Messico
Dicembre 2024
Dicembre 2024
Quello in Messico è uno dei viaggi più belli che abbia mai fatto. A renderlo speciale non è tanto la meta, peraltro bellissima, ma il motivo del viaggio: la luna di miele!
Giorno 1 - domenica 10 dicembre 2023
Poiché il volo per Cancun partiva presto in mattinata, abbiamo deciso di fermarci a dormire direttamente a Fiumicino il giorno prima della partenza.
abbiamo optato per l’Air Rooms Rome Airport, un hotel all’interno del terminal. La soluzione è stata comoda, sebbene l’hotel sia un po’ asettico e non ci abbia entusiasmato.
Stanchi, dati i festeggiamenti del matrimonio del giorno precedente, siamo andati direttamente a dormire.
Giorno 2 - lunedì 11 dicembre 2023
Intorno alle dieci del mattino abbiamo preso il volo da Fiumicino atterrando a Parigi Charles de Gaulle intorno alle 12:30, approfittando dello scalo per mangiare un boccone.
Due ore dopo abbiamo preso il volo per la nostra destinazione, raggiunta dopo circa dieci ore.
Atterrati a Cancun, nello stato del Quintana Roo, abbiamo portato indietro le lancette dell’orologio di sei ore arrivando quindi in prima serata. Ritirate le valigie il transfer ci ha accompagnato presso la struttura dove ci saremmo rilassati nei successivi tre giorni, il Catalonia Costa Mujeres, a una quindicina di chilometri a nord di Cancun, in una lingua di terra bagnata dal mare su tre lati, uno dei quali che per l'appunto si chiama Costa Mujeres.
Giorni 3 e 4 – martedì 12 dicembre – mercoledì 13 dicembre 2023
Purtroppo in questi giorni il meteo è stato abbastanza inclemente: clima uggioso, pioggia alternata a brevi periodi soleggiati e vento costante.
Ci siamo dedicati quindi ad ozio, relax e cibo approfittando degli sprazzi di bel tempo per fare qualche passeggiata o per prendere un po’ di sole in spiaggia.
Speravamo nella spa del resort ma si è rivelata abbastanza deludente: piccola, costosa e dotata di pochi servizi.
Giorno 5 – giovedì 14 dicembre 2023
Mattinata di totale relax.
Nel pomeriggio abbiamo lasciato il resort per tornare a Cancun dove ci era stata riservata una camera allo Sheraton Four Points.
Lì abbiamo conosciuto una delle due coppie che ha condiviso con noi il tour nella penisola dello Yucatan.
Siamo quindi andati a mangiare insieme un boccone in una zona commerciale di Cancun, Plaza las Americas, dove ci sono diversi ristorantini con bella vista sulla laguna Nichupte.
Giorno 6 – venerdì 15 dicembre 2024
Dopo colazione abbiamo conosciuto anche la seconda coppia che ha condiviso con noi il tour. Ci siamo trovati benissimo fin da subito quindi rompere il ghiaccio è stato un gioco da ragazzi.
Intorno alle otto ci ha raggiunti la nostra fantastica guida, Emilio, un messicano sulla sessantina, molto simpatico, che in perfetto italiano ci ha spiegato come si sarebbe evoluta la giornata.
Caricati tutti i bagagli su un piccolo pulmino siamo partiti per la prima destinazione della giornata, Tulum, a un paio d’ore di distanza.
Durante il tragitto, tra chiacchiere e qualche risata, Emilio ci ha raccontato un po’ di storia del Messico, tra cui l’etimologia stessa dalla parola. Tra le varie ipotesi quella che ha preferito è “nell’ombelico della luna” nell’antica lingua parlata dagli Aztechi.
Arrivati a Tulum, scesi dal pullman e varcata la soglia dell’ingresso del sito archeologico, siamo stati sopresi, completamente impreparati, da un acquazzone che ci ha inzuppati da capo a piedi. Per fortuna è durato poco e lo splendido sole presente per tutto il resto della giornata ci ha asciugato in fretta.
