la storia di paolo e francesca la sappiamo tutti : anche dante la sapeva e infatti li ha citati nella divina commedia ; per lui dovevano risiedere all'inferno nel cerchio dei lussuriosi.
E’ il 1275; a Gradara si è da poco celebrato il matrimonio tra Francesca da Polenta e Giovanni Malatesta, detto Giangiotto; Paolo, fratello di quest’ultimo, si reca spesso in visita al castello finendo per innamorarsi della bella sposa. Immedesimati in uno dei due innamorati e racconta una giornata a corte, esprimendo i tuoi pensieri ed emozioni.
LA GIORNATA VISTA DA PAOLO
Questa mattina sono stato svegliato da mio fratello, quando l’ho visto in camera mia pensavo che avesse scoperto di me e Francesca; la paura è svanita quando ha iniziato a dirmi con parole gentili di svegliarmi e di andare a fare colazione. Durante la colazione io e Francesca eravamo seduti uno di fronte all’altra ma non dovevamo destare sospetti quindi ci siamo rivolti con il viso sempre verso altre persone per tutta colazione. Finita la colazione siamo andati a leggere insieme nella sua camera da letto, non abbiamo fatto in tempo ad entrare che Francesca mi ha stretto forte a sé baciandomi ripetutamente le labbra, in quel momento mi sono sentito la persona più fortunata al mondo; peccato però che di lì passava proprio in quel momento una serva, Cara, che aveva visto tutto; per fortuna mio fratello non le piaceva per niente, ma comunque non è stato facile farle promettere che non glielo avrebbe detto. Dopo questo evento ci siamo messi a leggere come facevamo tutti i giorni, abbiamo letto per più di tre ore prima di stancarci; a quel punto siamo andati fuori per fare una passeggiata nel bosco, la mia famiglia ha deciso di unirsi a noi, ci siamo portati l’occorrente per fare un picnic e siamo partiti. La passeggiata è stata piacevole tranne per il fatto che mio fratello ha tentato di fare il romantico con Francesca per tutto il viaggio; siamo arrivati davanti a un lago bellissimo e ci siamo messi a preparare il picnic. Dopo esserci saziati a sufficienza e dopo un lungo pisolino io e Francesca ci siamo messi a nuotare nel laghetto, gli altri, compreso mio cugino che è un gran nuotatore, hanno preferito restare in riva all’ombra; il bagno è stato molto piacevole, abbiamo nuotato per molto tempo fino a conoscere quel lago come il palmo della nostra mano. Poi siamo usciti dall’acqua e ci siamo asciugati al sole; per asciugarci del tutto ci voleva molto così ci hanno lasciati soli e se ne sono andati, a quel punto ci siamo messi a chiacchierare della storia di Lancillotto e Ginevra fino a quando Francesca ha iniziato improvvisamente a piangere.
<<Che succede?>> le ho chiesto <<Stavo pensando a noi due, stavo pensando che non avremo mai dei figli nostri, non andremo mai a vivere insieme con una famiglia solo nostra.
Il destino ci è contro!>> mi ha risposto mentre le lacrime le cadevano dal viso; l’ho rincuorata e sono riuscito a calmarla. Infine siamo ritornati a casa verso sera, tutti ci aspettavano con ansia e si stavano preparando per venirci a cercare, abbiamo spiegato che ci siamo trattenuti tanto a lungo per chiacchierare; siamo rientrati a casa e ci siamo accomodati alla tavola imbandita per fare cena. Dopo cena siamo andati nella camera da letto di Francesca per un'ultima lettura del libro prima di andare a dormire, ma ad un certo punto lei mi ha chiesto di smettere per scrivere una lettera a suo padre e alla sua famiglia per dire loro che stava bene e per sapere se potesse andare a far loro visita. Finito di scrivere la lettera le ho dato la buona notte e mi sono avviato per andare a letto ma lei mi ha preso il braccio e mi ha detto di non andare e di stare un po’ nel letto con lei per darle forza: <<Per cosa?>> le ho chiesto andando sotto le coperte <<Mio padre… sta male, potrebbe morire da un momento all’altro! Per questo ho scritto la lettera.>> mi ha risposto <<Mi dispiace, condoglianze! Chiederò a mio fratello di far inviare questa lettera alla tua famiglia tramite il cavallo più veloce.
<<Grazie!>> mi disse dandomi un bacio. Infine sono andato a dormire anche io.
LA GIORNATA VISTA DA FRANCESCA
Stamattina mi sono svegliata verso le sei del mattino, nel castello regnava ancora il silenzio, quindi sono andata in giardino per prendere una boccata d’aria fresca; la rugiada fresca sull’erba mi piace immensamente così mi sono tolta gli stivaletti per farmi una passeggiata.
