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Avviso pubblico per il finanziamento di progetti culturali finalizzati alla rigenerazione urbana attraverso la realizzazione di attività culturali e creative Progetto Scuola Attiva la Cultura
Visualizza il bandoAntonella Manca
Antonio Lezzi
Antonella Manca, Antonio Lezzi
Ledo Prato, Fedele Congedo, Piero Paolicelli
Franco Ungaro
Anna Kitlas
Mariella Mariano
Cles srl
La proposta persegue la costruzione comunitaria dell’identità del quartiere e adotta come propri obiettivi strategici in punti a) e b) di cui all’art.1 comma 3 dell’Avviso:
incrementare e diversificare l’offerta culturale attraverso la promozione di progetti innovativi che valorizzino il ruolo delle scuole come presidi culturali, istituzionali e sociali in aree normalmente non raggiunte da questo tipo di attività e progetti culturali;
riconoscere e stimolare l’esercizio del diritto di agire e partecipare degli abitanti di quartieri prioritari e complessi nella realizzazione e fruizione di progetti, attività culturali e creative innovative.
Si intende sperimentare una filiera istituzionale di comunità educante, direttamente orientata a rafforzare l’identità e le capacità generative del Quartiere Zona 167/B della Città di Lecce. Propone un processo di costruzione della conoscenza su passato, presente e futuro, per produrre un patrimonio identitario condiviso materiale e immateriale, emergente da più generazioni attraverso pratiche teatrali, partecipative, performative e co-creative, tradotto in operazioni di creatività urbana e in dati digitali, da pubblicarsi in formato aperto sul portale istituzionale open data del Comune di Lecce e su altre piattaforme di condivisione (Wikimedia), tali da alimentare la rilevanza identitaria degli spazi abitati con un forte impatto comunitario. Si intende sperimentare un processo di coinvolgimento permanente degli abitanti del quartiere Zona 167/B, riconoscendolo come comunità educante, con l’Istituto Scolastico capofila, epicentro della cura dei luoghi e della costruzione di letteratura identitaria popolare, a sostegno dello sviluppo locale urbano. La scuola come frontiera, significativa nei margini urbani e nella periferia: non solo palestra di buone pratiche, ma luogo strategico di co-design, di costruzione e trasmissione della cura fra generazioni, fra passato, presente e futuro.
La distinzione fra passato, presente e futuro è solo un’illusione per quanto ostinata. Albert Einstein
La proposta assume la collaborazione civica come metodo, con l’attivazione e il coinvolgimento degli abitanti del quartiere, intesi come curatori e produttori della sua identità. Per essi si prevede l’attivazione di un “collaboratorio” da tenersi negli spazi scolastici dell’istituto in orario extracurricolare, per sviluppare le competenze degli abitanti e le azioni, lungo la direttrice di un partenariato pubblico – comunità, in modo che essi assumano un ruolo attivo per la gestione del progetto nel tempo. Per il coinvolgimento della comunità di quartiere il progetto costruisce un team operativo supportato:
da operatori culturali, artisti ed esperti coinvolti dai soggetti del costituendo partenariato;
da docenti studenti e familiari degli studenti del Liceo Scientifico G. Banzi Bazoli, con azioni rafforzate dal Team dell’innovazione degli Studenti (BanzHack) in essere presso lo stesso Istituto;
da più Settori e dal Team Open data del Comune di Lecce, per il rinvenimento e lo sviluppo di dati e contenuti storici e cartografici, da pubblicare in formato aperto.
Attivati dal team operativo, gli abitanti del quartiere producono operazioni di creatività urbana, opere artistiche virtuali, immateriali ed effimere, sistemi narrativi, riversando i contenuti prodotti in piattaforme collaborative ad altissimo coinvolgimento e rilevanza, indagando ed alimentando la storia del quartiere, nelle sue tre dimensioni temporali: passato, presente e futuro:
sul piano delle memorie e delle espressioni emozionali della comunità, rispetto al passato,
sul piano oggettivo dei dati disponibili, rispetto al presente,
sul piano di prospettive narranti visionarie, dello sviluppo, rispetto al futuro emergente.
Le tre dimensioni temporali sono generate dalle persone mediante pratiche performative del teatro e metodologie partecipative, per la restituzione delle storie umane.
