L'ALBA (Vibo Valentia, 6 agosto 2017)
Puntuale, decisa
L'alba festosa
Tinta di rosa
All'orizzonte appare!
Nel cielo indeciso
Di nubi e colori
Trascina quel rosa
Che fuga ogni cosa!
Corron le nubi
Residue di sera
E appare più chiaro
Il cielo come a primavera!
Brilla la luce in
Un chiarore beato
E molto più bello
Ti appare il CREATO!!
Anche il tuo cuore
Rinasce con gioia
E con forza nuova
Affronta ogni ora!
Tutto rinnova
Si sveglia la vita
E ognuno ritorna
All'usata fatica!!!
TRAMONTO ESTIVO
E quando gli ultimi raggi infuocati
Si specchiano nelle limpide acque
Dell'immenso mare........
Oltre l'orizzonte cerchi l'INFINITO!!
Emozioni forti e contrastanti annegano
In quel profondo misterioso senza fine!!
E la mente vaga,si sofferma
Nel dubbio del domani,s'interroga
Nelle non risposte ai tuoi perché,
Riflette sul mistero della vita
Che domina la mente e l'anima.....
E la penombra della sera avvolge ogni cosa!
Il Tiglio
di Piazza Vittoria
Alto, austero,
dalla folta chioma
rigogliosa e verde
svetta i suoi rami
come braccia tese
al Ciel che lo sovrasta!
Sfida venti e tenzoni
calura e siccità
ma sempre ritto sta!
Quanti discorsi,
quanti segreti,
quanti progetti
quante speranze
e canti festanti! .
Tutto ricorda.
insieme a quel FANTE
di fronte a LUI in ogni istante! !
Regala asilo agli uccelli del cielo,
ristoro e ombra
all'amico e al forestiero!
Tutto Esso da',
nulla ti chiede
ti aspetta sempre
e ti conviene!
Compagno discreto
ascolta e non parla,
non ti tradisce
e i tuoi segreti li custodisce!
Esso è presente
in tutte le ore
felice regala il suo odore!
e si comporta da gran SIGNORE!!!
"A scifulareja i ndo Peppinu"
Ammenzu a chiazza du pajisi meu
di fronti o munumentu di caduti
nc'era na casa cu na scala i fora.
Avia nu passamani randi e grigiu
fattu di petra liscia e fina;
j'era a casa du durceri
ndo Peppinu e donna Rosina.
Ja ndi ricogghjemu i figghioli du pajisi
e facemu a gara a cui arrivava u primu
ja a scifulareja i ndo Peppinu.
J'era na scifulareja liscia e pulita
chi facia di figghioli allegra la vita.
Vicinu a funtana chi l'acqua jettava
a scifulareja sempi t'aspettava.
Nui j'eramu figghioli assai spenzerati
e a unu a unu facemu i calati;
di subba lu muru si cavarcava
e comu na friccia nterra s'arrivava.
Quanti mutanti ognunu sciancava
ma chiju divertimentu a nui nd'arricrijava.
"Jativindi a casa", gridava donna Rosina!
"Ma j'è possibili u cuminciati da matina?"
Ma pe nnui chija scifulareja era nu portentu!
E no potemu fari a menu di chiju gran divertimentu!
Questa mia poesia la dedico a tutti i bambini invitandoli ad essere creativi e inventarsi anche loro dei giochi come facevamo noi. Noi non avendo giochi già pronti, ad ogni stagione ci inventavamo giochi diversi. Avevamo inventato lo: SCIVOLO!