Per un nuovo Diritto alla Bellezza

Durante le lezioni di Arte e Territorio siamo venuti a conoscenza del Patto di Famiglia stipulato il 31 ottobre 1737 da Anna Maria Luisa de’ Medici, ultima discendente della celebre dinastia toscana, e Francesco Stefano di Lorena (futuro Imperatore Francesco I), che in quello stesso anno, estinto il ramo mediceo, aveva ereditato il Granducato di Toscana.

Nell’art. 3 di quel Patto si stabiliva che dopo la morte di Anna Maria Luisa, niente delle collezioni appartenute alla famiglia Medici potesse essere allontanato dalla città o dai confini del Granducato, dove doveva rimanere «per ornamento dello Stato, per utilità del Pubblico e per attirare la curiosità dei Forestieri».

In questo modo, l’ultima principessa di Toscana legò per sempre le stupende collezioni artistiche raccolte fin dai tempi di Lorenzo il Magnifico ai confini della comunità Toscana, dando anche impulso al moderno sviluppo turistico della nostra Regione. Ma soprattutto, ci ha colpito il fatto che tutte le opere d’arte, i libri, le collezioni archeologiche appartenute da secoli alla celebre famiglia Medici, siano state vincolate a restare dove erano per “utilità del Pubblico”: affinché tutti i sudditi, detto in altri termini, potessero beneficiarne liberamente e in modo utile alla propria crescita culturale.

Il Patto di Famiglia ci ha dato lo spunto per una riflessione, partendo dal concetto di Cultura, che abbiamo sviluppato nel seguente Manifesto:


MANIFESTO DEL DIRITTO ALLA BELLEZZA

A cura di

Eugenia Antonietti, Asia Gaeta, Giulia Lampis, Aurora Maria Vignola (Classe 4B Turismo e Comunicazione - IT Cattaneo San Miniato)

Con la supervisione dei docenti: Damiano Andreini, Elena Marianelli, Mila Nuti

Riferimenti Bibliografici: