PSICOLOGIA SCOLASTICA

Lo Psicologo Scolastico, per definirsi tale, oltre ad avere una formazione psicologica adeguata fornita dalla laurea in Psicologia e dalla Specializzazione in Psicoterapia, deve essere un esperto in Psicologia Scolastica, ramo della psicologia che si concentra sullo studio dei processi mentali, del comportamento e delle dinamiche relazionali all'interno dell’ambiente scolastico; questa figura professionale viene spesso sinteticamente e riduttivamente associata a colui che coordina il cosiddetto “sportello d’ascolto” o anche denominato “spazio d’ascolto” dove viene praticata l’attività principe di questa professionalità che è la consulenza individuale.

Considerare però lo psicologo scolastico solo come un coordinatore dello “Sportello” non tiene in conto delle competenze tecniche e teoriche indispensabili che deve possedere per saper accogliere in modo etico e professionale l’utenza, minori e adulti, all’interno di un sistema complesso come quello della scuola nel quale è necessario, per operare in modo efficace, possedere un bagaglio di competenze trasversali e complementari a quelle specifiche di un professionista della salute mentale.

 

Lo Psicologo Scolastico, dunque, deve possedere competenze e abilità che vanno dalla conoscenza delle norme che regolano il funzionamento della scuola, a spiccate capacità relazionali che gli permettano di lavorare efficacemente in equipe multidisciplinari, includendo insegnanti, genitori, dirigenti scolastici e altri professionisti della salute mentale.

La collaborazione è essenziale per garantire un supporto completo agli studenti e per sviluppare strategie di intervento integrate.

All’interno di questa complessa professionalità, rientrano inoltre, tutta una serie di capacità di progettazione e implementazione di programmi di prevenzione e promozione della salute mentale per tutta la comunità scolastica.

Questi programmi possono includere attività di sensibilizzazione, workshop educativi, e interventi per affrontare problemi come l'ansia, la depressione, i disturbi del comportamento alimentare, il bullismo e tante altre forme di disagio contemporaneo.

 

Per essere efficace anche in questa direzione lo psicologo scolastico deve possedere buone abilità di “public speaking skills” ovvero saper utilizzare una comunicazione efficace poiché deve essere in grado di comunicare in modo chiaro e comprensibile con una vasta gamma di persone, inclusi studenti, genitori, insegnanti e altri professionisti.

Questa capacità consente di condurre workshop e sessioni di formazione per educare la comunità scolastica su questioni relative alla salute mentale, al benessere e all'apprendimento in particolar modo nell’ambito dei Bisogni Educativi Speciali e promozione dell'Inclusione: equità e rispetto della diversità, studenti con disabilità, minoranze etniche, LGBTQ+ e altri gruppi svantaggiati. (Advocacy sociale e per la salute mentale).

 

Tuttavia la caratteristica tecnica essenziale per poter svolgere il ruolo di psicologo scolastico è quella di saper padroneggiare con abilità ed efficacia la “consulenza psicologica breve”.

All’interno dell’ambiente scolastico l’intervento di ascolto e aiuto psicologico si attua in un setting che è temporalmente limitato, generalmente con un numero predefinito di incontri (Lemma, Target, Fonagy 2011).

La possibilità di disporre di un numero ridotto di incontri richiede da parte dello psicologo scolastico la capacità di ricercare un equilibrio tra la necessità di essere tempestivo nella comprensione del disagio attraverso l’individuazione di un focus su cui centrare l’attenzione e il saper “stare nell’attesa” al fine di non formulare ipotesi affrettate con il rischio di fornire risposte superficiali.

Inoltre, l’aspetto cruciale nell’incontro con l’Altro all’interno della consulenza psicologica scolastica breve, è quello di riuscire a stabilire prontamente un’intesa che consenta di realizzare un’alleanza di lavoro dalla quale dipenderà l’esito dell’intervento (Hirshberg L.M. 1993).

È altresì necessario tenere a mente che è fondamentale non alimentare aspetti di dipendenza (Giusti, 1990) in quanto è estremamente importante, in questo tipo di intervento, valorizzare le competenze e le risorse del soggetto impegnandosi attivamente in un lavoro di comprensione condiviso.

In questo senso il numero limitato di colloqui, in genere quattro, può diventare un punto di forza in quanto è la limitazione temporale che può portare i soggetti coinvolti a fare il miglior uso possibile del tempo a disposizione e dunque, a volte, i movimenti di cambiamento sono visibili già dopo il primo colloquio.

Un “buon incontro" con lo psicologo scolastico può fornire l'aiuto evolutivo necessario in quel momento sia per i minori sia per i genitori.

 

La consulenza psicologica scolastica breve può intervenire sia nelle crisi evolutive proprie del processo di crescita dei minori sia nelle crisi evolutive familiari legate al concetto di ciclo vitale della famiglia concepito in termini di connessioni intergenerazionali (McGoldrick M., A.E. Carter, 1986).

Inoltre il sistema familiare è complesso ed in continua trasformazione, il movimento della famiglia lungo il proprio ciclo di vita non è lineare ma è soggetto ad avanzate e arresti continui (Scabini E., 1985).

Tra un passaggio e l’altro del ciclo di vita familiare sono in atto processi di transizione e cambiamenti indispensabili affinché il nucleo proceda adeguatamente verso la fase successiva.