Per un’ora e mezza, rapiti dai racconti e dalle spiegazioni di Emilio, abbiamo visitato il sito scattando un numero imprecisato di foto ai bellissimi templi che ci si paravano davanti.
La bellezza di Tulum, oltre all’aspetto storico, è anche di tipo naturalistico. Questa antica città fortificata, arroccata sul bordo di una scogliera affacciata sull’oceano caraibico, è uno spettacolo assolutamente da non perdere. Le varietà di azzurro del mar caraibico sono straordinarie.
Il nome originale, Tulum, di origine Maya, si traduce come “luogo del sole nascente“. Questo perché l'antica città è situata esattamente in direzione del sorgere del sole. È probabilmente la città Maya costiera meglio conservata. Il suo declino è coinciso con l’arrivo degli spagnoli nel 1518.
Alla fine della visita ci siamo attardati un po’ tra le bancarelle piene di oggetti di artigianato di vario genere.
Assetati e un po’ affamati ci siamo seduti nel dehors di un baretto ad assaggiare il cocco, dal gusto e consistenza completamente diversi rispetto a quello che conoscevamo. Questo viene prima aperto in cima per poterne bere il succo e successivamente la polpa viene condita con limone, paprika ed altre spezie: una vera prelibatezza.
Da Tulum ci siamo diretti a Valladolid, distante poco più di un’ora e mezza, dove ci era stato riservato un tavolo in un bel ristorantino tipico.
Tra i vari e succulenti piatti quello che ci ha colpito di più, e che è diventato il leit motiv culinario nel resto del tour, è la sopa de lima, una specialità della penisola dello Yucatan: si tratta di una zuppa di pollo all’interno della quale, oltre a vari aromi, vi sono dentro striscette di tortillas leggermente croccanti e, appunto, il lime; davvero squisita.
Dopo pranzo Emilio ci ha condotti nella piazza principale, Plaza Francisco Cantón, raccontandoci un po’ di storia e di simbologia della città. Prima di andare via abbiamo girovagato un po’ per il variopinto centro pieno di negozietti di artigianato e di localini dove poter bere e mangiare.
Lasciata Valladolid siamo andati direttamente verso Chichén Itzá, distante da noi poco meno di un’ora di pullman, per raggiungere il nostro hotel, Il Mayaland, una struttura coloniale che pare proprio nel 2023 abbia compiuto 100 anni.
Il Mayaland, a ridosso del sito archeologico che avremmo visitato l’indomani, è veramente straordinario: immerso ed isolato nella foresta tropicale; se ho capito bene era una vecchia hacienda.
Le haciende sono maestosi edifici di stile spagnolo, costruiti tra il XVI e il XIX secolo dai ricchi colonizzatori dell’epoca. Con gli autoctoni che costituivano la forza lavoro furono alla base dell’economia nazionale nel periodo coloniale. Vi si lavoravano i materiali estratti dalle miniere, si allevavano animali e si coltivavano prodotti come zucchero, tequila, caffè, cereali e cacao.
Abbiamo scatto un bel po’ di foto prima di fare una doccia ad andare a cena con gli altri ragazzi del gruppo nel tavolo che ci era stato riservato. Cena senza infamia né lode ma location impagabile. Prima di andare a dormire siamo rimasti un po’ insieme a bere qualche bicchiere di tequila e a rivivere questa bella ed intensa prima giornata di tour.
Giorno 7 – sabato 16 dicembre 2023
Dopo aver fatto colazione la guida è venuta a prenderci per portarci al sito archeologico di Chichén Itzá poco distante dall’albergo.
Chichén Itzá è probabilmente il posto più iconico dello Yucatan. I suoi templi sono quelli che si vedono in cartoline, siti web e locandine nelle agenzie quando si programma un viaggio in questi luoghi.
