Usciamo quando possiamo! - Numero 6- Maggio 2021
Usciamo quando possiamo! - Numero 6- Maggio 2021
LA SCUOLA TRA DAD E PRESENZA
il pensiero e i saluti della nostra preside
Se un chiaroveggente mi avesse detto che dopo l’immissione in ruolo a dirigente scolastico mi sarei trovata a gestire una pandemia, di certo non ci avrei creduto! Eppure è esattamente ciò che è accaduto. Sono arrivata presso questo Istituto Comprensivo a settembre 2019, con l’entusiasmo di chi crede fermamente che la scuola possa e sia il viatico per rendere la società migliore, per sviluppare coscienza civica, in poche parole per determinare le sorti del futuro del mondo.
A marzo 2020, di colpo, senza avere il tempo di comprendere quanto stava accadendo, il Presidente del Consiglio dei Ministri mette il nostro Paese in “lockdown”, costringendo tutti noi, operatori del settore scolastico, a trovare soluzioni immediate per garantire ai nostri studenti il diritto all’istruzione. Così, eccoci ad attivare la DAD (Didattica A Distanza), cioè una didattica basata sull’uso di piattaforme (per noi la GSuite) collegate in rete e di device che ci consentissero di continuare le nostre “lezioni”.
Quando abbiamo iniziato non immaginavo sarebbe durata tanto! Da sperimentazione sul campo è divenuta l’unica modalità che da marzo a giugno 2020 ci ha consentito di “fare scuola”. Corsi di formazione, webinar, studio sulle metodologie digitali e la forza di chi crede nella scuola ha consentito ai nostri allievi di non perdere l’anno scolastico e ai nostri insegnati di mantenere una sorta di “relazione virtuale” con voi bambini e ragazzi.
A settembre, speravo, insieme a tutti i docenti, che la tempesta fosse passata e invece… Ci siamo ritrovati a inserire tale modalità didattica nel nostro PTOF, con un nome diverso, questa volta DDI, ovvero Didattica Digitale Integrata, perché la pandemia non dava cenno di soluzione. Didattica Digitale Integrata, cioè “aggiunta”, per possibili nuovi lockdown o nell’eventualità che alcune classi potessero essere poste in quarantena per i contagi, alla modalità di fare scuola che più ci piace e che ci ha consentito, per anni, di raggiungere lo scopo primario della scuola, cioè il successo formativo dei nostri alunni: la scuola fatta di incontri, di scambi, di relazioni, di tatto, di sguardi, di sorrisi, di UMANITÀ. Il covid 19 ci ha fatto assistere ad una rivoluzione digitale “forzata” che ha cambiato in pochissimo tempo l’esperienza di docenti, studenti e famiglie ....
...... Sicuramente, bisogna ammetterlo, la DAD o DDI, che dir si voglia, ha consentito a tutti noi di “accorciare le distanze”, di continuare…
Non è stato facile, lo riconosco, né per me né per gli insegnanti e ancor di più per voi studenti: dalle difficoltà di adattarsi alle nuove regole che la pandemia ha imposto alla riorganizzazione della scuola per tutelare quanto più possibile la salute di quanti la abitano, dalla consegna di device a tutti coloro che ne hanno fatto richiesta alla garanzia di proseguire con le attività didattiche per garantire il diritto all’istruzione.
Seguendo le parole di una splendida canzone dei Queen “The show must go on”, ho cercato, anzi abbiamo cercato di mandare avanti lo “spettacolo” dell’apprendimento: perché l’apprendimento resta il nostro impegno, al di là delle modalità con cui esso avviene e diventa significativo per voi allievi. So bene che qualcosa è andato perso, ma so anche che la scuola, la NOSTRA scuola, quella in cui io credo fermamente, sarà sempre in grado di recuperare e far recuperare ai suoi studenti la bellezza delle emozioni che la curiosità, la passione, l’interesse e la motivazione possano destare in ogni singolo alunno abbia la fortuna di incontrare “concretamente o virtualmente” docenti appassionati e professionali, che non si tirano indietro di fronte alle difficoltà, alle sfide e che, con resilienza, continuano a compiere il loro pregevole dovere: formare le personalità delle generazioni del futuro.
Per questo chiedo a voi, bambini e ragazzi, di essere FORTI, di non abbattervi in questo momento di difficoltà, di non demordere, di continuare a coltivare i “legami” che la scuola cerca di rendere unici e speciali, di emulare i vostri docenti nella passione e nell’impegno per fare in modo che nulla vada perduto e il vostro futuro, nonostante questi anni difficili, diventi davvero lo “spettacolo” che tutti desideriamo continui!
Dott.ssa Annalisa Ruggeri
abbiamo chiesto ai ragazzi di descrivere con tre parole il ritorno a scuola dopo la dad e questo e' il risultato.
p.s.
le parole scritte in grande sono le piu' gettonate.
editoriale del direttore del giornalino
DAD questa parola è sulle bocche di tutti, grandi e piccoli: per chi non lo sapesse, vuol dire, Didattica A Distanza. La DAD sono le mamme che impazziscono perchè non sanno come aiutare noi studenti a collegarsi o i papà che, lavorando in smart-working, sono già ferratissimi con gli apparecchi elettronici; e poi ci siamo noi ragazzi, noi che dobbiamo premere il tasto “Partecipa” su una riunione, noi che sulle verifiche un suggerimento da Internet lo prendiamo sempre, noi che qualche anno fa usavamo carta, penne, colori, evidenziatori ecc. Oggi usiamo il mouse , la tastiera, la fotocamera e lo schermo del pc che ci protegge dal Virus (COVID-19) ma allo stesso tempo ci fa sentire isolati da tutto e tutti.
I sentimenti che abbiamo provato noi scolari sono diversi e contrastanti: grande emozione poichè ogni volta ci è sembrato di ritornare al primo giorno di scuola; abbiamo sentito la felicità nel rivedere amici e professori ma abbiamo avuto anche la stanchezza , la noia e lo stress di riprendere i ritmi quotidiani da quello che era la quarantena. In fondo, tornare alla normalità, fa sempre bene: soprattutto se l’abbiamo desiderata e aspettata giorno per giorno.
Noi studenti siamo la vivacità, il colore e la bellezza della scuola, che, da una parte odiamo tanto, ma che tutte le prof o maestre dicono esserci utilissima per il futuro.
La scuola in Dad da una parte è molto meglio della presenza: stare con le pantofole, il pigiama, il caffe-latte vicino alla scrivania, i bigliettini e le schede sotto gli occhi per leggere tutta l’interrogazione, i “problemi tecnici” che “purtroppo” non ci fanno funzionare la fotocamera e le verifiche super facili; questa è la comodità MA NON È LA VERA SCUOLA. La vera scuola, non è fatta solo di esercizi difficili, la sveglia presto e lo studio costante ma anche di chiacchiericci, ricreazioni, l’approccio col vicino di banco e il resto della classe.
Di recente noi studenti, siamo tornati in presenza e diciamo la verità, ci è sembrato di rivivere di nuovo il primo giorno di scuola, perché rivedere i nostri amici dal vivo dopo un lungo tempo fa sempre piacere.
Gaia Lambertucci