Scacchiera e Bang
Scacchiera e Bang
"Architettura e Modernità" il lavoro di un architetto
Libro Sesto Gli anni dei Contesti e dei Palinsesti
1978-1987
Da Roma Interrotta all’Iba Housing Block 2
Il lavoro di Zaha Hadid si distingue per un approccio innovativo e radicale che intreccia arte, grafica, architettura e paesaggio in un linguaggio fluido e dinamico. La sua ricerca parte dalle radici grafiche e pittoriche della sua formazione, in particolare dall'influenza di Paul Klee, che inizia a esplorare nel suo lavoro le connessioni tra grafica e architettura. Klee, pur essendo un artista grafico, proponeva una visione che trascendeva il concetto di figura e sfondo, mettendo in scena un'unità compositiva che sarebbe diventata una delle colonne portanti dell'architettura di Hadid. La "tessitura", concetto derivato dal vocabolario italiano e dalla tradizione babilonese, diventa per Hadid un principio fondante della sua opera: l'architettura non è più solo costruzione, ma un intreccio complesso, un'unità che unisce e armonizza elementi diversi.
Il concetto di "tessitura" si manifesta anche nei suoi progetti più emblematici, come il Club Peak di Hong Kong. Qui Hadid rifiuta la separazione tra architettura e paesaggio, proponendo un nuovo modello dove i due elementi si fondono e si influenzano reciprocamente. L'architettura e il paesaggio appartengono alla stessa logica formativa e sono costruiti con le stesse dinamiche e materiali, dando vita a una sintesi che rifiuta la dicotomia tra costruito e naturale. Questa concezione si sviluppa ulteriormente nei suoi lavori successivi, dove la fluidità e la continuità formale diventano i tratti distintivi della sua architettura.
A differenza di altri architetti contemporanei come Eisenman o Gehry, che lavorano con il concetto di "layer" o strati, Hadid sviluppa un approccio che rifiuta la meccanica sovrapposizione di elementi, preferendo l'intreccio e la combinazione che si trasformano in una maglia continua. La sua architettura si propone come una "nuova naturalità", un paradigma che integra paesaggio, natura e costruito in un unico flusso, rispondendo alle esigenze di un'epoca che affronta il problema della sostenibilità e delle risorse limitate.
In questo senso, la ricerca di Hadid non si limita solo alla riflessione sulla relazione tra architettura e paesaggio, ma si estende anche al mondo delle infrastrutture. Elementi come terrapieni, autostrade, svincoli e ponti diventano fonti di ispirazione per la sua architettura, che si arricchisce di una componente dinamica e veloce, tipica delle strutture infrastrutturali. Un esempio emblematico di questa ricerca è la stazione dei pompieri Vitra a Weil am Rhein, dove si intrecciano livelli di tessitura architettonica e infrastrutturale in un modo che non era mai stato visto prima. L'architettura, così come il paesaggio, diventa un elemento dinamico, che riflette le forze in movimento del mondo contemporaneo.
Anche nei contesti urbani, Hadid riesce a superare le convenzioni, come nel progetto per un blocco residenziale a Berlino (1986-1993) per l'IBA, dove sfida le normative urbanistiche che imponevano un'edilizia omogenea e continua. Invece, il suo progetto crea un corpo che dinamizza lo spazio urbano, in cui un angolo imponente rompe l'ordine rigido della strada, diventando un "landmark" che attiva il contesto e lo reinterpreta in modo innovativo.
L'architettura di Zaha Hadid è una fusione di arte, paesaggio, infrastrutture e dinamismo, che non solo ridefinisce la relazione tra costruito e naturale, ma crea anche una nuova forma di "spazio mentale" che si traduce in architettura. La sua opera è un invito a ripensare la città, l'ambiente e la stessa architettura come entità fluide, interconnesse e in continua evoluzione.