Si prevede:
l’avvio ad una comunità di pratica di quartiere, educante, con esperienze di creatività urbana, congiunte ad attività di formazione fra pari, per la diffusione di competenze di digital storytelling;
lo sviluppo di laboratori espressivi ed interpretativi con tecniche drammaturgiche e performative, per l’emersione di valori, storie e memorie, condotti con pratiche performative e teatrali;
la generazione di contenuti e di strati identitari di quartiere, con metodologie partecipative d’interazione costruttiva e di facilitazione visuale, strettamente connesse alle pratiche espressive e co-creative del teatro, ripensate e riutilizzate in maniera originale, inedita e innovativa, utili a potenziare le relazioni intergenerazionali e a rafforzare la consapevolezza sociale e culturale del quartiere;
la conseguente raccolta e la mappatura di fattori e di memorie, connessi ai luoghi delle comunità, per un patrimonio d’informazione sociale definito direttamente dagli abitanti, con la costruzione collettiva di una mappa digitale di comunità, per un nuovo senso di relazione con le testimonianze e le risorse disseminate e per un accordo tra conoscenza storica, narrazioni, immaginari, immediatamente fruibile e disponibile in forma di dati aperti, utile ad amplificare il valore dei luoghi abitati;
la digitalizzazione di patrimoni informativi relativi al contesto territoriale di sperimentazione, rinvenibili presso gli Uffici del Comune di Lecce, con il coinvolgimento degli abitanti, mediante applicativi digitali facilmente accessibili, con la conseguente produzione di mappe storiche di comunità a più strati, per una sperimentazione sul campo e per il proprio quartiere della cittadinanza digitale;
congiunte esperienze di scrittura collettiva sulle piattaforme collaborative del sapere libero Wikimedia, per la produzione di contenuti digitali inediti relativi ai beni comuni materiali e immateriali del quartiere e delle comunità che lo abitano.
L’ambito territoriale di progetto è il quartiere zona 167 B. Come evidenziato in numerose analisi di contesto compiute dal Comune di Lecce, si caratterizza per alcune aree di degrado, carenza di servizi socio-educativi-sportivi, scarsa coesione sociale, condizioni di povertà e di disagio sociale, bassa identità percepita, dimensione fortemente periferica. Le politiche pubbliche hanno nel passato privilegiato interventi di natura urbanistica e infrastrutturale, prive di orizzonti culturali inclusivi. Nell’area target mancano soprattutto servizi ricreativi-culturali come librerie, cinema, teatri, biblioteche, attività commerciali. Nell’area si concentrano molti dei sussidi forniti dai servizi sociali rispetto all’intera città, a dimostrazione delle forti criticità sociali in essa presenti. Il progetto contribuisce all’obiettivo generale di integrazione fra azioni di tipo sociale e azioni culturali, utili a dare fiducia ai cittadini e soprattutto alle giovani generazioni, per offrire occasioni di riscatto culturale e sociale, per ricreare dentro il quartiere il senso di comunità e di cittadinanza. Si indicano di seguito i valori ISTAT, RAPPORTO 8mila CENSUS, Dati 2011 per area di censimento. Fonte: http://ottomilacensus.istat.it/download-dati/:
A.1) MARGINALITÀ SOCIALE Incidenza di adulti con diploma o laurea: 57,7%
A.2) MARGINALITÀ ECONOMICA/1 Incidenza delle famiglie con potenziale disagio economico: 5,1%
A.3) MARGINALITÀ ECONOMICA/2 Tasso di disoccupazione: 19,4%
A.4) DEGRADO EDILIZIO (IMMOBILI INUTILIZZATI) Incidenza di edifici in pessimo stato di conservazione:1,3%
A.5) CARENZA DI INFRASTRUTTURE SOCIALI (ABITARE) Potenzialità d’uso abitativo: 6,7%
A.6) CARENZA DI SERVIZI DI TRASPORTO Mobilità pubblica (uso mezzo collettivo): 4,6%
Innovazione culturale. L’intervento sviluppa laboratori di coinvolgimento rivolti agli abitanti, a supporto della comunità, da attuarsi negli spazi che si destinano a “collaboratorio” della scuola, negli spazi di quartiere, con particolare riferimento alle pertinenze degli edifici di ARCA Sud Salento ed alle aree comuni di prossimità, per produrre lo sviluppo di contenuti identitari ad alta potenzialità, emergenti dalle persone attraverso pratiche partecipative d’interazione costruttiva, combinate con esperienze di creatività urbana ed azioni performative di esplorazione teatrale, perché gli abitanti adempiano direttamente alla cura dei luoghi, in una promozione del territorio e delle identità in prima persona, lungo le direttrici temporali del passato, del presente, del futuro. È un percorso d’innovazione culturale locale, sviluppato secondo un intreccio originale fra:
Teoria U del Presencing Institute di Boston https://www.presencing.org, con lo sviluppo di azioni teatrali e pratiche di conoscenza partecipativa, per la connessione delle persone con il futuro emergente;
metodi partecipativi d’interazione costruttiva e d’ispirazione comunitaria, per la costruzione di narrazioni, contenuti e scenari futuri;
pratiche collettive, creative e artistiche, di qualificazione degli spazi pubblici, comuni e di prossimità
pratiche di scrittura collaborativa digitale e di produzione di informazione, pubblica e riusabile sull’identità del quartiere.
