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CHIARA FERRAGNI e i vestiti come armi di Erika Grubii

Chiara è un’ imprenditrice digitale, blogger e influencer, ma è anche una donna ed una madre. Quindi sa molto bene come le donne vengono considerate nella società d’oggi.

 

Quest’anno lei è stata per la prima volta co-conduttrice del festival di Sanremo e ha voluto sfruttare quest’occasione per mandare a tutto il pubblico dei messaggi importanti per le donne e le mamme tramite i vestiti che indossava, in collaborazione con Dior e Schiapparelli. 


Prima di continuare con i vestiti e i loro messaggi, sapete che cos’è Sanremo?


Saremo è un festival musicale che si tiene ogni anno il mese di febbraio nella città di Sanremo in Liguria per 5 giorni consecutivi. È iniziato nel 1951 con l’intento di far sviluppare il turismo nel periodo dell’anno in cui il turismo era scarso. In breve è una competizione tra brani italiani scritti da autori italiani, scelti da un’opportuna commissione. Il premio è una statua di un leone d’oro ed è il più celebre riconoscimento che i cantanti italiani di musica leggera possono avere.


Dopo questa breve spiegazione del festival iniziamo a vedere gli abiti.

Il primo look è un classico abito nero accompagnato da una stola beige con ricamate sopra due parole:” Pensati libera”. L’intento è di poter ispirare tutte le donne che hanno paura di essere ciò che sono a causa della società. 

Il secondo, “il vestito senza vergogna”, è una simulazione del corpo nudo di Chiara per ricordare il diritto e l’uguaglianza di genere nel mostrarsi senza sentirsi colpevoli e giudicate. Con questo abito Chiara ha voluto anche dare voce alle donne a cui vengono imposti abusi e divieti, a cui viene detto che è un oggetto e che genera vergogna. 

Il terzo abito è “l’abito contro l’odio” perché sopra di esso ci sono scritte frasi sessiste di odio, rancore, antipatia, invidia rivolte al suo corpo e a lei come donna e madre. 

Il quarto abito è stato più un inno alla libertà per le nuove generazioni dagli stereotipi in cui le donne molto spesso si sentono intrappolate. Questo abito chiamato “la gabbia” è una rappresentazione della speranza di eliminare le etichette imposte dal patriarcato.

Il quinto “la donna e madre guerriera” è caratterizzato da una corazza d’oro sulle spalle e sul petto e con un lungo vestito blu, colore associato alla sacralità della maternità. Dedicato alle donne che si sentono in colpa di essere donne o madri, senza essere considerate solo “degli apparati riproduttivi”.

Il sesto abito è un body painting e vuole far riflettere che il rinnovamento del ruolo della donna nella società è semplicemente una donna libera e non un manichino.

“Liberate il vostro corpo e fatene ciò che volete perché il corpo della donna è il capolavoro massimo della creazione”.

Il settimo è “l’abito dei diritti umani” decorato con una collana a forma di utero per far ricordare che l’aborto sicuro e la procrazione assistita sono anch’essi dei diritti umani.

L’ultimo look sottolinea “la femminilità maschile”, vale a dire che non esistono caratteristiche specifiche che rendono una donna meno femminile e per essere prese sul serio non bisogna avere un comportamento maschile, perché “essere donne non è una debolezza”.

Anche qui, in una situazione in cui vengono a galla problematiche reali e si cerca di far arrivare questi messaggi a più persone possibili per trovare soluzioni, la gente giudica e critica soprattutto sui social. E voi invece cosa ne pensate di quello che ha fatto Chiara Ferragni? Avreste mandato altri messaggi? Siete persone che si arrendono subito quando qualcuno vi sta contro oppure proseguite la vostra strada?