Il 17 Aprile 2023 la Redazione del Giornalino ha incontrato il Sindaco di Velletri Orlando Pocci. L'incontro è stato mediato dal giornalista Daniel Lestini, il quale aveva già preparato i giornalisti in erba su come si gestisce un'intervista di questo tipo. Il Sindaco Pocci ha risposto a tante domande poste dalla Redazione, sulla sua attività politica, ma anche sulla sua vita privata. Buona lettura!
Lei è nato a Velletri?
Si, sono nato a Velletri il 3 marzo 1959 da genitori veliterni.
Qual è stato il suo percorso di studi?
Alle elementari dalle suore, le medie alla “Velletrano”, poi Istituto tecnico “Vallauri” e facoltà di Medicina, fino a Patologia medica, ma poi non mi sono più laureato per la mia passione politica.
Lei ha mai provato a candidarsi in passato?
Sì, ma non come sindaco perché penso che nessuno possa candidarsi come sindaco già dalla prima volta, prima bisognerebbe fare altre esperienze.
Ha mai fatto altri lavori, se sì quali?
Nella mia vita ho fatto diversi lavori poiché la mia famiglia aveva un’azienda commerciale ed in un breve periodo ho lavorato anche in un’azienda di gomme a Cisterna.
Ci sono mai stati dei momenti in cui lei ha pensato di ritirarsi dalla vita politica?
Devo dire che già dalla prima settimana da sindaco ho chiamato mia moglie dall’ufficio e le ho detto: “Io mi dimetto!”; penso che lo stress iniziale sia stato allucinante.
Com’è iniziata la sua carriera?
La mia carriera inizia frequentando la sezione, poi l’esperienza in Consiglio comunale e poi l’esperienza da Assessore per arrivare a quella da Sindaco. Io vengo da un partito storico: il partito repubblicano italiano che viene fondato originariamente da Mazzini.
Perché ha deciso cinque anni fa di candidarsi?
Avevo già l’idea di candidarmi da un po’, ma ho dovuto avere il consenso di chi mi stava vicino dato che da soli non si va da nessuna parte.
È stato supportato durante le elezioni?
Certamente, per candidarsi e essere eletto è necessario essere supportato da chi ti sta vicino e anche dai cittadini.
Cosa ne pensa dei giovani d’oggi?
I giovani d’oggi secondo me sono una cosa importante, anche se chiaramente rispetto a quando ero giovane io sono cambiate molte cose, ora avete molte più risorse rispetto a noi e mentre noi ci incontravamo sempre in posti come piazza Cairoli voi invece, o i ragazzi un poco più grandi, tendete a incontrarvi davanti alla stazione o davanti la caserma dei Vigili del fuoco.
Qual era il suo sogno da bambino e pensa di averlo realizzato?
Non lo so, forse il mio sogno da bambino era fare il medico. Lo ritengo un sogno mancato e mi porto ancora oggi il rammarico.
Se lei dovesse essere rieletto cosa vorrebbe fare di ciò che non ha già svolto?
Abbiamo in mente di restaurare il mattatoio come un luogo per voi giovani pieno di laboratori, abbiamo finanziato il parcheggio sotto l’ospedale, vogliamo rifare piazza Cairoli e ristrutturare il mercato coperto insieme anche ad un altro asilo nido.
I progetti che lei ha menzionato verranno eseguiti solo in caso venisse rieletto?
Io spero che verranno eseguiti anche dal futuro sindaco in caso non dovessi essere rieletto.
Qual è il suo genere di musica preferito?
Purtroppo non rimane molto tempo per ascoltare la musica, ma probabilmente i miei preferiti sono gli 883 con Max Pezzali con la canzone famosa “Hanno ucciso l’uomo ragno” che veniva suonata anche da mio figlio alla tastiera.
Lei ha mai visto Harry Potter?
Si, ho visto Harry Potter come film e ho anche letto i libri, mi è piaciuto molto, però la mia generazione viveva in modo totalmente diverso i canali della televisione. Spesso la tv era solo una in casa o non c’era proprio.
Quali sono i suoi hobby?
Prima il mio hobby, un hobby brutto che non dovete seguire, era quello di andare a caccia, mentre ora non ho hobby perché il mio lavoro non me lo permette.
Che sport segue?
Calcio come tutti gli altri, e tifo la Lazio.
Aveva un miglior amico?
Ho ancora un miglior amico, molti altri amici sono scomparsi nel tempo, ma c’è un amico con il quale ho fatto le medie e le superiori insieme e continuiamo a vederci, anche se non regolarmente.
È vero che quando si è famosi è difficile uscire?
Delle volte se vuoi stare tranquillo con la famiglia, a pranzo o a cena, devi cambiare città.
L’incarico da sindaco ha influenzato negativamente la sua vita privata?
L’incarico agisce sulla tua vita in un modo: il tempo non è più tuo, ma diventa della cittadinanza e diventa faticoso non poterlo più gestire.
Essere sindaco le procura qualche privilegio?
No, essere sindaco non procura nessun privilegio, ma procura orgoglio e soddisfazione.
Di che cosa è che va più fiero?
Ciò di cui vado più fiero è il rapporto che ho con le persone, il fatto che ti riconoscono e che vogliono parlare con te.
Come ha vissuto il periodo della pandemia?
Lo abbiamo vissuto mettendo in piedi una macchina amministrativa, ovvero offrire dei servizi alla città pur rimanendo dentro casa.
Quale consiglio vorrebbe dare a noi giovani?
Il consiglio che vi voglio dare è quello di impegnarvi, soprattutto nello studio, e cercare di migliorare il rispetto che si ha per gli altri.
La Redazione
a.s. 2022/2023