Rossini e Beethoven

LUDVIG VAN BEETHOVEN

Ludwig van Beethoven nasce a Bonn nel 1770 e viene avviato alla musica dal padre, cantore di corte e violinista, il cui carattere e la dipendenza dall’alcool concorrono a rendere l’infanzia di Beethoven poco serena. Nonostante ciò riesce a proseguire i suoi studi musicali e culturali; nel 1789 si iscrive infatti ali corsi di filosofia della città di Bonn.

Nel 1792 si trasferisce a Vienna, dove viene molto apprezzato come pianista e direttore d’orchestra. Intorno ai 26 anni viene colpito dai primi sintomi di una malattia all’orecchio che lo condurrà, nel giro di pochi anni, alla sordità. La sua condizione lo costringe ad abbandonare il concertismo ma non smette di comporre, grazie ad una grande forza morale ed al suo straordinario “orecchio interno”. La malattia gli provoca anche una crisi personale che lo porta a chiudersi in se stesso e nella sua musica, isolandosi sempre di più dalla gente e dal mondo esterno.

Grazie ai “quaderni di conversazione”, libri che Beethoven usava sia per colloquiare con i suoi interlocutori sono giunte fino a noi parecchie notizie sulla vita e sul pensiero di Beethoven, da profonde riflessioni filosofiche o politiche a banali appunti sulle sue preferenze alimentari.

Dopo la morte del fratello Caspar, gli viene affidata dal tribunale la tutela del nipote Karl, con cui i rapporti sono tesi e difficili, anche a causa delle alte aspettative artistiche che Beethoven nutre verso di lui.

Nel 1802 scrive il Testamento di Heiligenstadt, nel quale descrive il dramma della sordità e dal cui testo emerge la grandezza morale dell’uomo e dell’artista. In queste pagine Ludwig accenna inoltre alla sua concezione dell’arte intesa come missione da realizzare.

Muore a Vienna il 26 marzo 1827. Ai suoi funerali partecipa tutta Vienna.

Considerato uno dei musicisti più grandi al mondo, è sicuramente l’ultimo esponente del classicismo musicale, nonché precursore del movimento romantico, considerato che in molte delle sue composizioni si possono ritrovare ideali come l’amore per la natura, per la patria, il sentimento tormentato.

Tra le opere più importanti ricordiamo: 9 sinfonie, 32 sonate per pianoforte, 5 concerti per pianoforte ed orchestra, svariate composizioni da camera, alcune pagine di musica sacra e l’opera “Fidelio”.


Le sinfonie

La terza sinfonia

Come altri intellettuali del tempo, Beethoven non rimane indifferente agli eventi che stavano modificando la situazione politica europea. Convinto repubblicano, segue con entusiasmo l’azione di Napoleone Bonaparte, paladino della libertà e della giustizia.

Proprio a lui dedica inizialmente la sua terza sinfonia, detta anche Eroica, scritta tra il 1802 e il 1804. Tale dedica viene però stralciata quando Napoleone si fa proclamare Imperatore, modificandola in “Sinfonia Eroica, composta per festeggiare il sovvenire di un Grande Uomo”, in quanto non più degno di rappresentare gli ideali di libertà, eguaglianza e fraternità promossi dalla Rivoluzione Francese.

La quinta sinfonia

Composta tra il 1804 e il 1808, è caratterizzata da una grande potenza espressiva e da grande vigore. Nelle prime battute viene proposta l’idea musicale del primo tema, caratterizzata da semplicità melodica e da un ritmo deciso, implacabile ed efficace che Beethoven realizza con un ribattuto di tre note. Alcuni studiosi affermano che questa cellula sonora rappresenterebbe il Destino che bussa alla porta della coscienza dell’uomo. A questo tema deciso ed energico, si contrappone il secondo tema, melodico e cantabile, annunciato dai corni.

La sesta sinfonia

Intitolata la Pastorale, viene composta tra il 1807 e il 1808, ispirato dai suoi soggiorni ad Heiligenstadt, sobborgo a nord di Vienna circondato dai boschi. Beethoven trae molti spunti compositivi e creativi quando si trova immerso nella natura. E’ composta da cinque movimenti, ciascuno dei quali corrisponde ad una scena di vita rurale.


Primo movimento: Risveglio delle sensazioni (riflette le sensazioni personali del compositore di fronte alla natura).Secondo movimento: Il ruscello Terzo movimento: Riunione di contadiniQuarto movimento: La tempesta (i rulli dei timpani e gli squilli degli ottoni rappresentano il susseguirsi di lampi e fulmini)Quinto movimento: canto dei pastori ( il tema, lineare e cullante, rappresenta il ritorno alla calma dopo il temporale.

La sua finalità non è solo descrittiva, si tratta infatti di un inno al creato, un inno di ringraziamento a Dio.

La nona sinfonia

Ultima sinfonia composta in ordine di tempo (1817 – 1824), è frutto di un lungo lavoro di creazione. Beethoven era già completamente sordo quando la compose, con questa sinfonia, ricca di uno slancio vitale straordinario, contiene un grandioso messaggio di speranza per l’umanità. La sinfonia dura circa un’ora ed è divisa in quattro movimenti; oltre all’orchestra sono previsti il coro e quattro voci soliste che intervengono nell’ultimo movimento.

