Cavalletta







Presentiamoci

La cavalletta verde o locusta verdissima è un insetto dell'ordine degli ortotteri (insetti terresti e raramente subacquei) e della famiglia dei tettigonidi (una famiglia che comprende più di 6400 specie e che è imparentata più con i grilli che con le cavallette). 

MA Nonostante il suo nome, la Cavalletta Verde non è una cavalletta. 

DESCRIVIAMOCI

È un insetto di colore verde brillante. È un ortottero di grosse dimensioni, mediamente 2,8-3,6 cm per il maschio e 3,2-4,2 cm per la femmina ; un esemplare può raggiungere anche i 5 cm. Anche le sue antenne sono eccezionalmente lunghe.

È un'ottima volatrice ed è attiva sia di giorno, sia di notte. E attenzione! Come le cavallette carnivore, può mordere dolorosamente se catturata.

I maschi delle tettigoniidi hanno organi che producono suoni mediante stridulazione situati sugli angoli posteriori delle loro ali frontali. La stridulazione è l'atto di produrre suoni sfregando tra loro certe parti del corpo e in alcune specie anche le femmine sono capaci di stridulazione.

Si trova comunemente nelle zone erbose, come prati incolti, campi, cespuglieti e anche nei boschi, ma è stata segnalata anche in contesti urbani; come altitudine, può essere trovata fino a 1800 metri.

COSA MANGIO / DOVE VIVO...

La Cavalletta verde si nutre principalmente di altri insetti (larve, bruchi, afidi, mosche e piccole farfalle), ma non disdegna i vegetali. 

È diffusa in gran parte dell'ecozona paleartica, dall'Europa occidentale alla Cina; in Italia è segnalata ovunque.

Cosa dicono di me

La “mente cavalletta” consiste nell’atteggiamento, diffuso nel mondo contemporaneo, a livello mondiale, di “saltare” a intermittenza, da un’informazione a un’altra, in modo spasmodico, con la conseguenza di non fissare alcun concetto. La definizione proviene dal pedagogista Seymour Papert che ha utilizzato la locuzione “grasshopper mind” (mente da cavalletta), per sottolineare il comportamento convulso che i giovani pongono in essere, saltando da un compito all’altro.







SCHEDA A CURA DI ILARIA BALBONI // Foto di Filipe Resmini & Tahlia Doyle su Unsplash