Il Jazz

Il jazz è un genere musicale le cui origini risalgono tra la fine dell'800 e gli inizi del '900, nato dall'unione tra la musica africana e la musica colta europea portata dai coloni negli Stati Uniti d'America.

A partire dal XVII secolo assistiamo al fenomeno della tratta degli schiavi, ad opera dei paesi europei ai danni degli stati africani che si affacciano sulla costa occidentale del continente. Inglesi, Francesi, Olandesi, Spagnoli e Portoghesi strappano alla loro terra e alle loro famiglie uomini e donne che vengono incatenati e caricati sulle loro navi, vengono portati negli stati del sud degli Stati Uniti d'America e venduti all'asta per lavorare come schiavi nelle fattorie e nelle piantagioni dei coloni.

Alle origini del jazz: i work song

Gli schiavi, costretti a lavorare nelle piantagioni per ore ed ore in condizioni di lavoro disumane, per accompagnare i movimenti ripetitivi eseguiti durante il lavoro, inventano i work-song, (canti di lavoro). Sono canti che derivano dalle grida di incitamento e vengono eseguiti durante il lavoro nei campi, per alleggerire la fatica. Sono canti caratterizzati dalla ripetitività delle frasi musicali, che venivano cantate secondo la formula "Call and Response", ossia l'alternanza tra un solista ed il coro, per cui uno schiavo intonava una frase che veniva ripetuta dagli altri. Spesso le melodie venivano improvvisate ed erano dotate della carica ritmica tipica delle tradizioni musicali africane. Alcune testimonianze indicano che l'usanza dei work-song tra gli schiavi era diffusa già nel 1700 e nel 1800.

Tra i work-song più famosi troviamo "Pick a bale of cotton" . La versione che puoi ascoltare cliccando sul link è una versione realizzata per l'incisione su disco, con accompagnamento strumentale.

Il crescente bisogno di spiritualità: spiritual e gospel

Gli schiavi, per trovare un minimo di conforto, organizzano delle riunioni clandestine notturne. Durante queste riunioni celebrano riti religiosi, raccontano antiche leggende e storie africane, cantano le melodie ed i ritmi della loro terra. Progressivamente si avvicinano alla religione Cristiana, (grazie anche al diffondersi del fenomeno dei predicatori neri e alla nascita delle prime chiese indipendenti nere d'America), ascoltano le letture tratte dalla Bibbia, ascoltano gli inni liturgici importati dalla tradizione europea. Inoltre, si immedesimano nelle sofferenze e nelle persecuzioni subite dal popolo ebraico. Le storie raccontate dalla Bibbia diventano le loro storie, alle quali gli schiavi danno voce attraverso il canto. Il modo di cantare africano gradualmente si trasforma grazie all'influenza dei canti religiosi europei, e dà vita, verso la fine del 1700, ai negro spirituals, canti di argomento religioso simili ai work-song, eseguiti senza accompagnamento musicale (a cappella), spesso accompagnati dal battito di mani. Gli spirituals sono espressione di angoscia e tormento per le condizioni disumane in cui vivevano gli schiavi neri, contengono riferimenti nostalgici alla perduta libertà, senza tuttavia rinunciare alla speranza e alla certezza della salvezza nella fede.

Verso la fine del 1800, la musica dei neri inizia a destare interesse tra i bianchi. Iniziano dunque a diffondersi quartetti vocali (generalmente maschili) che interpretano gli spirituals a più voci. Gli spirituals vengono inoltre interpretati da cori di ex schiavi, adattando le loro esibizioni per il pubblico dei bianchi con parti vocali ben definite, una migliore pronuncia del testo e con l'introduzione di accompagnamento strumentale e ritmico per fornire al brano una maggior orecchiabilità.

Tra gli spirituals più conosciuti troviamo "Go Down Moses" e "Joshua fight the battle of Jericho"

Questo cambiamento della musica religiosa coincide con le mutate condizioni sociali e di vita dei neri. Come abbiamo detto, vengono gradualmente introdotti strumenti musicali che accompagnano i canti: ottoni, tamburi e tamburelli, chitarre, violini e ovviamente l'organo. Si diffonde quindi un nuovo genere musicale, destinato a soppiantare lo spiritual. Si tratta del gospel (god= Dio, spell= parola), canto religioso accompagnato da strumenti, dotato di una travolgente carica ritmica, le cui tematiche sono di carattere più riflessivo e spirituale, i significati dei testi più generici e vasti rispetto allo spiritual, che resta indissolubilmente legato al periodo della schiavitù.


Tra i gospel più famosi troviamo "Oh Happy Day"

Il Blues

Tra il 1861 e il 1865 gli Stati Uniti d'America sono colpiti dalla guerra di Secessione, che vede contrapposti gli stati industriali del Nord, contro gli stati rurali e schiavisti del Sud. Al termine della guerra, viene sancita la vittoria degli stati del Nord e viene abolita la schiavitù (1865).

Una delle conseguenze della fine del conflitto è la migrazione della popolazione nera dalla campagne alle città, dove i neri si recano in cerca di lavoro e di migliori condizioni di vita. E' in questo contesto che nasce il blues, un canto individuale accompagnato inizialmente da uno strumento a corda come il banjo o la chitarra (strumenti facilmente reperibili anche tra la popolazione nera) e qualche percussione, successivamente anche dal pianoforte.