In particolare, il tempio più celebre e famoso è la grande piramide di Kukulkan, divinità protettrice dei sacerdoti, rappresentato da un serpente piumato. Il tempio appare gradualmente tra gli alberi, stagliandosi maestoso in una grande radura.
Come sempre Emilio è stato impeccabile con le sue spiegazioni e ammalianti racconti.
A dispetto della presenza dei templi, il nome Chichén significa "bocca del pozzo" e Itzá si riferisce a coloro che lo fondarono, le "streghe dell'acqua". Ci si sta quindi riferendo chiaramente alla presenza di un Cenote, che avremmo visitato più tardi.
Durante gli equinozi una grossa folla si raduna davanti la piramide di Kukulkan per assistere ad uno spettacolo molto particolare: Il tempio era realizzato come un vero e proprio calendario per cui, solo durante gli equinozi, un gioco di luci ed ombre fa apparire un serpente che scende lungo tutto uno degli spigoli della piramide tra lo stupore e la meraviglia di chi osserva.
Un’altra cosa interessante di questo sito archeologico è stato poter vedere uno dei più grandi campi di gioco della pelota, detto Pok-ta-Pok, un antenato del basket ma molto più complicato. La palla, ritenuta sacra, poteva essere toccata con le mani solo dal capitano mentre gli altri giocatori potevano utilizzare solo i fianchi. Il tutto risultava quindi estremamente difficile. Non si trattava quindi di un semplice gioco ma di un rito religioso, dai risvolti crudeli, con cui si rendeva omaggio agli dèi e si risolvevano anche controversie politiche. Il gioco/rito poteva anche concludersi con il sacrificio umano, per decapitazione, di uno dei due capitani.
Trascorse un paio d’ore ci siamo rimessi in marcia e, con sorpresa e felicità, soprattutto mia, siamo giunti a Ik Kil Cenote, uno dei più famosi di tutta l’isola. Questa enorme cava ha un diametro di 60 metri, si scende giù attraverso una scalinata per ben 26 metri per poi potersi tuffare nella meravigliosa acqua blu, il cui colore intenso è dato da ben 40 metri di profondità.
La struttura nella quale si trova il Cenote è molto ben organizzata. Subito dopo l’ingresso ci sono degli spogliatoi, armadietti dove lasciare la propria roba e, infine, viene fornito un giubbotto salvagente per cui anche chi non sa nuotare non corre alcun pericolo.
Alla fine di questa bellissima esperienza ci siamo fermati all’interno della struttura per un discreto pranzo a buffet.
Rimontati sul pulmino ci siamo diretti a Mérida, città nella quale vive la nostra guida, distante da noi circa un paio d’ore.
Giunti a destinazione abbiamo fatto un piccolo tour della città a bordo del pulmino, con la guida che ci raccontava un po’ di storia e aneddoti del luogo. Una delle attrattive che ci ha colpito di più è il Monumento alla Patria, costruito negli anni ’50, interamente scolpito in pietra, con numerose figure che rappresentano la storia del Messico e dove sono raffigurati i 31 stati che lo compongono. Non sapevamo infatti che il Messico, al pari degli Stati Uniti D’America, è uno stato federale.
Nel tardo pomeriggio abbiamo fatto il check presso l’NH Collection Merida, molto bello e comodo.
Il tempo di una doccia e siamo andati verso il centro, percorrendo per un paio di chilometri la calle 60, una piacevole strada cittadina che collega il centro alla nostra struttura.
Una volta giunti ci siamo fermati a fare un giro nella piazza principale che ormai si stava svuotando dalle ultime bancarelle. Siamo entrati in qualche negozio di artigianato a comprare qualche souvenir, poi abbiamo visitato la maestosa Cattedrale di San Ildefonso con il suo enorme crocifisso posto dietro l’altare per poi spendere un po’ di tempo all’interno del Palazzo Del Governo dove, a parte il bel cortile interno, sono presenti degli enormi dipinti che raccontano la storia della colonizzazione del Messico da parte degli spagnoli: davvero stupendi.
