Nicola Michele Cuiuri nacque a Stefanaconi da Domenico e Annunziata Garcea l’8 maggio 1958.
Nicola era uno spirito libero e amava la sua libertà più di ogni altra cosa al mondo. Gli piaceva viaggiare molto e immedesimarsi negli usi e nei costumi dei posti dove andava. Era un tipo solare, molto socievole, anche se amava vivere solitario in mezzo alla natura e vivere di ciò che essa donava.
Ha vissuto l’ultima parte della sua vita a Montalto di Vezzano, un paesino collinoso in provincia di Reggio Emilia. Divertendosi, Nicola soleva dire di essere il primo cittadino di Montalto, come numero civico, e viveva proprio confinato in mezzo alle montagne. Un posto da sogno, fantastico e “favoloso”. Diceva che era il giardino dell'Eden; che era il posto “più meraviglioso” del mondo perché riusciva a sentire la voce vera della natura.
Ha vissuto per 6 mesi in India e precisamente a Calcutta. Poi ha vissuto per un po’ girovagando in Francia e in Svezia.
Ha studiato fino alla terza media dopodiché aiutò il padre nei campi; a 16 anni lasciò definitivamente Stefanaconi andando a vivere a Genola in provincia di Cuneo fino a quando non partì per svolgere il servizio militare. Qui lavorò come muratore, mestiere che lui odiava fare.
Dopo il militare si stabilì a Brescia per un certo periodo e poi definitivamente a Reggio Emilia, paese che lui amava tantissimo. Qui è morto il 23 gennaio 2001, dopo parecchi anni di cure e accanimenti terapeutici inutili, a causa di una malattia molto rara, detta Lupus, che attacca il sistema immunitario degenerandolo. (Assunta Cuiuri)
Cerco nei giorni sublimati a speranza,
le mie ali;
quelle che lasciò
l’angelo maledetto,
insieme all’eredità di fuggire.
Ma il termine del testamento
è solo il pianto,
pianto di uomini.
Scorpione sulla mano
usato destino,
dal ventre avvelenato
che ti riesce di stringere
così che non salgo
in solletico di morte,
verso il braccio,
se non ai pensieri.
In questa ondata di luce
c’è anche il pericolo
di perdersi nel buio.