Per i poeti ellenici i sogni, figli di Erebo e della Notte, erano esseri alati e multiformi; dimoravano nel vestibolo degli Inferi, dove abitavano su di un olmo (Virgilio, Eneide, VI, 282-284).
Negli Inferi erano presenti due porte: una d’avorio, opaca, dalla quale uscivano i sogni falsi, ed una di corno, trasparente, attraverso la quale passavano i sogni profetici.
Queste le parole pronunciate da Penelope nell'Odissea: due sono le porte dei sogni inconsistenti:
una ha battenti di corno, l'altra d'avorio:
quelli che vengon fuori dal candido avorio,
avvolgon d'inganni la mente, parole vane portando;
quelli invece che escon fuori dal lucido corno,
verità li incorona, se un mortale li vede.
(Omero, Odissea, XIX, 560-565).
I sogni vennero così distinti in ὄνειρος (oneiros), ὅραμα (horama), χρηματισμός (chrematismos), ἐνύπνιον (enùpnion) e φάντασμα (phantasma):
ὄνειρος era il sogno ordinario che necessitava di un’interpretazione simbolica;
ὅραμα era un tipo di sogno confermato poi dalla realtà;
χρηματισμός era una sorta di oracolo che prevedeva l’apparizione di un dio o di un parente defunto o di un sacerdote, che rivelava il futuro o dava dei consigli in modo chiaro, senza l'uso di simboli o allegorie;
ἐνύπνιον era fallace poiché dovuto alle impressioni della veglia;
φάντασμα era un'apparenza illusoria, considerata interna all'attività psichica del dormiente (“sogno interno” o soggettivo) che si verificava in quello stadio intermedio tra la veglia ed il sonno, durante il quale si scorgono tutte quelle visioni nebulose che derivano da quel particolare stato di oppressione che talvolta precede il sonno, o dalla stanchezza.
Per riuscire a trarre i sogni attraverso la porta di corno, era assolutamente necessario che l’anima prevalesse sul corpo, attraverso ben precisi rituali di purificazione, in particolare attraverso l’acqua, che si effettuavano prima dell’entrata nell’ἂβατον (luogo inaccessibile). Infatti in ogni tempio di Asclepio era generalmente presente una sorgente sacra.Nei sogni il dio spesso consigliava anche dei rimedi da assumere al fine di recuperare la salute. L’interesse nei confronti dei sogni era molto diffuso, tanto che divenne una vera e propria professione, quella degli όνειροκρίται ( interpreti di sogni). Alcuni di questi scrissero dei repertori, solitamente molto rozzi, di equivalenza tra i sogni e i loro significati simbolici: tra questi si distinse Artemidoro di Daldi, che Freud citò nel suo Traumdeupung (Interpretazione dei sogni).