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Il lavoro domestico industriale coesisteva e si diffondeva insieme al sistema di fabbrica fordista[1], contribuendo a un mercato del lavoro “duale”. Fu un elemento cruciale nella massiccia crescita industriale dell’Italia del XX secolo, soprattutto nel settore tessile e dell’abbigliamento, dove divenne la spina dorsale della produzione industriale. Il lavoro domestico industriale non ha conosciuto alcuna crisi nell'Età dell'Oro del XX secolo, anche se la sua funzione è stata parzialmente rimodellata dai cambiamenti in atto nel sistema industriale. Il lavoro a domicilio era sostenuto dai proprietari delle fabbriche, che spesso subappaltavano direttamente una parte della loro produzione ai lavoratori a domicilio. Il carattere competitivo del lavoro domestico industriale, insieme alla mancanza di altre opportunità di lavoro, soprattutto per le donne, hanno creato le basi per la sua pervasività. Durante la crisi economica vissuta dall'Italia nel 1963/64, il lavoro a domicilio industriale crebbe notevolmente grazie al suo basso costo e alla flessibilità. Ancora, durante la crisi del sistema fordista, il lavoro a domicilio ha conosciuto una rinnovata e massiccia espansione.
Sebbene difficile da applicare, la legislazione sul lavoro domestico industriale, concepita e stabilita durante il periodo fordista, ha mostrato un impegno politico verso il miglioramento delle condizioni dei lavoratori domestici industriali. Le donne hanno svolto un ruolo cruciale nel promuovere la regolamentazione del lavoro domestico industriale e nel denunciare le condizioni dei lavoratori domestici industriali. L’azione delle donne è stata un aspetto importante della discussione e della mobilitazione italiana nell’ambito del lavoro domestico industriale, mentre sono state cruciali anche le azioni dei sindacalisti all’interno del parlamento. L’abolizione del lavoro domestico industriale non ha mai fatto parte del dibattito italiano nell’Età dell’Oro, poiché era considerato una fonte necessaria di occupazione nonostante le sue caratteristiche negative. Solo all’inizio degli anni ’70, sulla scia della crisi fordista, furono fatti tentativi concreti per riequilibrare il rapporto tra lavoro in fabbrica e lavoro domestico industriale.
Il lavoro domestico industriale in Italia è stato un fenomeno continuo nel corso del XX secolo, andando oltre la periodizzazione stabilita. L'importanza di comprendere il lavoro domestico industriale come parte della struttura industriale nazionale emerge chiaramente nel contesto italiano. Inoltre, sottolinea il ruolo significativo svolto dalle donne, come sindacaliste e politiche, nella regolamentazione del lavoro domestico industriale, cosa che è avvenuta anche altrove.
Tratto dal libro: Lavoro a domicilio e lavoratori a domicilio (1800-2021)
Capitolo: Lavoro domestico industriale e fordismo nell’Europa occidentale Attivismo femminile, legislazione sul lavoro e mobilitazione sindacale nell’Italia dell’età dell’oro, 1945-75
Autore del capitolo: Eloisa Betti
Redattore(i) del libro: Malin Nilsson, Indrani Mazumdar, Silke Neunsinger
Pubblicato da: Brill. (2022)
[1] Sistema “fordista” - Periodo storico compreso tra il 1930 ed i primi anni Settanta, in cui furono introdotti processi produttivi che facevano largo uso della catena di montaggio che prevedeva la semplificazione delle operazioni produttive ripetitive per produzioni di grandi serie. Tali processi produttivi furono adottati in modo sistematico nei primi anni 30 inizialmente nell'industria automobilistica.
Il film raccoglie le testimonianze di un gruppo di operaie carpigiane che denunciano la loro condizione di sfruttamento, in un'epoca - i primi anni settanta - in cui gli asili pubblici e i servizi sociali erano ancora un miraggio e per le donne la scelta del lavoro si pagava a caro prezzo.
Le immagini del film - selezionate e montate da Guido Albonetti - fanno parte di un materiale (più ampio circa due ore in 16mm b/n) girato da Bernardo e Giuseppe Bertolucci a Carpi nel 1971, conservato in archivio; questo materiale sarebbe dovuto diventare un film inchiesta sulla condizione delle lavoranti a domicilio, quell'universo sommerso di operaie tessili costrette ad abbandonare la fabbrica (anche per maternità) e a lavorare per poche lire
Archivio Visivo del Movimento Operaio Democratico
Dalla rubrica RAI - Speciale TG1 Parte del documentario storico sulle condizioni di lavoro delle donne. Documento realizzato da TV7 RAI negli anni '60 a Vigevano in particolare dedicato al lavoro femminile a domicilio.
Il video rappresenta parte della commedia messa in onda da RAI e tratta da "Il calzolaio di Vigevano" , un romanzo di Lucio Mastronardi pubblicato nel 1959, il primo della cosiddetta "trilogia vigevanese".
Le vicende del personaggio Mario Sala, detto Micca, figlio di un bravo artigiano di scarpe di Vigevano, che l'autore rende immaginario interprete nel romanzo, riflettono il periodo di grande sviluppo industriale avvenuto nel '900 già a partire dal ventennio e continuato nel periodo post bellico degli anni '50 e '60. Nel video della commedia, al di la dell'aspetto caricaturale dei personaggi, si percepisce in modo emblematico quanto il lavoro domestico delle donne fosse importate per l'economia famigliare e contribuisse alla crescita delle attività artigianali fino a trasformarsi in attività industriali.