Ci siamo rinfrescati con un ottimo sorbetto che, con mia gradita sorpresa, è del tutto simile alla granita siciliana, solo che fatta con frutti tropicali che non avevo mai sentito nominare prima di allora.
Intorno alle otto si è cominciata a radunare una gran folla davanti la cattedrale. Era infatti prevista una rappresentazione del Gioco della Pelota. Addentrati tra la folla siamo rimasti circa un’ora ma, dopo aver assistito a tutta la parte celebrativa iniziale fatta di musiche e balli, accusata un po’ di stanchezza, siamo rientrati in albergo.
Giorno 8 – domenica 17 dicembre 2023
Dopo colazione, intorno alle otto del mattino, ci siamo rimessi in marcia a bordo del nostro pullman, direzione Uxmal, a poco più di un’ora di distanza.
Prima di raggiungere il sito archeologico, meta principale della giornata, la nostra guida ci ha proposto una piccola deviazione fuori programma più o meno a metà strada: Uman.
L’obiettivo di Emilio era quello di farci vedere qualcosa di veramente autentico, una piccola città della quale ci ha detto “qui non troverete nessuno con sangue spagnolo”, ed in effetti aveva ragione. Abbiamo percepito subito di trovarci un luogo dove si sono conservati tratti somatici, usi e costumi della civiltà preispanica.
Fatto un giro nel colorato mercato, pieno di beni di ogni genere, ne abbiamo approfittato per comprare delle spezie e bere un ottimo succo di frutta tropicale.
Molto caratteristici anche i loro “taxi”, dei tricicli a motore nei quali i passeggeri si siedono davanti, in barba ad ogni misura di sicurezza.
Tornanti in pullman in circa mezz’ora abbiamo raggiunto Uxmal, anche questo, come Tulum e Chichén Itzá, Patrimonio Unesco.
Come ci ha raccontato la nostra guida, Uxmal significa “Tre volte ricostruita”, riferendosi alla storia passata, ed è stata il centro della civiltà dei Puuc.
Alla fine della visita ci siamo rimessi in marcia, in direzione San Francisco de Campeche, passando quindi dallo stato dello Yucatan appunto a quello del Campeche, distante da noi un paio d’ore.
A metà strada, nel bel mezzo del nulla, ci siamo fermati per pranzo in un piccolo locale che serve cibo tipico messicano tra cui gli immancabili tacos.
Dopo pranzo ci siamo rimessi in marcia facendo un’altra sosta prima di raggiungere la destinazione finale: Becal, un paesino dove abbiamo visitato una piccola attività familiare di sombrero, tipici cappelli di paglia messicani realizzati con una pianta che viene da Panama.
Durante la visita, molto interessante, l’artigiano e proprietario della bottega ci ha raccontato e mostrato come vengono realizzati diversi tipi e qualità di questi caratteristici copricapi.
Cosa interessantissima è che la pianta, per essere lavorata senza spezzarsi, ha bisogno di molta umidità. La lavorazione avviene quindi in delle grotte, naturali o scavate, adatte a tale scopo. Durante la visita abbiamo avuto modo di vedere quella sottostante la bottega dove alcuni parenti dell’artigiano stavano lavorando.
Nel pomeriggio siamo giunti a San Francisco de Campeche. Una tranquilla e piacevole passeggiata lungo la via principale, durante la quale abbiamo acquistato qualche souvenir, ci ha condotti in Piazza dell’Indipendenza dominata dall’imponente Cattedrale dell’Immacolata Concezione.
Nel tour era incluso un margarita di benvenuto in un bar con terrazza che si affaccia sulla piazza. È stato bello condividere con gli altri un momento così piacevole e conviviale.
