Il tema centrale della poesia "Il Tiglio" è il cambiamento e la perdita all'interno di una comunità, simboleggiati dalla trasformazione dell'albero di tiglio e del paese che lo circonda. La poesia ruota attorno a diversi aspetti di questo tema principale:
Il Tiglio come specchio della comunità: L'albero di tiglio, inizialmente descritto come "maestoso" e "facendo grande ombra tutt'intorno", è il punto di ritrovo della comunità, un luogo dove "la gente del paese qua si vede / per raccontare agli altri ciò che è suo". Le persone si riuniscono sotto la sua ombra per discutere di "politica e di calcio", i ragazzi giocano e ridono fino a tarda notte. Questa immagine iniziale dell'albero e della piazza riflette un senso di vitalità, comunità e condivisione.
Il declino della comunità: Con il passare del tempo, l'atmosfera cambia radicalmente. La poesia descrive come "la poca gente che ora qua si trova / non parla più con libertà di mente", evidenziando un declino nella comunicazione e nella partecipazione sociale. Invece di discussioni animate, ora "regna diffidenza e malumore", e la gente non si avvicina più all'albero. Questo cambiamento è accompagnato da una sensazione di solitudine e isolamento, dove "l'albero è deserto e silenzioso" e non si sentono più "giochi e neanche risa al vento".
L'invecchiamento e la malinconia: Il tiglio stesso sembra rispecchiare questo declino. Nonostante "il verde che sa dare", l'albero è descritto come "ormai vecchio pure lui", suggerendo un'identificazione del poeta con la natura e un sentimento di malinconia per la perdita del passato. I "pochi vecchi che seduti / parlano dell'orto e il loro frutto" sottolineano ulteriormente questa sensazione di perdita e isolamento, con le conversazioni che si restringono a temi più personali e meno comunitari.
La perdita di un passato ideale: Il cambiamento nella poesia implica la perdita di un passato idealizzato, dove la comunità era unita, comunicativa e vivace. La piazza, un tempo luogo di incontro e interazione, ora è un simbolo di alienazione e silenzio. Questo tema della perdita è centrale nella poesia e riflette un sentimento di nostalgia per un tempo passato.
In sintesi, il tema centrale della poesia "Il Tiglio" è la rappresentazione del cambiamento e della perdita all'interno di una comunità, dove l'albero di tiglio funge da simbolo del declino sociale e dell'invecchiamento, riflettendo la malinconia e la disillusione del poeta. Questo tema si inserisce in un più ampio contesto di riflessioni sul tempo e sulla condizione umana, che sono presenti in tutta la raccolta.
S'erge nella piazza maestoso
facendo grande ombra tutt'intorno
la gente del paese qua si vede
per raccontare agli altri ciò che è suo.
Da molto tempo vive in mezzo agli altri
udendo con pazienza le parole
delle persone atte a dire tanto
senza ritegno e senza tanto freno.
Di politica e di calcio si parlava
a grande voce e tanta foga in gola
restava lunghe ore a stare insieme
e discuteva del paese e le sue cose.
I ragazzi tutti intorno con gran grida
sostavano con giochi e gran risate
fino alla notte e a volte la mattina
tornando l'indomani a rinnovare.
La poca gente che ora qua si trova
non parla più con libertà di mente
regna diffidenza e malumore
non si avvicina più per la sua ombra.
L'albero è deserto e silenzioso
non giochi più e neanche risa al vento
solo pochi vecchi che seduti
parlano dell'orto e il loro frutto.
Grandi rami e foglie verso l'alto
radici che si allungano nel basso
sembra ormai vecchio pure lui
nonostante il verde che sa dare.
Se stessi!
Amare gli altri è amare se stessi.
Il vulcano
Permane sotto terra in gran silenzio
per molto tempo fermo senza urlare
avanti e indietro muove le sue onde
fatte di pietra e incandascente lava
passano gli anni e li rimane stretto
dai grandi massi sopra esso messi
frenano la voglia sua di uscire
e li aspetta fermo ed agitato
prova e vi riprova finchè trova
un varco e comincia a risalire
esce fuori e guarda verso il cielo
ed inizia ad eruttare la sua lava
fuoco,lapilli e cenere bruciati
scaglia verso l'alto con potenza
esplode con grandezza e molta forza
ed espande la bellezza tutt'intorno
scende verso valle la sua lava
come fosse un fiume che trascende
tutto vi trascina nella corsa
fino ad arrivare al suo traguardo.
così il bambino inizia la sua corsa
e rimane in sè fin quando è tempo
impetuoso esplode verso l'alto
per raggiungere sicuro le conquiste
se le pietre sopra ad egli messe
sono grandi e frenano la mente
l'impeto nascosto vi rimane
e resta sotto terra soffocato.
