PADRI E MADRI

Un amplesso nettareo, una nivea carezza, un placido sguardo garante di serenità possono tramutarsi in remote e defunte accortezze, in sorrisi dal retrogusto acidulo e gelidi abbracci incolore.

Sentimenti antistanti che, paradossalmente, sono contrassegnati da una prerogativa sostanziale. Nonostante si creda che il diverso sia infruttifero, si giunge a palesare che ogni opposto può solo che sbocciare dal seme del tuo contrario, il mondo stesso è ambivalente. Questa tipicità battezza la nascita d'un percorso conoscitivo e riflessivo elevatamente importante, oltre che ricorrente ossia "Padri e Madri nella Letteratura e nell'Arte".

Rievocando la famiglia con un'analogia biologica, comparandola ad un autentico e verace organismo, si può constatare che la sua salute derivi e dipenda puramente dal benessere di ciascuno dei suoi componenti e, nel momento in cui si iniziassero ad accusare sintomi d'un infermità generale, la fonte scatenante non è pressapoco univoca, equivale, invece, ad un complesso di concause più infime e viscerali.

Scardinando la visione del nucleo familiare come singolo nido florido di serenità, incontaminata felicità e stabilità, si ha la possibilità di lacerare quell'effimera membrana che anela le verità più spinose da abbracciare, poiché una tavola prelibatamente imbandita, (s)condita con quattro buone chiacchiere di pessimo gusto e sorrisi offuscatamente accennati non possono definire un rapporto familiare idealmente e decorosamente buono.

Tutti gli esseri umani possono evolversi in figure genitoriali ma, talvolta, non tutti i genitori sanno esseri umani. In una dimensione nella quale la guerra non è un qualcosa di circoscritto alla distruzione di quel che vi è di più pragmatico e tangibile, viene labilmente sbriciolato e smaterializzo quel che è stato edificato dalla nostra spiritualità e sfera emozionale. L'onnipotenza e l'austerità di alcuni padri e madri non devono essere taciti ordigni atti a bombardare silenziosamente quei fecondi campi in fiore che germogliano nel l'infanzia psichica d'un/a figlio/a. Quantunque la famiglia possa essere la primaria sorgente d'amore, in non pochi casi combacia alla fonte di un abissale e funereo tormento. Per tale ragione è importante che l'amore, come pensiero convenzionalmente ammesso dalla società rimanga il cosiddetto "sentimento di viva affezione verso qualcuno" anziché trasformarsi in un fondotinta che tenta di coprire il volto del dolore.

Silvia Nonanta

RUOLI INVERTITI

A MIA IMMAGINE E SOMIGLIANZA

VUOTO E DOLORE

A COSTO DELLA MIA VITA

MADRI FATTRICI