Finito il nostro drink abbiamo fatto il check-in al Gamma Campeche Malecon nel quale ci era stata riservata una stanza. Il tempo di una doccia e siamo andati a cena in un ottimo ristorante, Marganzo, dove abbiamo mangiato divinamente.
Giorno 9 – lunedì 18 dicembre 2023
Consumata un’ottima colazione abbiamo ripreso il viaggio al quale è stata dedicata l’intera mattinata.
La destinazione finale, il sito archeologico di Palenque, nello stato del Chiapas, era a circa cinque ore di pullman. Per raggiungerla abbiamo anche attraversato lo stato del Tabasco incappando in un posto di blocco. Qui, infatti, pare che i controlli siano molto severi a causa del passaggio di clandestini provenienti dal centro e sud America.
Abbiamo fatto solo una sosta a metà strada nella quale abbiamo comprato qualche snack da sgranocchiare lungo il tragitto.
Raggiunto Palenque abbiamo fatto i check-in a Villa Mercedes, dove ci era stato riservato un tavolo per il pranzo. Pessima la ristorazione di questa struttura ma contesto meraviglioso.
Dopo esserci rifocillati abbiamo raggiunto il sito archeologico poco distante da noi.
Palenque, che letteralmente significa “Fortezza”, per il probabile uso principale di questo sito, ha templi meno maestosi rispetto agli altri siti ma un contesto molto più naturalistico. Ci si trova immersi nella foresta tropicale con il grido delle scimmie urlatrici a fare da sottofondo.
Come al solito molto interessanti i racconti di Emilio che, nonostante le cinque ore di guida e la stanchezza, si è sempre mostrato estremamente gentile e affabile.
Tra gli edifici più importanti vi è il Tempio delle Iscrizioni all’interno del quale, ahinoi, non si poteva accedere.
La guida ci ha raccontato la storia di Kin Pacal e da suo figlio Chan Bahlum, due importanti sacerdoti di questo sito, usando una stola in cuoio, presa in prestito da un ambulante, e raffigurante una riproduzione delle iscrizioni del tempio.
Fatto un giro tra le immancabili bancarelle e comprato qualche souvenir ci siamo sottoposti ad un rito sciamano ricevendo una benedizione di coppia e dei nomi in lingua Maya: sole e luna. Due braccialetti artigianali, fatti da ambra e semi, hanno sugellato questo piacevole momento.
Siamo quindi tornati a Villa Mercedes, piuttosto stanchi dal viaggio della mattina, godendo della possibilità di un massaggio di coppia che avevamo precedentemente prenotato: ci voleva proprio!
Dopo cena, prevista in albergo, ci siamo fermati a bere un bicchierino di tequila e a scambiare quattro chiacchiere prima di andare a dormire.
Giorno 10 – martedì 19 dicembre 2023
L’organizzazione di questa giornata è stata del tutto simile a quella del giorno precedente.
Dopo aver fatto colazione ci siamo rimessi in marcia, destinazione Chicanná, a circa cinque ore di distanza.
Abbiamo impiegato tutta la mattinata partendo dal Chiapas per tornare nello stato del Campeche.
Fatto il check-in e lasciato i bagagli nel bungalow del nostro bellissimo resort, l’Eco Village, una struttura completamente immersa nella foresta tropicale, abbiamo gustato un semplice ma ottimo pranzo.
Subito dopo siamo ci siamo diretti al sito archeologico, praticamente dall’altra parte della strada.
Se Palenque era immerso nella foresta tropicale, Chicanná lo è ancora di più. Si tratta, tra l’altro, di un sito lontano da quasi tutte le infrastrutture quindi, a meno di non dormire nei dintorni come stavamo facendo noi, viene generalmente visitato di mattina. Il risultato è che il nostro gruppo, sei persone più la guida, era l’unica presenza umana all’interno del sito: esperienza molto suggestiva.
