A spasso nella storia: il teorema svelato

Raphael, Public domain, via Wikimedia CommonsUnknown authorUnknown author, Public domain, via Wikimedia CommonsKlaus Barner, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

Passeggiando nel tempo, addentrandoci nei vicoli della storia della matematica, e curiosando qua e là si scopre che il teorema di Pitagora non è di Pitagora, che esistono mille o forse meno dimostrazioni del teorema, che l’enunciato può essere generalizzato sostituendo i quadrati con Lunule e Stelle. Si scopre ancora che i triangoli numerici, noti anche come terne pitagoriche, sono infiniti ma possono essere generati tutti con semplici e sorprendenti formule, ricavate con approcci diversi per spirito e filosofia, ma tutti ugualmente interessanti. Si diventa consapevoli che la dimostrazione di un teorema è un atto creativo dell’ingegno umano che richiede serietà, passione, determinazione, e, a volte, secoli per compiersi.

La matematica è una disciplina che si evolve nel tempo e più si evolve più riesce ad esporre i suoi risultati in modo sintetico, utilizzando idee, tecniche e procedure messe a disposizione dai diversi campi di specializzazione.

La mia esperienza di matematico può essere descritta nel modo migliore, paragonandola a quello che si prova entrando in una casa buia. Entri nella prima stanza del palazzo ed è buia. Completamente buia. Avanzi a tentoni, urtando nei mobili, ma a poco a poco riesci a individuare la posizione di ciascun mobile. Infine, dopo sei mesi o più, trovi l'interruttore della luce, lo giri, e di colpo è tutto illuminato. Puoi vedere esattamente dov'eri. Poi ti sposti nella stanza successiva e passi altri sei mesi nell'oscurità.

Andrew Wiles

(tratto da Singh S., L’ultimo teorema di Fermat. L’avventura di un genio,

di un problema matematico e dell’uomo che lo ha risolto, Milano, BUR Rizzoli, 1997)