In una convivenza virtuosa fra tradizione e innovazione, fra analogico e digitale, il collaboratorio della scuola è il luogo fisico in cui una comunità intergenerazionale promuove la conoscenza del quartiere e sostiene un modello basato sulla partecipazione attiva. Bambini, ragazzi, giovani, famiglie, anziani, narratori e testimoni di quartiere trasferiscono il patrimonio di culture e tradizioni del proprio mondo di prossimità urbana su piattaforme Wiki ad alta visibilità su scala mondiale.
Innovazione istituzionale e giuridico amministrativa. L’individuazione dei componenti è avvenuta ponendo in relazione soggetti locali e nazionali, con l’obiettivo di mettere in comune esperienze e favorire la diffusione di buone pratiche, a scala locale e sovralocale. Alcuni dei soggetti partecipanti al costituendo partenariato hanno già realizzato progetti comuni con esiti molto positivi. Non si tratta quindi di un partenariato occasionale. Il tratto comune è l’esperienza di laboratori urbani, di processi partecipativi e di comunità alcuni dei quali già realizzati nella città di Lecce e nel quartiere più direttamente interessato. Il partenariato potrà consolidarsi nel tempo e rappresentare un modello innovativo nella costruzione e gestione di progetti in aree complesse. Un processo partecipativo e inclusivo unisce il Comune di Lecce, ARCA Sud Salento (soggetto attivo nella rigenerazione delle periferie), l’Associazione Mecenate 90 (che promuove la collaborazione tra pubblico e privato sociale, per la valorizzazione e gestione dei beni culturali in Italia), AMA (ancorata al patrimonio culturale e plurale del Mediterraneo), 167 B Street, fulcro e riferimento nel quartiere di molti artisti, sia del territorio che internazionali. L’Istituto scolastico come nucleo di una comunità di frontiera per il co-design della cura fra generazioni di cittadini, dove la visione strategica comunale è in colloquio con pratiche educative collegate alla vita della città, attraverso il team operativo di docenti e studenti disegnatori di futuro, affiancato da esperti, mediatori della conoscenza. Sulla linea dell’innovazione istituzionale, le attività laboratoriali sono finalizzate allo sviluppo di informazione ad alta accessibilità e, più in generale, alla valorizzare dei dialoghi fra cittadinanza (che produce patrimoni informativi comunitari) ed il Team Open Data del Comune di Lecce (che investe, nella produzione dei dati aperti, tutti i settori comunali, al fine di facilitare la governance dei processi).
Innovazione sociale. Nella proposta, la scuola afferma il ruolo di protagonista, per l’innovazione sociale del proprio territorio, producendo con gli abitanti e restituendo al Comune di Lecce strati identitari e informativi, utili a raccontare il Quartiere Zona 167/B. L’esigenza è rilevante per il programma di governo del Comune di Lecce, che intende ridefinire l’identità dei quartieri periferici, a partire dalle azioni partecipative di cittadinanza. Soprattutto il rapporto intensivo con il futuro emergente, persegue un prototipo di rigenerazione, per la valorizzazione diretta dei luoghi, con un ruolo attivo delle famiglie. Questa attività cognitiva di quartiere, è centrata sulla raccolta di memorie tramandate e di storie invisibili dal contesto comunitario più vicino, a rafforzamento dell’integrazione fra le generazioni. Per delineare il futuro, dal passato e dal presente, i cittadini realizzano espressioni artistiche performative, co-creazioni e azioni di riqualificazione dei luoghi (guerrilla art, guerrilla gardening, street-art), condividendo spazi e tempi fra generazioni diverse, producendo allestimenti temporanei e crash-test per la sperimentazione di nuove forme di cura di spazi comuni, condominiali e pubblici, che sono trasformati subito dopo, in contenuti digitali interoperabili, pubblici e riusabili. Gli strumenti digitali e la produzione di contenuti sul piano dell’identità alimentano l’appartenenza ad un unico progetto sociale. Si tratta di un processo di sviluppo comunitario di know-how, supportato da metodologie partecipative e di engagement aggregate secondo una robusta architettura metodologica per l’inclusione crescente di attori e beneficiari (stakeholder Analysis, GOPP-PCM, Scenario Workshop, pratiche massive di facilitazione visuale), con cui gli abitanti affrontano la sfida di una fusione fra culture materiale analogica e cultura digitale. Nel quartiere si persegue l’emersione dei fragili e delle loro storie, perché nei fragili si cela l’innovazione.
