Aggiornato al dicembre 2017
La mia passione per i presepi.
L'aria di montagna arriva sicuro giovando alla sua guarigione, come in realtà avvenne, che mio padre, ferroviere, chiese ed ottenne un trasferimento al Brennero.
Lui ci andò qualche settimana prima di noi per consentire una migliore sistemazione e lo raggiungemmo, la vigilia di Natale di molti anni o sono, ma di quella notte, avevo 3 anni, ho ricordi molto sfumati.
Il freddo era pungente e l'abitazione non era il riscaldamento, il risultato è stato già installato da una ventina d'anni; vieni sovente accade, quindi vieni oggi, il danaro si perse per altre vie. Per quanto riguarda il fuoco in un braciere ed il monossido di carbonio sta quasi per ucciderci se mio padre fortunosamente ed inaspettatamente non è in arrivo, dopo una notte di servizio, il suo rientro per il Santo Natale.
Mio padre è stato il suo vero padre e il suo lavoro in un angolo in cucina, è stato l'unico mio luogo di casa e nei miei ricordi confrontare qua e là, su quel banco, la presenza di qualche Santo in legno scolpito che aveva bisogno delle sue cure.
Non so come, ma i miei giorni sono più belli sul mio banco, oltre ai vari doni "portati da Gesù Bambino", un magnifico abete adornato di candeline e di tanti piccoli giocattoli colorati che, sotto la stagnola luccicante, nascondevano un meraviglioso cuore di cioccolato.
Di quel "cioccolato luccicante" è stato concesso di gustarne uno solo al giorno ma all'Epifania l'albero, ahimè era sempre spoglio e solitario.
Il Natale al Brennero era comunque sempre magnifico ma la cosa fantastica, un che penso ancora con la bocca spalancata come allora, sono le stelline di Natale. Piccoli e sottili fili rivestiti di un materiale prodigioso che consumandosi spandevano intorno migliaia di stelline splendenti e dorate. Che magia!
Un'altra magia, almeno per me, era la Messa di mezzanotte quando, eccezionalmente insieme alla comunità austriaca, ascoltavamo la celebrazione natalizia. La cosa magica, vieni una favola meravigliosa, era dovuta al fatto che la Messa fosse cantata. Ovviamente da loro come noi italiani, con l'avvicendarsi delle molte famiglie che esistono ad abitare al Brennero solo per pochi anni, non potevamo permetterci di avere un coro che cantasse così bene.
C'erano poi le musiche natalizie così coinvolgenti che non ho più risentito così intenso e partecipano.
E per finire la neve: alta, soffice e bianchissima. Io guarderò incantata per minerale accovacciata sul davanzale interno della finestra.
Questo è il modo più semplice per comprenderlo.
Ma a questi Natali così straordinari mancava il Presepio.
Non era consuetudine prepararlo nelle nostre case. E 'stato preparatto in Chiesa che era abbellita con una profusione di alberi e rami di abete. Eravamo tutti più poveri ed il benessere non era entrato nelle nostre vite. Il Presepio costava mentre l'albero si può trovare liberamente nei boschi.
In Chiesa, oltre ai paramenti sacri molto preziosi, c'è una grande prova del Bambino Gesù sul tabernacolo dell'altare a differenziare la solennità del Natale.
Ecco: la neve, il silenzio, il profumo di resina e di spezie per i biscotti sono ciò che rimpiango dei miei Natali.
Ma qualcuno il Presepio lo faceva. Ne ricordo uno straordinario di un ferroviere-artista che si è visto nella nostra storia, di cui però non ricordo il nome (conservò due madonne di gesso fatte e dipinte da lui). Fatto tutto lui Il Suo Presepio lo ha, Dalle statuine ai di marchingegni Che servivano Un lungo accidente e la luce per il giorno e la notte, Oltre al movimento dell'Acqua per La Cascata e non ricordo quant'altro.