Chicanná letteralmente significa “Casa della bocca del Serpente”, probabilmente in riferimento all’enorme e bellissima maschera della facciata centrale di una delle strutture presenti.
È superfluo dire che anche in questo caso, come in tutti gli altri, si tratta di un sito Patrimonio Unesco.
Dopo aver ascoltato i racconti della nostra guida questa, avendo a disposizione ancora un po’ di tempo, ci ha proposto un piccolo fuori programma. Una breve visita ad un altro importante sito archeologico poco distante: Becan.
Becan significa “fossa scavata dall’acqua” e lo si può evincere chiaramente dal fossato che circonda il sito.
A parte la bellezza del luogo, totalmente immerso nella foresta, una delle esperienze più emozionanti è stata la possibilità di salire in cima al tempio principale. Grazie all’aiuto di una corda, sebbene i gradoni fossero abbastanza agevoli, con un po’ di fatica abbiamo raggiunto la cima. Il tempio è il punto più alto dal sito per cui dalla cima la vista è letteralmente mozzafiato: 360 gradi di meravigliosa foresta tropicale. Una volta in cima sono anche riuscito a fotografare una coppia di tucani!
Tornati giù, con gli occhi ancora pieni di meraviglia, abbiamo scattato qualche altra foto prima di tornare al resort.
Dopo aver curiosato un po’ all’interno della struttura, bevuto una buona birra, abbiamo concluso la giornata con un’ottima cena ed una sana dormita.
Giorno 11 – mercoledì 20 dicembre 2023
Siamo purtroppo arrivati al nostro ultimo giorno di tour che non ha previsto visite a siti archeologici.
Dopo aver fatto colazione ci siamo rimessi in marcia con destinazione Laguna di Bacalar, o laguna dai sette colori, distante da noi circa due ore e mezza.
Purtroppo la giornata uggiosa ha mascherato un po’ le variopinte sfumature della laguna. Nonostante ciò, ci è apparso subito evidente di essere in un posto stupendo.
Intorno alle undici e mezza siamo giunti a destinazione: il ristorante la Playita Beach Club, dove ci era stato riservato un tavolo.
Questo localino è fantastico. Dalla strada sembra di entrare nella foresta tropicale, proseguendo verso lo specchio d’acqua si giunge ad un patio i cui tavoli, tra i quali il nostro, hanno una meravigliosa vista sulla laguna.
Poiché era ancora presto abbiamo lasciato le nostre cose al tavolo e, grazie ad un comodissimo molo galleggiante, fatto un tuffo nelle tiepide e limpide acque. È stato ritemprante.
Dopo esserci asciugati e cambiati, per la nostra ulteriore felicità, abbiamo scoperto che oltre la location anche la cucina era ottima: i tacos de camarones empanizados, tacos con gamberetti in pastella, sono stati superlativi. Anche nachos e guacamole non sono stati da meno.
Dopo pranzo, anche se avremmo voluto rimanere ancora un po’ in questo paradiso, ci siamo rimessi in marcia, direzione Cancun, ad oltre cinque ore di pullman da dove ci trovavamo.
Durante il viaggio abbiamo rivissuto con nostalgia questi ultimi giorni, consapevoli della bellissima esperienza che avremmo portato a casa con noi.
Prima di giungere a destinazione abbiamo fatto una prima sosta a Playa del Carmen, nella quale c’era il resort di una delle due coppie. Più precisamente la struttura si trovava all’interno di Playacar, un quartiere incredibile, bellissimo, con resort e lussuose ville una più bella dell’altra. Un luogo per lo più frequentato da ricchi stranieri, principalmente americani, quanto di più lontano si possa immaginare dal Messico visto fino a quel momento.
Dopo aver lasciato la seconda coppia a Playa Maroma siamo finalmente giunti a Cancun dove ci era stata riservata una camera all’ottimo e confortevolissimo InterContinental Presidente Cancun Resort.
