DI GIACOMO-DE NICOLA NEWS

il nostro carnevale

in una festosa raccolta di immagini, tradizioni, colori e fantasia

classi terze, plesso di Bomerano

classi terze, plesso di Bomerano

classi seconde, plesso di Bomerano

IL PAGLIACCIO

Tra mille coriandoli 

di tanti colori

compare un pagliaccio

realizzato da noi.

Il cappello rosso, 

i capelli arancioni,

la maglia a righe

con cuori e fiori

e i pantaloni

a strisce multicolori.

Le mascherine che gli danzano intorno

annunciano a tutti

che è un bellissimo giorno.

classi quinta, plesso di San Lazzaro

classi quinta, plesso di San Lazzaro

classi quinta, plesso di San Lazzaro

a cura delle classi V, plesso di Bomerano

a cura delle classi V, plesso di San Lazzaro

a cura della classe IV, plesso di Campora

LA GIORNATA 

DEI CALZINI SPAIATI

a cura delle classi V, plesso di Bomerano

Quando la maestra ci ha parlato della giornata dei calzini spaiati, sinceramente ho iniziato a sorridere e ho pensato: " C'è una giornata in cui si ricorda i calzini spaiati? La mamma li butta, quando non ne trova uno!".

Presto, però, ho capito che i calzini erano solo un modo di dire, ma quello che ricordavano era tutta un'altra cosa: la diversità ed il rispetto per gli altri era il vero argomento.

Ho capito che molto spesso scherziamo su cose importanti, senza capirne veramente l'importanza.

Tutti diamo diversi e, come i calzini spaiati che hanno colori, dimensioni e forme diverse, ma restano comunque calzini, anche noi uomini, diversi per colore, aspetto, carattere, restiamo sempre uomini ed abbiamo gli stessi diritti e doveri...Viva la libertà! 

a cura delle classi V, plesso di San Lazzaro

IO NON BULLO

a cura di Fusco Martina e Mascolo Antonella, classe I D

Di buon mattino, alcune classi della scuola della media di Agerola si sono recate al Supercinema di Castellammare di Stabia per la visione del musical IO NON BULLO, della compagnia Teatro Novanta

Il musical era diviso in quattro scene principali: Anonima Bulli, strage in un college americano, FAB-forze anti-bullismo, Mi chiamo Giancarlo Catino e…  La prima scena, ANONIMA BULLI, trattava di un professore che aiutava i bulli a cambiare  e diventare ”buoni”; però, all’arrivo di una “secchiona”,    non resistono e ricominciano a comportarsi da bulli. Grazie alle parole del professore e della vittima, capiscono il proprio errore.

La seconda scena era ispirata ad un fatto di cronaca realmente avvenuto in America: un ragazzo che entra in un college e inizia a sparare alla ceca, senza sapere o conoscere le sue vittime, e ad uccidere persone innocenti. In questa scena si vedono vari studenti del college raccontare l’avvenimento dal proprio punto di vista, ma soprattutto, il responsabile della strage si racconta, spiegando il motivo di questo suo orribile gesto.

La terza scena rappresentava degli episodi di bullismo, fermati dalla squadra FAB_forze antibullismo.

L’ultima scena ha come protagonista Giancarlo Catino, un ragazzo preso in giro già alle elementari che, tuttavia, benché gettato nella pattumiera o dalla finestra, soprannominato “Giancarlo il cretino”, continua a credere nell’amicizia.