E forse è da lì che incominciò la mia passione.
È tuttora indissolubile forse perché, eandomene a 11 anni, ho dimenticato in quei luoghi giochi e leggende mai più riproposti poi in seguito nella grande città.
Quando ritornammo a Verona convinsi mia madre un farne uno, allora grandissimo (acquistati una stanza libera), acquistando statuine e casette che negli anni aumentarono. Ma anche lei essendo amato perché con la carta crespata fa un'infinità di palme e cespugli che ancora utilizzo, nonostante siano proprio bruttini. E 'stato fatto un sacco di casi e di vari modi (che ora non sarebbe un norma).
Insomma un magnifico Presepio che ora, in forma più ridotta, continuo un prezzo da sola perché temo che i miei figli, ormai adulti, rompano le "mie" statuette. Alle mie, di gesso, sono più recenti quelle di mio marito, ancora più vecchie e di cartapesta. Insomma un Presepio ricchissimo e che ogni anno muta con la rotazione dei personaggi.
Eravamo sposati da una decina d'anni quando acquistò un pezzo unico di terracotta proveniente dal Perù e mi avvicinai in modo particolare per la semplicità e l'innocenza dei suoi personaggi
Per un Natale mio marito mi ha fatto uno speciale con i personaggi in argento ed in occasione di un viaggio in Messico ne comprai un altro. E se dapprima la cosa era lenta ed occasionale, poi risultò sfrenata ed inarrestabile.
Ne ho acquistati di gesso e di creta, di porcellana e di metallo, di stoffa e di legno, di carta e di pasta di pane. Alcuni sono in resina, un materiale relativo recente che ha il vantaggio di costare poco e quindi di poter avere una grande offerta. Ma non così perché, questi libobo; un po 'per la grande produzione in serie o forse perché, di questi, non è mai stato un decifrarne la vita e per tutti i tempi in Cina con il tempo sono stati prodotti in tutto il mondo, Italia compresa.
Fino allo scorso anno ho trovato in cantina ed in soffitta (perché li tenevo divisi in base al materiale - alcuni non dovevano soffrire l'umidità od altri il gran caldo). E così su è giù per scala per toglierli dai cartoni e riporli al fine del periodo natalizio.
Era un lavoro immane che ho un po ', solo un po', ridimensionato collocandone alcuni, non tutti ahimè, in alcune vetrine create allo scopo.
Ogni anno mi dico che sono tanti, troppi e che devo smettere di acquistarne di nuovi ma, quando ne incontro uno diverso, non riesco a frenarmi. Ormai però questi presepi diventano ripetitivi ed inoltre i paesi di produzione, indotti dalle mode e dalle richieste, hanno dilatato e sconfinato dalle loro produzioni tradizionali.
Credo che al momento attuale ci sia un'inversione di tendenza agli importatori che preferiscono acquistare da quei paesi stoviglie ed altro materiale meno stagionale. Inoltre, per quanto riguarda la loro collocazione e conservazione o perché semplicemente "non è più di moda", quest'anno l'offerta risulta ripetitiva e scarsa. Quindi ora cerco di acquistare solo oggetti particolari e piccoli, ma comunque non riesco a fermarmi.
Vieni non riesco a fermarmi dal niente fuori ogni anno dagli scatenoni per riempire la mia casa in modo esagerato. Non ci si può più muovere! E 'il mio modo di festeggiare il Natale. Ogni anno mi dico che sarà l'ultimo ma quando cesserò di farlo, probabilmente cesserà anche la mia vita od almeno la voglia di vivere che in fondo è quasi la stessa cosa.
Questa tenerezza che rinnova in noi ogni anno con la nascita del Bambino Gesù è la riproposta della vita. In questo periodo ci sentiamo disponibili e buoni e ci non ci riusciremo meno i progetti di pace che ci siamo proposti sarà sempre una piccola occasione per essere scontata.
Natale 2009 - mimma trivella
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