Guarda la mostra fotografica di Andrea Gabellone. Che siano migranti o rifugiati, la sostanza non cambia. Fuga, disperazione, speranza...
Il Liceo Scientifico Banzi e Free Home University conducono un esperimento pedagogico e artistico incentrato sulla generazione di nuovi modi di condivisione e creazione di conoscenze attraverso l'esperienza della vita in comune.
Le attività laboratoriali riproducono e dimostrano che ambienti non verticali, liberatori di energia, all'interno di uno spazio protetto e intimo (Casa, Scuola), sono possibili.
L’impegno è rivolto a creare una comunità autonoma e centrata sui bisogni collettivi degli studenti.
Il mondo è in rapido cambiamento. Le nuove tecnologie e i social media sembrano aver trasformato le relazioni sociali, le produzioni culturali e il pensiero politico. Il disastro ambientale è prossimo ad un punto di non ritorno e le democrazie occidentali barcollano sotto spinte autoritarie e populiste, mentre il tessuto sociale ovunque si sfalda, indebolito dalla costante crisi economica, la disoccupazione e la precarizzazione del lavoro. Le fake news e la circolazione veloce di contenuti sui social media si stanno sostituendo sempre di più allo studio approfondito, alla ricerca, al giornalismo con un impatto fortissimo nel generare opinioni, influenzare comportamenti e deviare anche il corso della vita politica.
Qual’è il ruolo della scuola e delle istituzioni che si occupano di formazione e di produzione culturale? Quale pedagogia, quali conoscenze e competenze e che tipo di apprendimento si rendono necessari per invertire il processo di distruzione che alcuni modelli di sviluppo hanno favorito?
Quale educazione ci consentirà di orientarci in tempi di ingiustizia sociale e violenza, sfruttamento delle risorse, rigurgiti xenofobi, razzisti e sessisti?
Come proteggere e rafforzare il senso di comunità e come rendere i nostri luoghi di studio e lavoro aperti all’altro, ai nuovi arrivati, ai ‘diversi’?
Come sostenere nel mondo della scuola una sensibilità che si nutra di differenze, incoraggi la curiosità, la collaborazione, la cooperazione e il senso critico?
Come educare al rispetto dell’ambiente, della biodiversità e allo sviluppo di comunità interdipendenti e resilienti?
Cosa e come imparare?
Quali sono le indagini e gli strumenti necessari, quale approccio pedagogico può farci re-immaginare una maniera di essere e di relazionarsi più consona al mantenimento e alla riproduzione della vita?
Le istituzioni dedite alla formazione si ritrovano oggi a fronteggiare nuove sfide e ricoprono un ruolo fondamentale di guida nell’educazione dei giovani. È necessario un approccio radicalmente innovativo e coraggioso, che offra gli strumenti necessari ad affrontare un mondo denso di tensioni e conflitti, che prepari ad una equa distribuzione e ad un uso più oculato delle risorse, che alleni alla coesione sociale, che incoraggi il pensiero critico e stimoli alla cittadinanza attiva, che veicoli consapevolezza che ‘il successo’ oggi necessario e’ quello che migliora non solo l’individuo, ma l’intera società, salvaguardando relazioni etiche e solidali.
La scuola costituisce un ambiente privilegiato per formare i cittadini delle prossime generazioni, uomini e donne capaci di mediare, lavorare in squadra, creare e mantenere ambienti sostenibili, e operare per il bene comune e per la crescita della società civile tutta.
In questo senso, l’educare ha oggi valore quanto mai politico, e significa lavorare al bene comune.
Il progetto Free Home High-School @ Banzi: Arte, Pedagogia, Comunità, rappresenta un’occasione di relazione tra persone, luoghi, saperi, culture, prospettive diverse, incoraggiando gli studenti e le studentesse a diventare catalizzatori di cambiamento, a partire dalla propria classe, dalla scuola e dall’ambiente che attraversano quotidianamente, dalla città che abitano e di cui diventano attenti osservatori e protagonisti.
I linguaggi artistici sono mezzi fondamentali per un’educazione intesa a 360°, che sappia potenziare la capacità di apprendimento, pensiero, impegno sociale e civico.
La possibilità di interagire con artisti di valore provenienti sia dal contesto salentino e apprezzati sulle scene internazionali, sia da realtà più lontane, costituisce un’occasione di crescita importante per la scuola come per la città tutta. La prospettiva artistica, come provato da una vasta letteratura sull’argomento, e le metodologie messe in campo per questo progetto, assieme alla scelta di temi di attualità, sono volte a sollecitare negli studenti capacità empatica e pensiero critico su questioni di rilevanza fondamentale nella nostra società contemporanea, sempre più globalizzata e frazionata.
