San Quirico, la testimonianza di Suor Francesca
Suor Francesca non era chiaramente presente all’epoca dei fatti accaduti, ma ha conosciuto suor Giuseppina, la Madre del convento che le ha raccontato quello che successe.
Era un po' restìa, dice suor Francesca, perché era una donna molto ligia e osservante delle regole; era molto preoccupata all’inizio, per lei e per tutta la comunità, quando il vescovo le disse di rompere la clausura, anche per questo motivo. Quando morì si dice che disse: “Chissà se il Signore mi perdonerà per tutte le bugie che ho detto”.
Quando padre Niccacci le propose di accogliere gli Ebrei accettò solo perché l’ordine venne da Roma.
Madre Giuseppina si portava dentro questa storia
Vi racconto questo aneddoto. Tempo fa, per una giornata di carnevale, anche noi giovani ci siamo mascherate e nel modo più strano di questo mondo e lo abbiamo voluto far vedere alle sorelle dell’infermeria. Siamo andate su, lei era a letto e come ci ha visto arrivare ha iniziato a gridare: “I Tedeschi! Sono arrivati i Tedeschi!” con un’ansia, un terrore che noi ci siamo anche spaventate. E questo a distanza di 50 anni fa capire come questa storia se la portavano dentro.
I Tedeschi andavano affrontati da sola, perché in due ci si poteva tradire
I Tedeschi subodorarono qualcosa perché due dei nostri rifugiati andarono a Perugia e furono scoperti. Non avevano l’accento italiano e questo fu subito elemento di sospetto. Quando i nazisti si presentarono al convento, madre Giuseppina non li fece entrare, dicendo che li avrebbe ammessi in clausura solo con una dispensa papale. Affrontò da sola i soldati perché sosteneva che in due ci si potesse tradire. Lasciò fuori dalla porta una sorella, perché, se le fosse successo qualcosa, quella avrebbe dovuto avvertire tutti gli altri. In quel momento le persone erano nascoste nelle grotte. Di solito erano ospitati nei dormitori, dove c’era la foresteria, perché da lì era più facile andare nelle grotte. I nascondigli si trovavano 6 metri sotto il giardino.
La pistola, il cuscino, la lista
Più tardi la foresteria fu perquisita dai Tedeschi. Suor Erminia si accorse che un cuscino portava il segno di un Ebreo che era stato a letto e, senza pensarci su, lo sostituì svelta con il suo, non riflettendo però, che lei, che era l’economa del monastero aveva nascosto lì tutti i risparmi delle suore. Per fortuna i soldati pur perquisendo tutto non trovarono niente. Suor Giuseppina, dopo la perquisizione, si rese conto che, nascosti in una federa, nell’armadio, c’erano oggetti delle famiglie ospitate, una pistola e l’elenco di tutti coloro che si trovavano lì, ma i Tedeschi non videro niente!
Suor Giuseppina buttò la pistola in un pozzo e si arrabbiò un po' con loro ma in realtà tutti coloro che accolsero furono persone bravissime: Ebrei, comunisti, partigiani e suore convissero tutti pacificamente.
Apparecchiarono a festa
Nella festa dello Yom Kippur, ad ottobre, le suore apparecchiarono a festa per farli sentire a casa e dargli il senso della fraternità e del rispetto. I rapporti di amicizia sono poi continuati, negli anni, fino ad oggi.
Le grotte sotterranee di San Quirico
Dove ci sono le grotte di San Quirico probabilmente c erano le terme romane, perché, tempo fa, scavando, hanno trovato il sedile dove si sedevano facendo i bagni. Qui, in questa stanza, dobbiamo immaginare tutto terriccio e degli assi di legno sotto i quali si nascondeva una botola; sotto di essa una scala che conduceva alle grotte, dove era chiaramente buio pesto e nessuna illuminazione. In questo modo, coloro che scappavano, non dovevano uscire sul cortile esterno perchè era tutto collegato dal dormitorio dove stavano; passando dal dormitorio, entravano in clausura, poi l’orto della clausura, lo stallone con gli animali ed entravano nella botola.