Beethoven si ispira ad un' ode del poeta tedesco Friedrich Schiller, intitolata Inno alla Gioia.

Il quarto movimento.

Dopo un inizio energico e una prolungata sezione che crea un senso di attesa, una nuova melodia, cerca di intromettersi nello svolgimento sonoro, ma viene ricacciata indietro dagli archi gravi, che rendono l’atmosfera nuovamente cupa e scura.

Poi, la nuova melodia riesce ad imporsi. E’ il tema dell’ ”Inno alla Gioia”, eseguito all’unisono da violoncelli e contrabbassi. La melodia viene riproposta con una sonorità via via più chiara, fino a dare spazio alle voci soliste ed al coro, ogni volta che ritorna viene suonata con piccole varianti, fino al finale, in cui il tema è riproposto con grandiosità e potenza dall’organico strumentale al completo e dal coro.

Pagina del Testamento di Heiligenstadt
Manoscritto di una Sinfonia

GIOACCHINO ROSSINI

Nacque a Pesaro nel 1792, fu autore di musica sacra, musica da camera e molte opere buffe, tra cui La cambiale di Matrimonio, Il barbiere di Siviglia e Cenerentola. Celebri sono le ouverture delle sue opere. Caratteristica delle sue opera è la caratterizzazione psicologica del personaggio attraverso la musica.

Nel 1823 si trasferì a Parigi, dove compose opere che si avvicinano al gusto spettacolare di un genere prediletto dai francesi, il grand-operà, tra cui spicca il Guglielmo Tell. Quest’opera segna l’addio di Rossini alle scene teatrali, poiché in essa affiorano alcuni elementi romantici come il patriottismo, la forte presenza della natura, un amore impossibile e contrastato. Rossini, però, non condivideva il nascente spirito romantico e così, al culmine della notorietà, abbandonò il teatro. Questo periodo della sua vita è denominato “il silenzio di Rossini”, periodo in cui il compositore fu colpito da un grave esaurimento nervoso. Tuttavia non smise di comporre, si dedicò ad altri generi (musica sacra e da camera). Morì a Passy, presso Parigi nel 1868.


Ouverture: brano strumentale che generalmente apre un’opera, contiene gli spunti tematici dell’opera, di cui è una sorta di “aperitivo musicale”. Viene suonato a scena chiusa, talvolta viene utilizzato dai registi per presentare scenografie, personaggi o situazioni.


Il barbiere di Siviglia


Trama

Rosina è la protagonista dell’opera, vive sotto la tutela di Don Bartolo che, innamorato di lei, vorrebbe sposarla. Rosina però ha un altro corteggiatore: il Conte d’Almaviva che, aiutato da Figaro, barbiere e tuttofare della città, riesce ad avvicinarla travestendosi ora da giovane studente (Lindoro), ora da ubriaco, ora maestro di musica. Mentre Don Bartolo attua goffi tentativi per sposare la ragazza, Almaviva e Rosina si dichiarano il loro amore, e riescono ad unirsi in matrimonio.


Arie

Aria di Figaro – Aria famosissima che accompagna il primo ingresso di Figaro sulla scena. Egli si presenta canticchiando, e fin dalle prime note si può intuire quale sia il suo carattere. Tutto il pezzo è formato da motivi diversi egualmente importanti, di cui solo uno si ripete uguale sia nel testo che nella melodia.

Nella parte finale dell’aria la vivacità e la velocità della melodia sono arricchite da passaggi virtuosistici.




Largo al factotum della città.- Largo

Presto a bottega che l'alba è già. - Presto

Ah, che bel vivere, che bel piacere, che bel piacere

per un barbiere di qualità, di qualità!

Ah, bravo Figaro!

Bravo, bravissimo! Bravo!

Fortunatissimo per verità! Bravo!

Fortunatissimo per verità, fortunatissimo per verità!

Pronto a far tutto,

la notte e il giorno

sempre d'intorno in giro sta.

Miglior cuccagna per un barbiere,

vita più nobile, no, non si da.

Rasori e pettini

lancette e forbici,

al mio comando

tutto qui sta.

Rasori e pettini

lancette e forbici,

al mio comando

tutto qui sta.

V'è la risorsa,

poi, del mestiere

colla donnetta... col cavaliere...

colla donnetta... col cavaliere...

che bel vivere.. che bel piacere! che bel piacere!

per un barbiere di qualità! di qualità!

Tutti mi chiedono, tutti mi vogliono,

donne, ragazzi, vecchi, fanciulle:

Qua la parrucca... Presto la barba...

Qua la sanguigna...

Presto il biglietto...

tutti mi chiedono, tutti mi vogliono! Qua la parrucca, presto la barba,

Presto il biglietto, ehi!

Figaro! Figaro! Figaro!, ecc.

Ahimè, Ahimè, che furia!

Ahimè, che folla!

Uno alla volta, per carità! per carità! per carità!

uno alla volta, uno alla volta, uno alla volta, per carità! Ehi, Figaro! Son qua.

Figaro qua, Figaro là, x2

Figaro su, Figaro giù,

Pronto prontissimo son come il fulmine:

sono il factotum della città.

della città! della città! della città!

Ah, bravo Figaro! Bravo, bravissimo;

a te fortuna non mancherà.

Sono il factotum della città.