ALIDORO 

il notiziario dalle gambe lunghe

MARZO 2023  n.4

LETTERA APERTA  

BULLIAMO? NO, GRAZIE! 

EDITORIALE A CURA DELL'ESPERTA PSICOLOGA DOTT.SSA MENDITTO

 FUMETTI 🤣🤣🤣🤣

Cari ragazzi,

con queste righe vorrei parlarvi di un fenomeno che penso voi conosciate, il bullismo.

Partiamo dal concetto di “classe”, intesa molto spesso come spazio fisico oppure come l’insieme di compagni, ma va considerata soprattutto un fondamentale spazio di crescita e confronto, in cui ognuno di voi sperimenta le proprie competenze e sviluppa la propria identità, in un continuo scambio con i pari e gli insegnanti e nella quale i processi emotivi e relazionali assumono un ruolo centrale. Ognuno di voi nel gruppo trova il miglior amico, l’amico di studi, il compagno antipatico, quello simpatico e così via. In questo luogo possono nascere le dinamiche riconducibili al fenomeno del bullismo, ovvero quando uno studente è prevaricato o vittimizzato, quando viene esposto, ripetutamente nel corso del tempo alle azioni offensive messe in atto da parte di uno o più compagni. Un’azione viene definita offensiva quando una persona infligge intenzionalmente o arreca un danno o un disagio ad un’altra.     

Il carattere tipicamente aggressivo e vessatorio del bullismo, impone conseguenze gravi su coloro che ne sono vittime, quali sentimenti negativi, depressione, isolamento sociale, autolesionismo, abbandono scolastico ma anche su coloro che le mettono in atto, quali carattere antisociale, personalità aggressiva e priva di regole che può portare alla delinquenza.  Una forma subdola di bullismo è quella che si insinua con la derisione, il pettegolezzo e l’isolamento, in quattro casi su cento si assiste, invece, al bullismo diretto e fisico, che come specificato dal nome mette in campo la vera e propria violenza fisica, con calci, pugni e percosse.

Dai dati emersi sulla diffusione del fenomeno, sappiamo che un ragazzino su due è vittima di vessazioni e particolarmente rischiosa è l’età compresa fra gli 11 e i 17 anni, anche se negli ultimi tempi l’età di comparsa del fenomeno è scesa agli 8- 9 anni. 


Cosa possiamo fare? 

Sicuramente possiamo informarci sul tema, dialogare e confrontarci sul fenomeno, educarci alla cooperazione e al rispetto degli altri, creare una procedura di denuncia  scolastica che permetta alle vittime di ricevere sostegno dall’istituzione.

Sia la vittima che il bullo vanno aiutati e raccontare agli adulti ciò che viviamo o vive qualche amico non è altro che un atto di aiuto!

In conclusione, riconoscere e combattere il bullismo si può!

 

Dr.ssa Giovanna Menditto

psicologa e psicoterapeuta

In redazione

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