La danza e il teatro, il cinema, la musica e tutte le arti che si fondano su processi collettivi e necessitano l’attivazione di diverse abilità e ruoli, sono fondamentali nello sviluppare capacità di interazione, arginando la competitività e la diffidenza, costituendo mezzi contagiosi e fondamentali per arrivare al cuore degli individui e delle questioni.
Tali attività generano attitudine alla condivisione e alla cooperazione, scambio di conoscenze e apertura, valori imprescindibili per la nostra esistenza e sopravvivenza in un un momento di profonda crisi economica, sociale ed ecologica a livello planetario.
Il progetto si svolge nell’arco di 3 mesi, da ottobre a dicembre 2019, attraverso una serie di articolazioni che culmineranno nella celebrazione finale, 3 giorni di eventi, un minifestival organizzato con e dagli studenti, come esercizio ed esperienza formativa per l’avviamento alle professioni culturali e dello spettacolo.
Si partirà dall'esercizio alla conoscenza e alla comprensione dell'altro, dallo studio della Storia e delle storie tra persone di diversa provenienza sociale, geografica e culturale. Si approfondirà il tema delle migrazioni contemporanee, attraverso lo studio dei diritti umani, e si discuterà di quali azioni siano necessarie per contrastare i frequenti fenomeni di razzismo, bullismo, violenza sistemica (anche di genere e dei generi), esclusione sociale e alienazione personale e collettiva.
Si osserverà la città, con uno sguardo sociologico e poetico, e si costruiranno “inchieste“ e azioni dal forte valore simbolico, con interventi artistici nel tessuto urbano, ponendo le basi per relazioni forti nel quartiere.
Alla fine del percorso, gli studenti condivideranno con il resto della comunità scolastica e con il quartiere le proprie creazioni, curando l’organizzazione del minifestival, producendo la campagna di comunicazione necessaria ad attirare il pubblico sia interno che esterno, la veste grafica, gestendo i social media ecc.
Il ruolo del tutor scolastico sarà fondamentale e funge da collante tra le diverse iniziative già in corso nella scuola, mettendo in relazione i percorsi didattici attivati dei singoli docenti, e identificando gli studenti che parteciperanno ai workshop e che lavoreranno all'organizzazione dell’evento finale. Sarà da supporto nei diversi ruoli necessari (organizzazione, logistica, comunicazione, grafica, documentazione, ecc) e nel concepire insieme ai curatori, eventuali fasi successive dell’esperienza, capitalizzando e disseminando i risultati ottenuti.
Il progetto prevede:
laboratorio settimanale propedeutico di teatro-danza Corpi e Anticorpi, a cura della danzatrice, coreografa e pedagoga Barbara Toma, da svolgersi presso la palestra dell'istituto scolastico durante l’intero arco del programma per un totale di 30 ore (tre ore settimanali pomeridiane) e performances finali (1 replica all’interno della scuola e una nel quartiere); e 3 incontri extra di tre ore ciascuno a ridosso delle performance finali;
alcuni incontri teorici/laboratoriali con esperti (4 ore ad incontro, un incontro al mese) sia rivolti agli studenti che al corpo insegnante o ad un focus group;
laboratorio di tecniche e poetica del cinema documentario e del reale organizzato da Muud Film (30 ore, incontri settimanali) con realizzazione di una produzione da parte degli allievi e rassegna cinematografica con incontri con gli autori (3 giornate, presentazione di due film e Q&A per ogni giornata);
un workshop intensivo di una giornata con Chto Delat, collettivo di artisti di San Pietroburgo (www.chtodelat.org) che presenteranno l’opera filmica People of Flour, Salt and Water realizzata a Castiglione d’Otranto (LE) con rifugiati e contadini/attivisti mobilitati per la salvaguardia del territorio, della biodiversità, a favore di coltivazioni naturali a Km zero e sfruttamento zero (Dicembre);
un minifestival co-organizzato con gli studenti, con presentazione degli elaborati dei partecipanti al forum, performances, incontri e un film festival all’interno della scuola e/o nel quartiere (subito prima delle vacanze natalizie).
A cura di Barbara Toma, danzatrice, coreografa, insegnante.
Se non fosse per il sistema immunitario, di cui i nostri anticorpi sono vigili sentinelle pronte a sventare attacchi esterni e interni, nessuno sopravviverebbe a lungo: questa linea di difesa ci protegge infatti non solo da ospiti sgraditi come virus, batteri e parassiti, ma anche dalle nostre stesse cellule, mutate a causa di malattie. Se consideriamo il ‘corpo umano’ non solo come metafora ma anche parte attiva nella costruzione del “corpo sociale”, quali sono oggi gli anticorpi necessari a sventare attacchi, false ideologie, pregiudizi, manipolazioni esterne e tutto quello che fa ammalare i nostri corpi e la nostra società?