Il sogno
Mi sono alzato presto la mattina
e il sogno della notte mi ricordo
dapprima un poco incerto e in confusione
ma poi diventa nitido e maturo
mi son trovato senza fiato addosso
con gran spavento e un poco tormentato
in mezzo ad una radura a degli scogli
e intorno molto alberi secolari
mi sembra di morire proprio adesso
quando mi accorsi della morte accanto
di bell'aspetto certo non lo era
e scheletro mi sembrava tutto il resto
mi misi a parlar con lei a voce bassa
e i suoi capelli di stoppa mi sembravano
un fazzoletto sopra la sua testa
copriva il suo fare maledetto
mi misi a guardar la sua figura
per cacciare forte la paura
con lei speranze certo non ne avevo
presto soccombere dovevo
"adesso vinci tu perchè sei forte
ma un giorno ti assicuro con certezza
le nuove medicine che verranno
sconfiggeranno te e la tua mente"
si acquieta un po' turbata la signora
e molto presto scompare dalla vista
dentro una nube si solleva in alto
e il vento la disperde poi nell'aria
l'uomo mi è sembrato di capire
che avesse tutto il tempo per lodare
il grande monumento che sta in alto
per ritrovare luce tutt'intorno.
La strada
Ti alzi la mattina presto all'alba
e inizi la tua corsa contro il tempo
cominci a ricercare la tua strada
e vagli l'una o l'altra la migliore
pensi quella giusta l'hai trovata
e ti ritrovi in altre già contorte
dubbi nella mente sempre pronti
frenano il cammino verso avanti
ricerchi quella giusta e non la trovi
false luci intorno ti ritrovi
cacci l'una o l'altra per vedere
ma tormenti solo è ciò che trovi
inizi nuovamente a ricercare
e altre ombre offuscano la mente
sofferenze grandi ti ritrovi
in questa nuova strada che tu prendi
quando incontri la giusta,la maestra
allora tutto brilla intorno al passo
luci negative ed ombre fosche
si sciolgono come fossero di ghiaccio
quando raggiungi l'agognata vetta
appagato ti ritrovi nella mente
sciolti sono i passi e i tuoi pensieri
e in nuovi emisferi ti ritrovi.
se non riesci in questa pervenuta
in altre ricercare devi ancora.
Il carnevale di Venezia
stanno tutti in fila allegramente
con volti ilari e molto sorridenti
fermi nella piazza coi vestiti
di grande foggia e sobrietà vivace
il volto che di cera sembra fatto
ha labbra rosse,tinte ed allungate
gli occhi colorati e lunghe ciglia
guardano le persone a loro intorno
le vesti lunghe fino alle caviglie
son pieni di recami e molti addobbi
le foto degli astanti tutti quanti
ricordano quell'anno sorridente
a Putignano molti sono i carri
con grandi teste e smisurate braccia
di carta pesta sono sempre fatte
per la noia che si spezza ad ogni anno
in altre parti del paese invece
le arance le si tira in faccia all'altro
molte le ferite e pochi i danni
così si passa quel tempo dello scherno
dalle nostre parti invece quel che serve
è un maiale allevato con rispetto
durante tutto l'anno con i resti
per festeggiare meglio con la "panza".
Il cancello
Un giorno che sembrava uguale agli altri
in un paese che somiglia quello nostro solo
camminavo su una strada
con vecchie case si lati un po' cadenti
mi misi ad osservare tutt'intorno
e grande villa vidi alla mia destra
fregi,capitelli e un gran giardino
ed un cancello in ghisa con adorni
ben presto esce la persona
con aria boriosa ed un cappello
inizia il suo cammino verso avanti
evitando pietre e grosse buche.
a manca incrocia presto una persona
che addosso aveva vesti pien di toppe
lo sguardo cade addosso al poverello
con sdegni,paroloni e malefatte.
non vedi,disse,oh povero e meschino
che pari a me non sono i tuoi natali?
perisci dalla strada che son io
e porta le tue spoglie in altre vie.
tace il poverello e non capisce
perché misure larghe in questa terra
continua a camminare a testa bassa
dimentico dell'onta che l'aberra.
