Il Grand Tour si sviluppò come una specie di preparazione alla futura professione, alla fine del ’500 nell’Inghilterra elisabettiana, ed era originariamente riservato ai nobili: Questi ultimi mandavano i loro figli – solitamente tra i sedici e i ventidue anni – a fare un viaggio attraverso le mete culturali europee di maggior spicco. Spesso, soprattutto tra i ricchi mercanti olandesi, scopo del Grand Tour poteva essere anche raccogliere pezzi di prestigio per le collezioni d’arte.
A partire dalla seconda metà del Settecento il Grand Tour divenne coronamento del processo di formazione, anche presso altre nazioni europee, come la Francia o la Germania. In Germania questa consuetudine prese il nome di Cavalier Tour.
Durante il Cinquecento e Seicento il Grand Tour si svolgeva prevalentemente in carrozza o a cavallo. La Kutsche si afferma soprattutto nel Settecento, e continua ad essere il mezzo di trasporto privilegiato fino alla diffusione della ferrovia.
Caratteristiche del Grand Tour
Nel corso del Grand Tour venivano visitate soprattutto le città d’arte. Dopo le scoperte di Pompei e Ercolano i viaggiatori, soprattutto amanti dell’arte antica, si spostavano a sud di Roma, fino alla Campania (Paestum) e alla Sicilia (Magna Grecia).
Altre città privilegiate sono Venezia e Firenze.
L’opera canonica della letteratura di viaggio tedesca ma anche europea è la Italienische Reise di Johann Wolfgang Goethe; il viaggio in Italia di Goethe segna il definitivo abbandono dello Sturm und Drang.