Come attivare capacità di difesa comune, relazioni non patologiche, ambienti non alienanti o ingiusti, allenandoci a costruire comunità sane, eque e solidali, che si ritrovano nella difesa di valori improntati alla cooperazione, l'orizzontalità dei rapporti, alla collaborazione tra pari? Si partirà dalle nostre inalienabili diversità, e dalla necessità di trovare unità e compartecipazione nella differenza così come nella comunanza.
Il laboratorio ha come obiettivo principale quello di lavorare alla creazione di un “corpo comune”. Il gruppo di lavoro sarà motivato a riconoscere differenze e comunanze come possibilità di arricchimento reciproco, individuale e collettivo, e sarà potenziato nella capacità di riflettere e costruire modelli relazionali inclusivi, attraverso la costituzione di una temporanea compagnia di danza interetnica e multiculturale, che include gli studenti e alcuni danzatori della compagnia Fuori Luogo, composta da Rifugiati politici residenti a lecce.
Lo studio e la pratica pongono al centro il corpo, e la voce, che successivamente si materializza in parola, scrittura e immaginario poetico. I partecipanti avranno modo di risvegliare la memoria personale e collettiva che i nostri corpi racchiudono, e di elaborare la grande potenzialità dell'incontro tra differenze: quelle etniche, culturali, di genere, sessualità o di diverse abilità come possibilità di arricchimento reciproco nella comprensione e nel rispetto.
I partecipanti, oltre ad avere l’occasione di esprimere creativamente e condividere il proprio vissuto, la propria l’emotività, le proprie storie e aspirazioni, scopriranno il valore dell'appartenenza ad un contesto in cui ogni parte ha un ruolo attivo. La collaborazione sarà elemento centrale per il raggiungimento di un obiettivo comune, la creazione e la messa in scena di uno spettacolo come risultato finale di una ricerca e di uno studio su un tema oggi fondamentale, quello della coabitazione pacifica in un pianeta globalizzato e ipersfruttato.
Danzare, creare, saper diventare protagonista e al tempo stesso essere di supporto ad altri, lavorare insieme, mescolando corpi, idiomi e storie, superando insieme le difficoltà, per la messa in scena di una performance di cui saranno tutti responsabili, costituisce un’esperienza fortemente educativa sia a livello individuale che collettivo.
Modalità
I ragazzi verranno introdotti al mondo del teatro e della danza e alle sue infinite possibilità espressive. Un percorso intenso, profondo e al tempo stesso divertente.
Ogni incontro sarà diviso in due parti, attraverso lezioni di teatro danza e di laboratorio creativo:
durante la prima parte si lavorerà al training fisico per scaldare e allenare il corpo (improntato sulla scoperta delle molteplici possibilità del nostro corpo e non sull’imposizione di uno stile o di forme predefinite) e verranno proposti esercizi teatrali mirati a creare un forte spirito di gruppo e ad aiutare i/le ragazzi/e a liberare il genio che hanno in sé;
durante il laboratorio creativo si lavorerà alla ricerca e alla scrittura coreografica e alla drammaturgia intorno al tema prescelto con esercizi di improvvisazione, ricerca e scrittura (‘free writing’ e ‘words short story’) per costruire insieme le scene dello spettacolo cercando di dar voce alla creatività e alle esigenze di ognuno nella costruzione di un orizzonte comune.
Il laboratorio si concluderà’ con due presentazione pubblica, uno spettacolo finale con due repliche, (una nella scuola e l’altra nel quartiere) che renderà’ il gruppo coeso e gratificato nel proprio sforzo, come momento pedagogico di condivisione con la comunità’ scolastica e in generale la società’ civile.
Partecipanti
Laboratorio per 15-20 ragazzi/e dai 14/18 anni con obbligo di frequenza.
Monte ore
30 ore
Studenti. Il laboratorio ha principalmente il fine di sviluppare la creatività’ dei partecipanti, e l’elaborazione attraverso pratiche somatiche del proprio senso critico riguardo a tematiche e problematiche del presente particolarmente urgenti. Non importa chi sei, perché danzi o come danzi, tutti hanno un corpo e l’educazione alla danza e alla creatività dovrebbe avere una parte centrale nel sistema scolastico e formativo perché , come e’ stato constatato in numerosi studi, migliora lo sviluppo cognitivo, emotivo e intellettivo di ogni individuo e apporta spirito di gruppo e coesione sociale.