Ogni passaggio evolutivo, come l'inserimento nei successivi gradi della scuola, la nascita di un fratellino (eventi normativi) è quasi sempre preceduto da un momento di caos definito in termini clinici come "crisi evolutiva" che richiede una presenza adulta e capace di mentalizzazione per poter essere elaborato.

Le crisi di transizione da una fase all’altra del ciclo vitale familiare evidenzia come talvolta, l’emergere del sintomo nella generazione dei figli possa essere una difficoltà della famiglia nel superare la fase di sviluppo (Haley 1973).

 

La consulenza psicologica scolastica breve può dunque essere pensata come uno spazio di ascolto e di sostegno psicologico che può fornire un'esperienza significativa di contenimento emotivo (Ferro 1992)  sia a minori sia ad adulti in cui sa ha la possibilità di pensare ai propri contenuti mentali ed elaborarli  piuttosto che agirli; impegnarsi alla riflessione e trovare uno spazio nel quale esprimere idee, desideri ma anche stati emotivi come rabbia e paura, senza che questi abbiano un immediato impatto sulla realtà, può diventare salvifico soprattutto per i minori perché evita che si trasformino in "agiti" (Catheline 2006) potenzialmente pericolosi come ad esempio comportamenti autolesivi (infliggersi tagli per far fronte al disagio interiore).

 

È possibile effettuare un breve ma intenso lavoro di mentalizzazione attraverso il quale il minore può sviluppare capacità di resilienza (Sander 2002, Tronick 2006), costituita prevalentemente da un senso di efficacia e di agency, che si traduce nella possibilità di fronteggiare e superare gli ostacoli che la realtà esterna oppure interna gli pongono.

Aiutare il minore a riconoscere le proprie risorse interne attraverso un lavoro di mentalizzazione, lo induce ad utilizzare forme più evolute di pensiero astratto che permettono di fronteggiare adeguatamente il disagio interno (Calvo, 2007).

 

Ai genitori la consulenza psicologica scolastica breve può offrire uno spazio di riflessione, confronto e attivazione di risorse interne; talvolta però, sentendosi soverchiati dalla preoccupazione per i figli in difficoltà, i genitori possono ricorrere alla consulenza in maniera difensiva attraverso richieste di suggerimenti, consigli immediati e soluzioni semplificate (Ruggi S. 2020).

È fondamentale che lo psicologo scolastico non cada in questo tranello ma al contrario, costruisca uno spazio dove l’espressione di emozioni, pensieri e affetti siano condivisi ed elaborati in un ambiente sicuro e protetto, con l’obiettivo di costruire soluzioni condivise ai problemi emergenti in quel momento, confidando nelle potenzialità e risorse di ciascun genitore e nella costruzione di una alleanza educativa della coppia genitoriale.

 

 

Bibliografia di riferimento e suggerita

 

Calvo V. (2007): Il colloquio di counseling. Tecniche di intervento nella relazione di aiuto , il Mulino, Bologna.

 

Catheline N. (2006): "Environnement scolaire de l'enfant et de l'adolescent".

EMC, Elsevier SAS Paris, Psychiatrie/Pedopsychiatrie 37-200-E-40.

 

Canestrari R. , Godino A., Prospettive teoriche della psicologia dell'arco di vita: ricerche sulle fasi di transizione, in Psicologia Italiana, 7, 1-2 (1985);

 

Ferro A. (1992): “La tecnica nella Psicoanalisi Infantile”, in: Rivista di Psicoanalisi, 38(3):843-863

Cortina, Milano

 

Giusti P. (1990): "L'esperienza del limite nel lavoro breve", in: Adamo (a cura di),

(1990): Un breve viaggio nella propria mente. Consultazioni psicoanalitiche con adolescenti, Liguori, Napoli.

 

Hirshberg L.M. (1993): "Interviste cliniche con i bambini e le loro famiglie”, in: Zeanah C.H. jr, Manuale di salute mentale infantile, Masson, Milano 1996.

 

Lemma A., Target M., Fonagy P. (2011): Terapia dinamica interpersonale breve. Una guida clinica, tr. it. Raffaello Cortina, Milano 2012.

 

McGoldrick M., A.E. Carter, Il ciclo di vita della famiglia, in Stili di funzionamento familiare, a cura di F. Walsh, Milano 1986.

 

Scabini E., L'organizzazione famiglia tra crisi e sviluppo, Milano 1985.

 

 

 


Alcuni progetti e attività condotte e coordinate in qualità di Psicologa Scolastica 

Promotrice e Coordinatrice del Progetto "Monitoraggio clima emotivo all’interno dell’Istituto scolastico: rilevazione punti di forza e criticità”.


Attività di Tutoraggio agli studenti della Facoltà di Scienze della Formazione di Torino e coordinamento del Progetto Fenix in collaborazione con un gruppo di ricerca dell’Università di Torino (Facoltà di Scienze della Formazione).


Coordinatrice del progetto “Move Up”: il progetto prevedeva l’attuarsi di azioni di prevenzione del disagio socio-relazionale e del bullismo, educazione al rispetto delle diversità e all'uso consapevole delle nuove tecnologie. 

Il progetto è stato promosso dalla Regione Piemonte con il supporto dell’Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte, per l’introduzione ed il consolidamento delle pari opportunità, la prevenzione di fenomeni di violenza e la prevenzione dei rischi connessi ad un uso non consapevole delle nuove tecnologie.