per cause a volte non previste
la morte presto entrambi li raggiunge
si trovano davanti al gran cancello
con tunica soltanto ed un cappello.
grande stupore e forte meraviglia
espresse con spavento e confusione
gli abiti di gala più non vede
e neanche le sue gioie nel cassetto.
si agita con forza e si dimena
e fruga con le mani la sua veste
spera di trovare quegli oggetti
che sulla terra diedero a lui onore.
non serve disse a niente tutto questo
stolto sono stato e impertinente
a non capire che qui dovevo stare
senza gli averi e uguale a tutti gli altri.
alza gli occhi verso il suo vicino
e chiede con saggezza a lui perdono
prende sotto braccio il poverello
e attraversa insieme quel cancello.
Pinocchio
Pinocchio è di legno un burattino
senza dei fili che lo tengon stretto
corre per i prati spensierato
ed una fata se lo tiene in mente
sotto i carabinieri indisturbato
correndo passa sempre inosservato
in giro prende anche Mangiafuoco
ed evita la prigione dentro un carro
mille le esperienze che ha fatto
persino ciuco con le orecchie lunghe
conosce la balena ed il suo ventre
e poi ritorna a riva sopra un pesce
l'abbeccendario vende per balocchi
perchè la scuola non gli piace tanto
infine poi diventa un bel bambino
pieno di fili che lo tiran tutto
pinocchio a questo mondo non esiste
tutti da dei fili siam tirati.
obbligati a percorrere ogni giorno
strade che altri ci costringon a fare.
Lettera aperta a Gesù
Grazie Gesù di avermi fatto
uomo e non animal di fatto
potevo nascer cane oppure uccello
o pesce sotto l'acqua ammaestrato
potevo nascer storpio oppure zoppo
o con la mente miseramente messa
un gran credente certo non lo sono
vorrei poterlo essere eppur ci penso
un laico mi sento con gran dubbi
che martella la mia mente con costanza
grazie per la vista che mi hai dato
e quello che l'orecchio percepisce
sulle mie gambe sicuro io mi sento
e con le mani prendo le mie cose
il sole mi permetti di vedere
e le stelle quando è sera e si fa buio
sentire il vento che soffia da ponente
è cosa molto bella e assai gradita
col tatto percepir le sottil cose
è quasi divertente ed importante
immaginar le cose che stan intorno
riflette il grande amore che ci hai dato
infine il gusto ed il palato
permette a noi di assaporar la vita.
La diversità
Nasce tra le mura di un castello
e tanta noia intorno l'accompagna
snobba le sue cose e le compagne
e si diletta in vizi e molti sgarbi
l'altro in una grotta pien di fango
in mezzo a tanto freddo e poca paglia
indaffarato cerca tra la gente
per l'esistenza tutta,un pò di cibo.
un altro pien di gioie e tanto affetto
e dentro il cuore calma e molta pace
dolori e poi malanni non conosce
e rosa vede il mondo tutt'intorno
un altro ancora non ci vede affatto
per grandi suoi malanni affaccendato
dolori per eccesso accompagnato
per tutta la sua vita trasandata
ognuno sulla terra si ritrova
sotto una stella sorvegliato
alcune brillano con luce
altre sembrano spente già dall'ora
e ancora borioso vedi l'altro
che prepotenza mostra tutto il tempo
il timido invece sotto terra
nasconde la sua testa come struzzo.
tutti diversi l'un dall'altro siamo
con differenze enormi ed abissali
eppure siamo figli tutti quanti
dello stesso padre che ci guarda.
NULLA
Oltre Dio nulla.
DI SE STESSO
NESSUNO PUÒ FARE DI SE STESSO DIO
Babbo Natale
Dal cielo scende in volo
in sella ad una renna
in mezzo agli alberelli
il babbo di natal
sulla slitta dalle stelle
e un sacco sulle spalle
porta in dono ai bambinelli
un mondo di regal
ai bambini poverelli
ai negri e a quelli gialli
e a tutti quei monelli
un dono gli darà
se non saranno quieti
e non faranno i buoni
un sacco di carbone
a casa porterà
dai tetti nei camini
e dentro nei calzini
a ognuno il suo regalo
con cura poi farà
e tu caro bambino
se studierai un pochino
un grande regalino
son certo ci sarà.
L'animo tormento
L'animo tormento si arrovella
fin quando l'alto grado non raggiunge.