Gli studenti saranno spronati ad interagire in maniera attiva e creativa durante tutte le fasi della creazione e messa in scena, al fine non soltanto di incoraggiare l’estro e la sensibilità di chi partecipa, ma anche di infondere fiducia nelle proprie capacità e allenare la capacità di ascolto e compartecipazione, il lavoro di squadra, necessarie all’ottenimento di un risultato.
Abituarsi a vedere con occhi diversi, imparare a esprimere le proprie idee e ad ascoltare profondamente, spostando il punto di vista, mettendo il piede nella scarpa di un altro, capire quale è la nostra posizione, il nostro privilegio, quali condizioni storiche e sociali ci pre-esistano e come spesso sia l’esperienza vissuta a insegnarci a dare un significato altro alle cose.
Scuola/Quartiere /Città. Come per gli altri moduli proposti, anche questo laboratorio si propone di costruire un legame tra scuola, quartiere e città sia come luoghi fisici, che come idea di comunità. Lo studente e’ al tempo stesso abitante di un quartiere e cittadino della propria città’, ha una responsabilità che sarà attivata attraverso un uso del corpo nello spazio più’ consapevole ed attento. Il cambiamento e’ possibile, il nostro corpo lo insegna, si partirà dunque dal proprio corpo, con l’idea che per trasformare il mondo si debba partire da noi stessi, dal quotidiano, dalla nostra casa, dalla nostra scuola, dal quartiere che attraversiamo e di cui siamo parte costituente, dalle città che abitiamo e in cui abbiamo il diritto e il dovere di operare in quanto cittadini attivi e consapevoli.
Realizzare la messa in scena in luoghi non convenzionali, come le aule e gli spazi di una scuola abitate in maniera differente dall’uso quotidiano, invitare un pubblico esterno e portare questi esperimenti nel quartiere, nelle strade, testare le reazioni del pubblico, vedere con altri occhi gli spazi, immaginare altri scenari...significa porre l’accento sulla riqualifica e/o la scoperta della nostra vita e del nostro presente, sviluppare il senso di uno spazio in “comune” , creare appartenenza e identificazione, trasformare quelle relazioni che ci pre-esistono in determinati ambienti, ma che con delle piccole sovversioni di senso e uso possono essere modificate e trasformate positivamente.
Partecipanti
30 studenti. 15 docenti.
Monte ore
12 ore
Il laboratorio, della durata di 30 ore con un incontro settimanale in aula e sopralluoghi e interviste nel quartiere, offre i rudimenti di base di cinematografia documentaristica.
Focalizzato sull’osservazione e sullo studio del quartiere, sull’apprendimento del mezzo filmico come mezzo di inchiesta sociale, videogiornalismo e creazione autonoma e poetica, il percorso didattico è finalizzato alla realizzazione di uno o più cortometraggi e vedrà i partecipanti coinvolti come sceneggiatori e tecnici di una troupe cinematografica in ogni ruolo necessario alla produzione.
La preparazione verterà sulle tecniche di base di sceneggiatura, ripresa audio e video, e montaggio.
Lo studio di materiale filmico di autori esemplari delle varie tecniche narrative, servirà a fornire ai partecipanti anche una base teorica e critica rispetto alla produzione di “visione” e sguardo sul mondo.
I corti realizzati dai partecipanti verranno presentati alla comunità scolastica e al quartiere durante la settimana del minifestival.
Sarà anche possibile curare una selezione di documentari e film sul reale realizzati da registi locali che hanno posto il loro sguardo sul nostro territorio, con incontri con gli autori.
Partecipanti
Laboratorio per 15 ragazzi/e dai 14/18 anni con obbligo di frequenza.
Monte ore
30 ore
Con Chto Delat, collettivo di artisti di San Pietroburgo (www.chtodelat.org) che presenteranno l’opera filmica People of Flour, Salt and Water realizzata a Castiglione d’Otranto (LE) con rifugiati e contadini/attivisti mobilitati per la salvaguardia del territorio, della biodiversità, a favore di coltivazioni naturali a Km zero e sfruttamento zero (Dicembre);
Partecipanti
Aperto.
Monte ore
4 ore
Co-organizzato con gli studenti, anche in occasione di un’eventuale tradizionale co-gestione, con presentazione degli elaborati dei partecipanti al forum, performances, incontri e un film festival all’interno della scuola e/o nel quartiere (subito prima delle vacanze natalizie).
Partecipanti
Aperto a tutta la comunità scolastica con prenotazione
Monte ore
8 ore