Del medio oriente possiedo solo presepi israeliani ed uno iraniano ai quali, successivamente, ne ho aggiunto alcuni provenienti dalla Giordania.
Però questa è la terra dove tutto nasce, dove tutto inizia.
Pochi anni fa ebbi l’occasione di andare in Israele. Quanto fascino e quanta diversità in un paese che mi ero immaginata molto diverso.
Non ci andai come Pellegrina, ma come turista. L’impressione del Cristo che cammina insieme a te è però incombente, perché ogni luogo, anche se ora diverso, porta il suo segno.
Al di là delle commozioni individuali sui luoghi cristiani, la cosa che mi colpì fu “l’acquisto dei souvenir”. Per l’occasione ci portarono in un enorme capannone-negozio con una marea di oggetti religiosi. Ma la cosa quasi angosciante fu che per arrivarci, andavamo a Betlemme, dovevamo attraversare un alto muro attraverso un varco controllato dalle truppe palestinesi. Tutti questi controlli, tutte queste recinzioni, muri e zone minate avevano un che di irreale, quasi fuori dal mondo. Al di là delle convinzioni religiose e politiche (non voglio entrare nel merito di chi abbia ragione e chi abbia torto perché la ragione, la verità starà sempre a metà), mi chiedevo come potessero vivere in quel modo; nell’incertezza quotidiana di sapere se il giorno dopo si sarebbero svegliati.
E nuovamente: la nostra guida cristiana, ma con moglie e figli ebrei, dovette abbandonare il pullman, non aveva accesso alla zona palestinese; ed una nuova guida palestinese ci guidò a Betlemme. Loro si salutarono con simpatia, senza rancore, almeno questo mi parve. Non oso immaginare che la vita, magari l’indomani, li avrebbe posti l’uno di fronte all’altro.
Ecco perché stranamente guardo con una certa apprensione e con un certo distacco questi Presepi d’ulivo o di madreperla che acquistai in quella occasione.
Nonostante la bellezza dei luoghi, il significato di questa terra, la magnificenza dei deserti, il fascino delle oasi e la straordinarietà dei monumenti, non riesco a percepire quella gioia, quella serenità, quella tenerezza, quella fede che ogni bimbo che nasce dovrebbe trasmetterci.
E dal Medio Oriente, dall’Iran, dalla patria dei Magi, arriva anche un altro Presepio in terracotta invetriata. E’ alquanto brutto, con personaggi sgraziati e sproporzionati, ma dovettero trascorrere molti anni dal suo acquisto prima che riuscissi a “dargli un nome”.
E che provenga dall’Iran non sono certa.
mimma