Per un nuovo Diritto alla Bellezza
Durante le lezioni di Arte e Territorio siamo venuti a conoscenza del Patto di Famiglia stipulato il 31 ottobre 1737 da Anna Maria Luisa de’ Medici, ultima discendente della celebre dinastia toscana, e Francesco Stefano di Lorena (futuro Imperatore Francesco I), che in quello stesso anno, estinto il ramo mediceo, aveva ereditato il Granducato di Toscana.
Nell’art. 3 di quel Patto si stabiliva che dopo la morte di Anna Maria Luisa, niente delle collezioni appartenute alla famiglia Medici potesse essere allontanato dalla città o dai confini del Granducato, dove doveva rimanere «per ornamento dello Stato, per utilità del Pubblico e per attirare la curiosità dei Forestieri».
In questo modo, l’ultima principessa di Toscana legò per sempre le stupende collezioni artistiche raccolte fin dai tempi di Lorenzo il Magnifico ai confini della comunità Toscana, dando anche impulso al moderno sviluppo turistico della nostra Regione. Ma soprattutto, ci ha colpito il fatto che tutte le opere d’arte, i libri, le collezioni archeologiche appartenute da secoli alla celebre famiglia Medici, siano state vincolate a restare dove erano per “utilità del Pubblico”: affinché tutti i sudditi, detto in altri termini, potessero beneficiarne liberamente e in modo utile alla propria crescita culturale.
Il Patto di Famiglia ci ha dato lo spunto per una riflessione, partendo dal concetto di Cultura, che abbiamo sviluppato nel seguente Manifesto:
MANIFESTO DEL DIRITTO ALLA BELLEZZA
Facciamo nostra la definizione di Cultura espressa recentemente dall'illustre storica britannica Averil Cameron, secondo cui con il termine cultura intendiamo «quel nesso di idee e conoscenze da cui ogni società dipende per conseguire la propria identità di comunità»;
Ogni comunità si fonda dunque su un sistema condiviso di tradizioni e conoscenze entro il quale il relativo patrimonio culturale materiale e immateriale, così come il paesaggio in cui la stessa comunità è inserita, contribuisce a determinarne l’identità.
Come è espresso anche da uno dei principi fondamentali della nostra Costituzione (art. 9), per ogni comunità la spinta verso il futuro è determinata dal grado di conoscenza della propria storia e del patrimonio culturale e paesaggistico plasmato nel passato e trasmesso alla generazione attuale. Quest'ultima ha quindi il diritto/dovere di frequentarlo, conoscerlo per poterlo tutelare e interpretare a vantaggio proprio e delle generazioni future.
Solo da una più diretta e profonda conoscenza condivisa del patrimonio culturale, artistico e paesaggistico, potranno davvero beneficiare le comunità anche dal punto di vista economico, promuovendolo in modo sostenibile e rendendolo meta di un turismo rinnovato, inteso come vero arricchimento umano e sociale in quanto occasione di incontro e scambio culturale tra comunità diverse.
Se questo vale per tutti i membri di una comunità, a maggior ragione noi studenti dovremmo essere il più possibile incentivati alla frequentazione costante dei luoghi della cultura (siano essi i siti museali pubblici e privati, religiosi o laici) per permetterci di immaginare un futuro partendo dalle orme tracciate nel nostro passato.
La frequentazione di molti luoghi del nostro patrimonio storico, artistico e paesaggistico regionale da parte degli studenti è invece vincolata al pagamento di un biglietto di ingresso che, specialmente in questo periodo di grave crisi sociale ed economica, costituisce un ostacolo e favorisce piuttosto un nostro progressivo allontanamento.
In virtù di tutto questo chiediamo che ci venga riconosciuto un nuovo diritto alla "Bellezza”, per poter accedere liberamente e gratuitamente all’intero patrimonio culturale, artistico e paesaggistico della nostra Regione Toscana.
Siamo consapevoli che rinunciare al prezzo del biglietto per gli studenti residenti nella nostra Regione comporterà uno sforzo economico da parte delle istituzioni responsabili della conservazione dei luoghi del nostro patrimonio, ma si tratterà di un investimento sul futuro della nostra comunità. Ci impegniamo a usufruire responsabilmente di questa opportunità, sfruttando le visite a quegli stessi luoghi come vere occasioni di crescita culturale e umana.
A cura di
Eugenia Antonietti, Asia Gaeta, Giulia Lampis, Aurora Maria Vignola (Classe 4B Turismo e Comunicazione - IT Cattaneo San Miniato)
Con la supervisione dei docenti: Damiano Andreini, Elena Marianelli, Mila Nuti
Riferimenti Bibliografici:
Costituzione della Repubblica Italiana, art. 9.
A. Cameron, Il tardo impero romano, il Mulino, Bologna, 1995
S. Settis, Architettura e democrazia, Einaudi, Torino, 2017
M. Bray, Cultura, articolo pubblicato il 10 giugno 2020 nella sezione Atlante del sito Treccani.it (https://www.treccani.it/magazine/atlante/societa/Cultura_parole_pandemia.html)