Nell’azione di salvaguardia della città di Assisi e di soccorso ai rifugiati ebrei, svolsero un ruolo importante i Frati Minori conventuali, in particolare il Ministro Generale padre Beda Hess, il Custode del Sacro Convento padre Bonaventura Mansi e il santuarista padre Michele Todde. Fin dal 1941 padre Bonaventura Mansi aveva espresso al podestà Fortini e al vescovo Nicolini i suoi timori per la crescente presenza in Assisi di reclute tedesche in addestramento, che avrebbe potuto trasformare la città in un centro militare attivo. Attraverso ripetute insistenze presso le competenti autorità italiane, le truppe furono spostate e il primo pericolo fu così allontanato. Il rischio di un bombardamento, tuttavia, non era stato definitivamente scongiurato: l’aggravarsi della situazione richiedeva nuovi interventi. Il 7 agosto 1943, lo statunitense padre Beda Hess indirizzò al governo degli Stati Uniti un esposto in cui si chiedeva che la Basilica di San Francesco e l’intera città di Assisi fossero risparmiate“ dalle offese belliche di terra e di cielo“. Il 4 dicembre 1943 fu aperta presso la Santa sede la pratica per ottenere che Assisi fosse dichiarata “città ospedaliera“, unico mezzo per salvarla dagli orrori della guerra. Attraverso un memoriale, successive informazioni e uno stretto lavoro di collaborazione con il colonnello Valentin Müller e il vescovo Placido Nicolini, l’opera di padre Beda Hess fu fondamentale per il riconoscimento di Assisi quale città ospedaliera. Sul piano operativo, padre Michele Todde fu il primo a inviare un gruppo di Ebrei giunti in basilica in cerca di soccorso a don Aldo Brunacci, che li indirizzò al monastero di San Quirico. A distanza di più di sessant’anni, il bulgaro padre Vladimiro Penev -unico conventuale ancora vivente della comunità francescana di allora- così ricorda quei momenti: “Don Aldo veniva spesso in basilica per confessarsi. Qui a San Francesco arrivavano centinaia di profughi in cerca di aiuto; non sapevamo certo che fossero ebrei o qualcosaltro, non ci interessava. Ricordo il colonnello Muller; l’ho conosciuto perché dall’albergo Sebastian, dove soggiornava, veniva tutte le mattine alla messa. Quando il 17 giugno del 1944 Assisi fu liberata dagli alleati, i frati fecero suonare le campane e per noi fu davvero festa“.