ATTIVITÀ  DI  FORMAZIONE

Progettista e responsabile di Interventi formativi e di aggiornamento professionale rivolto al personale scolastico e attività di divulgazione e informazione alle famiglie.


DOCENZE

FORMAZIONE AL PERSONALE SCOLASTICO

Alcuni dei corsi erogati durante la carriera professionale rivolti al personale docente. 


Docenza al corso: “Il riconoscimento degli indicatori dell’abuso e del maltrattamento sui minori” (II° Edizione 10 ore formative) 


Docenza al corso: “Gestione del colloquio scolastico” (6 ore formative )

 

Docenza al corso: “Il riconoscimento degli indicatori dell’abuso e del maltrattamento sui minori” (I° Edizione 10 ore formative)

 

Docenza al corso: “I Bisogni Educativi Speciali” (BES): la normativa, la lettura della diagnosi, la compilazione del Piano Didattico Individualizzato” (4 ore)

Docenza al corso: “ La gestione del colloquio scolastico” (6 ore)

 

Docenza ai corsi: “Riconoscere e contrastare il fenomeno del Bullismo e Cyberbullismo” (4 ore)


Docenza al corso: “La comunicazione: uso consapevole degli strumenti informatici in un’ottica di prevenzione al Cyberbullismo” (4 ore)


Docenza al corso: “DAD: gestione dei gruppi e dinamiche emotive e relazionali” (19 ore da remoto)


Docenza al corso: “Il fenomeno del Bullismo: le forme e i ruoli, vittime e sopraffattori; il ruolo della scuola” (4 ore)


Docenza al corso: “Alunni con Bisogni Educativi Speciali: passi avanti per una scuola inclusiva” (4 ore)


Docenza al corso: “L’Inclusione scolastica: aspetti psicologici, didattici-educativi e normativi” (18 ore)

 

https://sites.google.com/view/studio-psicoanalisi-gaeta/altra-attivit%C3%A0-professionale/formazione-al-personale-scolastico




MATERIALE PER DOCENTI CORSO FORMAZIONE SULL'ABUSO 2024.pdf

CORSO DI FORMAZIONE 

“IL RICONOSCIMENTO DEGLI INDICATORI DELL’ABUSO E DEL MALTRATTAMENTO SUI MINORI IN AMBIENTE SCOLASTICO”

Definizione di maltrattamento

Il maltrattamento ai danni dei minori non è certamente un fenomeno moderno. É invece molto recente la presa di coscienza, da parte della società adulta, della vastità del fenomeno e della gravità delle sue conseguenze.
Solo nel nostro secolo nascono i primi studi in ambito medico che mettono in correlazione fratture e lesioni scheletriche con un avvenuto maltrattamento. Ed è solo nel 1963 che il pediatra inglese Kempe, in un suo articolo dal titolo “La sindrome del bambino percosso (Battered Child Syndrome)” pone le basi per un approccio scientifico al fenomeno del maltrattamento.
Dieci anni dopo lo stesso Kempe con la formula “bambino abusato e trascurato” (Child Abuse and Neglect) indicherà un più vasto quadro del maltrattamento comprendente varie modalità di abuso non soltanto fisico.
Questa formulazione di Kempe è sostanzialmente tuttora utilizzata.

Maltrattamento


Comprende gli atti e le carenze che turbano gravemente il bambino, attentano alla sua integrità corporea, al suo sviluppo fisico, affettivo, intellettivo e morale, le cui manifestazioni sono la trascuratezza, o lesioni di ordine fisico, o psichico, o sessuale, da parte di un familiare o di altri che hanno cura di lui.

La definizione comprende diverse tipologie di maltrattamento che possiamo definire ulteriormente, ma che non vanno considerate come forme assolutamente separate ed autonome, in quanto spesso il maltrattamento comporta la compresenza di diverse forme di abuso, ed inoltre in tutte le forme di abuso è sempre presente in qualche misura il maltrattamento psicologico.

                                 Maltrattamento psicologico

É la forma più diffusa di violenza di un adulto contro un bambino e nello stesso tempo è la forma più difficile da riconoscere. É fatta di ricatti, di minacce, di punizioni, di indifferenza, di squalifiche, di mancanza di rispetto, di eccesso di pretese, di richieste sproporzionate all’età e alle caratteristiche del bambino, tali comportamenti, ripetuti nel tempo, diventano parte della relazione dell’adulto nei confronti del bambino o dell’adolescente. La violenza psicologica può essere persino più distruttiva di quella fisica o sessuale, e comunque è sottesa sempre a tutte le altre forme di maltrattamento.

