nostra – in cui l'uomo è diventato l'agente di trasformazione decisivo del pianeta. L'uomo al centro di tutto, che sta distruggendo tutto. Siamo già in ritardo: dobbiamo intervenire e dobbiamo farlo subito, lo sappiamo, ma per cambiare abbiamo bisogno di comprendere; e per comprendere, fin da bambini, ci servono le parole. Al centro dei venti racconti scelti da Niccolò Scaffai, il futuro che si apre e il passato profondo della Terra si intrecciano e si specchiano. Scrittrici e scrittori prodigiosi illuminano il nostro sguardo una volta per tutte, aiutandoci a ragionare sul rapporto che intratteniamo con le altre specie, sul nostro impatto ambientale, sul fantasma dell'emergenza in arrivo. Se Leopardi nelle Operette morali aveva anticipato il tema dell'estinzione, qui si arriva ai territori della distopia esplorati da Amis, Ballard e Le Guin, attraversando il tempo e lo spazio del pianeta Terra. E poi Jack London rovescia nell'allegoria le scoperte scientifiche della sua epoca, Rigoni Stern sussurra con saggezza dei ghiri e degli abeti, Ortese e Safran Foer denunciano la relazione dispari tra animali e uomini, mentre Volodine li colloca finalmente sullo stesso piano, ma spingendosi a un passo dal buio. E ancora, Sebald passeggia per la costa inglese e ci rapisce con la sua curiosità, Coetzee ci trascina in un mercato africano dove vengono macellate le capre, Sjöberg dalla sua isola al largo di Stoccolma ci parla di ecosistemi fragili, mosche e piante carnivore. Con le riflessioni ecologiste di Ghosh, Zadie Smith, Franzen, e con uno scritto di Margaret Atwood tradotto per la prima volta in italiano, ci ritroviamo infine a guardare il problema dritto negli occhi, attrezzati dell'unica arma che ci rimane per affrontarlo: la consapevolezza.
Peter Tompkins - Christopher Bird
Le piante sono molto importanti per la nostra esistenza e qualità della vita, influenzano positivamente il nostro umore perché anche loro hanno un'anima. Una lunga tradizione di studi e ricerche dimostra che provano emozioni come noi, comunicano attraverso i profumi e i colori, entrano in contatto con l'uomo grazie a una misteriosa percezione extrasensoriale. Come in un romanzo appassionante, Peter Tompkins racconta gli studi, le sorprendenti scoperte, si avventura nei meccanismi sottili e invisibili del mondo vegetale. Fin dalla sua pubblicazione La vita segreta delle piante è stato un libro che ha suscitato uno straordinario interesse internazionale; un long seller che ha dischiuso anche ai lettori più scettici i segreti di un nuovo, incredibile universo.
Tuono Pettinato - Francesca Riccioni
Che ci fa un'allegra famigliola di alieni in visita su un pianeta disabitato, con tanto di cestino da merenda e macchina fotografica al collo? Stanno passando un allegro fine settimana o stanno raccogliendo testimonianze di una civiltà estinta? E, soprattutto, se quella civiltà estinta fosse la nostra? Per troppo tempo ci siamo illusi di poter proteggere la natura, quando invece dovremmo cominciare a difendere noi stessi dalle conseguenze delle nostre catastrofiche scelte in materia di sviluppo, consumi e produzione industriale. Mescolando competenze scientifiche e grande ironia, Francesca Riccioni e Tuono Pettinato hanno creato un libro che, se proprio non ci salverà dall'apocalisse, almeno ci aiuterà ad affrontarla con il sorriso sulle labbra.
Il cucciolo
Marjorie - Kinnan Rawlings
Jody vive in Florida in un podere. Ha un solo amico, Icaro, un piccolo storpio che poi morirà. Jody un giorno, durante la caccia, viene morso da un serpente velenoso, ma riesce a salvaesi, quando trova un cucciolo di cerbiatto rimasto orfano.Così Jody lo prende con sé, ma non sarà semplice il l'adattamento dell'animale all'ambiente domestico, né per gli adulti capire l'importanza di questo legame.