Il blues racconta vicende tratte dalla vita quotidiana: l'amore, il lavoro, il carcere. Il termine blues deriva forse dall'espressione "avere i diavoli blu" (essere cioè pervasi da uno stato di profonda malinconia che poteva essere scacciato dalla musica. I brani blues sono costituiti da una struttura strofica ripartita fissa della durata di 12 battute, in cui il primo verso ed il secondo venivano ripetuti identici, mentre il terzo verso rafforzava il significato espresso nei primi due. Dal punto di vista musicale, i brani blues utilizzano la cosiddetta scala blues, caratterizzata dall'alterazione discendente del terzo e del settimo suono (nella scala di Do, il Mi ed il Si diventano dunque Mi bemolle e Si bemolle. Queste prendono il nome di blue notes e il loro utilizzo si alterna alle corrispondenti note non alterate - Mi naturale e Si naturale). L'utilizzo della blue notes si deve in parte all'impossibilità da parte dei cantanti neri di intonare correttamente le note della scala occidentale, in particolare la terza e la settima nota della scala, che vengono cantate con un'intonazione calante.

Per quanto riguarda l'armonia, gli accordi utilizzati per la tonalità di Do maggiore sono: Do, Fa, Sol7 e vengono distribuiti all'interno delle 12 battute con una struttura che si ripete sempre uguale, sulla quale i musicisti potevano liberamente improvvisare melodie con la voce o con gli strumenti.

Tra i musicisti blues ricordiamo la cantante Bessie Smith e il cantante e chitarrista Muddy Waters. Di Muddy Waters, uno dei blues più famosi "Hoochie Coochie Man"

Dal Ragtime allo Swing: la nascita del jazz

Con la fine della guerra di secessione (1865), molti corpi militari vengono sciolti, molte basi militari vengono chiuse e sgombrate e di conseguenza le bande militari al seguito delle milizie cessano di esistere. I soldati, raccolgono i loro averi per tornare a casa e, per racimolare qualche soldo in più, vendono i loro strumenti musicali, che vengono prontamente acquistati a poco prezzo dai neri.

Nei locali da ballo, saloon e club privati si diffonde un tipo di intrattenimento suonato al pianoforte. Si tratta del ragtime, genere pianistico in cui spiccano il musicista Jelly Roll Morton* e Scott Joplin (autore del brano The Entratainer).


*guarda la celebre scena tratta dal film "La legenda del pianista sull'oceano" in cui il protagonista del film Novecento incontra Jelly Roll Morton


Nella città di New Orleans, verso la fine del 1800, si concentra la nascita delle prime brass band, complessi musicali formati principalmente da ottoni che accompagnano feste ma anche cortei funebri. La musica inizia a trasformarsi in una vera e propria occasione di lavoro per i neri. Con l'aggiunta di chitarre, contrabbasso, pianoforte e batteria, si formano le prime jazz band come la King Oliver's Creole Jazz Band, in cui suonò il celebre trombettista jazz Louis Armstrong, famoso per il suo tipico timbro vocale. La musica suonata da queste prime band prende il nome di stile New Orleans, dalla città in cui ebbe origine, e si caratterizza da ritmo e melodie vivaci e dall'alternanza tra frasi musicali suonate da tutta la band e frasi improvvisate suonate a turno dai singoli musicisti.

Con la fine della Prima Guerra Mondiale il jazz si diffonde in Europa, grazie anche alle prime incisioni su disco di brani jazz. In particolare in Europa ottengono un buon successo i generi legati alla danza derivati dal jazz (fox trot, one-step e charleston).

Ben presto anche i musicisti bianchi desiderano cimentarsi in questo nuovo genere musicale. Ecco quindi il dixieland, chiamato anche anima bianca del jazz, che si afferma attorno agli anni '20 del 1900 nei locali da ballo di Chicago e di New York.

Nel 1929, in seguito alla crisi causata dal crollo della borsa di Wall Street, molti locali notturni sono costretti a chiudere, molte case discografiche dichiarano fallimento. Il pubblico manifesta l'esigenza di ascoltare una musica più orecchiabile e ballabile, più spensierata. Ecco quindi che, nel decennio tra il 1935 ed il 1945 si diffonde lo stile swing, caratterizzato da un ritmo più regolare e da sezioni improvvisate più limitate e controllate. In questo periodo i musicisti più importanti sono Benny Goodman, Glenn Miller e Duke Ellington.

Tra i brani swing più famosi troviamo "In the mood" di Gleen Miller

Il ritorno alle origini: il be-bop

La fama dello swing si esaurisce nella prima metà degli anni '40. Nei locali di New York torna di moda il be-bop, un jazz nero molto diverso dallo swing che nasce dall'esigenza di riportare il jazz al suo spirito originario, espressione cioè della cultura e della sensibilità della comunità afroamericana. Tra i personaggi di spicco troviamo il sassofonista Charlie Parker. Le caratteristiche del be-bop sono: ritmo non scandito chiaramente, libera improvvisazione per una musica che è prevalentemente da ascoltare e poco si presta al ballo.

A Night in Tunisia, di Charlie Parker

I nuovi indirizzi: Cool Jazz, Free Jazz e Jazz Rock

A partire dagli anni '50 si sviluppano alcuni nuovi indirizzi del jazz. Tra questi ricordiamo il cool jazz, nato in California da musicisti bianchi tra gli anni '50 e '60 in contrapposizione al be-bop.

Il free jazz invece, diffuso tra Chicago e New York, si basa sulla libera improvvisazione. Ha una forte connotazione sociale, perchè è associato alle rivendicazioni sociali degli afroamericani. Inoltre non disdegnava contaminazioni con altri generi musicali.

Tra i brani free jazz, citiamo Chasin'the Train di J. Coltrane

Dall'adozione della strumentazione elettrica nasce infine il jazz rock, che combina elementi del jazz con il rock e il funk. E' anche chiamato fusion.