L’aria era ancora intrisa dello splendido odore della notte ma al contempo era colma del cinguettio degli uccellini come se fosse già mezzogiorno, il vento fresco accarezzava dolcemente il mio viso e provocava un fruscio delicato che sembrava parte di un concerto favoloso; poco dopo che il sole ha scaldato il clima sono rientrata, nel frattempo si era svegliata la madre di Paolo e di mio marito e stava preparando la colazione per tutti, ho deciso di aiutarla e di andare a svegliare tutti. Prima di tutto ho apparecchiato la tavola con ciotole, posate… poi ho aiutato a preparare la colazione ed infine sono andata a svegliare tutti ma sono riuscita a svegliare solo mio marito che poi ha svegliato gli altri. Per colazione c’era del latte munto il giorno prima riscaldato in modo da farlo diventare tiepido, dei biscotti cotti poco prima, un dolce ai lamponi e dei panini alla marmellata di fragole squisita ma un po’ troppo dolce; durante la colazione Paolo mi ha guardata solo una volta di sfuggita facendomi capire che stava tentando di non dare nell'occhio cosi da non far sospettare nessuno che noi due ci amiamo quindi ho fatto la stessa cosa. Dopo la colazione io e Paolo ci siamo recati alla mia camera da letto come facciamo ogni giorno per leggere ma mentre stavamo per entrare ho avuto l’istinto di abbracciarlo e così ho fatto ma non mi bastava, mi sentivo come ci si sente quando si è in astinenza da zuccheri dopo che si è diventati completamente dipendenti da essi, per colmare questo vuoto che sentivo in me l’ho guardato dritto negli occhi e l’ho baciato e baciato e baciato; speravo di non smettere mai! A un certo punto Paolo mi ha fermata, all’inizio avevo paura che ci avesse visto mio marito, sono rimasta paralizzata col sangue ghiacciato nelle vene per qualche secondo prima di trovare la forza per girarmi ma quando ho visto che non era lui ma una serva mi è uscita una risata isterica preceduta da un sospiro di sollievo; solo dopo ho realizzato che era un guaio anche se non era mio marito, fortunatamente Paolo ha convinto la serva, che a quanto pare lo odia, a non dire niente spiegandole che lo avrebbe fatto soffrire molto più non dicendo di me e Paolo che facendolo, essendo d'accordo, ha promesso che non lo avrebbe detto ad anima viva.
Dopo questo terribile evento ci siamo messi a leggere, Paolo era, o almeno sembrava, molto calmo, io invece sudavo freddo sperando che la serva mantenesse il segreto; abbiamo letto per circa tre ore prima che Paolo si stufasse, io invece avrei potuto leggere per sempre se Paolo fosse stato con me. A quel punto abbiamo deciso di fare una passeggiata nel bosco per respirare un po’ di aria fresca; avrei tanto voluto fare quella passeggiata con lui ma non con tutta la sua famiglia che ovviamente ci ha seguiti appena ci ha visti; prima di avviarci abbiamo preparato dei panini con prosciutto che avremmo mangiato per pranzo; arrivati ad un lago ci siamo sistemati per fare il picnic.
Il lago era stupendo, l’acqua cristallina che rispecchiava il cielo azzurro dava voglia di nuotarci dentro quindi appena dopo pranzo mi sono tuffata nel lago senza pensarci troppo, solo Paolo mi ha seguita; ci siamo messi ha nuotare insieme, è stato bellissimo e speravo in cuor mio che quel momento non finisse mai. Dopo esser arrivati all’altra sponda abbiamo trovato un posticino niente male, una collinetta circondata da alberi con la cima illuminata da un raggio di sole; ci siamo messi lì a riposare e ad ascoltare gli uccellini cantare, ero al settimo cielo! Credevo di non poter essere più felice. Dopo qualche minuto siamo ritornati sull’altra sponda, tutti se ne volevano andare ed io ho colto l’occasione per far restare me e Paolo da soli dicendo che ci volevamo asciugare del tutto prima di tornare a casa; così ci hanno lasciati soli. Allora abbiamo iniziato a parlare del libro che stavamo leggendo fino a quando un terribile pensiero mi ha spezzato il cuore facendomi piangere come un infante: io e Paolo non avremo mai dei figli o una famiglia! Appena Paolo ha visto delle lacrime sul mio volto mi ha chiesto <<Che succede?>> e io gli ho spiegato che <<Stavo pensando a noi due, stavo pensando che non avremo mai dei figli nostri, non andremo mai a vivere insieme con una famiglia solo nostra. Il destino ci è contro!>> infine mi ha rincuorata dicendo che il nostro amore non finirà dopo la morte e che allora saremo liberi di essere una famiglia. Dopo un bel po’ di tempo, verso il tramonto, siamo tornati indietro; tutti erano in pensiero per noi e si stavano preparando per venirci a cercare. Dopo poco abbiamo fatto cena con pollo e patate e altre pietanze succulente prima di darci la buona notte a vicenda tranne io e Paolo che siamo andati in camera mia per un’ultima lettura prima di andare a letto; poco dopo però ho chiesto a Paolo se potevo scrivere una lettera alla mia famiglia per comunicare ai miei genitori che stavo bene e per chiedere loro se stavano bene e se potevo far loro visita; dato che Paolo era d’accordo ho scritto la lettera.
“Carissimi mamma e papà
mi chiedevo se tu madre stiate bene e lo stesso dei miei fratelli,
mi auguro che tutti voi stiate bene e che papà non stia
peggiorando, spero che abbiate ripreso contatti con i miei zii
e cugini, non voglio che litighiate; e soprattutto spero che mi
permettiate di venire a trovarvi prima che mio padre… .
Cordiali saluti da vostra figlia, Francesca”
Appena ho finito di scrivere Paolo mi ha dato la buona notte e se ne stava per andare a letto ma io l’ho preso per il braccio e gli ho chiesto se poteva restare con me nel mio letto per un po’ per darmi forza: <<per cosa?>> mi ha chiesto entrando nel letto <<Mio padre… sta male, potrebbe morire da un momento all’altro! Per questo ho scritto la lettera.>> Mi ha risposto <<Mi dispiace, condoglianze! Chiederò a mio fratello di far inviare questa lettera alla tua famiglia tramite il cavallo più veloce.>> Mi ha detto con una lacrima che gli scivolava sulla guancia <<Grazie!>> gli ho detto dandogli un bacio. Infine se ne è andato a letto ed io mi sono messa a dormire.
Racconto realizzato da : Pisani Riccardo (3A Loro Piceno)