Innovazione economica e/o finanziaria. Il progetto presenta coerenza con l’obiettivo di “fare di più con meno”. Le singole voci di spesa sono state individuate contenendo i compensi; il costo complessivo del progetto è congruo, considerate le molteplici azioni previste e i soggetti coinvolti. L’impatto economico del progetto sarà generato dalla riqualificazione del quartiere, dalla vivibilità dei luoghi, dalla crescita dei servizi di prossimità, a partire dai “negozi di vicinato” e dalla ripresa di attività artigianali. Il capitale di fiducia generato dal progetto incoraggerà l’iniziativa degli abitanti e costituirà la base per una comunità abilitante. A conclusione del progetto si verificherà la possibilità di promuovere forme imprenditoriali a base cooperativa (cooperativa di comunità), per generare esperienze di economia civile, in grado di coniugare modelli di business compatibili con le finalità sociali. A questo scopo sarà promossa una campagna di fund raising fra gli abitanti del quartiere e gli stessi cittadini di Lecce, senza escludere un profilo nazionale. Saranno incoraggiate sponsorizzazioni da parte di imprese locali per sostenere lo sviluppo delle attività anche oltre la conclusione del progetto.
Innovazione tecnologica o digitale. Gli abitanti sono chiamati a muoversi dal narrato quotidiano alle mappe digitali comunitarie. Con azioni di sensibilizzazione sui commons digitali, sulle licenze aperte, sull’importanza delle fonti, si svilupperanno le loro competenze informative e digitali (digital information literacy). I beneficiari sono coinvolti nel processo di creazione e redazione collettiva di contenuti e voci enciclopediche, gallerie fotografiche, prodotti multimediali e guide turistiche sulle piattaforme Wikimedia (Wikipedia, Wikimedia Commons, WikiVoyage, WikiBooks). La comunità di cittadini sviluppa mappe cartografiche digitali, con più strati e dataset riutilizzabili sul portale open data del Comune di Lecce. Gli abitanti inoltre:
operano con materiali informativi resi disponibili dal partner Comune di Lecce e li riconsegnano all’Ente perché siano correttamente pubblicabili in formato aperto ed interoperabile;
utilizzano un BOT Telegram, applicazione open source originale, per creare archivi digitali su mappe e dataset comunitari, a partire dai propri contesti più prossimi (gli spazi comuni dell’abitare), geolocalizzando direttamente memorie, storie, emozioni, produzioni artistiche attuate, con testi, audio, foto e video.
Queste esperienze di pratiche digitali sono vissute:
come forma di story-doing, in grado di proiettare i cittadini abitanti in una dimensione parallela, fatta di trame di storie umane a molte identità, in grado di incrementare l’interesse e la rilevanza del quartiere;
come strumento di integrazione tra le diverse culture delle persone;
come leva per generare occasioni di incontro e di reti collaborative, dentro e fuori il quartiere, fra abitanti prossimi e remoti;
Impatto economico. Lo sviluppo delle attività intende condurre gli abitanti del quartiere in un percorso di costruzione di una linea identitaria, che dalle memorie familiari giunga a predisporre una visione di futuro emergente di lungo periodo, fondata sulla valorizzazione dell’identità. Attraverso le attività, memorie, racconti, valori tendono alla configurazione di un patrimonio culturale materiale, costituito da opere creative realizzate nei luoghi abitati e di un corrispondente patrimonio informativo digitale, particolarmente concentrato e massivo. Questo transita, grazie agli abitanti, sia attraverso il portale Open Data del Comune di Lecce, sia sulle piattaforme del sapere condiviso Wikimedia, in modo da attivare la rilevanza del quartiere, luogo una linea sperimentale dell’innovazione del patrimonio culturale. La comunità produce una concentrazione favorevole di contenuti in formato aperto, immediatamente disponibili per le imprese dell’economia digitale, definendo con la scuola e, di concerto con il Comune di Lecce, un prototipo strategico di valorizzazione diretta dei contesti abitativi periferici.