                                        Maltrattamento fisico

Nasce dal bisogno dell’adulto di scaricare sul più debole la violenza che sente dentro di sé e contro di sé. Il maltrattamento fisico può essere fatto con pugni, calci, bruciature, graffi, sbattimento contro pareti o pavimenti, con l’uso di cinghie, di bastoni o con altre forme di tortura.

    Grave trascuratezza

Si presenta quando i genitori non sono capaci (per assenza di empatia, per difficoltà economiche e culturali o di inserimento sociale, per problemi psicologici) a capire i bisogni materiali ed affettivi dei propri figli e non riescono a curarli e proteggerli, a crescerli in modo sano come sarebbe necessario, minacciando in modo serio la loro sopravvivenza psicofisica.

                                           Abuso sessuale

Il minore viene strumentalizzato coinvolgendolo in attività sessuali, nella prostituzione o nella pornografia o in altri comportamenti solo in apparenza meno gravi (per es. giochi sessuali privi di violenza fisica), comportamenti che servono per procurare piacere a qualche adulto e che producono danni enormi al bambino e alla bambina. L’abuso sessuale è di solito realizzato da persone care al bambino (famigliari, parenti, insegnanti, amici di famiglia, religiosi...). Spesso si protrae per anni nel più assoluto silenzio e con grandi sensi di colpa per il minore che lo subisce. Moltissimi bambini, sia maschi che femmine, di tutte le età e classi sociali, subiscono violenza sessuale.

                            Gli indicatori del maltrattamento

È evidente che per dare inizio ad un qualsivoglia intervento di aiuto rispetto al minore maltrattato, è preliminarmente indispensabile saper percepire dei segnali (fisici, psicologici o comportamentali); questi “segnali”, che possono far insorgere nell’adulto attento il sospetto che il minore possa essere vittima di comportamenti dannosi o maltrattanti, non sono però mai specifici ed inequivocabili. È comunque fondamentale, per poter capire se determinati comportamenti possano avere origine da un maltrattamento, individuare degli indicatori. Essendo il maltrattamento un fenomeno multi- dimensionale, gli indicatori devono essere cercati in aree diverse: possiamo, ad esempio, distinguere tra indicatori di tipo fisico e indicatori di tipo comportamentale; inoltre importanti segnali possono essere lanciati da tutti i soggetti coinvolti nel maltrattamento (adulti e bambini); esiste infine una elaborazione di indicatori tipici che possono essere associati a specifiche forme di maltrattamento. Tuttavia qualunque segnale proveniente dal bambino se considerato da solo, isolato dal contesto in cui è emerso e da una valutazione globale del minore, non è sufficiente a determinare con certezza l’ipotesi di maltrattamento o abuso. Forniamo alcune considerazioni da tenere presenti nell’utilizzo degli indicatori:

1. un solo indicatore non è sufficiente: è essenziale ricercare diversi indicatori, raccogliere quanti più elementi ed informazioni possibili, sforzandosi di pensare tutta la storia del bambino, collegando anche precedenti comportamenti ed episodi, valutando la continuità o l’occasionalità dei segnali che ci preoccupano;

2. qualora emergano degli indicatori, è importante non restare soli, bensì discutere e confrontarsi sul caso con colleghi, coinvolgere eventuali superiori (p. es. il dirigente scolastico), approfondire la valutazione degli elementi;
3. quando il caso si presenta difficoltoso, quando i segnali ci fanno pensare a forme gravi di maltrattamento o abuso, quando è difficile comprendere gli indicatori o non riusciamo a definire con chiarezza l’ipotesi di maltrattamento è opportuno fare ricorso ad operatori specializzati a cui richiedere una consulenza. Questo non significa delegare ad altri la gestione del caso, è anzi fondamentale cercare la collaborazione dei Servizi territoriali e delle istituzioni giudiziarie sin dall’inizio del percorso di aiuto al minore.


Bibliografia

Gli indicatori che presentiamo sono tratti da vari studi e pubblicazioni, in particolare da: Cirillo, Cipolloni (a cura di), L’assistente sociale ruba i bambini ?, Milano, Cortina, 1994.

“Abuso sui bambini: l’intervento a scuola. Linee guida ed indicazioni operative ad uso di insegnanti Linee guida e applicazioni operative ad uso di insegnanti, dirigenti scolastici e professionisti dell'infanzia”
di FRANCESCO MONTECCHI, CATIA BUFACCHI

Edizioni Franco Angeli


 

INTERVENTI DI INFORMAZIONE E DI SOSTEGNO GENITORIALE