La “Marcia alla turca” è uno dei pezzi più famosi di sempre del repertorio classico. Forse Mozart non si sarebbe immaginato che fra tutta la sua musica, proprio questo sarebbe sopravvissuto nel corso dei secoli, mantenendo e arricchendo nel tempo la sua popolarità.
Già durante le prime esecuzioni nei salotti viennesi la “Marcia Alla Turca”, aveva riscontrato un grande successo nel pubblico, incuriosito e allietato da quello che si pensava fosse una vera rappresentazione della musica turca.
La sonata K331 viene composta probabilmente nel 1783 a Salisburgo o Vienna e viene pubblicata l’anno successivo. La “Marcia alla turca” è il terzo movimento della sonata, preceduto da un tema con variazioni al primo tempo, scelta che in maniera piuttosto inusuale sostituisce la forma sonata tipica dei primi movimenti, e un minuetto centrale.
Nel corso del 1700, in Europa, tutto ciò che proveniva dalla cultura ottomana, suscitava grandissimo interesse. La Turchia, in particolare, sconosciuta ai più, costituiva un’attrattiva considerevole fra aristocratici e non, ed era di gran tendenza il gusto per l’esotico. Anche l’arte si è adattata a questa nuova moda: nell’arte pittorica troviamo ritratti variopinti di sultani ottomani e nella musica, i compositori cercano di rievocare le sonorità delle bande militari turche, che erano state ascoltate durante le varie incursioni di conquista in Europa.
Mozart si era già lasciato condizionare da questa moda nel suo Singspiele “Il ratto dal serraglio”, ambientato proprio in Turchia e scritto solo pochi anni prima della Sonata K331.
Molto spesso, in questa musica di ispirazione turca, la struttura formale dei pezzi non ha nulla a che vedere con la tradizionale musica ottomana.
Guardiamo proprio l’esempio del terzo tempo della Sonata K331, la nostra Marcia alla Turca: la struttura è di un classicissimo rondò, l’armonia è tipicamente classica e anche i temi non si discostano poi tanto dalla tradizione classica.
Il carattere “alla turca”, infatti, è dato principalmente dalla funzione percussiva del pianoforte: grandi accordi ripetuti, note in ottava, abbellimenti che arricchiscono il volume sonoro. Tutto ciò per emulare le percussioni militari tipiche degli ottomani: grancassa, triangolo, piatti.
Il rondò identifica la struttura del pezzo: si tratta di una composizione formata da più sezioni ritornellate che si ripetono in alternanza. E’ una forma molto tipica del periodo classico e si caratterizza anche per un tempo veloce e spigliato. Nella prima partitura pubblicata nel 1784, nel terzo movimento della Sonata, non appare né la denominazione “Rondò alla Turca”, né “Marcia alla Turca”. L’edizione riporta semplicemente “Alla Turca” sotto alle prime note del pezzo.Il fatto che si tratti di un rondò è evidente nella sua struttura, quindi è corretto identificare il pezzo come tale.