Impatto sociale. Le attività prevedono esperienze di sperimentazione sul campo che portano alla fusione pratiche creative, teatrali ed espressive, partecipative e digitali, per produrre un impatto diretto sulla comunità degli abitanti, attraverso esperti di tali competenze ed un team operativo di docenti e studenti dell’Istituto scolastico capofila, che si configura come il cuore di una comunità educante per l’innovazione sociale della comunità, con una significativa estensione generazionale. La fusione delle pratiche lavora sull’intreccio delle capacità e delle competenze: di alfabetizzazione alle ICT, culturale e civica, di pensiero critico, di creatività, di comunicazione, di collaborazione, di curiosità, di iniziativa, di perseveranza, di flessibilità, di leadership, di consapevolezza sociale e culturale.
Le raccolte e le mappature di valori e memorie, diffuse su piattaforme open source, definiscono un patrimonio d’informazione sociale costruito direttamente dai destinatari del progetto, intesi come motori della cittadinanza. I laboratori prevedono la documentazione delle attività per l’elaborazione di prototipi replicabili, d’innovazione digitale e sociale della comunità di quartiere.
Impatto ambientale. Le azioni culturali ed artistiche delle attività coinvolgono i cittadini come comunità cooperante, a fondamento di esperienze dirette di cura dei Beni Comuni, secondo i 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030, con alleanze di breve e lungo termine, fra generazioni, dalla scuola ai contesti. Il progetto intende sviluppare la capacità di progettare per cambiare in prima persona il mondo, con un’abitudine all’azione ed una capacità di immaginare e cooperare con la propria comunità. Conferendo ai cittadini il ruolo di primi protagonisti, nel riconoscimento di obiettivi primari e dei modi per perseguirli, si favorisce un importante processo di coesione sociale, in cui gli abitanti, a partire dai più fragili, sono progettisti e costruttori di sogni, ponti fra le generazioni e fra istituzioni (Scuola e Comune, partner di progetto).
Impatto urbano. ll progetto concorre alla definizione di relazioni per lo sviluppo di associazioni e di attività culturali e creative di comunità, a rafforzamento dello spazio pubblico e dell’identità. Promuove l’esercizio di competenze diverse per affrontare i problemi complessi, con una diversificata ricchezza di voci. Non solo esperti tematici, ma molti saperi: nessuno è escluso. Le attività perseguono la sperimentazione di una scuola aperta, laboratorio permanente di ricerca, per rafforzare i processi di cooperazione urbana, per lo sviluppo locale sostenibile. Gli interventi di creatività urbana e di costruzione di memorie e contenuti digitali a libera diffusione, perseguono la riduzione delle distanze, attraverso la prossimità culturale. Si opera sul fronte della rigenerazione con più livelli di partecipazione, per condividere un vocabolario comune, una comune grammatica espressiva e metodi partecipativi condivisi, fondati sull’analisi dei problemi e sulla progettazione per obiettivi. Le esperienze partecipative operano per la rigenerazione definendo principalmente l’identità di quartiere: producono un bagaglio di conoscenza plurale, che consente di progettare in modo mirato.
Sostenibilità culturale. Le attività configurano un prototipo di processo che pone al centro del proprio meccanismo il Liceo capofila, luogo delle competenze del XXI Secolo, considerando i cittadini primi co-creatori di identità culturale, a partire dall’esplorazione del passato, del presente e del futuro emergente, sviluppando dati informativi aperti, nella prospettiva della generazione di impresa e di servizi destinati ai cittadini. Con i cittadini che, giungono a supportare l’Ente Comune nel processo di digitalizzazione dell’informazione dei patrimoni e della conoscenza relativa al quartiere. Con bambini e giovanissimi, che intervistano gli anziani e che lavorano sugli immaginari. Con le persone che sviluppano opere creative, valorizzando il patrimonio culturale da punti di vista diversi. Con percorsi di sviluppo della conoscenza aperta dei patrimoni sulle piattaforme di Wikimedia, arricchita da emozioni ed esperienze. Perché il patrimonio non sia astratto, ma vivo, caldo, sostanzialmente aperto e collettivo. In questa prospettiva, Enti e cittadini sono motori di sviluppo, ciascuno per la propria parte, sviluppando e rilasciando informazioni che le stesse comunità, ovunque, possono successivamente riusare, rendendo il territorio un bene comune.