La formica e la talpa
Laboriosa la formica con le amiche
durante la stagione si organizza
vuole in tranquillita' passar l'inverno
e raccoglie tutto quanto il fabbisogno
esce dalla tana la mattina
ed inizia la ricerca faticosa
percorre molta strada tra le siepi
a volte dentro pozze o in mezzo al prato
un seme che dall'alto cade in terra
molto più grande dell'intero corpo
lo stringe con le pinze e lo solleva
e inizia a trascinarlo verso casa
incontra pietre,buche e molte foglie
durante il suo tragitto di ritorno
sudore e gran fatica ci rimette
ma a sera porta a casa la sua roba
giorno dopo giorno un gran da fare
e le foglie già cominciano a cadere
stanca ma contenta ora si sente
il gruzzolo dentro casa e' ormai composto
la talpa arriva silenziosa e accorta
e rompe le pareti della casa
arraffa tutto quanto l'operato
e placa la sua fame e l'appetito
lamenti manifesta la formica
son mesi che trascino avanti e indietro
le membra tutte quante affaticate
senza pudore e neanche tante scuse
distrugge la mia casa e le mie cose.
Ciascuno è re
S'alza la mattina il contadino
e reca le sue spoglie alla sua terra
pensa di dover per prima arare
e poi la semina presto praticare
fra qualche mese e' tutto quasi pronto
sicuro già si sente nel pensiero
ma al tempo presto conto deve dare
per vedere il suo raccolto preparare.
e' ora che si alzi pure il fabbro
e la bottega d'arte vi raggiunge
con il martello petulante batte
e l'incudine riceve le sue botte
l'arroventato ferro si modella
e con lo sguardo apprezza l'operato
consegna le sue fatte all'altra parte
che non apprezza certo con rispetto.
già si trova dentro la bottega
il falegname amante del suo legno
con ammirazione pensa compiacente
il modo di creare la sua arte
taglia prima il tronco e poi lo sega
e fortemente con la carta liscia
presto da terra verso l'alto s'alza
dei trucioli l'odore che la pialla lascia
spera di vedere ultimato presto
l'operato fatto con pazienza
anche se il lavoro gli riesce
non vede acclamazioni d'altra parte.
Con la penna in mano il professore
raggiunge i suoi scolari impertinenti
in fretta crescerli vorrebbe e acculturati
ma deve andare avanti con pazienza
convinto dentro se' di aver fatto tutto
prosegue la sua strada sempre avanti
elogi lui vorrebbe e gran profitti
ma molte volte giungono scompensi.
stanco rientra a casa poi la sera
e butta a destra e manca la sua roba
presso il caminetto vi si accosta
e il fuoco ardente pensieroso guarda.
Tutti son scontenti a questo mondo
e fuori non contenti mai nessuno
allora lui penso' tra se e se
soltanto in casa sua ciascuno e re.
I pensieri molesti
Tutto ciò che tenta la tua mente
e porta sol tormento e confusione
non è il tuo pensiero
ma quello d'altri.
Sindrome di Peter Pan
Vivo in un paesino molto piccolo
della calabria bella che conosci
piena di fiori e piante tutt'intorno
e il sole che risplende tutto il giorno
molti sono ora i ragazzi
che vivono nel paese dappertutto
non si vedono più durante il giorno
ma la sera escono compatti
stanno coi computer ammaestrati
passando ore e ore a fare niente
non hanno più futuro nelle mani
e neanche se lo cercano nemmeno
sono dei peter pan ve lo assicuro
che crescere non vogliono davvero
dalla madre aspettano risorse
tutti vogliono tutto e al momento
anticamente io ricordo tanto
in piazza si stava molto a lungo
in comitive stavamo tutti quanti
e giochi se ne faceva veramente
quando negli anni si cresceva
tutti si sentivano responsabili
cercavamo al più presto un lavoro
chi vicino chi lontan da casa
qualcuno dice che è un nuovo ambiente
altri dicono che non han più voglia
personalmente dico e asserisco
che vogliono tutto quanto senza sforzi.