Salutato affettuosamente Emilio, la nostra superlativa guida, fatto il check-in siamo giunti in camera dove, dopo una doccia rigenerante, ci siamo addormentati quasi immediatamente.
Giorno 12 – giovedì 21 dicembre 2023
Fortunatamente l’orario del check-out dei resort in Messico è abbastanza comodo. Nel nostro caso a mezzogiorno, giusto un paio d’ore prima dell’appuntamento per il transfert a Isla Mujeres.
Fatta un’ottima colazione in uno dei ristoranti del resort, all’aperto e meravigliosamente fronte spiaggia, abbiamo trascorso l’intera mattinata passeggiando, scattando foto e rilassandoci nella paradisiaca Caracol Beach. I colori del mar dei caraibi qui sono veramente incredibili.
Nel pomeriggio il transfer ci ha accompagnato all’imbarcadero dove ogni ora c’è un traghetto per Isla Mujeres. La traversata è piuttosto breve, poco più di mezz’ora e quindi , preso un taxi allo sbarco, siamo giunti nel resort che avevamo scelto: il Privilege Aluxes Isla Mujeres.
Il resort è molto bello e confortevole, a pochi metri da Punta Norte, la spiaggia più bella di tutta l’isola: molto viva, piena di localini ma mai affollata, con mare calmo e spiaggia bianca; un posto perfetto dove rilassarsi.
La camera che ci hanno assegnato, una bellissima suite ad un piano alto, vista mare, era molto grande e dotata di tutti i comfort, tra cui una jacuzzi nell’ampio terrazzo.
Dopo aver pranzato in uno dei ristoranti del resort, abbiamo trascorso il resto del pomeriggio in spiaggia, facendo una lunga passeggiata per tutta Punta Norte.
Isla Mujeres è una lingua di terra lunga otto chilometri e larga dai cinquecento metri ai massimo due chilometri, orientata più o meno da nord a sud. È incredibile come il paesaggio cambi completamente, in poche centinaia di metri, a seconda dell’esposizione della costa: ad ovest, verso l’entroterra, si trovano grandi spiagge bianche e mare calmo; ad est, verso l’oceano, la costa diventa rocciosa, sferzata dal vento, con mare mosso.
Rientrati in camera abbiamo optato per una serata di relax, immersi nella jacuzzi, sorseggiando una bottiglia di champagne e mangiando qualche snack: ci voleva.
Giorno 13 – venerdì 22 dicembre 2023
Questa mattina abbiamo deciso di rimandare la giornata di totale relax all’indomani. Abbiamo noleggiato uno degli innumerevoli golf kart e con questo siamo andati alla parte opposta dell’isola: Punta Sur.
Il giro è stato piacevolissimo. Alcune parti dell’isola non sono molto curate. Soprattutto la parte centrale, quando ci si allontana dalla costa, soffre di degrado ed abusi edilizi.
Le cose migliorano quando ci si avvicina a Punta Sur, in particolar modo negli ultimi chilometri, dove, complice una bellissima vista sull’oceano, fanno capolino delle splendide ville affacciate sul mare.
Punta Sur è una spettacolare scogliera in fondo alla quale vi è un tempio dedicato alla divinità maya Ixchel, diciamo una dea dell’ostetricia o comunque una dea della fertilità.
Si arriva ad uno spiazzo dove è possibile lasciare il kart e, pagato un biglietto in un piccolo centro visitatori, si può accedere liberamente alla scogliera. La vista è mozzafiato e il verde curatissimo grazie alla presenza di giardinieri che se ne occupano costantemente. Innumerevoli sentieri permettono di fruire del sito in modo molto agevole. Vi sono anche delle enormi statue colorate rappresentanti svariate divinità maya, tra le quali appunto Ixchel. Di tanto in tanto si vedono i turisti fotografare verso il basso. Dirigendosi verso di loro si potrà con certezza scorgere un’iguana, una costante nella nostra vacanza messicana: presenti in gran numero in tutta la penisola dello Yucatan.
