PALERMO - Siciliani, nel mondo, uguale spaghetti e mafia. Fino a ieri quando, a Chicago, un giudice americano ha deciso che i siciliani sono anche pedofili. Anzi peggio, perché a cadere "sotto le loro mani" sarebbero innanzitutto i figli. Sì, perchè la clamorosa sentenza che ha mandato assolto un immigrato di origine siciliana, accusato di violenze sui suoi bambini, sostiene che in Sicilia "lo fanno tutti". Insomma, il sesso tra genitori e figli nelle famiglie dell' isola, sarebbe assolutamente normale. E, dunque, "non punibile". Il verdetto del tribunale di Chicago che, rimbalzato oltreoceano, ha sollevato commenti a metà fra l' ilarità e l' indignazione, spiega così l' assoluzione dell' imputato. "Alcuni di noi non sono stati allevati con le inibizioni di altri...Quello che gli americani trovano inaccettabile probabilmente in Sicilia non viene considerato inopportuno". Il giudice, che peraltro è una donna, la signora Fe Fernandez, ha persino riconosciuto "non appropriate" e non punibili le carezze sul seno, sulle natiche e sugli organi genitali che l' immigrato riservava alla figlia di dieci anni ed al figlio di otto. L' episodio, risalente all' aprile di due anni fa, venne alla luce in seguito alla "ribellione" del bambino. Il piccolo, nato e cresciuto in un sobborgo di Chicago, dove il padre lavora in fabbrica, un bel giorno, stanco di subire le "attenzioni" del padre, decise di chiamare il "Telefono azzurro" americano per denunciare prima le "botte", poi le "carezze" del genitore. Le assistenti sociali del quartiere hanno impiegato più di un anno a ricostruire quello che accadeva in quella casa senza mettere a rischio l' incolumità dei bambini. Scoprirono che il padre aveva l' abitudine di carezzare i due figli nudi. E, nudo anche lui, entrava nella doccia insieme ai bambini pizzicandoli ed accarezzandoli nelle parti intime e lodando la bellezza dei loro corpi. Quindi, la vicenda, è finita in tribunale. Il giudice Fernandez, chiamato a pronunciarsi sul caso, ha ascoltato le parti ed ha ritenuto che il comportamento del padre non fosse motivato "da gratificazione sessuale". Ha quindi deciso di archiviare la denuncia per molestie sessuali ma ha deciso di togliere all' uomo la patria potestà per avere picchiato i figli in più occasioni. La sentenza del giudice di Chicago è di qualche mese fa, ma è balzata agli onori della cronaca solo ieri quando è esplosa l' indignazione della comunità siciliana a Chicago. "Questa è la sentenza di un asino. Chiunque sostenga che la mentalità italiana sia indulgente verso gli abusi sessuali dei bambini non sa di cosa parla", ha commentato Joseph Cecela, avvocato del Comitato Civico Italo Americano, cui aderiscono più di centomila immigrati. "Tutte sciocchezze, gli ha fatto eco Leonard Amari, fondatore dell' Associazione culturale Americano Siciliano - io sono al cento per cento siciliano, vado in Sicilia due volte l' anno e non ho mai trovato una famiglia in cui gli abusi sessuali dei bambini siano visti con indulgenza". Si indigna a Palermo Maria Vittoria Randazzo, pm presso il tribunale dei minorenni. " Mi sembra uno scherzo di cattivo gusto. E' un verdetto offensivo che mette la Sicilia alla stregua delle tribù degli aborigeni. Mi chiedo come possa essere dalla parte dei bambini un giudice che assolve in base ad una presunta cultura che ovviamente non condivide". "E' un verdetto razzista, dice il prof. Fabio Canziani, ordinario di neuropsichiatria infantile - evidentemente basato su uno stereotipo ben radicato nella cultura del proprio ambito sociale, verosimilmente quello che propone il siciliano, in sintonia con tanta filmografia, come uno zotico violento, incapace di discernere". - di ALESSANDRA ZINITI