Il caro estinto
La mezz'età aveva ormai passato
un uomo dai capelli e barba bianca
d'amici era sempre circondato
e con i cari in armonia suadente
da malore venne colto d'improvviso
e cade a terra senza più respiro
il medico con cura lo rigira
e riserve più non mette al suo decreto.
pianti grandi e forti lamentele
dalle persone che accanto a lui restava
gli amici tutti quanti ed i suoi cari
avevan la speranza ormai perduta
si sposta poco dopo l'attenzione
ai beni che il caro qui lasciava
dimentico del prode la disteso
si guardano con occhi già scontrosi
inizia così la grande lotta
chi d'immobile ora s'interessa
e chi pretende invece il vile bene
disprezza già qualcuno il caro estinto
e qualche altro la memoria offende
prima con parole e poi con fatti
continua la lotta straripante
graffi sulle guance a mal parole
e abiti da dosso già sgualciti
d'apparente morte l'uomo s'alza
e ode con disprezzo le parole
disteso si rimette e mani incrocia
e aspetta con speranza che succeda.
Natale di Gesù
Nasce in mezzo agli altri in una stalla
protetto dal chiarore di una stella
il suo giaciglio in mezzo a tanta paglia
un bue e un asinello mentre raglia
a fianco san giuseppe e il suo mantello
e la madonna in testa col cestello
guardano con affetto il bambinello
che un giorno porterà ogni fardello
i magi tutti in fila coi cammelli
portano i loro doni e non gioielli
oro,incenso e mirra gli daranno
e un'altra nuova strada prenderanno
non dorme in una stanza di un castello
ma venne in questo mondo poverello
per insegnare agli altri la sua legge
e quella di suo padre che ci vige
la gente tutta quanta intorno a lui
raccoglie le sue cose e i sogni suoi
niente gli rimane in questa terra
solo la speranza dell'eterna.
All'amica Anna
Di bell'aspetto donna di gran classe
conobbi quest'estate in su la piazza
mi parve di averla già incontrata
conoscerla da una vita mi sembrava
il viso tondeggiante e occhi chiari
e bei vestiti in ordine indossava
in Inghilterra abita e lavora
ma spesso viene qui per la sua gente
di questi volti avremmo noi bisogno
eppur ci lasciano andandosene lontano
salutano i suoi cari e i suoi parenti
per ritornare poche volte l'anno
stima si guadagna e simpatia
per bel parlare e ben comunicare
affetto vorrei dare a questa donna
che mi trasmette tantissima armonia.
L'idea
Abbandonar l'idea d'amor ancor non penso.
LIETI
Lieti son quei giorni pien di pace
e non si pensa mai venir la sera.
(Da ragazzo facevo le cose come se non dovessi morire mai.
Oggi faccio le cose sapendo di dover morire.)
Quando
Quando tutt'intorno sembra ostile
e diventa grave e inconsueto
cerchi la' vicino la persona
che nei suoi pensieri sembra persa
quando la verità più non s'addice
e nessuno capisce la tua voce
somiglia quella torre esagitata
dove ognuno guarda la sua strada
quando il tuo cammino e' quasi spento
e tutto sembra fermo e in confusione
senza direzione ognuno corre
e cerca la sua strada che percorre
quando il traguardo non raggiungi
e sempre più lontano sembra avanti
t'accorgi che oramai ti senti stanco
e non raggiungi più l'ardita vetta
quando il mondo e' tutto in confusione
e ognuno guarda l'altro con sospetto
allora tu ti accorgi con rispetto
dell'alto monumento che ti avvolge.
Finchè non l'hai nel sacco
domenica mattina molto presto
quando il sonno ancor la gente culla
per le fatiche scorse consumate
durante i sette giorni già passati
si alza il cacciator convinto e certo
che la giornata sembra fortunata
pieno riempirà il suo carniere
di molte prede che a casa già pregusta.
prende il suo fucile lucidato
che il giorno prima aveva ben curato
al cinturone allaccia le cartucce
e parte verso il campo che l'aspetta
verso l'alto guarda su nel cielo
e vede nel mirino la sua preda
mira bene e preme il suo grilletto
ma lontano la sua speme va dal petto
l'uccello vola avanti e non si cura
delle palline che tutt'intorno vanno
continua la sua corsa spensierato
e osserva l'altra parte frastornato
non perde il cacciatore la speranza
e mille metri ancora cerca avanti
su nel cielo con le ali aperte vede la sua preda saettante.
questa volta,grida con certezza,
preda tu diventi del mio sacco
dalla canna parte la cartuccia
e manca la beccaccia che starnazza.
l'amico che a fianco lui si trova
sente le parole del compagno
disse sorridendo con beffeggi
"non dir quattro finché non l'hai nel sacco"
volta indietro e se ne torna a casa
con malumore e forte delusione.
pensa nuovamente con certezza
che rivincita sara' fra sette giorni.