Prima di rientrare abbiamo fatto un giro tra le innumerevoli bancarelle alla ricerca di qualche souvenir. Saliti nuovamente a bordo del nostro piccolo mezzo, in circa mezz’ora siamo tornati al resort.
Abbiamo trascorso il resto del pomeriggio rilassandoci in piscina e all’ombra dei gazebo messi a disposizione per gli ospiti.
La cena è stata piacevolissima. Il resort ha un suo ristorante sulla spiaggia che una volta a settimana organizza un barbecue: mangiare ottimi piatti, a piedi scalzi sulla sabbia, è qualcosa che difficilmente dimenticheremo!
Dopo cena siamo andati a fare una piacevole e rilassante passeggiata per il centro abitato dell’isola, pullulante di vita e, per nostra comodità, del tutto contenuto a Punta Norte.
Una cosa che ci ha colpito è stata la Chiesa dell’Immacolata Concezione, nella piazza principale. Più che la chiesa in sé ci siamo soffermati ad ammirare i dipinti che, sebbene molto naif, hanno la capacità di racchiudere tantissimi simboli nel racconto della conversione al cristianesimo degli autoctoni da parte dei preti spagnoli.
Passando tra le piccole e piacevoli viuzze, tra negozietti e localini, siamo rientrati in tarda serata in albergo.
Giorno 14 – sabato 23 dicembre 2023
Avendo ancora a disposizione il golf kart ne abbiamo approfittato per andare a vedere l’alba a Punta Sur.
Siamo partiti prestissimo, poco prima delle sei, e raggiunto la punta con un po’ di anticipo. Eravamo soli e del sole ancora nessuna traccia. Le uniche luci erano quelle dei fari del centro visitatori.
Col passare del tempo hanno cominciato ad accendersi i colori e con essi le persone ad arrivare sempre più numerose. Un vero e proprio spettacolo, un tripudio di sfumature di colori e luci che andavano dal rosa, all'arancio e al viola.
Ancora con gli occhi pieni di meraviglia siamo tornati in albergo a fare, dopo colazione, quello che avevamo rimandato il giorno prima: una giornata intera dedicata completamente al relax.
Per cena abbiamo riservato un tavolo presso il ristorante giapponese del resort. Se questo è il livello direi che la cucina giapponese in Messico è meglio evitarla.
Giorno 15 – domenica 24 dicembre 2023
Siamo purtroppo arrivati al nostro ultimo giorno di vacanza in Messico.
Ci siamo svegliati con calma, preparate le valigie, e abbiamo trascorso ancora una mattinata di relax nella nostra struttura.
Nel pomeriggio, intorno alle tre, abbiamo preso un taxi che ci ha condotti all’imbarcadero per prendere il traghetto delle quattro.
Siamo arrivati giusto in tempo per prendere qualche altro souvenir dopodiché, intorno alle cinque, il transfer ci ha accompagnati in aeroporto dove siamo rimasti circa due ore prima della partenza.
Intorno alle 21 abbiamo preso il volo che ci avrebbe riportati in Italia.
Giorno 16 – lunedì’ 25 dicembre 2023
Oltre le nove ore di volo, giunti a Parigi, abbiamo dovuto spostare in avanti di sei ore le lancette dell’orologio. Ci siamo quindi ritrovati ad ora di pranzo e, date le quattro abbondanti ore di transfer, ne abbiamo approfittato per mangiare un boccone.
Intorno alle cinque e mezza siamo ripartiti atterrando a Fiumicino un paio d’ore dopo. Presa la macchina ci siamo diretti al comodissimo Hotel Isola Sacra Rome Airport dove abbiamo festeggiato il Natale e chiuso la nostra bellissima luna di miele con una deliziosa cena ed un ottima bottiglia di vino.