Centro Studi e Ricerche Petrolifere King Abdullah (KAPSARC)
Il Centro Studi e Ricerche Petrolifere King Abdullah progettato da Zaha Hadid Architects è un esempio emblematico dell'architettura contemporanea, che fonde estetica e funzionalità attraverso un design audace e innovativo. Situato in Dhahran, Arabia Saudita, il progetto si distingue per la sua forma fluida e organica, che riflette l'intento di simboleggiare la continua evoluzione delle risorse naturali e della scienza. Il centro è dedicato alla ricerca e all'innovazione nel campo dell'energia e delle risorse petrolifere, ed è progettato per essere un luogo che stimola l'interazione e la collaborazione tra i ricercatori.
La sua architettura non segue linee rette o angoli rigidi; piuttosto, si sviluppa in forme dinamiche e curvilinee che sembrano “emergere” dal terreno. Le superfici fluide e modellate creano un senso di connessione continua tra gli spazi interni e il paesaggio circostante, facendo scomparire la divisione tra l'edificio e l'ambiente naturale. Le linee sinuose e la disposizione degli spazi sono progettate per promuovere il movimento e l'interazione tra le persone, riflettendo la sinergia che è al cuore delle attività di ricerca.
Inoltre, il progetto integra concetti di sostenibilità, con l'utilizzo di soluzioni che riducono l'impatto ambientale dell'edificio. L'orientamento e la geometria degli spazi sono pensati per favorire il raffreddamento naturale e per massimizzare l'efficienza energetica.
Il Centro Studi e Ricerche Petrolifere King Abdullah rappresenta quindi un perfetto esempio di come l'architettura possa essere all'avanguardia nel rispondere a esigenze tecnologiche e ambientali, pur mantenendo una forte componente espressiva e simbolica. La sua forma, che richiama un flusso continuo, è in sintonia con l'approccio di Hadid di creare spazi che non solo rispondano a bisogni pratici, ma che siano anche in grado di suscitare emozioni e riflessioni attraverso la loro estetica e la loro relazione con il contesto.
Il concetto di Bang nasce da un'intuizione primordiale: un'esplosione di forme fluide e spazi dinamici, che superano i confini della rigidità. Una superficie che non separa, ma unisce: linee che non si interrompono, ma si intrecciano, creando una trama senza soluzione di continuità. Un disegno che non è mai statico, ma in continuo movimento.
Questa visione è un "Bang" che parte dalla memoria del luogo, un senso di radicamento che sorge dalla terra, ma che, allo stesso tempo, si proietta verso l'alto e verso il futuro, è un riflesso di un paesaggio fluido e complesso, in cui l'architettura non è più una struttura isolata, ma un ecosistema che cresce, evolve e si mescola con l'ambiente circostante.
Come nel progetto del Centro Studi e Ricerche Petrolifere King Abdullah di Zaha Hadid, la fluidità delle forme architettoniche si estende oltre l'edificio, fondendosi con il paesaggio circostante. Qui, non c'è separazione tra l'architettura e il paesaggio: entrambi appartengono alla stessa logica formativa, creando uno spazio in cui l'interazione tra l'ambiente e la costruzione diventa l'essenza stessa del progetto.
Questo "Bang" non è un colpo singolo, ma una serie di micro-esplosioni che avvengono in ogni angolo dello spazio. Ogni curva, ogni frammento di materiale, ogni spazio tra le forme è pensato per produrre un effetto di immersione totale. È un'architettura che si evolve, che vive, che respira insieme al suo contesto.
Le linee non sono solo tracciati geometrici: sono percorsi, impronte, ricordi che emergono e si dissolvono, come la memoria stessa. Un luogo che non si dimentica mai, che rimane inciso, ma che sempre si trasforma, in un movimento continuo tra il passato, il presente e il futuro.
La qualità di questa architettura è nella sua continuità, nella sua capacità di evolversi senza interruzioni, di fluttuare tra ciò che è stato e ciò che sarà. Come un paesaggio che cambia forma, ma che mantiene sempre intatta la sua identità.